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SLIDES

Una ricerca…Sono state mostrate..E si è arrivato a concludere che c’è un accordo…

1Un fatto interessante è che uno di questi gruppi etnici… (quindi doveva per forzaessere innato).Quello che evidentemente cambia sono le regole di esibizione, chiamate display rules.Le regole…. Non è una prova che le emozioni cambia da cultura a cultura ma cambia ilmodo di esprimerle da cultura a cultura.Altri comportamenti.. ma cambia da cultura a cultura, per esempio il gesto dell’ok inBrasile è un insulto.

Decoding delle emozioni è la capacità di riconoscere delle espressioni facciali.

SLIDES DELLE FOTO

La micro espressione è un espressione…L’immagine di Sherlock potrebbe essere o tristezza o paura ma non avendo uncontesto è difficile da capire, quindi il decoding facciale è molto più immediato se èprovato all’istante e una persona lo osserva da vicino.

Come

descrivere quindi le espressioni facciali? Esistono diversi strumenti:

  1. Man's...
  2. Facial Acting Coding System...

Ad ogni muscolo facciale o a un gruppo di muscoli viene assegnata un Unita di azione(UA)....

Ad esempio...Ogni... (le immagini di prima erano estremamente facili)

Il FACS fu messo a punto da Ekman...

Sistema...Esempio (UA6+12 significa un sorriso vero, le rughette per esempio ci mostrano un sorriso vero). Il volto umano è molto complesso e questo ci fa a capire che ci possono essere differenti tipi di sorriso in base a diversi movimenti muscolari. Non si parla di intensità, per esempio mostrare i denti esplicita rabbia o magari un'esposizione all'altro poiché le espressioni sono sempre qualcosa che portano all'altro. Il volto è il nostro primo regolatore, ma anche il corpo (anche se in alcuni contesti non è visibile per intero). Il volto quindi è un primo

Il regolatore sociale e il volto umano, insieme al cervello e alla mente, si è evoluto in base alla complessità sociale. Modificandosi il volto, si modifica a sua volta la nostra capacità di interagire con gli altri. Non esiste un solo tipo di sorriso.

Esempi di analisi di espressioni facciali:

  1. Espressione di disprezzo. Secondo il FACS non possiamo dire che è disprezzo, possiamo solo dire che si sta contraendo la U14.
  2. Espressione di disgusto. È un po' più complessa perché implica più aree di unità.

ELAN è il...

Derivanti del FACS:

  • EmFACS
  • Baby FACS

Espressioni facciali sul caso di abuso di minori...

NICHD...

Esistono già degli studi, per esempio quello del 2002...

Per quanto riguarda la ricerca ci si è chiesti: è la fase... (avere un confronto tra fase pre-dichiarativa e dichiarativa, consente di avere due tempi di misura)

tipo…..In questo caso ci si aspetta che esistano diverse ipotesi:

Variabili:

VI (Variabile Indipendente):- Fase dell’intervista …- Quantità di dettagli…

VD (dipendente) ……

Per fare un’analisi scientifica sulle espressioni facciali bisogna avere una tavola di coraggio.……

Combinazioni di diverse aree porta ad emozioni diverse.

SLIDES TUTTE.

Conclusione del prof

Il modello di Ekman si fa molto all’approccio evoluzionistico di Darwin, tanto che il suo principio di base è l’universalismo, in cui le emozioni di base sono condivise la sono anche basate su categorie discrete.

Tutti gli umani sono in grado di decodificare e codificare una certa emozione. Per dimostrare che si tratta di un modello universale, Ekman ha girato varie parti del mondo per verificare questa universalità. Per esempio si pensava che i giapponesi non esprimessero emozioni, ma semplicemente le esprimono in maniera diversa. Ecco che interviene

la cultura, poiché le emozioni sono comuni a tutti gli uomini, ma è attraverso la cultura che queste si esprimono in maniera differente. Questo vuol dire che indipendentemente dal modo in cui si esprime un'emozione, il mio cervello è comunque in grado di decodificare quella determinata emozione.

Il modello di Russell però mette in crisi il modello di Ekman, che si basa sull'universalismo biologico. L'emozione provata corrisponde a un programma neuromotorio, quindi un'espressione specifica. Il modello di Ekman ritorna in qualche modo al modello periferico di James, tuttavia è un modello molto forte ma facilmente attaccabile. Le ipotesi di Ekman non sono più considerate valide in modo completo, l'universalismo completo non esiste, ma un universalismo minimo si; esistono dei concetti di base che sono comuni a tutti, e questo è assodato. Ma non è stata verificata la veridicità del decoding universale per tutte.

le emozioni in modo più complesso e sfumato.

