Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La regola Contrada e i fratelli minori
Contrada ma i fratelli minori non possono beneficiare della regola Contrada perché non è diritto consolidato e il sistema delle fonti impedisce di estendere la regola Contrada. Però, analizzando criticamente la conclusione, si potrebbe dire che questa soluzione offerta dai giudici è che sussiste un problema strutturale. Si potrebbe obiettare il fatto che la regola Contrada investe un profilo strutturale circa l'applicazione del concorso esterno in mafia a prescindere dal fatto che è pronunciata dalla Grande Camera o che sia una sentenza pilota. Il problema si fa più spinoso perché la Sezioni Unite non si fermano al profilo del diritto consolidato ma vanno avanti sulla prevedibilità e dicono che nel caso contra dall'articolo 7 è stato declinato sia in chiave oggettiva che soggettiva e allora se è prevedibilità soggettiva è difficile stenderla ai fratelli minori. Però di nuovo questa soluzione
è poco convincente perché se si fosse considerata la prevedibilità in chiave soggettiva forse la condanna non sarebbe intervenuta perché proprio Contrada per la sua esperienza in quel ramo avrebbe potuto prevedere e invece il riconoscimento del 7 si fonda su un’analisi della base legale che considera diritto e giurisprudenza in prospettiva oggettivo e questo fa cadere il castello della pronuncia della Sezioni Unite. Una conclusione non troppo in linea con la lettura che la dottrina offre di questa soluzione che rappresenta un apporto importante dal punto di vista nomofilattico ma non definitivo perché il caso non è chiuso. Vincendo Inzerillo ha subito una condanna per fatti antecedenti e ricorre nuovamente alla Corte di Strasburgo. Siccome per le particolarità del caso era nei termini per presentare ricorso, bypassando la richiesta di tutela alle autorità nazionali come applicazione erga omnes della regola Contrada torna dai giudici di Strasburgo.
è quello della tipicità. La tipicità è un principio fondamentale del diritto penale che stabilisce che un comportamento può essere considerato reato solo se è espressamente previsto e descritto come tale dalla legge. Questo significa che ogni reato deve essere definito in modo chiaro e preciso, in modo da garantire la certezza del diritto e la tutela dei diritti dell'imputato. Tuttavia, questa concezione formale del reato può generare alcuni problemi interpretativi. Ad esempio, può essere difficile applicare la legge a situazioni nuove o complesse che non rientrano esattamente nella descrizione dei reati previsti dalla legge. Inoltre, può essere difficile stabilire se determinati comportamenti rientrano o meno nella definizione di un reato, soprattutto quando si tratta di reati che implicano elementi soggettivi come l'intenzionalità o la colpa. Inoltre, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sottolineato che l'interpretazione restrittiva del diritto penale può limitare eccessivamente la tutela dei diritti fondamentali degli imputati. La Corte ha stabilito che gli Stati hanno un margine di discrezionalità nell'interpretazione e nell'applicazione del diritto penale, ma devono garantire che questa discrezionalità non porti a una violazione dei diritti umani. In conclusione, è importante trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la certezza del diritto e la tutela dei diritti fondamentali degli imputati. L'interpretazione del diritto penale deve essere flessibile e adattabile alle nuove sfide e alle nuove situazioni, senza compromettere la tutela dei diritti umani.è un critico formale: i reati, cioè l’illecito penale, è ogni norma, ogni comportamento disciplinato da una sanzione ricompresa tra le sanzioni che il Codice penale specificamente individua come sanzioni penali cioè l’ergastolo, la reclusione e la multa per i delitti, l’arresto e l’ammenda per le contravvenzioni. Vuol dire che il nostro legislatore ha eletto a testata d’angolo un principio di identificazione formale. Questo vale a distinguere la sanzione e l’illecito penale da quelli extra penale anche quando possono avere omologo contenuto. La sanzione penale può avere tanto un contenuto detentivo ma può avere anche un contenuto pecuniario, esistono anche sanzioni penali pecuniarie ma la sanzione pecuniaria è disciplinata anche ed è applicata anche dal diritto amministrativo. Che differenza c’è tra sanzione pecuniaria del diritto amministrativo e la sanzione pecuniaria penale? solo la
Partendo dal principio formale possiamo dire che se è vero che reato è ogni comportamento che il legislatore definisce tale, è vero anche in conclusione che i criteri del principio di legalità si applicano solo agli illeciti penali, le garanzie tipiche del diritto penale si applicano solo di fronte a condotte di reato. La CEDU ancora una volta rovescia questa impostazione e afferma una angolatura prospettiva differente, dice che non interessa la nomenclatura o come ogni singolo ordinamento ha qualificato un certo illecito, ma si deve andare in una direzione diversa, deve andare oltre le apparenze, deve cavalcare le etichette formali.
