Bandura, che sono i fondamenti della teoria, appunto, comportamentista. In contraddizione
col comportamentismo, ma non completamente in contraddizione, tanto che spesso le
teorie cognitive e comportamentali si dicono in evoluzione, nasce il cognitivismo e ritiene
che non solo il comportamento osservabile sia materia di studio per la psicologia e la
psicologia clinica, ma anche i processi psicologici, cognitivi ed emozionali che possiamo
comunque osservare. Secondo le teorie cognitiviste, le persone strutturano le proprie
esperienze, ne traggono un senso e mettono in relazione le esperienze presenti con quelle
passate depositate in memoria, attraverso la costruzione di schemi che guidano e
orientano le nostre interpretazioni di situazioni nuove, e queste interpretazioni sono alla
base della nostra reazione emotiva e della nostra scelta di quale comportamento mettere
in atto, non sempre scelta consapevole, ma comunque derivata dalla nostra
interpretazione cognitiva della situazione.Riprendendo le definizioni di psicologia clinica
dell'American Psychological Association, la psicologia clinica si concentra sullo studio di
aspetti intellettivi, emotivi, biologici, psicologici, sociali e comportamentali del
funzionamento umano lungo tutto l'arco della vita, nelle varie culture e a tutti i livelli
socioeconomici. E su questa frase che in particolare ci vogliamo focalizzare in questa
lezione, cioè sul fatto che la psicologia clinica, lo studio della salute mentale e della
psicopatologia si basa sullo studio di diversi elementi che funzionano a livelli diversi, ma
che interagiscono e tutti insieme, e bisogna capire queste dinamiche, tutti insieme sono
importanti nel definire una condizione sana o una condizione patologica rispetto al
funzionamento mentale. Questi livelli sono il livello biologico, psicologico e sociale,
intellettivo ed emotivo, quindi la psicologia clinica è fortemente basata su una prospettiva
bio-psico-sociale.Quali sono gli ingredienti della salute mentale? Quindi, quali sono i
diversi livelli di approfondimento? I diversi livelli, abbiamo detto, sono: l'influenza genetica
su l'insorgenza, la vulnerabilità o meno a un certo disturbo mentale, l'influenza
neurobiologica su la vulnerabilità ed eventuale mantenimento neurobiologici e su come di
un disturbo mentale, e il funzionamento dei processi emozionali, dei processi cognitivi e
dei comportamenti, delle abitudini e degli apprendimenti. In questa lezione, in particolare,
ci focalizzeremo sui processi genetici e i processi vengono studiati in psicologia. Il
contributo della genetica alla comprensione della salute mentale e della psicopatologia è
fondamentale. I comportamenti umani sono tutti in una certa misura ereditabili,
coinvolgono geni. Senza geni non vi sarebbe il comportamento possibile. Quindi, lo studio
della genetica per la salute mentale è fondamentale. Ogni comportamento umano è
spiegabile sia in termini di genetici, sia in termini ambientali. Genetica e ambiente
interagiscono continuamente tra di loro in tutto quello che noi poi esprimiamo in forma di
comportamento, pensiero ed espressione. L'ambiente plasma l'espressione dei nostri geni
e senza l'ambiente, l'espressione dei geni, quindi il loro contributo al comportamento,
sarebbe impossibile. Quindi, non si può spiegare un comportamento senza che ci sia una
sequenza, una una determinata sequenza di geni, ma questi e quella sequenza viene
attivata o meno dipende con dall'interazione con l'ambiente. Nell'essere umano, ogni
individuo possiede 23 paia di cromosomi per un totale di 46. Ogni cromosoma è composto
da molti geni che veicolano l'informazione genetica, il DNA, che viene trasmessa da
genitori a figli. La specie umana sembrerebbe essere caratterizzata da circa 20-25.000
geni, che non sono tantissimi rispetto ad altre specie, ma più che la quantità di gene, la
sequenza in cui i geni sono ordinati e il modo in cui vengono espressi determina l'unicità di
un individuo rispetto ad un altro. Ora abbiamo già detto che è l'ambiente che va a
influenzare l'espressione di alcune sequenze di geni e quindi qua già si spiega che
genetica e ambiente devono essere studiati insieme e non sempre è facile distinguere
quale parte ha fatto uno e quale parte ha fatto l'altro, perché è una continua interazione. I
geni producono delle proteine, quindi com'è che l'ambiente va a influenzare l'espressione
di alcune sequenze di geni rispetto ad altro? È importante questo, i geni producono
proteine. Alcune di queste proteine accendono o attivano e spengono o inattivano
l'espressione di altri geni, l'espressione genica. E l'azione di alcune proteine è regolata
dall'interazione con l'ambiente. L'ambiente va ad influenzare l'azione delle proteine che
vanno a loro volta ad influenzare l'attivazione o l'inattivazione di alcune sequenze di geni,
e quindi l'espressione genica. È in questo modo che genetica e ambiente si influenzano a
vicenda. Non ci potrebbe essere un certo determinato comportamento se non se non ci
fosse quella sequenza di geni, ma non ci potrebbe essere quel determinato
comportamento se quella sequenza di geni non fosse stata influenzata dal dall'azione
dell'ambiente sull'azione delle proteine. Tutti i disturbi mentali sono spiegati da più geni,
non sono dipendenti da un solo gene che spiega la maggiore vulnerabilità e la possibile
presenza di un disturbo mentale, ma la psicopatologia si rivela poligenica. La vulnerabilità
risiede in più geni che possono agire in momenti diversi dello sviluppo e che si attivano o
disattivano in interazione con l'ambiente. Nella genetica facciamo una distinzione tra
genotipo e fenotipo. Per genotipo intendiamo il patrimonio genetico totale di una persona.
