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SISTEMA VOCALE

Verbale e non verbale

La comunicazione può veicolare un'inizietà di suoni, ma solo una parte sono significativi per altri. Noi possiamo scegliere una combinazione, ovvero le parole, che ci aiutano ad esprimere i nostri pensieri ma quei suoni possono variare impartendo un significato che è indipendente da quelle parole, si può dunque fare assumere alle parole anche un significato differente.

Gli elementi non verbali che accompagnano la pronuncia sono importanti tanto quanto i suoni che compongono la parola stessa nel suo significato. Quando parliamo veicoliamo delle distinte tipologie di informazioni attraverso la nostra voce.

Prosodico è per esempio il volume che aiuta a comunicare l'intensità; in genere regoliamo il volume anche in base a impostazioni personali e distanza con le persone, ma talvolta alziamo anche la voce con una persona che conosciamo meglio.

Il para-verbale rientra anche nella modalità scritta, per esempio in maiuscolo o

ingrassetto sulle chat.

EsempioLEI è mia amica

Queste frasi, in base a dove si pone l’enfasi permettono diLei è MIA amica realizzare delle diverse intenzioni comunicative.

Lei è mia AMICA

SISTEMA CINESICO movimento del mio corpo. facciaÈ tutto quello ha a che fare con il La è il principale displayCINESICO che disponiamo. Mappa sensoria-motoria è quella che riguarda i molteplici muscoli dellanostra faccia.

Paul Ekman tristezza, rabbia, disprezzoha identi cato sei emozioni di base che sono (poi aggiunto indisgusto, sorpresa, paura, felicità.seguito), Lo studio da lui condotto con i colleghi ha de nito chesono espressioni facciali universali, difatti, hanno veri cato questo aspetto mostrando delle immaginidi queste espressioni e hanno notato come quelle PRIMARIE sono riconosciute ovunque, con quellesecondarie invece (più complesse) non funziona allo stesso modo.

Per essere sicuri che non ci sono fossero in uenze globali sono andati

a fare vedere le foto anche ad un angolo remoto e lontano dalla cultura moderna e anche in questo caso hanno notato dei riscontri.

Darwin

Questa ricerca non era totalmente nuova, anche aveva ipotizzato universalità di espressioni facciali quando aveva elaborato la Teoria dell'evoluzione, comuni anche alle scimmie. Questo tipo di lavoro che è stato fatto ha permesso di arrivare ad una vera e propria tassonomia delle espressioni facciali ed una vera e propria scienza. Dunque gli studiosi hanno elaborato un modello che si chiama "FACTS" (Facial Action Coding System) che ha come unità di analisi, il codice facciale. È un'idea che esistono alcune unità di azioni e la combinazione di queste va a comporre delle espressioni facciali che corrispondono alle espressioni PRIMARIE. Questo consente di andare anche ad identificare le espressioni (ma per vedere queste sfumature ci vuole un occhio molto addestrato). La padronanza

di questo "alfabeto" è molto usata da analisti comportamentali, perché si assume che alcuni stati emotivi possano venire dissimulati dalla persona per evitare di rendere palese un contenuto (per esempio durante un interrogatorio, quindi molto usato in criminologia ma anche in molti altri ambiti).

fi fi fi fl fi fi fi fi ff fi fi

Noi abbiamo oggi anche software che usano sistemi di intelligenza artificiale che permette di identificare espressioni facciali, anche mentre si parla o con il caricamento di un video. In questo non è necessario assumere un analista, anche se comunque il lavoro di uno specializzato ha un valore superiore, ma anche il software va bene.

SOTTOCATEGORIE

Il tema del sorriso è un sottoinsieme di questo schema. È indicatore di felicità e di piacere ma può essere anche falso.

possiamo chiedere quanto sia vero o falso. Un sorriso comunica molto sulla relazione così come quello per esempio possiamo usare un sorriso per via del contesto

Sorriso ha importante valore sociale e solo in parte dunque si può dire che è legato a felicità. Sorriso spontaneo ha delle caratteristiche percettive speciali perché legato a gioia interiore, per questo, nel momento in cui avviene si attivano dei muscoli, che sono difficili da attivare "a comando", in quanto sono muscoli che si attivano e che non sono tutti sotto il controllo volontario, ma si mettono in atto senza che ci rendiamo conto. Sorriso riguarda non solo la bocca ma anche altre parti della faccia.

SGUARDO sistema oculetico, è definito come è scienza che studia come le persone comunicano con lo sguardo. Sguardo regola interazione sociale e offre un repertorio di segnali molto ampio. Non verbale. Lo sguardo permette di ricevere il messaggio degli altri, oppure monitorare la comunicazione o anche a segnalare l'attività cognitiva per esempio quando riflettiamo e guardiamo verso l'alto.

