vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Es. L’attore. Uomo così falso, vanitoso, che parla male di altri, è
difficile pensare che abbia un impulso verso la verità. Ma come può
l’uomo essere così costruito rispetto agli altri animali, ma anche
rispetto a se stesso. La noia, divagante, stasi totale. L’uomo in
quanto essere sociale, evitando anche ipotetici conflitti in base alla
tenuta di posizione, tende per la pace a cercare una folla, ovvero un
ambiente simile ad un gregge, dove non c’è qualcuno che spicca. In
questo caso la noia, nonostante possa risultare un bisogno,
inizialmente va bene, per la quiete, per poi annoiarsi della noia
stessa. Trattato di pace, per evitare guerre, è il primo passo per
comprendere l’impulso alla verità, ovvero una designazione delle
cose uniformemente valida e vincolante (dissenso, dissentire
dall’universo, la maggioranza). E se la verità fosse solo un qualcosa
di linguistico, platonicamente parlando? Se fosse materiale,
andrebbe espressa, ma viene espressa in quanto noi tutti
linguisticamente la distinguiamo come tale. L’uomo coglie la verità
in quanto fenomeno linguistico del linguaggio, senza linguaggio non
sapremmo la verità. La nostra verità, è linguistica, in base a come
comunichiamo. Contrasto quindi con la menzogna, in quanto si può
sbagliare con il linguaggio, con il mezzo. Per questo la
comunicazione è importante. Es. Il venditore usa le parole per far
apparire come reale ciò che non è reale. Si inganna anche
volontariamente. Egoismo, che può recare danno. Se si inganna, e
poi si scopre il doppio, si perde la fiducia, e si intende ad escludere
il menzognero (Es. Al lupo, al lupo di Pierino). Paura, non di essere
ingannati, anzi l’uomo lo accetta, non si accetta il fatto di poter
essere danneggiati. Quando si viene danneggiati, si cerca solo la
verità. Al linguaggio non interessa comunque l’effettiva verità, ma
ciò che viene comunicato, ovvero la sempice possibilità di
esprimerci. Il medium, il mezzo, mediazione tra noi e la cosa, quindi
non può essere la verità, ma al massimo una fonte anche di
menzogna.
Parola: raffigurazione in suoni di uno stimolo nervoso.
Come se fosse un serpente che si contorce.
3/11/2022
Conoscenza dell’uomo lungo il circolo ermeneutico, dove l’uomo
compie un atto interpretativo.
Metafora = grado di conoscenza
Primo grado di conoscenza: avviene a livello sensitivo, una cosa
attiva, uno stile nervoso. E’ quello sensibile, quindi può sbagliare.
Secondo grado di conoscenza: avviene a livello linguistico, traduco
ciò che sperimento a parole.
Per quanto riguarda la conoscenza, numerosi stimoli che arrivano
all’uomo, tra cui deve scegliere per avvinarsi il più possibile
all’essenza delle cose in sé.
FOGLIA UNICA, ma non nel concetto, ovvero la cosa in sé,
considerando tutte le differenze, ci fornisce una sintesi in modo da
permetterci di comunicare, ovvero con il concetto. Kant: analisi e
sintesi. Concetto quindi è intendibile come sintesi di tutte le
differenze, una sorta di unificazione.
L’uomo elegge la sua conoscenza a processo universale.
L’uomo cambia, e la verità è il risultato, il secreto, la somma delle
relazioni umane, nel nostro comunicare, azione che ci può far
raggiungere la verità per l’appunto. Relazioni umane potenziate
poeticamente e retoricamente, ovvero dal punto di vista del
linguaggio. Verità sono risultato, somma, abbellite da queste forme
che danno solidità. Comunicare è accordarci. Magari non si
raggiunge la cosa in sé, ma almeno ci si armonizza. Secondo
Nietzsche la verità è un’illusione, dove pero noi abbiamo
dimenticato il carattere illusorio, come un’immagine consumata
(metà moneta). Essere veritieri implica essere in posto al sicuro
nella società, chi è menzognero prima o poi ne soffrirà perché la
verità verrà a galla. Impulso dettato dalla società, quindi visto come
una necessità. L’uomo non si ferma alle impressioni istantanee, le
sottopone prima a delle regole -> razionalità. Come conoscono gli
altri esseri viventi.
La conoscenza matematica ricerca affannosamente una conoscenza
ordinata.
Pag. 29, 32, 34. 49-50
17/11/22
Pag. 14
Con il linguaggio noi siamo filtro della verità. Se fossi arrivato tardi
potrei dire che ho avuto problemi con i mezzi quando in realtà mi
sono svegliato tardi. Menzogna-Verità, problema di rapporto.
Dobbiamo essere accorti a fare la distinzione, e mentire può essere
importante, in una serie di circostanze necessarie. Vivere
costantemente nella fiamma della verità, non ci è dato farlo,
essendo noi stessi filtri basati sulla soggettività, e anche perché la
verità esiste perché c’è un esatto contrario. La verità è da rivelare
al momento opportuno. Quindi la menzogna è l’intervallo medio dei
rapporti umani, con dei momenti in cui siamo sinceri. Menzogna =
mezzo di difesa.
Possiamo mentire sempre in ogni modo più volte, ma arriva il
momento in cui diremo la verità. La menzogna può essere vista in
modo negativo, ma in realtà è meramente strategico.
