MARGINE DI CONTIRBUZIONE TOTALE:
Vediamo che il punto di pareggio ci dà lo stesso risultato, ovvero 1.000. ma, nonostante ciò,
non è indifferente scegliere tra le due opzioni. Ora quindi dobbiamo calcolare
l’elasticità/flessibilità dell’impresa
l’impianto automatizzato, presentando un indice di elasticità molto inferiore rispetto a quello non
automatizzato, comporta un maggior grado di rischio.
A questo punto cosa possiamo fare?
Possiamo calcolare il REDDITO OPERATIVO in presenza di diverse ipotesi di quantità prodotto
e vendute:
La prima ipotesi è: vendiamo meno di quanto ci aspettiamo dal punto di pareggio (che è
1.000) vendiamo quindi 900
La seconda ipotesi: vediamo la quantità del punto di pareggio 1.000
La terza ipotesi è: vediamo più di quanto ci aspettiamo dal punto di pareggio vendiamo
quindi 1.100.
COSA CONVIENE FARE QUINDI?
Dipende dalle prospettive di vendita: Se ci aspettiamo di poter facilmente superare i 1000 tavoli
venduti conviene investire, altrimenti conviene non investire fine esempio
punto di pareggio è il volume di vendita o fatturato utile a coprire i costi fissi di gestione
il
caratteristica all’impresa è sufficiente il pareggio operativo? No, alla impresa interessa creare
ricchezza. Quindi se l’impresa oltre che coprire i costi fissi, desidera da esempio coprire anche
oneri finanziari e tasse e formare un utile, le occorre raggiungere un volume di vendita più elevato:
si viene a formare quello che viene chiamato PUNTO DI EQUILIBRIO REDDITUALE:
Abbiamo poi anche il fatturato di equilibrio reddituale che è dato da:
ECONOMIE DI SCALA, DI SATURAZIONE E DI APPRENDIMENTO:
Con il termine economia si intende un vantaggio economico nella realizzazione di un’attività
economica.
Questo vantaggio economico va misurato e si concretizza normalmente in un minore ammontare
con
di costi minore ammontare di costi, si intende una riduzione di costi a parità di risultati
ottenuti, ovvero di livelli qualitativi di un’impresa.
Esempio: per produrre 100.00 pezzi del bene X, l’impianto A (più potente e più grande) consente un
COSTO UNITARIO di 1 euro, mentre l’impianto B (meno potente e meno grande) consente un
COSTO UNITARIO di 1,5 euro. In questo caso, si verifica un’economia nell’utilizzo dell’impianto
più potente.
Questo concetto è importante perché l’ottenimento di economie è indispensabile per competere
in certi settori: infatti, in questi settori è molto importante la dimensione, servono quindi le grandi
dimensioni. Le grandi dimensioni sono collegate alla capacità produttiva installata: per capacità
produttiva installata si intende il numero massimo di output che possono essere prodotti da un
impianto/ impresa tenendo conto del tempo, del periodo temporale di riferimento e tenendo
conto anche delle CONDIZIONI OPERATIVE in cui l’impianto viene fatto funzionare. Distinguiamo
quindi:
capacità produttiva nominale si calcola tenendo conto delle capacità tecniche degli
impianti. Si calcola il volume massimo atteso di output producibile.
capacità produttiva teorica: è la capacità produttiva che ci si PUO’ ATTENDERE, si calcola
tenendo conto delle condizioni operative concrete.
La produzione effettiva è comunque una produzione che non è garantita; infatti, è molto spesso
inferiore alla CAPACITA’ PRODUTTIVA perché il mercato non è in grado di assorbire tutta la
produzione realizzata dall’azienda. GRADO DI SATURAZIONE: (produzione effettiva/ CP) *100
ESEMPIO DI CAPACITA’ PRODUTTIVA NOMINALE E TEORICA:
Come si misura la capacità produttiva installata? Varia in funzione dei settori in cui l’impresa
opera. In molti casi la capacità produttiva è legata ad una misura: posti a sede, numeri di pezzi,
giornate, uomo ecc.
economie di scala: sono le riduzioni di costi medi-unitari di produzione che derivano
dall’incremento della dimensione aziendale, la dimensione aziendale viene misurata in termini di
capacità produttiva, in condizioni di pieno impiego della capacità, o in ogni caso a parità di grado di
saturazione (il grado di saturazione solitamente è minore della capacità produttiva) della capacità
produttiva.
digramma economie di scala:
analisi grafico: all’incrementare delle dimensioni, si assiste ad una riduzione del costo medio
unitario le economie di scala si realizzano in corrispondenza di impianti di produzione più
grandi.
Il calcolo delle ECONOMIE DI SCALA (EDS) si ottiene tra due diverse capacità produttive,
ipotizzando per esse lo stesso grado di utilizzo:
ESEMPIO ECONOMIE DI SCALA:
Supponiamo di voler valutare la dimensione ottimale di un’aula universitaria:
analisi tabella: per totale posti si intende totale studenti. In presenza di economie di scala, più
aumentano le dimensioni e più si riduce il costo medio unitario. Pur riducendosi il costo medio
unitario, i costi totali aumentano. I costi totali aumentano naturalmente, ma il costo per allestire
un’aula che ospiti il doppio degli studenti non raddoppia.
