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Volturcio confessa
Ora tocca ai galli, agli ambasciatori degli allobrogi
“Quindi, fatti entrare i galli, dissero che sotto giuramento erano state date loro (ai
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galli) delle lettere da Publio Lentulo, Ceteco e Statilio per la popolazione degli
allobrogi, e così da questi e da Lucio Cassio era stato loro ordinato di mandare in Italia
quanto prima la cavalleria (equitatum); mentre d’altra parte non sarebbero mancate
loro (catilinari) truppe a piedi, cioè la fanteri. Inoltre (dissero che), Lentulo aveva
garantito loro (i galli) secondo gli oracoli sibillini e i responsi degli aruspici che egli era
il terzo Cornelio al quale per volere del fato era inevitabile giungesse il potere e
governo di questa città; prima di lui erano stati Cinna e Silla e inoltre (dissero che) il
medesimo Lentulo aveva detto che quest’anno (63) fosse l’anno fatale stabilito dal
destino per la rovina di questa città e di questo impero; quest’anno che è l’anno
decimo dopo l’assunzione delle vergini e il ventesimo dopo l’incendio del Campidoglio ”
Fatum “ciò che è stato stabilito da Dio” - Fatis “oracoli”- Gli oracoli sibillini erano una
raccolta di oracoli raccolti a Roma.
Gli aruspici erano coloro che praticavano l’aruspicina, gli etruschi che praticavano
l’arte della divinazione sulla base delle viscere degli animali, del tempo -> coloro che
prevedevano il futuro
Responsum-> “risposta” -> responso delle urne -> esito
Regnum potere monarchico
imperium potere su questa città
Da dixerunt dipendono gli infiniti
C’era stato lo scontro tra Mario (parte popolare) e Silla (parte dei nobili); uno degli
esponenti più in vista della parte popolare era Cornelio Cinna (un importante
esponente di parte Mariana).
Cornelio Silla (divenne dittatore), attuo una modifica costituzionale, lasciò il potere e
poi morí.
Il 63 è l’anno fatale per due coincidenze: 10 prima (nel 73) c’era stato uno scandalo
relativo a due vergini vestali (sacerdotesse che costudivano il fuoco della dea Vesta)
Fabia e Lucina erano state accusate di rapporti illeciti, ma erano state assolte;
vent’anni prima (83) si era verificato l’incendio del Tempio di Giove capitolina sul
Campidoglio
Vigenti numero ordinale (venti) del cardinale (ventesimo)
“ius iurandum” neutro, “giuramento”
“data” è coordinato con litteras (ultimo nome della serie)
prescritum, altro composto di scriptum
defuturas-> infinito di desum
confirmasse-> “aveva garantito”
regnum “potere monarchico” -> odiata dai romani, era un reato aspirare al regno
imperium “comando”
pervenire “giungere”
interitum, interitus, “morte”
incensio, incensionem
“D’altra parte dissero che vi era stata questa divergenza tra Cetego e gli altri,
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poiché a Publio Cornelio Lentulo e gli altri sembrava opportuno che la strage avvenisse
e la città fosse incendiata nei saturnali (festa celebrata il 17 dicembre), mentre a
Cetego ciò sembrava troppo lontana (la data); per farla breve, quiriti, ordinammo che
venissero prodotte (“portar fuori”) le tavolette cerate che si dicevano scritte da
ciascuno. Per primo mostriamo a Cetego il sigillo; egli lo riconobbe (asinteto). Noi
tagliammo il filo di lino e leggiamo. (lettera per gli allobrogi) C’era scritto con la sua
stessa grafia che egli avrebbe fatto al popolo e al senato degli allobrogi ciò che aveva
garantito ai loro legati e pregava (orava) che parimenti essi facessero ciò che i loro
ambasciatori si erano impegnati a fare.
Allora Cetego, il quale, poco prima aveva risposto qualcosa circa le spade e i pugnali
che erano stati scoperti presso i tribuni e aveva detto che egli era stato sempre
appassionato di armi; una volta letta la lettera, debilitato (indebolito) e abbattuto per
l’evidenza dei fatti, all’improvviso tacque. Statilio fatto entrare riconobbe sia il suo
sigillo sia la sua grafia, vengono lette le tavolette quasi dello stesso contenuto;
confessò. Allora mostrai le tavolette a Lentulo e gli chiese se riconoscesse il suo sigillo.
Annuì, fece segno di sì. “È vero”, gli dico “è veramente noto certamente sigillo, questo
sigillo è l’immagine del tuo antenato, un uomo famosissimo, che amò la patria e i suoi
cittadini, e questa immagine certamente anche muta avrebbe dovuto trattenerti da sì
grande crimine”
Ricorda battaglia di Pidna del 168
La festa dei saturnali prevedeva uno scambio di doni e di condizioni tra servo e
padrone. È l’antenato della festa natalizia (che ne ha conservato tratti).
