Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
Appunti lezioni completi Psicologia clinica Pag. 1 Appunti lezioni completi Psicologia clinica Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni completi Psicologia clinica Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni completi Psicologia clinica Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni completi Psicologia clinica Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

NARRAZIONE

La narrazione è uno strumento potente sotto diversi punti di vista.

Secondo Bergner (2007), una delle principali potenzialità della narrazione in ambito terapeutico è quella di

permettere al paziente di “impacchettare cognitivamente” il proprio problema. Raccontare è mettere a fuoco

una determinata questione all’interno di un contesto, collegarla a ciò che la precede (antecedenti) e a ciò che

la segue (conseguenze), trovare importanti relazioni con altri fattori, notare le proprie tendenze

nell’interpretazione degli eventi e nel comportarsi. Tutto questo sfocia in un miglioramento

dell’autocomprensione. Oltre a questo, la narrazione permette di uscire dal ruolo del protagonista

assumendo la posizione di spettatore dei fatti. In questo modo avviene un distacco emotivo che facilita da un

lato l’attenuazione delle resistenze verso i contenuti del tema trattato (De La Torre, 1972) e, dall’altro, una

visione più oggettiva degli eventi, dovuta all’esternalizzazione del focus attentivo. La narrazione permette

quindi di ricostruire e di dare significato ad alcune esperienze della propria vita (Smorti, 2007). L’individuo,

nel narrarsi, aumenta la consapevolezza e la conoscenza di sé, elabora gli eventi e li colloca sulla sua linea

evolutiva, riformula il senso del sé evitando fratture e incongruenze. Raccontarsi è, possiamo dire, già un

processo terapeutico.

Descrivi il LWIC.

Il Linguistic Inquiry and Word Count è un programma computerizzato di analisi del testo e non si

focalizza sulle dimensioni di contenuto semantico, ma effettua un conteggio delle parole collegate

alle emozioni e ai processi cognitivi. Il programma è in grado di calcolare la frequenza di parole

appartenenti ad una delle seguenti categorie: emozioni negative, emozioni positive, parole che

indicano una relazione di causa (causaL word) e parole che indicano un insight (inside word). Il

programma utilizza, inoltre, quattro diverse macro dimensioni: dimensioni linguistiche, process

psicologici, relatività, variabili personali, che a loro volta comprendono sottodimensioni e categorie

One of the most widely used text analysis software in psychology is Linguistic Inquiry and

Word Count (LIWC). LIWC is a simple word-counting software with a dictionary and a

processor. LIWC can also be used as a verb when the word-counting software's processor is

used with, most commonly, the standard dictionary, and applied to analyze text. The LIWC

processor calls on either the standard or a custom LIWC dictionary to count the percentage

of total words in a text as belonging to each of the various categories. This chapter reveals

what we know when we LIWC a person. It reviews research that has drawn on a variety of

text analytic methods around Dan P. McAdams's (see record 1996-14319-001) three levels

of knowing a person: traits, personal concerns, and the life story. The chapter focuses

more on LIWC because it is the tool that has been used the most in personality psychology

(LIWC does not require heavy pre-processing, programming skills, or statistically complex

methods more common in NLP, although it does not preclude the use of the

aforementioned steps), and it is the one with which we are most familiar. It concludes with

future directions for text analysis as an assessment tool for knowing a person.

BRUNER

A partire dai lavori pionieristici di Bruner, cosa insegnano gli studi sulla narrazione?

Jerome Bruner è stato uno degli psicologi statunitensi più famosi ed incisivi per quanto riguarda lo sviluppo

della psicologia cognitiva. Gli studi da lui condotti, sul funzionamento dei processi cognitivi, hanno

influenzato in maniera decisiva la pedagogia, soprattutto in campo educativo. Secondo Bruner,

la percezione non è una risposta ad uno stimolo ma è un processo influenzato dai valori, dalle motivazioni e

da ciò in cui crede l’individuo. Quindi la percezione è il frutto di una personale categorizzazione della

realtà in cui vive il soggetto, realtà che viene influenzata dai personali bisogni, dalle esperienze fatte, dal

linguaggio, dall’etica, dal modo di vivere. Il pensiero viene visto da Bruner proprio come una costruzione di

categorie derivate dalle strutture cognitive presenti in ogni individuo. Queste strutture cognitive, in

correlazione con l’ambiente, creano delle vere e proprie strategie di categorizzazione. Inoltre, gli studi sullo

sviluppo infantile hanno portato Bruner ad affermare che il linguaggio è il principale strumento del pensiero.