Fatta eccezione per i gemelli omozigoti, non ci sono due esseri umani che iniziano la vita
con lo stesso corredo genetico. Per fenotipo intendiamo le caratteristiche strutturali e
funzionali osservate che derivano da un'interazione tra genotipo e ambiente, ed è per
questo che anche i gemelli omozigoti che iniziano la vita con lo stesso corredo genetico
possono presentare comportamenti diversi, personalità diverse, perché possono avere
un'interazione tra genotipo e ambiente diversa, anzi, hanno sempre un'interazione diversa.
Cosa va a studiare, quindi, la genetica nello studio della psicopatologia e della salute
mentale? Va a studiare l'interazione tra questi tre fattori: intanto, l'ereditabilità. Importante,
questo concetto non si riferisce a un individuo singolo, ma a una popolazione. Indica in
che misura la variabilità di un comportamento o di un disturbo all'interno di una
popolazione può essere spiegata da fattori genetici, ma non ci dice quanto questo può
essere spiegato in un singolo individuo, ma nella popolazione in cui quell'individuo fa
parte. Questo elemento, l'ereditabilità, va studiato in interazione con i fattori ambientali,
che a loro volta possono essere classificati in fattori ambientali condivisi, ovvero tutti quegli
elementi condivisi dagli stessi membri di una famiglia, e i fattori ambientali non condivisi, o
ambiente unico dell'individuo, che sono tutti gli elementi che differiscono tra i singoli
membri di famiglia. Ovvero, si va a studiare intanto se nella popolazione in cui
quell'individuo è incluso, qual è l'ereditabilità di un certo tipo di comportamento, di un certo
tipo di disturbo, spiegata da i geni. Quali geni vanno a spiegare la maggiore vulnerabilità di
un comportamento in quella popolazione in cui quell'individuo è incluso. Non ci dà una
percentuale della l'azione di quel gene su quell'individuo, ma sull'intera popolazione in cui
quell'individuo è incluso. E come quell'elemento sia andato a interagire con i fattori
ambientali, quelli condivisi all'interno di una stessa famiglia e quelli che sono unici.
Prendiamo il caso dei gemelli omozigoti, che però magari una persona uno frequenterà
una classe con un certo tipo di ambiente, un altro frequenterà una classe con diversi
interessi, diversi comportamenti, diversi eventi che possono andare a influenzare
l'espressione del genotipo, ovvero di certe sequenze di geni che sono possedute, diciamo,
dalla dalla nascita. Come l'ambiente modella i geni, il genotipo modella l'ambiente.
L'interazione è reciproca. Abbiamo detto, se non esiste quella sequenza di geni, l'ambiente
non può attivare una sequenza di geni che non c'è, ma nel momento in cui esiste una
certa sequenza di geni, l'ambiente può attivarla o inattivarla attraverso l'azione che ha
sull'azione delle proteine. Il genotipo di un soggetto può avere un effetto passivo
sull'ambiente a causa della somiglianza genetica di genitori e figli. Per esempio, dei
genitori con livelli di intelligenza elevati possono offrire al bambino un ambiente altamente
stimolante, creando così una situazione di interazione positiva con la dote genetica per
un'elevata intelligenza: effetto passivo. Ecco che vediamo come non è facile andare a
distinguere cosa è spiegato dalla sequenza di geni esistente e cosa è spiegato
dall'influenza dell'ambiente sull'espressione di quella sequenza di geni, perché
l'intelligenza è un tratto che può avere un suo grado di trasmissione intergenerazionale,
ma che a sua volta è stimolato da certe caratteristiche ambientali. Facciamo l'esempio, per
esempio, del buon dormitore. Un genitore che dorme bene può, ovviamente, trasmettere
al bambino questa risorsa, diciamo, di dormire bene, a livello genetico. Tuttavia, se ci
pensate, dalla nascita, quel bambino, sarà esposto a notti tranquille, perché i genitori non
si alzano, dormono bene, sarà esposto a dei comportamenti che ben si adeguano a un
sonno di buona qualità. Quindi, quella trasmissione intergenerazionale di buon sonno
dipende sia da aspetti genetici, sia dall'influenza dell'ambiente sui geni. Quali componenti
non è facilissimo, non è sempre comprensibile, specie nei comportamenti complessi,
come quelli psicologici e relativi alla salute mentale, andare a distinguere in maniera
chiara l'effetto di uno rispetto all'effetto di un altro. Inoltre, il genotipo di un bambino può
evocare alcuni tipi di reazione dall'ambiente sociale e fisico, il cosiddetto effetto evocativo.
Per esempio, bambini attivi e sorridenti evocano risposte più positive rispetto a bambini
passivi e poco responsivi. È un effetto evocativo. Le differenze individuali nel modo di
approcciarsi e di relazionarsi vanno a stimolare una risposta dell'ambiente che può
rinforzare un certo tipo di compor
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Appunti lezione 1 di Metodologia clinica 1
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Appunti quinta lezione di Metodologia clinica 1
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Appunti quarta lezione di Metodologia clinica 1
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Appunti terza lezione di Metodologia clinica 1