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IL PROCESSO

I passaggi fondamentali del processo di pianificazione porteranno a una serie di

prodotti

- documenti → riprendono il concetto dell’abitare (= mercato edilizio, flessibilità

dell’alloggio), muoversi e respirare (=trasporto pubblico, mobilità lenta, infrastrutture

stradali), condividere spazi (= rete dei parchi locali, continuità ciclabile), fare e fruire

cultura (= sistemi bibliotecari, centri onnicomprensivi, città degli studi), promuovere il

welfare locale (= azioni per il prolungamento della vita, servizi sociali, sicurezza),

innovare e fare impresa (=riqualificazione ambientale, tutela per i lavoratori,

economia solidale)

- eventi → aiutare ad interpretare i rapidi cambiamenti in corso, attivare nuove

relazioni tra attori, rinnovare le politiche attraverso bandi e coinvolgere gli individui

tramitemostre e workshop (>occasione di attivazione di discussione e riflessione

pubblica).

UNA CITTÀ DESIDERATA DALLE PERSONE COME LUOGO IN CUI VIVERE E

ABITARE NON SOLO COME LUOGO DI LAVORO E DI CONSUMO

La pianificazione spaziale strategica è un tentativo di elaborare una logica spaziale

coerente a lungo termine, di relazione dell’uso del suolo: si combinano bisogno e

selettività con la natura estesa alle dinamiche urbane, si segue la sostenibilità e si

costruisce un processo di coinvolgimento.

La pianificazione strategica è il pianificare azioni sfuggendo alle insidie della

pianificazione territoriale tradizionale in contesti che cambiano, 3 sono stati gli

approcci:

- Pianificazione strutturale inglese: quando esiste una chiara gerarchia e l’ambiente

non è complesso

- Pianificazione strategica portata alla pianificazione aziendale: quando ambiente

complesso ma i poteri sono frammentati

- Modelli alternativi di pianificazione strategica intesi come esplorazione: quando i

poteri sono frammentati e i contesti estremamente complessi.

LEZIONE 7 KEVIN LYNCH

Una figura di studioso e progettista della città di rilevanza internazionale. Applicando il

suo metodo di indagine e le sue teorie alla città americana è stato capace di parlare al

mondo intero.

Nasce a Chicago nel 1918 e muore a Marta Vineyard nel 1984. Studia a Yale, frequenta

lo studio di Frank Loyid Wright. Fa il master in planning al MIT di Boston dove inizia ad

insegnare dal 1949 e dal 1977 apre anche uno studio qui. Incontra De Carlo e Jane

Jacobs e ci permette di parlare dell’immagine e della forma della città.

L’immagine della città

È un libro in cui l’immagine ambientale viene analizzata in diverse componenti

(identità, struttura, significato e figurabilità). Lynch analizza percorrendo a piedi una

serie di città (Boston, Jersey City e Los Angeles) e segna una serie di elementi

riconoscibili, classificandone la forza e poi intervistando un campione di cittadini,

analizzando l’immagine mentale che essi posseggono della città.

Esamina le città secondo 5 elementi:

1. percorsi, canali lungo i quali l’osservatore si muove abitualmente,

2. margini, gli elementi lineari che non vengono usati come percorsi,

3. quartieri, zone della città riconoscibili

4. nodi, punti, luoghi strategici, dove le attività si densificano: fuochi strategici

5. riferimenti, elementi puntiformi che consentono di orientarsi.

Interazioni: L’intensità delle relazioni può essere analizzata in una continuità: nodi

sciolti, relazione debole, struttura flessibile, struttura chiara e comprensibile.

La forma della città

Una città è una organizzazione dai molti propositi, mutevole, un ricovero per molte

funzioni, eretto da molte mani e con relativa rapidità. La forma deve essere

modellabile per i propositi e le percezioni dei cittadini. I percorsi sono lo strumento più

potente per ordinare l’insieme.

Composti insieme forniscono una forma della città. le qualità di una città sono:

1. singolarità o chiarezza di figura-sfondo,

2. semplicità della forma

3. continuità di margini

4. preminenza di una parte sulle altre

5. chiarezza di connessioni

6. differenziazione direzionale: asimmetrie e direttrici radiali che differenziano le

estremità

7. ambito di visione qualità: quando la struttura apre al di la di altre viste

8. consapevolezza di movimento: rendono sensibile all’osservatore il suo movimento

reale

9. serie temporali: elementi collegati tra loro

10. nomi e significati: non fisiche che intensificano la figurabilità di un elemento

Scrive poi “the good city form” in cui definisce il concetto di qualità urbana

È difficile definirla ma possiamo capre da quali fattori è data:

• Vitalità: quanto la forma protegge la sopravvivenza della specie. E’ composta da:

1 _ Sostentamento: l’adeguamento della messa a regime di acqua, aria, cibo, energia

e rifiuti

2 _ Sicurezza: l’assenza di veleni, malattie o pericoli ambientali

3 _ Consonanza: il grado di accordo tra ambiente e i requisiti umani di temperatura

interna, ritmo biologico, stimoli sensoriali, e funzioni del corpo

• Significato: Il grado al quale l’insediamento può essere chiaramente percepito e

mentalmente differenziato e strutturato nel tempo e nello spazio dai suoi residenti. È

composto da:

Identità: la riconoscibilità e la identificabilità di uno spazio nella sua distinguibilità ed

unicità

Struttura: ciò che consente di capire come le diverse parti stanno insieme

Congruenza: il riconoscimento di un luogo a partire dalla forma urbana o dei suoi

edifici

Trasparenza: la capacità di percepire come agiscono le varie attività e i processi sociali