FONTI DI ECONOMIE DI SCALA:
1. INDIVISIBILITA’ DI ALCUNI COMPONENTI: alcuni componenti non possono essere ridotti
come dimensioni al di sotto di una scala minima (ad esempio gli impianti). Infatti, questi
componenti hanno efficienza solamente se hanno una certa dimensione.
esempio: il processo di produzione del filato di cotone richiede una serie di impianti
altamente automatizzati che devono essere collegati in sequenza; si tratta di un’attività che
oggi non può essere svolta da piccoli filatoi, ma solo da grandi aziende.
2. MAGGIORE PRODUTTIVITA’ DEGLI INPUT PER EFFETTO DELLA SPECIALIZZAZIONE: Al
crescere delle dimensioni aziendali, è possibile specializzare maggiormente le risorse, sia
umane che tecniche (impianti).
esempio: centro commerciale di grandi dimensioni che dedica il proprio personale in modo
specializzato in diversi reparti (informatica, elettrodomestici, impianti) rispetto ad un
negozio in cui il personale dovrà svolgere diverse mansioni.
3. PROPRIETA’ GEOMETRICHE DEI CONTENITORI: in molti impianti produttivi, la capcità è
proporzionale al volume di alcuni contenitori
4. MAGGIORE EFFICIENZA DEGLI INPUT DI MAGGIORI DIMENSIONI: molti impianti
presentano miglioramenti di efficienza all’aumentare della propria potenza .
esempio: raddoppio della potenza di un impianto non corrisponde ad un elevato incremento
di costi
5. MINORI COSTI UNITARI DI ACQUISTO: ragioni economiche legate al maggior potere
contrattuale delle imprese di maggiori dimensioni.
esempio: un ipermercato ha una capacità di assorbile volumi di un negozio di quartiere: il
maggior potere contrattuale può tradursi in uno sconto sul prezzo di fornitura: 15/11/2022
LEZIONE 15
DISECONOMIE DI SCALA:
si manifestano diseconomie di scala quando il costo medio di produzione aumenta all’aumentare
della quantità prodotta. Queste diseconomie dipendono dalla capacità di assorbimento della
produzione da parte del mercato; se la produzione non viene assorbita comporta degli svantaggi
per l’impresa.
Il miglioramento della struttura di costo per effetto delle economie di scala trova un limite:
Nella capacità di assorbimento da parte del mercato
Nelle esigenze di differenziazione dei consumatori
Nella minore flessibilità dei grandi impianti produttivi
Nella maggiore complessità gestionale delle organizzazioni più grandi (maggiore
coordinamento)
Nell’esistenza di costi di trasporto che possono annullare i benefici della scala.
Nel peggioramento delle relazioni industriali e nell’incremento dei conflitti (ad esempio
all’aumentare della grandezza delle imprese, ci può essere che nascano dei conflitti)
ECONOMIE DI SATURAZIONE:
è un’economia e si in tende una riduzione di costo medio unitario derivante dall’aumento dello
sfruttamento della capacità produttiva (tenendo costante la CP). Queste economie si manifestano
perché sono legati ai costi fissi.
I costi dell’azienda si dividono in:
Costi fissi: non variano al variare dei volumi di produzione per un dato intervallo di
produzione
Costi variabili: variano al variare dei volumi di produzione
All’aumentare del grado di sfruttamento della capacità produttiva, il costo fisso è ripartito su un
numero maggiore di output e questa determina una riduzione del costo medio unitario.
Le economie di assorbimento di costi fissi (saturazione) sono tanto maggiori quanto maggiore è
l’incidenza dei costi fissi.
ANALISI STRUTTURA DEI COSTI:
analisi grafico: la capacità produttiva è il volume massimo che si può ottenere in base alle scelte di
investimento.
NOTA BENE: le economie di scala non sono le riduzioni di costo che derivano da maggiori volumi di
produzione; quelle sono le economie di saturazione che derivano da maggiori volumi di attività
prodotta e venduta all’interno di una determinata scala.
ESEMPIO: Click S.r.l.
La “Click S.r.l.”, azienda produttrice di macchine fotografiche digitali, sta valutando l’ipotesi di
effettuare alcuni investimenti che permetterebbero di ampliare la capacità produttiva, aumentare
i volumi di produzione e modificare la struttura dei costi.
analisi tabella: vediamo all’interno di questa tabella, che nella situazione prevista a seguito degli
investimenti vi è quasi un raddoppio della capacità produttiva (da 90.000 a 160.000) e anche la
produzione effettiva aumenta di una certa cifra. Il costo di acquisto degli impianti quasi raddoppia
rispetto alla situazione attuale (si passa da 800.000 a 1.400.000). Notiamo, invece, che i costi
unitari calano (da 46 a 42, e da 1 a 0,8).
Ora, sulla base dei dati riportati, noi dobbiamo:
Calcolare il grado di saturazione della capacità produttiva nelle due ipotesi.
Calcolare il costo medio unitario e il reddito operativo totale nelle due ipotesi.
Quali economie si realizzano? Come si spiegano ?
Partiamo dal grado di utilizzo/ saturazione: calcolare il grado di saturazione è molto semplice:
infatti bisogna rapportare la produzione effettiva alla capacità produttiva. Dal grafico sottostante,
notiamo che il grado di utilizzo della capacità produttiva cala nettamente:
analisi tabella: i costi unitari, moltiplicati alla produzione effettiva, ci danno 3 milioni nella prima
ipotesi e 5 milioni nella seconda ipotesi. Analogamente, sui costi fissi, abbiamo anche qui un
aumento: passano da 340.000 a 5
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