L’UNIFICAZIONE ITALIANA
1859: seconda guerra di indipendenza (la prima si era combattuta nel 1848, quando Carlo Albero cerca di
sconfiggere l’Austria: qui diventa chiaro che il Piemonte si rende il leader italiano per il tentativo di ottenere
l’indipendenza, anche perché lo Statuto è l’unica costituzione sulla penisola). In questa fase il Piemonte si allea alla
Francia (funzione antiaustriaca) e i garibaldini, su base volontaria, sostengono i piemontesi.
Nascono nuove insurrezioni tra cui quella che sconfigge l’Austria, la quale è costretta a cedere la Lombardia alla
Francia che, a sua volta, la cede al Piemonte. Diversi territori insorti vengono poi annessi al Piemonte tramite dei
plebisciti che aiutano la regione ad ottenere risorse territoriali e militari.
Garibaldi, nel 1860, compie l’impresa dei mille: da Quarto (Liguria) lui e il suo esercito arrivano in Sicilia (Volturno)
risalendo poi per la Calabria fino a Napoli.
Vittorio Emanuele II e Garibaldi si incontrano a Teano e, dopo aver annesso dei territori tramite plebiscito, il 17 marzo
viene proclamato il Regno d’Italia.
1861
3^ guerra d’indipendenza (1866): il regno d’Italia si allea alla Prussia, sempre con intenti antiaustriaci ma anche
unitari (da entrambe le parti). L’Austria viene sconfitta dalla Prussia, consentendo all’Italia di acquisire il Veneto.
→
*oltre a Trieste, manca Roma, protetta dai francesi ma, nel 1870, Francia e Prussia combattono l’Italia beneficia
settembre 1870 Presa di Roma); poco dopo il plebiscito
della sconfitta francese e riescono a conquistare Roma (20
per l’annessione del Lazio, Roma diventa la nuova capitale del Regno (1871) segnando la fine definitiva del potere
temporale del papa.
L’UNIFICAZIONE TEDESCA
Il leader politico in carica in questo momento è Otto Von Bismarck, cancelliere che punta ad una Germania unificata
sotto la guida prussiana, seguendo un modello autoritario basato sulla concentrazione dei poteri nelle mani del re.
Le tappe per l’unificazione procedono per conflitti:
o guerra con la Danimarca
o guerra con l’Austria che determina la nascita della nuova confederazione della Germania del nord
o alcuni territori rimangono autonomi pagando un’indennità di guerra e impegnandosi ad offrire eserciti per
conflitti con stati non tedeschi = esplosione di entusiasmi patriottici
→
o guerra con la Francia e costituzione del II Reich tedesco (1871) identità politica che si identifica come
Germania
Snodi del periodo:
- la sovranità popolare rimane centrale nel dibattito politico = viene richiesta rappresentanza politica e
l’estensione del suffragio
- si instaurano dinamiche di conflitto sociale violente
- scontri sempre maggiori tra opposti nazionalismi
LA BORGHESIA
In Europa, le borghesie corrispondono a gruppi sociali compositi, non omogenei e caratterizzati da un’elevata
→
mobilità sociale dal basso si poteva aspirare a diventare borghesi e anche dalla piccola borghesia si poteva passare
all’alta.
I confini sono labili (vista l’eterogeneità delle diverse borghesie) ma la condizione borghese di definisce per
opposizione: è più semplice definire che cosa non è la borghesia = non è aristocrazia e non riguarda i ceti più bassi
(contadini, operai, salariati).
Ai fini di rimarcare quest’ultima distinzione, le borghesie europee adottano pratiche, modelli, dottrine e valori utili a
rimarcare le differenze. Questi valori si fondavano su:
→
o rispettabilità valore borghese per eccellenza perché garantiva ai non-nobili un’onorabilità assicurata
all’aristocratico con un titolo nobiliare. È spendibile socialmente ma anche nel campo degli affari.
o controllo della sessualità, delle passioni e delle emozioni
→
o enfasi sul valore del merito dell’iniziativa individuale legittimano il ruolo sociale. Vi è una declinazione
eroica che pone l’accento su uno spirito d’avventura imprenditoriale (ricerca di innovazioni, fiducia nel
progresso…)
o moralismo
o buone maniere
→
o frugalità diversamente dagli eccessi aristocratici, la borghesia è attenta e razionale nelle spese
o attaccamento all’ordine, rigorosa osservanza delle regole e delle gerarchie sociali (distanza dai dipendente,
autorità del capofamiglia, opposizione alla scalata sociale dei ceti inferiori)
Al di là di alcuni tratti comuni, le borghesie europee presentano delle differenze:
→
o Gran Bretagna integrazione tra nobiltà, grandi mercanti-banchieri e imprenditori. Borghesi distinti sia dagli
strati medio-bassi del piccolo commercio e dell’artigianato, sia da intellettuali e membri della burocrazia
statale →
o Francia imprenditori, finanzieri e burocrati legati all’amministrazione statale, ma anche soggetti urbani dal
profilo socioculturale modesto (artigiani, bottegai…)
→
o Area tedesca borghesie colte e delle professioni, assorbite come funzionari o docenti negli apparati
burocratici. Solo dopo il 1871 compare una borghesia imprenditoriale fortemente legata allo stato
→
o Penisola italiana borghesie agrarie e imprenditoriali limitate alle ristrette aree in via di modernizzazione
(soprattutto al nord) →
o Impero ottomano, russo e asburgico nell’Europa orientale iniziative imprenditoriali e finanziarie affidate a
operatori stranieri o vicini al governo. Frenata la crescita di borghesie imprenditoriali-mercantili autoctone
(tranne per quella boema) →
*le classi sociali hanno coscienza di sé? Esistono solo nel momento in cui si rendono conto di esistere? se una
classe sociale non sviluppa un’autocoscienza non si può dire che esista ma, per capire se esiste, dobbiamo tener
conto della posizione sociale, delle pratiche sociali e dell’immaginario sociale (la borghesia è anche un prodotto
dell’immaginario, il termine non è meramente descrittivo).