Leggibilità: gli abitanti riescono a comunicare accuratamente tra loro attraverso le

forme dell’insediamento

Coerenza: Il grado al quale il tessuto rispondente ai comportamenti abituali degli

abitanti. È composta da

• Manipolabilità- quanto uno spazio può essere cambiato nel suo uso e nella sua forma

• Reversibilità – quanto possono essere evitati futuri vicoli ciechi

Accessibilità: La capacità di raggiungere gli altri e le cose che ci circondanoo

Controllo: il grado al quale l’uso e l’accesso agli spazi ed alle attività, alla loro

creazione, modificazione, riparazione e gestione sono controllati da che ne

usufruiscono. È composto da:

1. Congruenza: il livello al quale l’abitante di uno spazio lo controlla e a quanto è per

loro rilevante

2. Responsabilità: è un criterio che bilancia il precedente e suppone che coloro che

controllano un luogo abbiano motivazioni, informazioni e potere per farlo bene

3. Certezza: il livello al quale le persone comprendono il sistema di controllo dello

spazio, possono prevederne il comportamento, e sentirsi sicuri con esso.

Infine due meta-criteri: Efficienza e Giustizia

Efficienza: un criterio che si occupa di come vengono bilanciati performance di

diversa natura in modo tale da risolvere i conflitti fra diverse dimensioni:

Giustizia: modo in cui i costi ed i benefici ambientali vengono distribuiti fra le persone

sulla base di principi di equità.

Che cosa è dunque una buona forma della città ?

UNA BUONA CITTA’ E’ VITALE, E’ SIGNIFICANTE, E’ COERENTE, ACCESSIBILE E BEN

CONTROLLATA. TUTTO QUESTO PUO’ ESSERE RAGGIUNTO CON GIUSTIZIA ED

EFFICIENZA INTERNA

LEZIONE 8 BERNARDO SECCHI (1934/2014)

E’ stato l’urbanista che ha rinnovato maggiormente strumenti e metodi della

progettazione urbanistica.

Grande studioso della città è stato sempre capace di anticipare questioni di frontiera

nel dibattito disciplinare. Quando è passato dalla ricerca alla pratica professionale ha

avuto successo prima in Italia e poi a livello internazionale.

Lavorando nelle principali città d’Europa Ha insegnato in varie università tra cui il

Politecnico di Milano, lo IUAV, Lovanio, Zurigo, l’Haute École d’Architecture di Ginevra

e l’Institut d’Urbanisme di Paris

Biografia

Nasce nel 1934 a Milano dove muore ancora attivo nel 2014. Si laurea in Ingegneria al

Politecnico con Giovanni Muzio. Nel 1960 diventa assistente di Muzio, da cui dice di

aver imparato la passione per la materialità della città. Nello stesso periodo diventa

ricercatore dell’ILSES dove lavora al Piano Intercomunale Milanese (PIM) nel gruppo

guidato da Giancarlo De Carlo.

L’economia territoriale

Quando Muzio va in pensione a metà degli anni ’60 Secchi lascia il Politecnico.

Viene attratto dagli studi di economia va ad Ancona con Fuà ed è qui che iniziano le

sue prime esperienze di insegnamento nel 1966-67 dove presto ottiene l’incarico di

dirigere l’ISSEM (Istituto di Studi Sociali ed Economici delle Marche). Ottiene la libera

docenza in Economia regionale.

Allo IUAV l’avvicinamento all’Urbanistica

Con Samonà a Venezia si avvicina all’urbanistica e lavora al Piano del Trentino. Con

Paolo Ceccarelli, lavora al Piano di Aosta.

LIBRO 1

Scrive «Squilibri regionali e sviluppo economico» un testo di economia territoriale sulla

interpretazione degli squilibri territoriali che conclude un intenso periodo di studi nel

mondo dell’Economia, anticipato da altri libri.

Negli anni ‘70 si dedica all’Università: a Venezia prima dove partecipa al progetto di

nuovo corso di studi in Urbanistica di Giovanni Astengo e poi al Politecnico di Milano

dove si trasferisce dopo aver vinto il concorso da Ordinario in Urbanistica nel 1974 e

dove poi nel 1976 diventa Preside fino al 1982 segnando un cambiamento importante

nella Scuola di Architettura.

LIBRO 2

Si occupa di politiche territoriali e poi di analisi del discorso. Nel 1984 pubblica «Il

Racconto urbanistico» uno studio sulla struttura narrativa dei testi e dei progetti di

urbanistica, un libro che è stato un grande successo. Il libro apre una attenzione

all’analisi dei testi urbanistici per rilevarne la struttura narrativa, l’operazione di

legittimazione delle scelte effettuata attraverso la logica del peggioramento e la logica

del miglioramento. Una seconda parte è dedicata alla Politica edilizia.

In cui fa uno studio sulla struttura narrativa dei testi e dei progetti di urbanistica

praticata come progettista.

Una terza fase, il ritorno allo IUAV e il Piano di Jesi

Nel 1984 torna a Venezia allo IUAV dove lavora insieme a Tafuri e Gregotti. Con loro

avvia la riflessione sulla renovatio urbis I piani urbanistici non più «piani di espansione

o di ampliamento» , in cui le addizioni sono minime ma si deve ricost

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/21 Urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melchiondagabriella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Urbanistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Alessandro Sacchetti.
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