Ad esempio io possono comprendere con contatto visivo se la persona sta prestando attenzione a quello che io dico, spesso si richiede lo sguardo nelle comunicazioni, perché è indicatore di attenzione e anche una fonte di informazioni, posso andare a captare delle minime espressioni che possono esprimere determinate emozioni. Anche sguardo sso indica qualcosa. Nelle civiltà occidentali il contatto visivo è de nito come segno di fiducia, dunque è saliente come indicatore di con denza o sintonia. Ma questo non accade in tutte le culture, per esempio in Asia avere contatto visivo con superiore è segno di maleducazione e non rispetto. Contatto visivo monitora interazione comunicativa acquisendo feedback o inviando delle informazioni. Talvolta delle persone fanno molta fatica a mantenere il contatto visivo, come chi so re di ansia sociale, o anche persona timida ed introversa, si tenta di schivare di dare quelle informazioni che possono rilevare i miei stati d'animo.

Noi usiamo lo sguardo in modo molto implicito, non ne siamo troppo consapevoli. Esempi: Ruolo del contatto visivo nell'ambito dei processi comunicativi verso l'alto) 1° situazione: Torno a casa e mamma dice che ho lasciato cose in giro (sguardo vuoto) 2° situazione: Segnale di apatia (sguardo) GESTI: Sono un altro elemento di questo sistema. Questi però non sono univoci in tutte le culture. Si dividono in diverse tipologie: - Iconici lessicali (accompagnano il parlare) - Pantomima (rappresentano azioni, scene o situazioni) - Sono e caci per esprimere significato e dunque spesso le persone tendono ad associarli al parlato. Friesen Ekman: Classificazione di "EMBLEMATICI" Segnali non verbali che hanno un equivalente verbale e per questo la persona che lo riceve ha molta facilità a capire il significato (esempio gesto del cornuto); ILLUSTRATORI: Sono quelli che creano un'immagine visiva per supportare il messaggio verbale, sono sub-consci dunque non pienamente

accessibili alla consapevolezza e aiutano ad esprimere quello che si vuole dire e hanno funzione di supporto del messaggio verbale (per esempio riproduco grandezza di oggetto di cui sto parlando con le mani);

REGOLATORI Sono usati con un basso livello di consapevolezza e sono integrati nella comunicazione per indicare se l'interlocutore è interessato o meno (per esempio faccio movimento di chiusura), servono a regolare il flusso di comunicazione;

ADATTIVI Sono aggiustamenti di corpo e postura e comprendono movimenti come toccare, sfregare o graffiare, toccarsi i capelli o mangiarsi le unghie. Qui si possono avere sottocategorie come gesti che sono quelli che riguardano la manipolazione del proprio corpo e gesti che riguardano l'interlocutore durante la conversazione. Quelli che prendono dentro gli interlocutori stanno parlando con me, dunque i miei gesti sono caratterizzati da basso livello di consapevolezza.

La consapevolezza ma accompagnano la comunicazione e veicolano messaggi.

ESPRESSIVI Indicano lo stato emotivo, come detto, il canale principale è faccia, ma anche gesti. Per esempio l'ansia mette in luce dei gesti specifici come anche la rabbia.

SISTEMA PROSSEMICO E APTICO

Sono due distinti sistemi di contatto:

PROSSEMICA: percezione, l'organizzazione e l'uso dello spazio della distanza e del territorio nei confronti degli altri. Definita dal suo studioso come "l'uso umano di spazio come elaborazione della cultura", il suo ricercatore ha studiato l'impatto di uso di spazio nelle relazioni personali. Viene studiato questo impatto non solo in chiave psicologica ma anche in chiave antropologica, studia anche come spazio viene messo in atto nelle case o nei sistemi urbanistici, per comunicare. Le distanze possono anche essere usate per indicare ruoli.

Hall distingue quattro zone:

Zona intima (da 0 a 0,5 metri circa):

È la distanza delle relazioni intime, ci si può toccare e si può sentire l'odore dell'altro. Riservato a chi mi è vicino, chi amo o amici. Nella metropolitana ci sono continue invasioni di questi spazi, spesso molti si sentono a disagio.

Zona personale (da 0,5 a 1 metro circa): è l'area visibile che circonda continuamente il nostro corpo, è possibile il contatto ma non è possibile sentire l'odore dell'altro. Area di essere in contatto con altro ma contatto effettivo è meno probabile ma comunque è sfera considerata della proprietà della persona.

Zona sociale (da 1 a 3,5/4 metri circa): è la zona dei rapporti meno personali ma dove l'individuo sente di potersi muovere liberamente come nell'ufficio o nel club degli amici. Si tratta di rapporti dove l'individuo si muove liberamente e sono la maggior parte dei rapporti sociali (anche rapporti formali).

Zona pubblica (oltre i 4 metri):

è la distanza tenuta in situazioni pubbliche.

APTICA: l’insieme di azioni di contatto corporeo con gli altri. bambino

Riguarda le azioni di contatto nei confronti degli altri. Nel piccolo, il tatto rappresenta il principale veicolo comunicativo sia siologico (allattamento) che psicologico (rassicurazione).

Nell’adulto, è un atto comunicativo non verbale che in uenza le relazioni di tipo a ettivo, di dominanza stretta di mano,e di potere. È regolato di rituali, come la ed è caratterizzato da notevoli di erenze culturali. Le diverse società hanno sistema di regole e di norme rispetto all’aptica. Regolato da complessa serie di sistemi sociali.

Il tocco inoltre, può anche essere persuasivo, uno studio ha dimostrato come

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
37 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.unicdsc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e comunicazione del tempo presente e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gaggioli Andrea.