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Il rifiuto delle cure non va confuso con l’eutanasia anche se porta alla morte del
paziente. Si fonda su un diritto costituzionale, sull’articolo 32: la repubblica garantisce
le cure al cittadino ma nessuno può obbligare la persona a sottoporsi alle cure salvo
che non ci siano leggi a stabilirlo. I casi in cui la legge rende obbligatorie le cure sono i
vaccini per i bambini per preservarli da malattie particolarmente problematiche in
quanto lo stato ha l’obbligo di garantire alla collettività la sicurezza. Nel caso del
vaccino per il covid la persona poteva non sottoporsi al vaccino (a favore
dell’autodeterminazione) però con delle limitazioni (per tutelare la collettività).
Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) è necessario per tutelare il diritto alla
malattie infettive
sicurezza e alla salute degli altri, ad esempio in caso di (se vado in
un pese estero e prendo una malattia pericolosa ho il dovere di farmi curare per
paziente è considerato pericoloso
evitare che si diffonda agli altri). Oppure quando il
verso se stesso e verso gli altri quando, ad esempio, attua dei comportamenti violenti.
In questo caso la persona deve curarsi e può essere obbligata anche con la forza in
quanto non è considerata capace di intendere e di volere.
Lo stato interviene se un adulto vieta a un minore le cure che potrebbero salvargli la
vita.
28/04/2023 documento
Disposizione anticipata di trattamento (DAT) legge 219 del 2017:
che può essere compilato da qualsiasi persona adulta capace di intendere e di volere
che decide anticipatamente quali trattamenti vuole ricevere nell’eventualità in cui un
persona di
domani dovesse essere incosciente. Il paziente può anche indicare una
riferimento a cui il medico deve rivolgersi per prendere decisioni. Non può fare
richieste contrarie alla deontologia medica, quindi l’eutanasia. Prima di questa legge la
decisione sarebbe stata dei medici quindi in sostegno della vita, i parenti non
potevano in alcun modo decidere.
Caso Piergiorgio Welby: era attaccato ad un respiratore ed alimentato tramite un
sondino a causa di una malattia degenerativa che l’ha portato ad essere
immobilizzato. Dato che sapeva cosa gli sarebbe successo ha lasciato detto alla
moglie che alla prima crisi respiratoria l’avrebbe dovuto lasciar morire. La moglie non
riuscì a farlo e quindi si risvegliò attaccato a un respiratore in ospedale dove manifestò
la volontà di essere sedato e poi staccato dalle macchine. I medici si rifiutarono di farlo
per paura di essere accusati di omicidio. Decise allora di mandare una lettera a
Napolitano per spingerlo a creare una legge che gli desse la possibilità di morire ma
nulla venne fatto quindi Welby decise di contattare un medico, Mario Riccio, disposto
accusato di omicidio
ad aiutarlo che rispettò le sue volontà. Il medico venne quindi ma
venne giudicato innocente dal giudice in quanto la legge italiana permette ai pazienti
di interrompere le cure e in questo caso a procurare la morte di Welby non era stato il
medico ma la malattia. Welby decise di fare ciò perché sentiva che la sua vita ormai
non aveva più senso e quindi a favore dell’autodeterminazione si sentiva legittimato a
decidere se morire o continuare a vivere in quanto la vita è sua e poteva disporne a
suo piacimento. In questo dibattito si scontrarono gli ippocratici e coloro a favore
dell’autodeterminazione.
Caso Papa Giovanni Paolo II: negli stessi anni anche il papa aveva deciso di essere
staccato dal respiratore ma con motivazioni diverse, lui era pronto ad abbandonarsi
alla morte in quanto l’epilogo della sua vita era ormai vicino quindi non serviva a nulla
accanirsi ulteriormente. Questo caso non suscitò lo stesso scalpore del caso Welby in
quanto il papa decise di abbandonarsi alla morte che era vista come il volere di Dio,
non come Welby che affermò di poter disporre della sua vita a piacimento.
04/05/2023
Caso Eluana Englaro: aveva 21 anni quando fa un incidente stradale e rimane in uno
stato vegetativo permanente, in generale il coma può prendere due vie: morte
cerebrale o stato vegetativo (cioè coma irreversibile).
Negli anni 50/60 si è cominciato a parlare di coma irreversibile perché in alcuni casi
in cui era stata attuata la medicina di rianimazione è capitato che il paziente non si
risvegliasse mai. L’opinione pubblica iniziò ad interrogarsi su cosa fare con queste
persone che tecnicamente sono vive e se potessero essere considerati donatori di
organi. cessazione di tutte le
Alla fine, viene coniata la definizione di morte cerebrale cioè la
attività dell’encefalo, va equiparata con la morte della persona e quindi può essere
considerata un donatore di organi. Quindi il coma irreversibile viene definito adesso
morte cerebrale. Questa situazione va distinta dallo stato vegetativo cioè quando
continuano a sussistere le funzioni cerebrali dove risiedono tutte le funzioni vegetative
(respirazione, cuore ecc.) e vengono compromesse le funzioni adibite al pensiero, alla
parola ecc.
