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NORME REDAZIONALI
REDAZIONE: gruppo di persone che lavorano in una casa editrice.
Il linguaggio biblioteconomico deve essere STANDARD, altrettanto vale per il LINGUAGGIO REDAZIONALE
(norme che riguardano la casa editrice).
CASA EDITRICE: a differenza di una tipografia, pubblica i libri anche in collana. Vi è la presenza di una
REDAZIONE. 18
Flora
Il primo lavoro di un redattore è quello di controllare i libri che arrivano e decidere se pubblicarli; inizialmente
questo lavoro toccava all’editore.
In ogni casa editrice vi è un DIRETTORE COMMERCIALE ovvero un esperto che esprime il proprio giudizio sul
testo e valuta se può essere venduto.
Il linguaggio redazionale deve avere degli standard. Spesso l’autore non è attento alle norme redazionali
(come va scritto il titolo etc.). Una volta che il testo viene accettato dalla redazione, passa ad un editore per
essere NORMALIZZATO. Esistono norme redazionali diverse per case editrici e per nazioni. Si deve evitare che
all’interno di un sistema manchi la coerenza delle norme. Va rispettata dunque la COERENZA INTERNA.
Anche chi elabora una tesi deve tener conto di alcune norme.
NORME REDAZIONALI PER ELABORAZIONE DI TESI
Il testo va inserito in una pagina di computer e in una gabbia di scrittura con margini.
Va ricordata la differenza tra tesi e romanzo a livello strutturale e di impostazione (il primo è un lavoro di
carattere scientifico. Il secondo non richiede note né indicazioni di fonti usate).
Una pagina deve essere formata da una gabbia costante di circa 16-18 righi che variano a seconda dello spazio
che impiegheranno le note.
CARATTERE: forma della lettera. Deve essere sempre lo stesso.
CORPO: dimensione delle lettere. Un corpo maggiore dà più importanza.
BRANO RIPORTATO: pezzo di testo portato da un altro libro; per evidenziarlo si cambia il corpo solitamente
rimpicciolendolo.
GIUSTEZZA: larghezza del testo (ex. 65 battiture). In una tesi di laurea deve essere rispettata giustificando il
testo e dunque lineandolo.
INTERLINEA: spazio che intercorre tra una linea e l’altra. Riducendo l’interlinea si ha l’impressione di un corpo
più piccolo.
La riduzione dell’interlinea o del corpo è consentita per i brani consistenti. Vi sono dei principi a proposito.
Se la citazione è breve basta mettere “:<<”. Vi sono diversi tipi di virgolette:
- Corporali (basse)
- Doppi apici (alte)
- Apici
Per il brano è preferibile utilizzare le corporali perché può succedere che nel brano vi siano altre virgolette.
Gli apici sono usati per dare un certo significato alla parola.
Il testo deve avere una certa AMPIEZZA e LARGHEZZA, deve essere allineato da destra e sinistra.
La GRANDEZZA DEL CORPO stabilisce una gerarchia all’interno del testo. Spesso la qualità di un libro dipende
dall’ampiezza dell’apparato bibliografico che sta a piè di pagina.
Il corpo maggiore si utilizza per dare rilievo ad una parte di testo.
Per la tesi è necessario utilizzare un corpo che sia 12 o 14. In questo caso si potrebbe utilizzare un 10 per le
note.
La NOTA può essere di carattere generale. Nelle note vanno inseriti i testi, i saggi che sono stati studiati.
STORIA DELL’EDITORIA E GESTIONE REDAZIONALE
Giustezza
Interlinea
Carattere
Corpo
Rapporto tra struttura e margini
Il resto scorre da sé. 19
Flora
CARATTERE
TONDO: così chiamato poiché il disegno della lettera è tondeggiante.
