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8. LA SOVRANITÀ POPOLARE E LE FORME DI ESERCIZIO
8.1 La sovranità popolare in Costituzione
I concetti che hanno permesso lo svilupparsi della sovranità sono:
- Il concetto di sovranità della nazione, nasce nella dichiarazione del 1789 in opposizione allo Stato assoluto, dove la sovranità dello Stato coincideva con il Re. Con il termine nazione si fa riferimento ad una collettività omogenea che si oppone al potere regio, quindi destinatario della sovranità diventa il cittadino.
- Il concetto di sovranità della persona giuridica dello Stato, con il quale nasce il concetto moderno di sovranità, per la prima volta lo Stato viene considerato come un’entità autonoma con personalità giuridica. Affermare la sovranità dello Stato storicamente è servito a due funzioni: rafforzare l’unità nazionale degli Stati a ne ‘800 e nascondere i
Contrasti tra principio monarchico e Repubblicano. Oggi quando si parla di sovranità dello Stato, si parla della possibilità che lo Stato ha di poter utilizzare la forza nei confronti dei propri cittadini. La sovranità si ha quando uno Stato è originario (a ereditato da un punto di vista storico) e indipendente (internamente, cioè la capacità di risolvere i conflitti dei cittadini, ed esternamente, cioè la capacità di essere indipendente nelle relazioni internazionali).
La Costituzione all'art. 1 comma 2 "La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e a chi spetta concretamente l'esercizio della sovranità, nei limiti della Costituzione", quindi:
- Oggi si ha una crisi dello Stato e della sovranità, perché vi sono poteri concorrenti che limitano quelli statali: vincolo dall'alto con le leggi UE e uno dal basso con il potere legislativo di Regioni e enti locali.
I presupposti della cittadinanza politica sono:
- La cittadinanza Italiana
- La maggiore età, 18 per elezione Camera dei Deputati e 25 per Senato
- L'inesistenza di requisiti negativi, ossia:
Requisiti di ineleggibilità, che incidono sulla capacità elettorale e sull'acquisto di elettorato passivo. Questi requisiti hanno natura invalidante e la loro ragione è evitare che soggetti che si trovano in posizioni privilegiate possano avvantaggiarsi sul piano elettorale, ad esempio prefetti o diplomatici. La sanzione è la nullità dell'elezione.
Requisiti di incompatibilità, che si determinano quando un cittadino svolge una carica incompatibile e può scegliere quale delle due cariche tenere, ad esempio un membro del Parlamento è incompatibile con il Presidente della Repubblica, membro del Parlamento Europeo o membro della Corte.
La cittadinanza politica è riferita al diritto di voto, che ha alcuni caratteri: personale, eguale (1 voto a 1 persona), libero, segreto ed
è un dovere civico. L'insieme di elettorato attivo (capacità di votare) e elettorato passivo (capacità di essere eletti) forma la capacità elettorale: perdendo l'attivo si perde anche il passivo. I sistemi elettorali sono meccanismi che consentono di trasformare i voti in seggi. Diverse possono essere le ragioni che spingono un paese verso un sistema o l'altro, ad es. a ne 2a GM, appena usciti dal fascismo, si è optato in Italia per il proporzionale perché garantisce più rappresentanza delle forza politiche, in altri casi si è scelto il maggioritario, come dopo Tangentopoli quando la partitocrazia aveva portato ad una degenerazione del sistema politico. Ci sono: 1. Sistemi maggioritari (Francia e UK), il seggio è assegnato al candidato del partito che ottiene la maggioranza, semplice o assoluta. Effetto principale che questo sistema determina è un effetto selettivo, perché nel momento in cui si assegnaIl seggio, soprattutto se con maggioranza semplice (sistema plurality), ciò garantirà una maggiore governabilità e meno rappresentanza. Penalizza quindi i partiti più piccoli, motivo per cui sono previste delle varianti:
Doppio turno (Francia), in cui si ha un primo turno dove vengono eletti i partiti che raggiungono la maggioranza assoluta. Se nessuna forza la raggiunge, allora si ha un secondo turno con un ballottaggio tra tutte le forze che hanno superato una soglia minima del 12,5% dei voti.
Turno unico (UK), dove non è necessaria la maggioranza assoluta, ma il seggio viene conquistato dal partito che ottiene la maggioranza semplice; può porre problemi di rappresentanza, perché anche se poche persone vanno a votare si può raggiungere una maggioranza semplice.
Sistemi proporzionali (Germania), i seggi sono distribuiti in proporzione alla quota dei voti ottenuta da ciascuna lista (insieme di partiti).
partiti) in competizione. E etto principale che questosistema determina è un e etto proiettivo, fotografano la realtà politica dei diversi gruppigarantendo maggiore rappresentanza, ma svantaggio è la minore governabilità. Ci sono duemetodi di ripartizione dei seggi:
- Metodo d'hont, per Senato, si divide la cifra elettorale (numero di voti) di ogni lista per il n° deiseggi da assegnare, in seguito si scelgono i quozienti più alti no a coprire tutti i seggi, cosìquesti sono distribuiti proporzionalmente rispetto ai voti di ciascuna lista.
- Metodo del quoziente, per Camera, si divide la cifra elettorale per il quoziente elettorale(rapporto tra totale dei voti di tutte le liste e numero dei seggi) e si scelgono i quozienti più altiper coprire tutti i seggi.
Anche qui sono previste delle varianti selettive, sono:
- Premio di maggioranza, premio dato al partito che ha raggiunto più voti, si assegnano più seggi.
1. Dal 1948 al 1993, in Italia si ha un sistema proporzionale che permetteva la rappresentanza di diverse potenze politiche, ma causava un'eccessiva frammentazione dei partiti in Parlamento. Si è creato così il fenomeno della partitocrazia, cioè spesso le persone che dovevano essere elette in Parlamento venivano scelte dai partiti non rispettando la democrazia e causando una crisi della rappresentanza e governabilità. Con il referendum del '91 si ottiene l'abolizione delle preferenze.
2. Dal 1993 al 2005, in Italia si ha un sistema maggioritario. Nel '93 con il referendum "Segni" sulla base di Mario Segni (che voleva scardinare il sistema di partitocrazia) viene abolita la quota necessaria di voti per poter conseguire il seggio in Senato (del 65%), quindi il sistema diventa un sistema maggioritario. Il Parlamento interviene con due leggi, legge 276 e 277 (leggi Mattarellum), che prevedevano un mix per cui: 3/4 dei Parlamentari venivano eletti con il maggioritario in collegio uninominale, mentre 1/4 veniva eletto con il proporzionale.
La legge viene impugnata in Corte che, con sentenza 1/2014, ne dichiara l'illegittimità perché: l'attribuzione del premio di maggioranza è illegittima se non contiene una soglia minima in quanto contro il diritto di voto art.48 e il principio di rappresentanza nazionale art. 67 "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato." (ad es. se si presentano più liste e la lista che ha preso più voti ha preso il 18%, allora questa andrebbe a prendere il 55% dei seggi, il che non sarebbe democrazia), inoltre sono illegittime anche le liste lunghe bloccate perché non consentono alcuna libertà di scelta agli elettori. Ciò che residua è un sistema proporzionale puro, con voti di preferenza e senza premio di maggioranza, motivo per cui nel 2015, cambiata la maggioranza con Renzi al Governo, si prevede una modifica della legge elettorale solo per
La Camera dei Deputati (Italicum), con cui si prevedeva un sistema proporzionale a doppio turno con premio di maggioranza con soglia.