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III

Qui il trovatore, in questa dimensione dialettica di tensione emotiva che sta vivendo, prima si rende conto dell’impossibilità di

raggiungere questa donna, però lui si infiamma lo stesso e il desiderio che prova fa sì che comunque lui si infiammi e canti

d’amore.

Poiché mi viene meno del tutto il possesso a disposizione

non mi meraviglio se mi infiammo (è la mancanza del possesso, la distanza che alimenta questa fiamma d’amore)

perché non è esistita mai una cristiana

più nobile/gentile , né Dio la volle,

(concetto stilnovista di nobiltà d’animo/di spirito)

giudea o saracena.

Bene è colui pasciuto di manna

Che ottiene qualcosa che l’amore guadagna!

(non c’è nessun’altra più nobile di lei)

Quando viene descritta la donna si fa riferimento al termine “genzer” per indicare la nobiltà d’animo della donna, dicendo anche

che è la “melher”, quindi la migliore, per dire che nessuno può essere paragonabile alla donna amata.

Quindi il trovatore si infiamma perché si tratta di quella più nobile al mondo.

Inoltre, è l’amore che pasce l’amante e che lo alimenta. Un elemento tipico è anche il ricorso anche all’immagine di materia

religiosa, quindi spesso si fa riferimento a Dio, si fa ricorso a termini della tradizione religiosa cristiana, ed è uno dei motivi

secondo cui questo amore da lontano è stato interpretato come l’amore per Dio o per la Vergine proprio perché lontano.

IV

Anche qui viene esplicitata l’idea del desiderio da un lato che vorrebbe essere appagato ma poi provoca dolore, che il

raggiungimento del piacere potrebbe lenire ma è qualcosa che non può realizzarsi (tensione amorosa)

Il mio corpo non finisce/cessa di desiderare

Verso colei che io amo più di tutto,

e io credo che il volere mi inganni

se il desiderio più carnale me la toglie;

percè più pungente della spina

il dolore che può essere guarito dal joi:

per cui mai io non voglio che qualcuno pianga per questo

il trovatore è spinto dal desiderio ma sa che il desiderio eccessivo potrebbe ingannarlo se il fatto di possederla non gli faccia

venire meno questo desiderio finalizzato a raggiungere il joi, quindi il desiderio spirituale, per cui preferisce non risolvere in

maniera semplicistica con un piacere carnale, preferisce il dolore più pungente della spina che solo il joi potrebbe sanare.

Preferisce vivere pensando che il joi potrebbe guarirlo e non si pente della sua scelta.

In queste 4 coblas viene rappresentato questo amore che è anche il fin’amor, quello dei trovatori, che ritroveremo nella

tradizione lirica dei trovatori, ovvero quella di un amore verso un oggetto irraggiungibile, che spinge il trovatore a realizzare il joi

e si alimenta con il distacco. Solo la speranza nel poter raggiungere il joi è quello che lo spinge ad andare avanti e migliorarsi che

passa anche attraverso il perfezionamento del suo stile.

40

V

Tornada che risponde a un altro uso tipico della tornada: quello dell’invio del componimento ad un giullare.

Senza carta di pergamena

Trasmetto il componimeno, che cantiamo

In una lingua romanza semplice

A Hugon Brun attraverso Filhol :

(giullare a cui viene consegnato il componimento)

mi sta bene che la gente pitavina

del Belrì e della Bretagna

possano divertirsi per lui .

(per il componimento)

Spesso il giullare viene definito e marcato attraverso una sorta di nome d’arte, che in questo caso è Filhol. La cosa particolare è

che qui c’è un riferimento interessante alla circolazione del testo, perché dice che senza la lettera di pergamena trasmette il

testo attraverso il giullare, quindi lascia intuire che Filhol conosca il componimento a memoria, quindi non utilizzi un supporto

scritto. Questo è interessante perché questo sottolineare il fatto che non ricorra alla pergamena fa capire che di solito invece è

proprio quello, il supporto scrittoreo, il metodo per diffondere i componimenti. Qui in qualche modo è un eccezione, come se lui

consegnasse a un apprendimento a memoria del testo, quando di solito in realtà non sono queste le modalità di circolazione del

testo.

QUINDI, per riassumere:

Guglielmo IX: “materialismo cortese” (Pasero) → Jaufré Rudel: consolida il sistema della fin’amor

Fin’amor (che in J. Rudel si mescola a componenti religiose) → fulcro: metafora feudale (codice d’amore // codice

feudale-cortese)

Infatti:

la canzone trobadorica: riprende gesti, simboli, rituali della vita cortese (ma anche religiosa), trasfigurandoli e

ponendo in cima alla piramide cortese la domina (midons < meus dominus):

amor cortese: arte d’amore riservata a un’élite;

• paradosso d’amore → sublimazione del desiderio per una donna lontana geograficamente, socialmente,

• moralmente (sposata);

basso > alto (tensione poetica);

• preghiera, obbedienza, servizio [valori religiosi e cortesi];

• ostacoli: lauzengiers, gilos;

• desiderio di elevarsi del poeta per poter meritare una donna inaccessibile;

• scuola di autoperfezionamento etico suscitata dalle virtù del destinatario;

• valori: pretz (pregio), valor (qualità personali), mezura (autocontrollo, equilibrio), largueza (liberalità);

• simmetria tra servizio amoroso e feudale (om liges, sers, servire, obediens, midons);

joi → voglia di ‘cantare’: esperienza amorosa // creazione artistica → cura formale e stilistica.