Le vite borghesi si basavano su un modello familiare gerarchico e ristretto (pochi figli, controllo delle nascite e forti
distinzioni di genere); vi erano anche famiglie fondate su vincoli affettivi (non esclusivamente per affari/utilitaristici) e
→
vi è una forte distinzione tra spazio domestico (riparato e protetto) e ingerenze statali si parla di un modello di
domesticità in cui non solo il modello familiare prevedeva una ripartizione dei ruoli familiari a seconda del genere,
ma anche lo spazio domestico era diviso in maniera funzionale: privacy nella zona notte (divisa da un corridoio),
decoro dato dalla pulizia, ostentazione di oggetti non necessari (soprammobili, tendaggi, quadri) o legati alla cultura
(libri, mappamondi) spesso esposti in una sala di rappresentanza (salotto).
L’abbigliamento borghese rispecchiava i valori sopra citati:
o Sobria eleganza che manifesta lo status benestante
o Rispettabilità
o Divisione del tempo libero (casa-lavoro) funzionale anche al costruire conoscenze e per mantenere una
posizione sociale
o L’abito diventa un elemento personale e distintivo
*le donne non dovevano lavorare: si occupavano della gestione della casa, dei figli e dell’organizzazione del tempo
libero che acquisisce una valenza politica (non diritto) dato che svolgono una funzione di posizionamento.
Gli ideali borghesi si ispirano a:
o Principi liberali e liberalisti (economia, fiducia nelle leggi del libero mercato)
o Teorie malthusiane sul nesso popolazione-risorse
o “Selfhelpismo”: linea pedagogica basata sull’invito alla laboriosità, sull’esaltazione dell’iniziativa individuale,
sulla polemica contro l’assistenzialismo e l’egualitarismo = enfasi sull’individuo che contribuisce al bene della
nazione
o Echi del romanticismo (esaltazione eroe solitario)
o Evoluzionismo (Darwin): rivoluzione del modello biologico di spiegazione della realtà opposto a quello
creazionista cristiano, coerente con l’idea positiva di progresso dell’umanità
o Filosofia positivista (esaltazione della tecnologia, convinzione del poter prevedere l’agire umano mediante la
sociologia e un’idea di progresso inarrestabile)
*la rispettabilità è il valore centrale dell’idea borghese che si declina attraverso il modo di porsi, ma anche tramite
l’atteggiamento verso il corpo umano e la sessualità: modestia, purezza e pratica della virtù sono importanti
soprattutto per il prototipo di femminilità.
Gli ideali borghesi si sono diffusi come modello anche in altre classi sociali, ad esempio, nei contesti rurali dove
esistono delle gerarchie e, chi riesce a fare più carriera, una delle prime cose che realizza è aderire ai modelli
borghesi, facendo smettere la donna di lavorare o iniziando a vestirsi diversamente.
In questo contesto, la critica nei confronti della società laico-borghese s’inasprisce e il mondo cattolico si irrigidisce
verso una tendenza antimoderna, reagendo in maniera diversificata:
o Papa Pio IX riaffermò con forza l’ortodossia dottrinaria tramite una proclamazione del dogma dell’Immacolata
concezione di Maria (1854) che viene concepita senza peccato originale
o Papa Pio IX pubblica l’enciclica Quanta cura (1864), condannando la civiltà moderna tramite un Syllabus
contenente l’elenco degli errori compiuti dalla civiltà moderna e respinti dalla chiesa →
o Nel 1870, il Concilio Vaticano I sancì il dogma dell’infallibilità papale sui suoi pronunciamenti strategia che
pone il papato su un atteggiamento difensivo difronte alla modernità che pervade l’Europa
*oltre che attraverso il rafforzamento dell’autorità papale, la Chiesa cercò di mantenere la propria influenza sulle
masse popolari anche in altri modi:
o Esercitando un controllo più stringente su forme di religiosità popolare e alimentando culti di grande impatto
emotivo (es: Madonna di Lourdes)
o Prendendo posizione rispetto alla questione sociale, evitando che questa diventasse monopolio e strumento
→
di consenso delle forze politiche di matrice socialista cattolicesimo sociale: nuova visione che promuove
un approccio interclassista per la gestione dei conflitti. Non sposa la modernità, ma la chiesa inizia a prendere
posizione trovando un compromesso con la contemporaneità
I ruoli di genere, nel corso dell’800 si irrigidiscono: si parla di ruoli simmetrici e complementari. Il matrimonio rimane
il fondamento della famiglia, dove il marito rappresenta l’apice di una dimensione gerarchica che rimanda ad un
universo religioso; è la guida per la moglie che è obbligato ad onorare. Quest’ultima ha il compito di “dare alla patria
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