Pertanto, è proprio il linguaggio ad essere fondamentale per ottenere un buono ed efficace sviluppo

cognitivo. Il linguaggio è uno strumento importante per lo sviluppo cognitivo in quanto serve all’individuo

per comunicare le esperienze che vive e trasformarle in narrazioni.

Secondo il pensiero di Bruner, infatti, la narrazione ha una valenza fondamentale per gli esseri umani: aiuta a

costruire la realtà e a darle significato, coinvolge a livello affettivo e serve per comunicare Ecco spiegato

perché, il linguaggio nel bambino assume un ruolo fondamentale per il suo sviluppo. Il bambino in possesso

delle forme linguistiche ha la possibilità di organizzare la propria esperienza in modo narrativo, esperienza

che può continuamente alimentare, creando più velocemente la sua personale categorizzazione della realtà. A

partire dai lavori pionieristici di Bruner, gli studi sulla narrazione ci hanno insegnato che il racconto è un

modo per conoscere la realtà e dare ordine al mondo e alla propria storia. Nella quotidianità della loro vita, il

bambino prima e l'adulto poi costruiscono storie soprattutto in presenza di eventi non canonici, vale a dire

devianti dall'ordinario e consueto fluire degli eventi. Il racconto serve per ordinare, rendere comprensibili e

comunicabili, per ricordare meglio questi eventi che non rientrano negli schemi noti; in questo modo anche

gli avvenimenti più inusuali, drammatici e inaccettabili trovano una spiegazione, acquisiscono senso. Per

Bruner il pensiero narrativo costituisce la modalità cognitiva mediante cui le persone strutturano la propria

esistenza nel mondo, le danno un significato e la interpretano. Il pensiero narrativo è la capacità della mente

umana di riflettere sulle esperienze e di descriverle mediante il racconto, Narrare equivarrebbe ad ordinare il

pensiero in storie, Lla narrazione può essere in forma orale o scritta.

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e

rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del

trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.

L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i

movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati

direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.

Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una

desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido,

indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in

cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di

vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. L’elaborazione dell’esperienza

traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la

ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé,

incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche. Questo permette, in

ultima istanza, di adottare comportamenti più adattivi. Dal punto di vista clinico e diagnostico, dopo un

trattamento con EMDR il paziente non presenta più la sintomatologia tipica del disturbo post-traumatico da

stress, quindi non si riscontrano più gli aspetti di intrusività dei pensieri e ricordi, i comportamenti di

evitamento e l’iperarousal neurovegetativo nei confronti di stimoli legati all’evento, percepiti come pericolo.

Un altro cambiamento significativo è dato dal fatto che il paziente discrimina meglio i pericoli reali da quelli

immaginari condizionati dall’ansia.Si sente che veramente il ricordo dell’ esperienza traumatica fa parte

del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando

all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista

individuato, descrivilo

emotivo.L’ EMDR è stato applicato con esiti positivi a quale disturbo? Dopo averlo

brevemente. L’ EMDR è stato applicato con esiti positivi al disturbo post traumatico da stress. Si

tratta di un disturbo con una prevalenza stimata intorno al 3% della popolazione mondiale. I dati

epidemiologici indicano che di tutti coloro che subiscono un grave trauma nella vita una percentuale

compresa fra i 10 e il 39% sviluppa questo disturbo. Gli eventi definiti traumatici sono di varia

natura: aggressione personale, attacco terroristico, coinvolgimento in calamità naturali, gravi

incid enti automobilistici, notizie di malattie minacciose per la vita, etc.. Di per sé l'event traumatico non è

detto che generi un disturbo psichico; perché questo si verifichi, devono entrare in gioco altri fattori

biologici, psicologici, interpersonali e sociali. I criteri diagnostici per il disturbo secondo il DSM IV-TR sono

i seguenti: a) la persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le seguenti

caratteristiche: la persona ha vissuto, assistito o si è sentita confrontata con un evento o con eventi che hanno

implicato morte o minaccia di morte o gravi lesioni o una minaccia all'integrità fisica propria o di altri; la

risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore. b) L'evento

traumatico viene rivissuto persistentemente in uno o più dei seguenti modi: ricordi spiacevoli ricorrenti e

intrusivi dell'evento; sogni spiacevoli ricorrenti dell'evento; agire o sentire come se l'evento traumatico si

stesse ripresentando; disagio psicologico intenso all'esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che

simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico; reattività fisiologica o esposizione a

fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico.

c) Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattivit&agrav

Dettagli
A.A. 2024-2025
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher awakeninglotus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Lattanzi Paola Francesca.