E andare al cuore per vedere se un certo illecito ha dei connotati, dei contrassegni tipicamente afflittivi e quindi deve rientrare nell'ombrello garantiscono del principio di legalità. In una sentenza contro i Paesi Bassi dice la Corte non le interessa che l'ordinamento militare considerasse una certa sanzione per una certa condotta militare reprimendola con una sanzione disciplinare anche se poi il militare doveva restare privato della sua libertà di movimento per giorni. Per la Corte questa non è una sanzione disciplinare, nella sua prospettiva di inquadramento, la considera una sanzione penale e allora si devono applicare tutte le garanzie che discendono dall'articolo 7. Con la nozione autonoma di materia penale estende le garanzie penali oltre le etichette. Questa serve alla Corte per armonizzare la sua concezione del nullum crimen ai 47 Paesi. Ogni ordinamento è costruito su classificazioni diverse e invece la Corte, con le sue nozioni autonome,
cerca di dareun'applicazione quanto più uniforme possibile ai principi di garanzia che discendono dal nullum crimen e mette da parte le classificazioni dei singoli Paesi. Ad esempio, nel nostro Codice si identifica come perimetro tipizzato del diritto penale solo quel campo in cui il legislatore ha usato le pene tipiche e i principi penalistici si applicano solo là. Nel nostro ordinamento da sempre si dice che queste garanzie si applicano, in particolare quello di irretroattività, in diritto penale ma solo in tema di diritto penale sostanziale, già per le norme processuali si applica un altro regime, cioè quello per cui si fa applicazione della legge vigente al momento dell'applicazione della norma al caso (tempus regit actum) perché nella concezione originaria che ha ispirato questa scelta, l'ordinamento processuale era visto come uno strumento tecnico assimilabile ad un microscopio, se nel tempo si era sviluppato un microscopio.miglioreandava applicato quello. Così pire altra partizione cara al Codice Rocco eraritenere l'applicazione dei diritti fondamentali in materia penale confinata solo alle norme di diritto penale sostanziale e non a quelle che disciplinano l'esecuzione della pena.*Esecuzione della pena -> il giudice ha deciso che il soggetto posto a giudizio è colpevole per il fatto per cui è tratto in giudizio e si esaurisci qui la fase di cognizione (con la condanna) e si pare la fase dell'esecuzione della pena, cioè dell'espiazione della pena che per il Codice del 1930 era amministrativa, era affidato all'amministrazione penitenziaria. Però quella fase dell'esecuzione è estremamente importante, pensiamo alla possibilità di riconoscere al soggetto condannato dei benefici che sono sempre state considerate esecuzione penale e quindi sono sempre state sottratte alle garanzie tipiche del diritto penale e soprattutto dal principio.
Di irretroattività, si è sempre detto fino a e due anni fa che sono misure amministrative, se il legislatore cambia idea anche dopo il fatto si applicherà la legge vigente al momento di esecuzione di quella misura. Pensiamo ad un soggetto che ha commesso un reato sotto la vigenza di una determinata norma, con regime dell'esecuzione che permetteva di garantire il beneficio e dopo il legislatore dice che dopo la commissione del fatto, per taluni reati non si può più ottenere l'affidamento in prova o la sospensione dell'ordine di esecuzione sopra ai 2 anni. La domanda che si è posta la Corte EDU è se fosse corretto qualificare come misure extra-penali le misure alternative, se fosse corretto lasciare fuori dall'ambito di applicazione dei principi tipicamente penalistici queste norme che hanno un'incidenza così importante sulla persona. Facciamo un passo prima e ci torniamo facendo un giro più largo.