CORSIVO: viene utilizzato per parole straniere o per citazioni di opere. Fu introdotto da Aldo Manuzio tra 400
e 500. Fu inventato poiché occupa poco spazio. Un’altra invenzione di A. Manuzio è il libro tascabile il cui
piccolo formato si prestava bene all’uso del corsivo. Questo carattere ha avuto molta fortuna.
MAIUSCOLO: lettere con altezza e forme diverse dal tondo. Non è molto raffinato. Può essere usato per i
titoli dei capitoli o per richiamare parti principali.
MAIUSCOLETTO: usato nelle note per il nome e il cognome deli autori. È un maiuscolo ridotto che presenta
la prima lettera più alta delle altre.
GRASSETTO IN NERETTO: stessa forma del tondo ma con più spessore. È usato per un titolo o qualsiasi cosa
a cui vogliamo prestare maggiore attenzione.
Al centro in maiuscolo si scrive “CAPITOLO 1” sotto il titolo della tesi.
La prima pagina del primo capitolo è bene che cominci più in basso; a ¾ di pagina scendendo più giù rispetto
la gabbia. Possiamo prevedere l’ampiezza del capitolo e la sua suddivisione in paragrafi. È bene non utilizzare
per il titolo il maiuscolo. Il paragrafo può essere indicato con “1. Nome del capitolo”.
Le norme redazionali a cui si farà riferimento sono quelle della Laterza.
PARENTESI QUADRE: per integrazioni o interventi
VIRGOLETTE BASSE: testate dei giornali (in tondo)
N.B. Mai messe insieme virgolette e corsivo!
15/04/20
RINVII INTERNI: introdotti da “supra”.
NOTE: riportate a piè di pagina. Si può decidere se la progressione del numero delle note deve essere
proseguita in tutta la tesi o ricominciata ad ogni pagina.
N.d.C.: note del curatore
N.d.T.: note del traduttore
N.d.R.: note del redattore
CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE:
- Nome puntato dell’autore (se più di uno in ordine di comparsa sul frontespizio) e cognome per esteso
(maiuscoletto)
- Titolo completo e sottotitolo (corsivo)
- Indicazione dell’anno della I edizione
- Casa editrice, città e anno
- Indicazione pagine a cui ci si riferisce
- Indicazione del volume, del tomo e della pagina
Si mette il numero romano per indicare l’introduzione o prefazione che ha una diversa paginazione.
RISTAMPA: riproposizione di un testo così com’è stato pubblicato nella stampa precedente, senza alcuna
modifica.
EDIZIONE: può comportare una revisione, delle aggiunte o eliminazioni. Può essere aggiornata la bibliografia.
20
Flora
Nel ’73 Laterza apre la seconda sede, dunque nelle note non verrà più inserita solo Bari, ma Roma-Bari.
Se di un testo vi è un curatore, può essere inserito preceduto da “a cura di” dopo il titolo.
NUMERO IN ESPONENTE: indica l’edizione di un libro
Vol.: volume
Tomo: una parte del volume
Se lo scritto è un periodico, dopo il titolo corsivo si citano, separate da virole:
- Testata periodico in tondo tra virgolette basse, preceduta da “in”
- Numero annata del volume in numeri romani, l’anno di pubblicazione in numero arabo che
contraddistingue il fascicolo e pagine
OPERA IN CONTINUAZIONE: più volumi pubblicati in anni diversi
ANNATA: anno progressivo di pubblicazione di una rivista. Maggiore è l’annata e più è antica la rivista.
COLOPHON o COLOFONE: breve testo che riporta informazioni relative alla produzione di una pubblicazione.
Nel caso di periodici a stampa o web, il colophon si chiama TAMBURINO DI GERENZA.
20/04/20
Ivi: quando il riferimento è uguale alla nota precedente (stesso autore e opera).
Ibidem: stesso autore, stessa opera e stessa pagina.
Op. cit.: in tondo o in corsivo.
Ex. Saggio: pp. 35-40 : 38
Inizio citazione
e fine
saggio
INDICI
Il libro è fatto da TESTO e PARATESTO (fa parte dell’indice).