LEZIONE 16) La questione degli stili (trobar leu-trobar clus), Bernart de Ventadorn / La lirica trobadorica: contesto,

sviluppi, tramonto

Bibliografia:

Beltrami, La filologia romanza, il Mulino, Bologna 2017 – Parte III: capitolo 2

Gresti, Antologia delle letterature romanze del Medioevo, Pàtron, Bologna 2011 – pp. 183-191 [nel Dossier di testi]

La questione degli stili

Nel periodo classico (anni ’50-60-80 del XII secolo) i trovatori iniziano anche a dibattere a proposito dello stile da

proporre e ricercare. A proposito di stile e formalismo → l’acme della poesia trobadorica si raggiunge con Raimbaut

d’Aurenga e con Arnaut Daniel (trobar clus, trobar ric). Distinzione consapevole tra trobar leu ‘poetare facile’ e

trobar clus ‘poetare oscuro’.

I due stili sono al centro di una tenso (1170 ca) tra Giraut de Bornelh (trobar leu) e Raimbaut d’Aurenga (trobar

clus): 41

Il primo interlocutore è Raimbaut, colui che scrive la prima cobla (con lo pseudonimo di Linhaure, che rinvia

- anche al lignaggio aureo di Raimbaut), Giraut gli risponde ‘per le rime’ (coblas unissonans, che suonano tutte

allo stesso modo, dato che per regola il secondo trovatore deve rispondere con lo stesso metro);

ognuno difende una tesi → dialogo le erario con doppia tornada con il rinvio a un giudice esterno.

-

Raimbaut d’Aurenga: difensore di una poesia raffinata, per pochi, oscuro soprattutto nella forma e nello stile;

Giraut de Bornelh: portavoce di una poesia chiara, semplice, che arrivi a tutti.

Nella stagione classica sarà proprio il trobar leu ad avere la meglio, ad essere più gettonato e diffondersi come stile

vero e proprio dai trovatori. Questo però non significa che tutti i trovatori seguano il trobar leu, infatti spesso dietro

un linguaggio semplice si possono celare anche messaggi complessi.

Tenso tra Raimbaut d’Aurenga e Giraut de Bornelh: (pag.187 dossier di testi)

“Ara·m platz, Guiraut de Borneill, a Ora mi piace che io sappia, Guiraut de Borneill,

(vorrei, desidero)

Perché andate biasimando (criticando)

que sapcha per c’anatz blasman b Il trobar clus, né per quale motivo;

trobar clus, ni per cal semblan; b dunque ditemi se tanto apprezzate

ciò che è comune a tutti,

aiso·m digatz si tan prezatz c per cui tutti saranno uguali.

so que a totz es cominal, 5 d La proposta di Raimbaut è quella di una poesia piuttosto élitaria:

car adoncs tug seran egal”. d proprio l’altezza dello stile prevede una selezione del pubblico; ma in

questo caso invece Raimbaut è come se rimproveri a Guiraut l’ottica

secondo cui la poesia debba essere comune a tutti. Guiraut invece

“Senher Linhaure, no·m coreill a propone un’idea completamente diversa:

si quecs troba a so talan, b Signor Linhaure , io non mi preoccupo

(pseudonimo)

Se qualcuno trova al suo desiderio ,

(come vuole)

mas eu son jutjaire d’aitan b ma io sono giudice di questo

qu’es mais amatz chans e prezatz 10 c che è più amato il canto e apprezzato

qui·l fai levet e venansal: d chi lo fa leggero e venanzale :

(semplice, diretto)

e voi non prendetevela a male per questo.

e vos no m’o tornetz a mal”. d Risponde quindi proponendo un’idea molto più aperta della poesia,

che possa essere apprezzata a tutti. Questa è la scelta stilistica adottata

“Guiraut, no vueill qu’en tal trepeill da Guiraut.

torn mos trobars que·l lauzon tan Guiraut, io non voglio che in un tale lavorìo/angoscia

Torni il nostro trobar che lo lodano tanto

l’avol co·l bon e·l pauc co·l gran: 15 Il malvagio col buono, il piccolo col grande (tutti lo lodano)

ja per los faz non er lauzatz, Mai per i pazzi saranno lodati (i miei trobars),

perché non conoscono né a loro importa

car no conoison ni lur cal ciò che più caro è vale di più.

so que plus car es ni mais val”. Non tutti possono apprezzare l’espressione lirica perché non riescono

ad apprezzare ciò che è più “caro” (inteso anche come stile. Il trobar

car è un tipo di trobar clus ancora più accentuato) e che vale anche di

“Linhaure, si per aiso veill più. Quindi attribuisce un valore ai suoi componimenti in virtù di uno

ni mon sojorn torn en afan, 20 stile anche più ricercato e difficile.

=l’unico capitale è la possibilità che il canto si diffonda, quindi dice che

sembla que·m dopte de mazan: non bisogna fare una poesia elitaria in modo che tutti possano

a que trobatz si no vos platz apprezzare il lavoro che ci sta dietro:

c’ades o sapchon tal e cal? “Linhaure, se io veglio perciò / nel mio soggiorno* se io torno in

affanno, / sembra che venga meno: / perché voi poetate se non

que chans no port’autre captal”. vi piace / che adesso subito lo sappiano tali e quali? / che il

canto non porta altro capitale”

42

Nell’ultima cobla si dice che l’unico modo che tutti possano apprezzare gli sforzi del trovatore è che v

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
75 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alicesalamone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Collura Alessio.