Debbi –> sfumatura condizionale
Conticuit -> contesco (valore perfettivo di cum)
Ostentare -> verbo intensivo riseptto ad otendo participio + uscite della prima
coniugazione; è sopravvissuto ostentare forse perché era più espressivo
Videretur congiuntivo, “sembrava”
Ac ne longum sit “per non farla lunga”
“litteras dares” “scritte da ciascuna”
“iussimus” “ordinare”
Si spalmavano di cera delle tavolette su cui si scriveva con lo stilo
Ognuno aveva il proprio sigillo con cui firmava, contrassegnava la missiva (lettera)
Confirmo-> “ciò che aveva garantito”
Incito -> “incidere”
I dittonghi sono sempre lunghi
facturum-> participio futuro/esse facturum -> infinito participio futuro
recepissent -> recipio
repente -> avverbio di tempo -> repentino, improvviso
contigui taceo -> “si fermò nel parlare all’improvviso” -> compiersi di un’azione
d’improvviso.
con -> prefisso che ha valore perfettivo
cognovit-> “riconoscere”
revôco (e breve)
“Vengono lette delle lettere indirizzate al senato e al popolo degli allobrogi dello
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stesso contenuto di quelle lette precedentemente. Gli offrii la possibilità, qualora
volesse dire qualcosa su queste cose. Ed egli inizialmente (avverbio di tempo) rifiutò.
D’altra parte, dopo un po’ messa a verbale e letta la deposizione si alzò; chiese ai
Galli, cosa egli avesse a che fare con loro, per quale motivo fossero giunti a casa sua e
parimenti chiese a Volturcio. Si alzò e a sua volta interrogò i Galli ma anche Volturcio.
Essi (gli ambasciatori galli) poiché gli avevano risposto brevemente e con fermezza,
attraverso chi e quante volte fossero andati da lui e poiché gli avevano chiesto se
avesse detto loro qualcosa a proposito degli oracoli sibillini, allora egli fuori di sé per il
crimine intrapreso mostrò quanto grande fosse la forza della evidenza dei fatti
(consapevolezza del crimine compiuto). Infatti, sebbene egli potesse confutarlo,
improvvisamente contro ciò che tutti si attendevano, confessò. Così egli fu
abbandonato non solo da quel suo ingegno e da quella sua abilità oratoria per cui si
era sempre distinto, ma a causa della gravità del crimine svelato e smascherato, (fu
abbandonato) anche dalla sfrontatezza nella quale superava tutti e dalla
sfacciataggine”
Cicerone chiede a Lentulo se volesse dire qualcosa
“edito” - “resa nota” edo, edis, edidi, editum, edere
Cum + possent = valore concessivo
Si susseguono una serie di preposizioni interrogative indirette
I galli non si lasciano intimorire dal controinterrogatorio, si dimostrano informati e
fanno riferimento a fatti di cui anche Lentulo non poteva non avere conoscenza.
Cicerone espone i fatti al popolo, ci indica alcune qualità di Lentulo ma anche degli
aspetti negativi: gli riconosce ingegno e una certa abilità oratoria, entrambe gli
vennero meno perché le prove erano schiaccianti e gli vennero meno anche le
caratteristiche negative, l’impudenza (non si vergogna)
“Volturcio improvvisamente ordina in verità che vengano prodotte (esibite) e
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aperte le lettere che diceva gli erano state consegnate da Lentulo per Catilina. E in
questo frangente Lentulo fortissimamente scosso, tuttavia riconobbe sia il sigillo sia la
sua grafia.
La lettera era tuttavia senza firma ma di questo contenuto “saprai chi io sia da colui
che ho mandato da te. Bada ad essere uomo e pensa a quale punto tu sia giunto. Vedi
che cosa mai tu debba fare e provvedi a procurarti l’aiuto di tutti, anche degli ultimi”.
Quindi fu introdotto Gabinio e mentre all’inizio aveva cominciato a rispondere con
sfrontatezza, alla fine non negò nulla di quelle accuse che gli erano rivolte dai galli ”.
I segni di interpunzione (utili a noi per orientarci) si devono agli editori moderni.
La lettera era di Lentulo per Catilina, lui (Volturcio) era il latore (colui che porta la
lettera)
“E non solo mi sembravano prove e testimonianze certissime del crimine le
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tavolette, i sigilli, le grafie, la confessione di ognuno, ma anche ancora più certe
(prove) mi apparivano questi altri elementi, il pallore (-> indice di colpevolezza), lo
sguardo (indice di ciò che si pensa), il volto e infine il silenzio ”.
Latino, 17/03
“Così, infatti, erano rimasti esterrefatti, così guardavano a terra, così furtivamente
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talvolta si guardavano tra di loro, così che sembrava che essi non già venissero
accusati dagli altri, ma si accusassero essi stessi. O Quiriti, messi a verbale e lette le
deposizioni, consultai il senato circa la salvezza dello stato, chiedendo cosa ad esso
sembrasse opportuno. I principali esponenti del senato pronunciarono dei pareri molto
duri e severi, che il senato seguì senza alcun dissenso. E poiché non è stato ancora
messo per iscritto il senato consulto, o Quiriti, a memoria io vi esporrò ciò che il
senato ha deciso.”
Taciturnitas: us, a, um, aggettivo I classe
Obstupuerant: obstupesco, obstupescis, obstupui, obstupescere, III coniugazione,
connesso etimologicamente con stupidus, a, um, cioè sbalordito
Intuebantur: intueor, intueris, intuitus sum, intueri
Aspiciebant: aspicio, aspicis, aspexi, aspectum, aspicere
Viderentur: costruzione personale di video, vides, vidi, visus, videre
Expositis: Expono, exponis, exposui, expositum, exponere
Consului: consulo, consulis, consului, consultum, consulere
Fieri: Fio, fis, cactus sum, fieri
Secutus: participio perfetto di secor da seco, secas, secui, sectum, secare
Perscriptum: perscribo, perscribis, perscripsi, perscriptum, perscribere
Censuerit: censeo, censes, censui, censum, censere
“Anzitutto vengo ringraziato con parole solenni per il fatto che lo stato sia stato
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