Continuo delle emozioni che sono tipiche della nostra esperienza. 10 ottobre

Finiamo il discorso sulle emozioni. Partiamo dall'eccitazione, perché è vero che l'emozione è un fenomeno neurofisiologico, però non è così determinato, così finalizzato dallo stimolo emotigeno. L'emozione non è contenuta nello stimolo emotigeno ma non è neanche contenuta nel sistema neurofisiologico, perché non è un ormone o un neurone o un amigdala a determinare l'emozione, ma è un complesso di eventi che coinvolge l'individuo nella sua totalità e non importa se è modulato dal cervello, è la base è chiaro, ma l'emozione sta nell'esperienza, cioè nel modo attraverso la quale io mi rapporto con l'ambiente in una situazione. Il sentimento, in termini tecnici, non è la relazione sentimentale ma la consapevolezza, l'esperienza cognitiva dell'emozione.

Dopodiché abbiamo l’affetto, una relazione affettuosa conqualcosa o qualcuno. Allora potremmo pensare che la relazione sentimentale è caratterizzata da una chimica, ma non è la chimica a determinare la relazione ma sarà ciò che io posso fare è pensare con l’altra persona e cosa non potevo fare senza quella persona. La relazione di tipo affettivo modula completamente ciò che posso pensare e quindi ciò che posso essere; se ragiono in termini chimica penso di essere il risultato dell’ossiciotina ma non è così. Il gioco con l’altro, il fatto di rispecchiarsi e riconoscersi nel rapporto con l’altro, diventa fondamentale, mediato dall’ossitocina o dall’ipofisi ma non riducibile ad esso. Pensando all’apprendimento, è una relazione sociale, si applicano le esperienze in ambito sociale e se ci aspettiamo che l’apprendimento sia una conseguenza di un meccanismo neuronale chescatta negli studenti, ne si perde l'efficacia. Non tutto è pensabile, ma ciò che è pensabile dipende dalle mie capacità di pensiero e lo spazio cognitivo intorno a me che modulo attraverso l'esperienza. Cognizioni e emozioni si giocano sempre nell'esperienza, quindi in un gioco cognitivo. Oggi parliamo di teoria della mente (ma ci ritorneremo) e di comunicazione, cioè nel modo attraverso il quale ci mettiamo in interazione con gli altri. Per teoria della mente non intendiamo la filosofia della mente, ma un costrutto psicologico e cognitivo (theory of mind, TOM) che permette ad un individuo di comprendere i desideri o le credenze di un altro individuo, perché nelle società è necessario sapere ciò che l'altro vuole o desidera. Questo è dunque una capacità di "mind reading", non in termini di pensieri ma di intenzioni. Una certa postura, uno sguardo o una espressione facciale in un determinato momento.

Appartiene ad un pensiero specifico. È una competenza cognitiva, dunque una cosa che si apprende nei primi anni di vita e che ci permette di entrare a contatto con gli altri. È chiaro che questa capacità, una volta sviluppata, sarà una funzione cognitiva, quindi una funzione del pensiero. Utilizzo il mind reading per esempio quando leggo un romanzo, perché l'autore non mi deve dire tutto, perciò io già implicitamente costruisco un'idea di un personaggio. La TOM arricchisce il pensiero attraverso un meccanismo inferenziale di tipo sperimentale. TIPEL. Parleremo del tema della menzogna, che ha molti legami con le emozioni; quando voglio scoprire una menzogna, oltre a concentrarmi sul processo cognitivo ovvero ciò che mi dice, mi concentro anche sulle emozioni. Per menzogna si intende un'affermazione contraria a ciò che si sa o si crede vero o anche contraria a ciò che si pensa; alterazione (oppure negazione o

'interno di gruppi di scimmie è stato osservato che alcuni individui mentono per ottenere un vantaggio sociale o per evitare punizioni. Tuttavia, non è ancora chiaro se queste azioni siano intenzionali o se siano il risultato di comportamenti istintivi. In conclusione, la menzogna è un comportamento complesso che coinvolge l'intenzione di ingannare e la consapevolezza della falsità delle informazioni fornite. Mentre gli esseri umani possono mentire consapevolmente, gli animali non sembrano avere la stessa capacità di inganno intenzionale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
82 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gre_17 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Lucchiari Claudio.