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LE SPECIFICITÀ DEL PRODOTTO

giovedì 7 aprile 2022 18:39

Le filiere agroalimentari sono fortemente influenzate dalle politiche economiche, soprattutto in Europa dalla II WW ad oggi.

Le quattro leve del marketing mix

  1. Product
  2. Place
  3. Price
  4. Promotion

Servono per esprimere la migliore strategia competitiva dell’impresa.

Prodotto agricolo = materia prima, commodities. È il risultato di un processo organico.

Prodotto alimentare = prodotto agricolo + trasformazioni industriali + servizi commerciali.

Le trasformazioni industriali

  • Modificano le caratteristiche della materia prima
  • Integrano l’utilità della materia prima
  • Potenziano l’idoneità a soddisfare la funzione alimentare

Servizi commerciali

  • Non modificano il prodotto nella sua essenza, ma lo rendono disponibile nei luoghi e nei tempi richiesti dal consumatore. È il settore più remunerativo.

1. LEVA PRODOTTO

Prodotto agricolo: materia prima, quella prodotta dall’azienda agricola (commodities). Può essere sia animale che vegetale.

Prodotto alimentare: si ha la trasformazione delle materie prime, quindi è il prodotto agricolo che subisce le trasformazioni industriali, che modificano le caratteristiche della materia prima. La finalità dell’intervento è il servizio commerciale che non modifica il prodotto, ma lo rendono disponibile nei tempi e luogo richiesti dal consumatore.

Caratteristiche del processo di produzione di tipo organico

  • Stagionalità: fenomeno di discontinuità produttiva che determina una particolare distribuzione temporale, influisce soprattutto sui prodotti ortofrutticoli. (gradiente di stagionalità inferiore -> prodotto più disponibile)
  • Ciclicità: fluttuazione periodica standard nel corso del tempo. Se si osserva la stagionalità in un arco temporale medio-lungo si nota che esiste una regolarità della stagionalità.
  • Deperibilità: limitata attitudine alla conservazione, dipende dalla natura organica del prodotto, ma la tecnologia svolge un ruolo fondamentale. Questa permette di conservare il prodotto più a lungo (es. frigorifero, liofilizzazione, irradamento).
  • Disomogeneità qualitativa: la attività agricola necessita di una spazialità maggiore rispetto agli altri settori, non basta un solo stabilimento ma si hanno bisogno di campi. Questa estensione necessaria ha un impatto sulla qualità del prodotto ed influiscono anche le caratteristiche del terreno.
    • es. la qualità zuccherina dell’uva dipende da quanto il vitigno è esposto al sole. Sulla collina il sole non batte tutto allo stesso modo, quindi il produttore non può garantire una omogeneità.

Queste caratteristiche sono presenti anche in altre tipologie di prodotto, ma non contemporaneamente come nel prodotto agricolo.

Es. prodotto farmaceutico: è soggetto a deperibilità, ma non alla stagionalità.

Qualità dei prodotti agroalimentari: concetto multidimensionale, perché costituito da un insieme di

caratteristiche o attributi.

Categorie di caratteristiche per definire la qualità del prodotto

  • Organolettiche: come appare ai sensi.
  • Di sicurezza: assenza di pesticidi, di additivi e agenti patogeni (food safety=si riferisce agli aspetti qualitativi, food security=si riferisce all’approvvigionamento minimo, quindi alla quantità).
  • Presentazione: packaging (che deve rispondere a diverse esigenze di sostenibilità aziendale) e etichettatura (valori nutrizionali e ingredienti).
  • Funzionali: attitudine alla conservazione e comodità di impiego, tutto finalizzato al time saving.
  • Psicosociali: Dipendono molto dal momento storico. Ad oggi si è attenti alle conseguenze che derivano dalla produzione dei beni. Origine delle materie prime, benessere degli animali e dei lavoratori, uso di biotecnologie, impatto ambientale.

Qualità e contesto informativo: in un contesto informativo trasparente il consumatore è in grado di scegliere i prodotti sulla base della qualità preferita.

Contesto informativo perfettamente trasparente -> mercato in cui si è in grado di raccogliere tutte le informazioni che ottimizzano la scelta.

Prezzo = indicatore della qualità del bene, in base al budget disponibile e in base all’avversione al rischio, il consumatore orienta la propria scelta.

Quindi sul mercato si hanno delle aziende che producono beni di qualità superiori (ad un prezzo maggiore = premium price) o beni di qualità inferiore (primo prezzo).

L’acquirente non è necessariamente il consumatore finale, ma anche il mercato all’ingrosso.

In realtà il contesto informativo non è del tutto trasparente, ma presenta un’asimmetria informativa.

