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VIRGILIO

L’esametro è il verso della poesia epica.

Virgilio si colloca nel I secolo a.C., nasce nel 70 a.C. nei pressi di Mantova,

probabilmente ad Andes, villaggio che oggi è identificato con Pietole (lo indichiamo

con il mantovano; il veronese è Catullo; il venosino, oggi Basilicata è Orazio; l’arpinate,

provincia di Frosinone è Cicerone). Era di origine contadina (importante per le

Bucoliche e Georgiche). Su Virgilio abbiamo delle biografie antiche, erano spesso

romanzate.

Si forma a Cremona, a Milano e a Napoli (dove frequenta la scuola filosofica epicurea),

che era una città greca, la cultura greca era presente, altra città importante per la

scuola epicurea era ad Ercolano (nella Villa dei Papiri sono state trovate opere di

Filodemo, di filosofia epicurea). La filosofia è una componente importante nelle opere

di Virgilio, la filosofia epicurea nelle Bucoliche, nell’Eneide la filosofia stoica. La cultura

romana del tempo (I secolo) è abbastanza imbevuta di cultura filosofica: le due

correnti più diffuse a quel tempo erano l’epicureismo e lo stoicismo (Lucrezio scrive un

poema epicureico, Cicerone, neoaccademico, illustra la filosofia ellenistica, sia

epicurea che stoica). Nell’Eneide la componente epicurea è importante per la

caratterizzazione di Enea (protagonista del poema è chiamato ad affrontare avversità

e una componente importante dell’ideologia del poema è la sopportazione stoica delle

avversità. L’etica storica predicava la sopportazione delle avversità, dei mali che

temprano il carattere, non ci si lascia vincere dalle avversità). Importante nella vita di

Virgilio e per capire le sue opere sono le guerre civili (anni 40) furono successivi

all’uccisione di Cesare (15 marzo del 44 a.C.) fino all’affermazione di Ottaviano

Augusto (ci fu la battaglia di Modena e l’assedio di Perugia). Virgilio perde i suoi

poderi, proprietà terriera (assegnati ai veterani di guerra) che riesce a recuperare

all’intercessione di Ottaviano (c’è traccia della guerra civile alla I e IX ecloga – fanno

parte dei dieci componimenti che compongono il Liber Bucolico).

Virgilio esordisce con un’opera perfetta nel genere bucolico (dieci ecloghe) -> cosa

che ha sempre stupito gli studiosi.

Importantissimo per la vita e produzione letteraria di Virgilio fu il rapporto con

Mecenate (rimase sempre un privato cittadino, era un eques, cavaliere, non coprì

incarichi ufficiali però curò il rapporto di Augusto con i letterati cercando di coinvolgerli

a sostegno del principato augusteo e della sua politica) e Ottaviano Augusto.

Quest’opera è anche un’opera di propaganda politica molto fine. Infatti, la letteratura

(Orazio e Virgilio) di questo periodo sono opere espressione dell’ideologia augustea ma

non si possono ridurre a propaganda augustea.

L’Eneide è una delle fonti dell’opera dantesca, ha ispirato il viaggio.

È l’unico autore antico di cui abbiamo manoscritti del V-VI secolo, tardo-antichi, prima

dell’alto Medioevo; di solito, gli autori latini sono attestati in manoscritti del IX e X

secolo (con Carlo Magno). Per Virgilio abbiamo codici preziosissimi del IV secolo come

il famoso Codice Mediceo perché conservato presso la biblioteca Mediceo Laurenziana

di Firenze, abbiamo codici Vaticani perché conservati nella Biblioteca Vaticana (detti “i

magnifici 7”) oltre a centinaia di codici medievali.

Dall’antichità ci è giunto un commento in latino tardoantico di un grammatico (un

dotto) Servio a tutte e tre le sue opere. È un commento antico e spiega riferimenti,

indica paralleli, indica modelli di Virgilio andati perduti (conosciamo frammenti di

Ennio grazie a lui), spiega usi e costumi.

Abbiamo anche altri commenti (corpora scoliastici -> “scolia” ossia i commenti antichi

o medievali ai classici greci e latini; “scolio” è l’annotazione che si può trovare o nel

margine o nell’interlinea tra un verso e l’altro). Uno dei compiti degli studiosi oggi è

pubblicare questi corpora, commenti antichi e medievali perché sono importanti e

fonte di informazione).

OPERE

Le opere di Virgilio sono 3, probabilmente avrà scritto qualcosa prima delle Bucoliche,

ma ne ha impedito la pubblicazione per il culto della perfezione formale: componeva

poco al giorno ma curava moltissimo i suoi versi.

Le BUCOLICHE rientrano nel genere pastorale in cui si ispira a Teocrito, greco e

principale autore di questo genere. Significa “canto di pastore”, i pastori di Virgilio

sono idealizzati, gli argomenti principali sono il canto e l’amore, ma entrano anche

argomenti della realtà storica contemporanea.

Le ecloghe sono scritte in esametri e sono pubblicati nel 39. Con quest’opera vuole

essere il Teocrito romano. Tutta l’opera poetica di Virgilio ha questo scopo: dare ai

romani le opere classiche che possano stare alla pari con i modelli greci e sostituirli in

ambito latino.

Le GEORGICHE sono state scritte dal 39 al 29, un poema didascalico in quattro libri,

che vuole insegnare e trasmettere insegnamenti sulle tecniche di coltivazione dei

campi (nei primi due libri), di allevamento del bestiame di grossa taglia (III libro) e di

allevamento delle api, considerate sapienti (IV libro).