Testo di Rojer Taiwa “La vita è sonno”, sul sonno, sociologo francese.
Dimensione del sonno, testo inquietante perché capovolge i termini
della situazione. Il sonno è la vita reale, e la vita reale è il sonno.
“Sogno o son desto”. Viviamo ogni giorno nella finzione? Qual è la
vita reale? Infatti adesso, con i nuovi mezzi di comunicazione, non
sappiamo la differenza tra realtà e finzione, se vado al teatro so che
sono nella vita reale e sto assistendo ad una finzione, che è una
realtà per gli attori, ma è realtà quando assumono dei ruoli per
mettere in scena nello spettacolo.
Il cinema invece è un medium, so di vedere qualcosa di non reale,
es. una guerra. Assisto ad una finzione linguistica e visiva.
Metaverso, il lettore vr, apparecchio che trasforma una finzione di
cui sono cosciente tipo al cinema che so di star seduto su un divano
e vedo una realtà traslata che non mi coinvolge sul piano fisico. Nel
metaverso non è così, la coscienza si traspone in una realtà che non
è realtà, ma una creazione vissuta in maniera reale.
Quando viviamo effettivamente nella realtà e quanto nella finzione?
Domanda più presente a noi, che in passato, dove si andava al circo
o a vedere i gladiatori.
Rapporto verità menzogna, importante per scienze della
comunicazione, perché si basa sui media e sul linguaggio, e apre un
varco sulla realtà vera, e la finzione messa in scena.
Fake news, derivano dal fatto che qualsiasi tipo di informazione che
hanno il compito di formare a mente, è soggetta al rapporto tra
verità e menzogna. News basata su un concetto di verità. Passando
a più soggetti, l’informazione cambia e degenera.
Jankerevich estremo sul disprezzo della menzogna, ci richiama ad
un grado di responsabilità così alto da non essere nei nostri canoni.
Poi ci sono momenti in cui conviene dire la verità, al posto della
menzogna, cambia da situazione a situazione.
TV sfrutta la visibilità per sviluppare emozioni particolari per portare
all’acquisto. Menzogna con il fine commerciale. Problema sulla
ricerca dell’informazione, dove devo andare ad attingere? Non si
pretende la verità, perché non sappiamo come sia andata la
faccenda, ci sono delle verità a cui io non posso non arrivare, devo
fare personalmente io inchiesta? No, qualcun altro. Ci sono anche le
regole del follow the money, visibilità = money = poteri forti,
oligarchie. Rischio di non essere più rappresentati e di non avere più
voce in capitolo. Sui social, facebook elimina anche grazie ad
algoritmi, grazie a persone umane, però si dà colpe alla macchina.
La censura sui social, su certe cose al posto di altre. Questa è l’etica
della comunicazione. Dovrei essere io a controllare te dal basso,
non viceversa. Ci sono istituti preposti a lavare il cervello, per
formare in una determinata direzione.
Pag. 15
Omonimia, Polisemia, si può giocare sui significati, portando in
menzogna. Doppiezza. Malinteso, Fraintendimento, L’Equivoco
derivati della menzogna. Hidegher, Nietsce, Jankerevich, pessimisti,
vogliono mettere quel retro pensiero fastidioso nell’orecchio.
Jankerevich è pessimista anche sull’amore, dove si fossa l’essere
stesso. Nell’amore interviene la ragione, la logica, ma ci sono
sentimenti, ed emozioni, quindi equivocare è facile. Gelosia può
portare a malintesi, o a esagerazioni. Stessa cosa nell’amicizia e nei
rapporti lavorativi. A volte è difficile esternare i propri sentimenti,
perché noi stessi siamo mistero, è difficile dirsi di essere brutti o
deformi o altro a sé stessi, è difficile dire ad altri qualcosa che non
diresti a te stesso. Anche la dichiarazione d’amore, oppure dire “ma
tu non mi ami” quando può essere non è vero, può essere un
malinteso. Di solito il mentitore è cosciente del mentire. Il malinteso
invece no, perché non c’è un’intenzione ben precisa e voluta,
perché non ci conosciamo abbastanza bene in profondità.
Mistificazione invece implica, disprezzo, inganno. Tuttavia non è
ancora menzogna. Chi si ingarbuglia e viene ingarbugliato, ma a
causa dell’ineffabilità, e inconfessabilità di certe situazioni, una
forma di impotenza. Mentire prevede una volontà, si controlla la
propria doppiezza. Menzogna depista, è il contrasto tra le parole
dette e i pensieri interiori.
Ciò che mi è familiare e ciò che mi è ignoto, e ciò che mi era
familiare, ma adesso è ignoto (collegamento al mito della caverna).
Una parola ha un significato A, un B. Se ci basiamo sulla doppiezza,
poi c’è un problema di linguaggio. Per favorire la comunicazione è
necessario dare o un significato A, o un significato B. Il rapporto
espressivo. Modo di esprimersi obliquo, indiretto, che non fa
arrivare subito al concetto, anche perché forse non ci sono i mezzi,
e si prendono delle vie per il rotto della cuffia, esprimendoci di
conseguenza in maniera indiretta, differita, allegorica di sé stessi.
Uno dei linguaggi più criptici è quello giuridico, quello fi