Nella tesi non si fa l’indice dei nomi ma quello SOMMARIO che indica i capitoli, i nomi dei capitoli e quelli dei
paragrafi. Anche nell’indice si usano dei caratteri e dei corpi specifici.
INDICE DEI NOMI: un indice di tutti i nomi citati nel libro in ordine alfabetico.
Ex. Monti, M., 15, 18, 20, 81
Citato in queste pp.
Così si individuano le OCCORRENZE, cioè tutti i punti del testo in cui il nome viene menzionato. Nel caso le
pp. sono in successione si usa il trattino.
Ex. Monti, M., 15, 18-22 21
Flora
La “n” indica che il nome è presente in quella pagina nella nota.
INDICE DEI LUOGHI: è in ordine alfabetico.
La presenza degli indici è testimonianza di un libro moderno. Quelli antichi avevano solo l’indice dei capitoli.
La presenza di indici è conseguenza delle trascrizioni delle dispense nelle università, segno di un modo
moderne di leggere un libro. Il manoscritto è destinato ad un pubblico diverso. Il libro scolastico era destinato
a studenti. L’indice è utile a rendere la consultazione più veloce e più semplice.
INDICI ANALITICI
Sono indici approfonditi con i nomi degli argomenti principali trattati nel libro. Il vantaggio dunque è per la
consultazione.
Solitamente negli indici dei nomi si divide tra FONTI e NOMI degli STUDI.
MAIUSCOLE
Si usano per:
- Soprannomi o pseudonimi
- Denominazioni antonomastiche
- Nomi che indicano luoghi (ex. Il Napoletano)
- Nomi geografici con due termini (ex. Monte Bianco)
- Nomi di secoli e periodi storici
- Il primo termine di denominazioni ufficiali
- Nomi di periodi geografici
- Titoli di cariche o gradi che fanno parte del nome (ex. Re Artù)
- Titoli stranieri
- Nomi di edifici e monumenti
Ci sono termini per cui è preferibile la maiuscola alla minuscola.
Ex. stato (contrario di moto) Stato (istituzione)
chiesa (edificio) Chiesa (istituzione)
san Paolo (persona) San Paolo (chiesa, festa, etc.)
nord (direzione) Nord (regione, preceduto da articolo)
ACCENTI
- a, i, u → accento grave
- o in finale di parola → accento grave
- e in finale di parola → accento acuto
DESINENZE DEL PLURALE
- Parole uscenti in -io hanno plurale in -i. per evitare equivoci, accentare la tonica. Si usa -ii dove è utile
ad evitare equivoci.
- Parole uscenti in -cia e -gia hanno il plurale in -ce e -e. si mantiene la “i” solo in caso di ambiguità.
ABBREVIAZIONI
Anno: a.
Anonimo: an.
Articoli: artt.
Articolo: art. 22
Flora
Autore: A.
Avanti Cristo: a.C.
Manoscritti: mss Si aggiunge di seguito il nome (ex. Ms Vat. Lat.)
Manoscritto: ms
Per i documenti di archivio si indica la cartella, il fascicolo, il foglio etc.
Nuova serie: ns. (alcune riviste conservano il nome ma iniziano un nuovo periodo)
Pagina: p./pag.
Pagine: pp./pagg.
Recto: r (in corsivo senza il puntino)
Verso: v (in corsivo senza puntino)
Ristampa anastatica: rist. anast.
Subvoce: s.v. (per una voce di dizionario)
Illustrazione: il.
Illustrazioni: ill.
Tomo: t. (no plurale)
Numero: n° (no plurale)
Ci possono essere libri o documenti in cui non vi sono indicazioni di anno, data, pagina, luogo o nota
tipografica e si utilizzano rispettivamente le abbreviazioni s.a., s.d., s.p., s.l, s.n.t.)
SEGNI DI CORREZIONE DI BOZZE
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.