Questo è il caso di Eluana, riesce a compiere le funzioni vegetative continua a svolgere
il ciclo sonno-veglia, al mattino apre gli occhi ma senza mai recuperare la coscienza. I
genitori della ragazza chiedono di interrompere tutte le cure ma i medici si rifiutano in
quanto verrebbe considerato omicidio per la situazione in cui si trova Eluana. Il padre
di Eluana ha espresso, come tutore legale della figlia, la sua volontà di interrompere le
cure perché poco prima del suo incidente un suo amico si è trovato in una situazione
simile e ha espresso la sua volontà di non essere tenuta in vita se le fosse capitata la
stessa cosa. Di ciò aveva parlato con amici, parenti, e lo aveva anche messo per
iscritto nei suoi diari.
In nome della volontà della figlia la famiglia ha fatto questa richiesta. Questa battaglia
è andata avanti finché un tribunale nel 2009 ha dato finalmente la possibilità di
interrompere le cure. Dato che esiste un articolo nella costituzione che permette il
rifiuto dei trattamenti medici non c’è motivo per cui la volontà di Eluana non dovesse
essere rispettata in quanto lei ha espresso le sue volontà quando era perfettamente
lucida.
Dopo che il giudice aveva dato l’ordine di poter procedere il governo pubblica un
decreto d’urgenza dove diceva che non era possibile interrompere l’alimentazione e
l’idratazione a un paziente in stato vegetativo. Napolitano, che aveva richiesto al
governo di legiferare su questo in seguito alla richiesta di Welby, si ritrova questo
decreto d’urgenza e decide di respingerlo in modo da non renderlo valido. Il presidente
decide di convocare il parlamento di notte per legiferare velocemente.
Eluana morirà prima dell’emanazione della legge.
Nel 2010 il paramento promulga la norma 38 del 2010 sul diritto alle cure
palliative e alla terapia del dolore in quanto precedentemente non si faceva molto
per lenire il dolore del paziente, si pensava più a capire da dove provenisse il dolore
invece di lenirlo. Poi si era restii a dare i farmaci che erano potenzialmente pericolosi
come la morfina. Tramite questa legge si decide che è diritto del paziente vedersi
lenire il dolore e introduce la pratica della sedazione profonda e continua, un paziente
che soffre di una patologia irreversibile e va incontro alla morte può richiederla, la
persona viene addormentata e viene tenuta così finché non sopraggiunge la morte.
Questo si può richiedere con malattie nelle fasi terminali, non reversibili, incurabili, il
paziente deve soffrire di un dolore continuo e non rispondere più a qualsiasi cura
palliativa. Questa non è eutanasia perché la morte è provocata dal progredire della
malattia.
05/05/2023
Nell’eutanasia la morte è provocata da un medico mentre nel suicidio medicalmente
assistito è il paziente che fa qualcosa (es. prendere una medicina, staccare delle
macchine) che gli provoca la morte. In Italia non c’è una legge che parla di queste due
cose. In queste situazioni si possono cercare delle norme già esistenti che possono in
qualche modo colmare il vuoto di queste due leggi mancanti, sono la 579
sull’omicidio del consenziente (punisce tutti coloro che uccidono una persona
anche se quella ha dato il consenso ad ucciderla) e la 580 sull’istigazione o l’aiuto
al suicidio (chiunque incoraggi una persona a togliersi la vita compie un reato).
Queste norme non fanno alcuna distinzione sullo stato di saluto della persona che
chiede di essere uccisa perciò in ogni caso è reato. Il legislatore ha fatto questa legge
per evitare che persone deboli possano essere portate a volere la loro morte solo
perché convinti da qualcuno.
Questo fino a poco fa con il caso di DJ Fabo che ha messo in moto un dibattito su
Fabiano Antoniani
questi argomenti. era un DJ che subisce un incidente d’auto
restando cieco e tetraplegico e non riesce nemmeno molto a parlare. Per i primi tre
anni tenta di curarsi ma quando si rende conto che non c’è nulla da fare fa richiesta di
poter morire, nel 2016 scrive al presidente della repubblica affinché inciti il parlamento
a promulgare una legge. Quando lui scrive ancora non esiste la DAT e nemmeno la
terapia del dolore. Fabiano si rivolge allora al suicidio assistito in Svizzera.
Marco Cappato, il quale aveva fondato un’associazione in cui cercava di far valere
questi diritti decide di aiutarlo compiendo una disobbedienza civile (faccio un atto
illegale e poi mi autodenuncio costringendo le autorità a prendere posizione e inizia
così un dibattito). Va da Fabiano, lo accompagna in Svizzera e lo aiuta ad uccidersi.
autodenuncia.
Successivamente si Chiede aiuto ad un’associazione e non ai suoi cari
per non lasciarli dopo la sua morte ad affrontare da soli un processo.
Parte così il caso giudiziario di Marco Cappato, vuole andare a processo. Il pubblico
ministero propone un’archiviazione ma Cappato non è d’accordo vuole che si parli di
ciò che è accaduto. Succede che il tribunale solleva il dubbio di legittimità
costituzionale relativa all’articolo 580 così viene rinviata di un anno la sentenza per
dare al legislatore il tempo di fare una norma. Dopo un anno nessuna legge viene fatta
allora la Corte costituzionale decide che è illegale applicare la legge 580 su pazienti
terminali e indica anche le condizioni che autorizzano il medico ad intervenire: se
soffre di dolore insopportabile, vive grazie a dei macchinari, se il paziente è adulto e
capace di intendere e di volere.
Marco Cappato viene assolto e la Corte costituz