  • Attributi di ricerca: caratteristiche qualitative che possono essere determinate dal consumatore prima dell’acquisto (es. prezzo, tecnica produttiva).
  • Attributi esperienza: informazioni che si acquisiscono dopo aver consumato/esperito il prodotto.
  • Attributi fiducia: informazioni che non posso acquiste nemmeno dopo aver testato il prodotto. Sono tutte quelle informazioni che in prima persona non si possono verificare, quindi si deve fare un atto di fiducia.

2. LEVA PREZZO

Principali fattori che condizionano il prezzo dei prodotti agricoli e agroalimentari

  • Politica agricola comunitaria PAC
    • Ha segnato la storia dell’agricoltura europea, ma anche del commercio agricolo internazionale e del processo di unificazione europea.
    • Stati fondanti la comunità economica europea: Germania, Lussemburgo, Italia, Spagna, Francia, Belgio e Olanda.
    • Grazie a questa politica c’è stato un aumento della produttività e una riduzione dei prezzi. Ma ha appesantito il carico finanziario della comunità economica europea
  • La grande distribuzione organizzata (GDO): attore strategico nella catena agroalimentare, perché impone le proprie scelte.
  • Fluttuazioni dipendenti da fattori non controllabili: Quindi il prezzo dipende molto da fattori non controllabili.
    • es. gelata siccità grandinata, fanno alzare i prezzi.
  • Stagionalità/deperibilità
  • Elevata asimmetria informativa in presenza di prodotti con attributi fiducia -> moral hazard: i produttori potrebbero aumentare i profitti riducendo i costi di produzione, quindi abbassando la qualità del prodotto, ma vendendolo allo stesso prezzo. Di fronte a queste anche altri produttori potrebbero essere portati a farlo.

Nel lungo periodo il consumatore capisce che c’è stato un abbassamento della qualità, grazie a: politiche legate alla alimentazione, un intervento del legislatore che aumenta l’esuastività dell’etichetta, un intervento dell’associazione dei consumatori. Quindi il consumatore si sposta verso prodotti meno costosi, si accorge che l’indicatore prezzo non è affidabile -> i produttori che non hanno adottato un comportamento opportunistico vengono premiati.

SETTORI

Attraversa orizzontalmente il sistema, è una porzione del sistema economico nel quale sono aggregate imprese simili (processi produttivi e prodotti simili, cioè sono soddisfano lo stesso bisogno), che sono tra loro interdipendenti (l’azione di un operatore può influenzare le scelte di un altro -> rivalità o cooperazione).

FILIERE

È uno spaccato del sistema agroalimentare che consente di isolare gli operatori e le aziende che concorrono alla produzione e alla distribuzione di un prodotto o di una famiglia di prodotti fino alla loro utilizzazione finale.

Per analizzare le filiere è necessario avere tre livelli di analisi:

  1. Analisi dello spazio delle tecniche, delle relazioni e delle strategie.
    • Spazio delle tecniche: successione di operazioni e di trasformazioni dissociabili, separabili e legate tra loro da una concatenazione di tecniche e tecnologie
      • Quindi si deve individuare il tipo di filiera e i suoi confini geografici (es. territorio regionale, locale). In seguito si deve individuare la sequenza del processo produttivo e la identificazione delle eventuali sub-filiere.
    • Spazio delle relazioni: insieme di relazioni che si stabiliscono a tutti gli stadi della trasformazione = flusso di scambi a monte e a valle.
      • Tutto il settore agroalimentare si rivolge al mercato del consumo, abbiamo il mercato intermedio fra settore primario e secondario che sono operatori che si rapportano e svolgono delle transazioni. In questo spazio si devono identificare tutti gli agenti presenti nella catena -> operatori economici, istituzioni ed organizzazioni non economiche e canali distributivi.
    • Spazio delle strategie: insieme di interazioni e strategie tra gli operatori che accompagna la valorizzazione dei mezzi di produzione.
      • È lo studio dei comportamenti degli operatori e dei meccanismi di aggiustamento che assicurano la circolazione del prodotto dagli stadi iniziali a quelli finali (struttura del mercato ai diversi stadi, forme di coordinamento contrattuale e strumenti di intervento pubblico).
  2. Analisi della catena della formazione del valore lungo la filiera

    Michael Porter ha scritto diversi articoli sul vantaggio competitivo dell’impresa rispetto ai competitor. L’azienda secondo lui svolge una serie di attività che generano valore e per trovare quella migliore bisogna scomporre in attività:

    • primarie (logistica interna ed esterna, marketing e servizio);
    • di supporto, sono quelle che apportano più valore (es. gestione delle risorse umane, sviluppo di tecnologia, approvvigionamento, infrastrutture dell’impresa).

    Margine di profitto (secondo Porter) è indica la differenza tra il valore totale creato dall’impresa per i clienti (valore d’uso) e i relativi costi sostenuti per svolgere le attività generatrici di valore.

    Questa analisi a livello di impresa può essere svolta anche a livello di filiera.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
49 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/01 Economia ed estimo rurale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emilymilito di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Mancini Maria Cecilia.