Si ispira all’auctor greco del genere didascalico, Esiodo. Ha anche altri modelli di età

ellenistica ma vuole essere l’Esiodo romano. Ci sono elogi importanti ad Augusto: un

riferimento ad Ottaviano presentato come Dio si trova nella I ecloga perché grazie ad

Ottaviano aveva recuperato il suo podere; gli elogi più chiari è il proemio del III libro

delle Georgiche di Mecenate e Augusto.

Le Georgiche sono importanti anche per il concetto della fatica a cui l’umanità è

condannata, è considerato superiore all’Eneide. Le Georgiche furono completate,

mentre l’Eneide no, quindi va tenuto presente.

La storia è importante nelle Georgiche: nel finale del I libro si parla dei prodìgi che

accompagnarono l’uccisione di Cesare (riferimento guerre civili che riempiono i campi

di sangue -> riferimento alla battaglia di Filippi dove Marco Antonio e Ottaviano

affrontarono i cesaricidi, uccisori di Cesare).

Dal 29 fino al 19 (anno della morte) scrive l’ENEIDE, dedica gli ultimi anni della sua

vita a quest’opera. L’opera è completa, però non è stata rivista dall’autore (ca 55 versi

sono incompleti, abbiamo il primo emistichio ma non il resto dell’esametro).

L’Eneide è un poema epico (che assieme alla tragedia sono opere di più alto livello) di

argomento mitologico. È un poema epico di argomento mitologico; prima di

Virgilio la letteratura latina aveva prodotto poemi epici sempre dello stesso genere ma

di argomento storico (Annales di Ennio).

SCOPO - Come ci dice già Servio (dotto commentatore) era duplice: lodare Augusto ed

imitare Omero, vuole essere il classico per eccellenza di Roma come lo erano i due

poemi omerici nella letteratura greca, da cui tutta la letteratura greca aveva avuto

origine.

COMPOSIZIONE - Il poema è costituito da 12 libri. I numeri erano importanti per gli

antichi, andavano oltre l’aspetto matematico: 12 è la metà dei libri dell’Iliade e

dell’Odissea. È in 12 libri il poema ed è diviso in due metà uguali, si parla di prima

esade (1-6) e seconda esade (7-12).

Il poema parla della leggenda del mito di Enea che era un troiano, costretto a lasciare

la città di Troia nel momento in cui viene data alle fiamme, espugnata dopo la

decennale guerra di Troia tramite l’espediente del cavallo di legno. La città che non era

stata espugnata, vinta dai greci in guerra per dieci anni, viene espugnata tramite

questo sotterfugio; quindi, i troiani credono che i greci siano partiti ma dal cavallo

escono Ulisse e i suoi compagni e saccheggiano e distruggono Troia.

Enea con il padre Anchise, il figlio Iulio Ascanio e la moglie Creosa fuggono in mare alla

ricerca di una nuova terra dove fondare una nuova città -> inizia il lungo viaggio di

Enea nel Mediterraneo alla ricerca di una nuova patria, ecco perché è anche un POEMA

DI FONDAZIONE (di una nuova città, civiltà).

Creosa morirà per due motivi: dal punto di vista narratologico, altrimenti non ci

sarebbe stata nel IV libro e perché il fato vuole che nel Lazio (destinazione) Enea

debba sposare Lavinia, figlia del re latino, della popolazione indigena -> è importante

perché deve rappresentare l’unione dell’elemento italico e troiano. Secondo

l’ideologia romana la forza di Roma si alimentava del contributo dei popoli

italici. Virgilio era nato nella Gallia Cisalpina non a Roma, quindi insiste molto sul fatto

che tutti i popoli italici contribuiscono alla nascita e alla potenza di Roma. Per mano di

Lavinia scoppia la guerra nel Lazio perché una prefazione diceva che dovesse andare

in sposa ad uno straniero, ma Giunone è ostile a Troia perché Paride aveva preferito

Afrodite per avere Elena.

La vicenda dell’amore con Didone ha un significato legato alla: quando si

disperdono, vengono accolti da Didone a Cartagine, poi su intervento della madre di

Enea, Venere, Didone si innamora di Enea. Enea è richiamato da Giove, padre degli

déi, alla sua missione, cioè, dare una nuova terra agli esuli troiani. Enea avverte il

richiamo al dovere e allora Didone tradita, abbandonata, si suicida per amore e

maledice Enea e la sua stirpe. In questo Virgilio vede l’origine della eterna inimicizia

tra romani e cartaginesi. Didone fondò Cartagine -> prefigurazione guerre

puniche, infatti Didone morendo dirà “sorgerà un altro che mi vendicherà”, ossia

Annibale)

TEMI

La prima esade è odisseica, ha come tema il viaggio (da Troia al Lazio) come

nell’Odissea e si snoda per sei libri. La seconda esade ha come tema (un altro tema

tipico dell’epica) la guerra ed è la parte iliadica. Si ispira all’Iliade, che è il poema

della guerra, anche se il significato del poema è una riflessione sul dolore umano.

1. Virgilio non racconta il viaggio dall’inizio alla fine, ma si apre con il naufragio

che Giunone (la quale perseguita i troiani) provoca rivolgendosi a Eolo, dio dei

venti che ha sede nelle Isole Eolie (nord Sicilia) per suscitare una tempesta

contro i Troiani. La flotta romana fa naufragio e vengono sbattuti sulla costa

africana, dove vengono accolti da Didone, la quale offre loro ospitalità ai

profughi (significato concettuale, i troiani sono esuli e ricevono ospitalità dalla

regin

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
48 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luisina_cora di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua e letteratura latina I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Lanzarone Nicola.