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OFFESA?

È, secondo Terradas, una lesione all’onore. Ciò significa che offesa e contro-offesa devono essere atti che disonorino la persona che lo subisce allo stesso modo, togliendo la stessa porzione di onore. La lesione all’onore deve essere equivalente. Anche due offese materialmente uguali possono differire in termini di lesione all’onore: ad esempio io ti lancio un sasso, tu lo lanci a me ma davanti a tutta la mia famiglia, è più umiliante e lede di più il mio onore rispetto all’offesa arrecata a te. Perché conta l’onore? Il nostro professore interviene e ritiene che l’onore corrisponda alla reputazione. Esempi per capire questi concetti: - nel Wessex, l'ammontare della composizione per una ferita inferta sotto il ginocchio era doppio rispetto all'ammontare della composizione per una generica ferita alla gamba, poiché l'orlo della tunica terminava all'altezza del ginocchio; - la maggior

Parte dei tariffari composizionali prevedeva il pagamento di una composizione più alta per la lesione inferta ai denti frontali rispetto alla composizione prevista per la lesione inferta ai denti laterali, sebbene i denti laterali svolgano (era già noto all'epoca) una funzione più importante nel processo di masticazione: la ragione è spiegata nell'Editto di Rotari, che attribuiva esplicitamente una maggiore importanza ai denti che si mostravano nel sorriso (qui in risu apparit);- sia nel Wessex, sia in Frisia era prevista una composizione più elevata, rispetto alla composizione dovuta per il taglio delle altre dita, per il taglio dell'anulare: «l'unica possibile motivazione» era che «/'offesa visibile [visible insult] al dito che portava l'anello» (il dito che suscitava più attenzioni) aggravava «la pura perdita anatomica» (Oliver 2011).

VERDIER VS. TERRADAS

Verdier indaga i presupposti

Dell'azione vendicatoria e non la funzione sociale. In ogni caso, concordava nel ritenere che lo scopo fosse scoraggiare i consociati dal commettere offese. Terradas ritiene invece che lo scopo principale sia quello di ricostruire il tessuto sociale danneggiato dall'offesa, in particolare il rapporto tra le parti in conflitto (base della giustizia riparativa).

Gli studi di Rothmann

Nella legge del Taglione è stabilito "Testa per testa, l'altro sostituirà". In realtà la particella "gin" (compresa nella frase) in sumero indicava un indice di cooperazione; quindi, si voleva mirare non tanto alla punizione ma alla cooperazione. Rothmann parla di:

  • taglione penale: tratta proprietà inalienabili, riguarda parti del corpo, una volta che vengono tolte è impossibile recuperarle
  • taglione riparatore: qui è diverso, prima di uccidere un membro del tuo gruppo, per esempio, devo provare a darti un membro del mio gruppo.
Riguarda dunque i membri del gruppo, cioè le proprietà alienabili. Qui si nota l'aspetto della cooperazione, volta a ricostruire il gruppo nello stato precedente all'offesa GIUSTIZIA VENDICATORIA: IL CASO ALBANESE Contesto geografico → due aree che sono l'area di Scutari e Tropoja nel nord dell'Albania In Albania le città più grandi e popolose sono nel centro sud. Studiosi che hanno studiato questi fenomeni di giustizia vendicatoria → hanno notato che i popoli che hanno questo tipo di tradizione sono accomunati dalla posizione geografica (zone isolate dal resto dal paese e frammentate in piccole comunità e villaggi). Il documento normativo a cui facciamo riferimento oggi → kanuni di leke dukagjinit = è un codice, una raccolta di norme, ma queste norme non sono state stipulate da un legislatore e contestualmente scritte nel codice, ma nasce come una raccolta di norme preesistenti alla scrittura del codice, e che primadel codice appartenevano alla tradizione orale → erano norme sociali che si tramandavano di generazione in generazione nel nord dell'Albania.
  1. Dukagjinit ha fatto un primo round di lavoro sul campo, si era mosso in questi territori e aveva raccolto le consuetudini (abbiamo dei dubbi sulla sua esistenza, sull'esistenza dell'autore stesso)
  2. All'inizio del 1900 per mano di Gjecovi che era un frate e aveva aggiornato il codice di Leke Dukagjinit che era incompleto → aveva fatto un secondo round di consultazioni con il popolo del nord dell'Albania e aveva aggiornato il codice
  3. Codice tradotto in lingua italiana da Giuseppe Valentini, un frate

Importante tenere a mente questi tre passaggi → dire che le norme contenute in questo codice rispecchino esattamente la tradizione albanese, le norme consuetudinarie albanesi preesistenti al codice, sarebbe affermare qualcosa di falso → le norme orali che

Vengono trascritte non è detto che tutto rimanga com'è, il fatto di fermare quelle norme è un passaggio significativo che influisce sulla natura delle norme; inoltre il codice è stato aggiornato con norme che appartenevano a un'epoca successiva a quella di L.D, poi sono state tradotte e la traduzione ovviamente non è letterale → codice ci da una visione delle tradizioni albanesi, ma non possiamo affermare che rispecchino perfettamente le tradizioni di quelle epoche.

