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USO LABEONIANO DELL'AGERE PRAESCRIPTIS VERBISFILE AZIONI DI BUONA FEDE E DOLO IN LABEONE
Passo di Ulpiano che riporta Labeone: "se mi hai venduto una biblioteca con questa clausola, che la venduta è condizionata ad un ulteriore vendita fatta dai decuriones campani (autorità pubblica che vende un locum) di un luogo in cui collocare la biblioteca, e dipenda da me che io richieda ai decuriones, non si deve dubitare che si possa agire praescriptis verbis. Ulpiano aggiunge "io ritengo si possa agire anche ex vendito come se si fosse realizzata la condizione, poiché la mancata realizzazione dipende dall'acquirente". In questo caso l'avveramento della condizione dipende principalmente dal compratore e solo in parte dai decurioni che possono anche decidere di non vendere. Se il compratore non chiede ai decurioni di vendere il locum, i decurioni non lo vendono.
Secondo Labeone si agisce praescriptis verbis, secondo Ulpiano si agisce ex vendito.
La posizione di Ulpiano ha portato al nostro istituto della finzione di avveramento della condizione: siccome dipende da una parte la mancata realizzazione della condizione, si finge l'avveramento della stessa in modo che la vendita venga ad esistenza per poter utilizzare l'actio venditi. Per i romani il contratto è l'obbligazione, quindi il contratto inefficace è nullus. Il termine nullus indica l'inesistenza, l'invalidità e l'inefficacia. Ulpiano finge l'avveramento della condizione per poter agire ex vendito, Labeone invece farebbe agire i soggetti interessati per un contratto che non c'è. Ovviamente, nel momento in cui la condizione non si avvera a causa della parte che rimane inerte, c'è inadempimento di un dovere (anche se non è un dovere principale) nato dall'accordo. Nel passo esaminato precedentemente avevamo una locatio perfettamente efficace ma si utilizzava l'agere praescriptis verbis.
In questo passo invece c'è un oportere exfide bona che non è azionabile con le azioni tipiche della compravendita, poiché la condizione non si è avverata. Alcuni studiosi hanno inteso l'agere prescriptis verbis come una tutela dei contratti atipici. Ma nel caso del passo di Labeone non c'è un contratto atipico, è una compravendita inefficace. Quindi non si può affermare in generale che l' A.P.V si usi solo relativamente ai contratti atipici. PASSO 19.5.17.1 : "se ti do delle perle stimate (delle quali abbiamo stabilito il valore) con l'accordo che o mi restituisci le perle o mi dai il loro prezzo (le compri). Succede che le perle periscono prima della vendita. Di chi è il rischio? Dice Labeone (è d'accordo anche Pomponio) se l'iniziativa dell'accordo è mia, il rischio è mio. Se tu lo hai chiesto a me, il rischio è tuo. Se ci siamo solo accordati, tu saraiTenuto solo nei limiti del dolo e della colpa. In ogni caso l'azione da dare è l'APV.
Innanzitutto, è problematica la natura del rapporto. Alcuni l'hanno inteso come un contratto estimatorio o come un contratto displicentiae. Nel periodo del passo, non esisteva ancora un'azione estimatoria, quindi forse l'APV era l'antecedente storico dell'actio estimatoria. Ma la peculiarità del passo si lega all'uso del termine venditor (quindi se c'è un venditor sarebbe compravendita?). In secondo luogo, solitamente, nel contratto estimatorio si poneva il rischio a carico dell'acquirente. È difficile che si tratti di contratto estimatorio. Sicuramente non è un contratto atipico. Non sembra essere neanche un pactum displicentiae perché o la cosa viene tenuta o viene restituita e non si pone il problema di agire contro una delle parti. Nel caso esaminato nel passo invece la cosa perisce prima che
L'eventuale compratore scegliesse se comprare le perle o restituirle. Secondo Labeone, Pomponio e Ulpiano si deve utilizzare l'APV.
Altro passo di Ulpiano che sicuramente è un pactum displicentiae. "Negli scritti di Labeone ci si chiede se io ti abbia dato dei cavalli in prova affinché siano venduti in modo tale che tu li restituisci o li acquisti entro tre giorni e il potenziale acquirente (tu), che è un corridore acrobata di cavalli, pensa di utilizzare quei cavalli per la gara, vince e poi si rifiuta di comprarli. Ci si chiede se si possa agire contro il potenziale acquirente ex vendito. Ulpiano dice "e ritengo che sia più corretto agire prescriptis verbis poiché tra di noi si era stabilito che la prova fosse gratuita, non che potessi partecipare a delle gare".
Non sappiamo cosa pensasse Labeone rispetto a questa fattispecie, forse c'è stato un accorciamento del testo da parte dei compilatori. Tenendo conto di tutto.
quello che abbiamo detto fino ad ora, è probabile che Labeone ritenesse di agire PV. La differenza con il passo della biblioteca è che all'epoca di Ulpiano si utilizzava l'avveramento fittizio della condizione. Altro passo di Ulpiano che riporta Labeone. PAG 156 "mi hai chiesto di darti del denaro a mutuo. Siccome io non ce l'avevo, ti ho dato una cosa da vendere per utilizzare il prezzo. Però tu ti prendi l'orologio e, o non lo vendi oppure lo vendi ma non ti prendi il denaro come prestato da me. Dice Labeone si agisce prescriptis verbis come se fra di noi fosse stato realizzato un qualche negozio riferibile ad un proprius contractus." Questa fattispecie può essere ricostruita come un contratto estimatorio simile al mandato cioè tu mi chiedi 100, io ti do un bene da vendere; quindi, ci deve essere una stima del valore che deve essere 100. Oppure come mandato, io ti do l'incarico per vendere l'orologio e diprenderti i soldi. Questo sarebbe un mandato tua gratia (a tuo favore) quindi potrebbe essere invalido. Ma comunque il problema è che o tu non hai venduto oppure hai venduto ma usi i soldi come se non te li avessi dati io. LABEONE DICE AGISCI PV. Il problema del passo è che non si riesce a comprendere che tipo di contratto sia; quindi, Labeone fa agire con l'APV senza qualificare il rapporto. Potrebbe essere un mutuo, ma per averlo entrambe le parti devono essere d'accordo sul fatto che si stia stipulando un mutuo. Non basta che io ti dia la pecunia a titolo di mutuo, tu devi accettarlo come mutuo. Ci deve essere accordo tra le parti sul mutuo. QUINDI SI AGISCE PRAESCRIPTIS VERBIS. Problemi esegetici del passo. Il Termine "proprius contractus" è stato tradotto in diversi modi: - "contratto tipico" - "come se fosse atipico" - SECONDO FIORI VA TRADOTTO COME "CONTRATTO UNITARIO". Nel senso che il rapporto non deve essere
pensato come un insieme di contratti tipici. Deve essere inteso come contratto unitario in modo da evitare le proliferazioni diazioni tipiche che possono essere usate (actio mandati, estimatoria…). Alla fine di usa l’agere prescriptis verbis.
FIORELLINO DICE CHE DEL FILE AZIONI DI BUONA FEDE E DOLO IN LABEONE C’è UNA PARTE RELATIVA AL DOLO CHE NON CI INTERESSA MA SI DEVE LEGGERE. NELLO STESSO FILE CI SONO PASSI CHE SONO STATI ESAMINATI ANCHE IN BONA FIDES 2 MA DOBBIAMO STUDIARLE IN QUESTO FILE.
FILE BONA FIDES 2 PAGINA 161
Passo di Labeone 19.1.50, tratto dall’opera intitolata “posteriores”, pervenutocinell’epitome del giurista Giavoleno. “la buona fede non tollera, che quando l’emptorabbia cessato di dovere il prezzo per un qualche beneficio di legge prima che la cosagli sia trasmessa, che il venditore sia costretto a trasmetterla e perda la res”.
C’è un beneficium legis che permette al compratore a non pagare
Il prezzo. Sono leggi come quelle successive alle guerre civili, che volevano beneficare i veterani. Quindi, si stabiliva che i veterani potessero "acquistare" terre senza pagare il prezzo. Labeone distingue tra le ipotesi in cui la res sia stata tradita e le ipotesi in cui non sia stata trasmessa. Nel primo caso il compratore si tiene la res senza pagare, nel secondo caso la buona fede non tollera che non si paghi il prezzo.
La cosa importante del passo è che per i romani il diritto è razionalità; quindi, se una legge arriva a dire che nella compravendita non è dovuto il prezzo, essa è totalmente irrazionale. Se la buona fede è parametro di razionalità allora come fa il giudice a condannare a tutto ciò che è dovuto sulla base di una legge totalmente irrazionale? La legge aveva un senso sociale, si volevano favorire i veterani che avevano combattuto per Augusto.
Labeone cerca di trovare un compromesso tra la situazione dei
veterani e quella dei venditori delle terre che non ricevevano il prezzo. Se tu agisci ex empto chiedendo l'opportere ex fide bona, dato che la bona fides è un principio di equilibrio contrattuale e che tu non paghi niente quindi il contratto diventa a prestazione unilaterale, come faccio ex fide bona a condannare il venditore? O non è compravendita e allora non si agisce ex fide bona, oppure se è una compravendita ci dovrebbe essere equilibrio contrattuale, che nel caso dei veterani non c'è. Per legge i veterani non devono il prezzo, l'altra parte che fa? Labeone tenta di riportare a razionalità il sistema. L'acquirente non può agire ex empto contro il venditore se la traditio non c'è stata.
26 OTTOBRE Passo di Ulpiano che riporta un frammento di Labeone tratto dal primo libro del commento di Labeone all'editto del pretore Urbano nel quale vengono definite alcune espressioni e in particolare scrive che alcune
cose “agantur” (verbo agere), altre cose“gerantur” (verbo gerere), altre cose ancora “contrahuntur” (verbo contrahere).
Riporta, inoltre, alcuni esempi: il termine “actum” è generale e si può utilizzare tanto per comportamenti verbali quanto per comportamenti non verbali (re) come nella stipulatio o nella numeratio; “contractum” è la ultro citroque obligatio, cioè è l’obbligazione reciproca, come l’emptio venditio, la locatio conductio, la società;“gestum” indica l’attività compiuta sine verbis. Sulla base della corrispondenza tra i libri di Ulpiano e la materia edittale sappiamo che egli nel libro undicesimo stava commentando l’editto sul metus (violenza psicologica) e cita Labeone che però non è detto ne stesse parlando nella stessa sede; può darsi che Labeone abbia inserito queste definizioni all’inizio della sua opera.
ragrafica è un'immagine o un disegno che rappresenta visivamente un concetto, un'idea o un oggetto. Può essere utilizzata per comunicare in modo efficace e chiaro informazioni complesse o astratte. Le grafiche possono essere create utilizzando strumenti digitali come software di grafica o possono essere disegnate a mano. Possono essere utilizzate in vari contesti, come presentazioni, siti web, pubblicità e materiali stampati. Le grafiche possono includere elementi come testo, immagini, icone, grafici e diagrammi. Sono un modo potente per catturare l'attenzione del pubblico e trasmettere un messaggio in modo visivamente accattivante.