Il testo tuttavia una volta redatto ha una influenza sugli abitanti dell'area del Nord dell'Albania.

Kanuni non parla solo di vendetta, è un codice enorme, ma ha diversi articoli che trattano della vendetta → parte del Kanuni codificata da Gjecovi: egli scoprì la metafora che all'inizio del 900 è stata utilizzata per unificare il popolo albanese, per far sì che gli albanesi si riconoscessero nel Kanuni nel nome del sangue.

Sangue = vuol dire

Due cose, e tutte e due le cose hanno la loro importanza per capire la vendetta albanese:

  1. Noi parliamo di sangue nel Kanuni quando parliamo di legami tra diversi membri di una famiglia → in Albania quando parliamo di famiglia esiste una parola specifica → fis = famiglia intesa come gruppo sociale esteso, gruppo di 20\30 persone che sono imparentate per una questione di sangue o che risultano imparentate a seguito di alleanza → la società albanese di questa zona del Nord vi è una caratteristica simile alle società vendicatorie = assenza di individualismo = è molto difficile che nelle società vendicatorie una persona agisca a proprio nome e basta → individuo in questi contesti è semplicemente l'organo di un corpo (famiglia è il corpo e individuo l'organo);
  2. Altro senso di sangue è quello del sangue che viene sparso con la vendetta → il concetto che in italiano è tradotto dall'albanese con
vendetta (impropriamente) è quello digiakmarjia, che vuole dire letteramente presa del sangue. GJIAKMARRJA Art.917 Kanuni dice che il sangue non rimane invendicato → in realtà una traduzione più letterale sarebbe "il sangue non rimane mai senza risposta"-> questo articolo ci dice che quando una persona viene uccisa o ferita non si possono lasciare le cose così come stanno, questa offesa deve avere una risposta. In via di principio quando qualcuno commette intenzionalmente un omicidio, la famiglia della vittima chiede gjiakmarjia e i membri di sesso maschile della famiglia dell'omicida divengono il bersaglio della vendetta. A differenza di altre offese (ad esempio le ferite al corpo), gli omicidi intenzionali non possono essere risarciti attraverso un pagamento in denaro. Mentre il sangue è caldo la famiglia dell'omicida si rifugia nella propria abitazione, considerata inviolabile, il periodo di reclusione può durare per un

tempo indefinito → fenomeno portato direcente alla conoscenza di massa, indagato da vari programmi televisivi → famiglie che in Albania vivono recluse in quanto nel momento in cui escono di casa possono essere bersaglio di vendette.

Case tipiche di quelle zone → sono simili a fortezze, in quanto le persone trascorrevano un sacco di tempo lì dentro e dovevano difendersi dalle vendette.

Vi è una formula che espone la regola principale, che ricalca la norma della reciprocità negativa → in Albania se una persona ne uccide un'altra, la famiglia dell'ucciso deve colpire allo stesso modo quella dell'omicida, se non fosse possibile uccidere l'omicida stesso.

Concetto importante nell'analisi → concetto di onore (nderi) → connesso etimologicamente all'idea di uomo maschio.

In Albania, l'omicidio intenzionale è considerato, per la famiglia della vittima un disonore.

Società albanese= contano i gruppi e non

con l'umiliazione reciproca tra le parti coinvolte.

con onore e disonore. Due articoli del Kanun dicono due cose sorprendenti: ci dicono che esistono dei metodi alternativi di reazione all'offesa rispetto alla vendetta

  • Art.595 = per l'onore offeso non c'è giudizio o tribunale. La legge dice perdonalo se vuoi, altrimenti lava la tua fronte imbrattata → quando siamo offesi possiamo perdonare
  • Art.598 = il disonore non si vendica con compensi, ma con spargimento di sangue o con un perdono generoso fatto in seguito all'intervento di buoni amici

Se noi ripensiamo alla norma della reciprocità, ad un'offesa deve seguire una contro offesa, che può essere una vendetta o anche il perdono → come può il perdono essere una contro offesa? In che modo vendetta e perdono, due atti opposti, essere alternativi, e possono raggiungere lo stesso risultato, che è quello di riequilibrare il rapporto?

BESA (TREGUA)

Per capirlo dobbiamo andare avanti nella narrazione della nostra vicenda

ia della vittima decide di vendicarsi. Iniziano a pianificare il loro piano di vendetta, cercando di scoprire l'identità dell'assassino. Dopo giorni di indagini, riescono a individuare il colpevole e decidono di agire. Si infiltrano nella sua casa di notte e lo catturano. Lo legano e lo torturano per farlo confessare. Dopo aver ottenuto la confessione, lo uccidono brutalmente. La vendetta è stata compiuta e la famiglia della vittima può finalmente trovare un po' di pace.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
57 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michelasudati di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Fittipaldi Edoardo.