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LEASING

Gli investimenti di medio-lungo periodo possono comportare l’impiego di mezzi finanziari propri o di

terzi. È all’interno di questo secondo caso che è possibile distinguere soluzioni di finanziamento

alternative: quella del mutuo e quella del leasing finanziario.

Leasing finanziario

È un contratto di finanziamento atipico finalizzato all’acquisto di beni.

La società di leasing (locatore) si impegna a comprare (o fare costruire appositamente) un dato

bene indicato dal locatario e strumentale alla sua gestione, consegnandoglielo in locazione a

fronte del pagamento di canoni periodici e di un prezzo di riscatto finale (nell'eventualità in cui esso

voglia acquistare la proprietà).

Trattandosi di un’operazione di finanziamento, è evidente come i canoni rappresentino, da un lato,

il rimborso del capitale prestato e, dall’altro, la remunerazione del capitale preso a prestito.

La principale garanzia offerta alla società di leasing è la proprietà del bene acquistato, che rimane

suo fino al momento (eventuale) in cui l’utilizzatore opterà per il riscatto del bene. È possibile

anche che la società di leasing chieda ulteriori garanzie. Queste possono essere sia di tipo

personale, come il rilascio di fideiussioni, sia di tipo reale, come l’ipoteca su immobili.

La durata varia tipicamente tra i 24 mesi e i 20 anni (normativa fiscale), può anche coincidere con

la vita economica del bene. Essa è solitamente definita in modo da sfruttare la deducibilità fiscale

dei canoni.

Ha tipicamente natura trilaterale. La società di leasing ha rapporti sia con il fornitore che con

l’utilizzatore.

La società di leasing è esposta al rischio di credito perché l’utilizzatore potrebbe anche non pagare

i canoni. E questo porterebbe la società di leasing ad aver sostenuto un costo per l’acquisto del

bene dal fornitore e a non incassare i canoni periodici dall’utilizzatore. Tale rischio viene

contemperato da due elementi: la proprietà del bene e il riconoscimento di un maxi-canone iniziale.

Il rischio di bene, invece, è a carico dell’utilizzatore, spetta quindi a quest’ultimo sostenere i costi

legati alla manutenzione del bene e all’assicurazione, nonostante sia di proprietà della società di

leasing. È esposto anche al rischio variazione dei tassi.

È possibile individuare almeno 2 fasi:

1. Fase dei canoni: al cui interno possiamo individuare fase iniziale (maxi-canone iniziale),

intermedia e finale. Nella realtà può capitare che i canoni siano uguali per tutto il periodo e

quindi abbiamo un’unica fase dei canoni, può succedere però anche che all’inizio si chieda una

maxi-rata iniziale e quindi abbiamo una fase iniziale con un canone più alto, oppure si potrebbe

avere anche una fase finale diversa dove si hanno dei canoni leggermente più alti o dei canoni

crescenti durante il periodo. Generalmente a parte la maxi-rata iniziale i canoni sono uguali per

tutto il periodo di tempo fino alla fase del riscatto. I canoni dovrebbero essere ripagati dalla

produttività di quel bene che si sta utilizzando.

2. Fase del riscatto: nella quale si individua il prezzo di riscatto, che di solito va dall’1% al 20%

In genere nel LF è prevista la fase del riscatto perché l'obiettivo finale di questo contratto è

quello che l’utilizzatore dopo aver utilizzato il bene per un certo periodo di tempo divenga il

proprietario di quel determinato bene. In genere ampiamente inferiore al valore di mercato del

bene, poiché è già stato pagato con i canoni.

Il canone ha al suo interno tutto quello che deriva dai costi legati al leasing (interessi impliciti nei

canoni, spese varie, gli oneri di manutenzione e gestione del bene, valore di riscatto finale) a

differenza del mutuo.

IVA nel mutuo non viene finanziata e pertanto viene pagata in un’unica soluzione da parte

dell’acquirente del bene e solo il bene verrà finanziato con mutuo. Nel caso di leasing l’IVA fa parte

del prezzo del bene e viene dunque finanziata e viene ripagata nei canoni.

Leasing operativo

Non è finalizzato all’acquisto di un bene, non si configura quindi come operazione di finanziamento

e non risulta pertanto alternativa né al mutuo né ad altre soluzioni per l’acquisto della proprietà di

beni.

È un contratto atipico mediante il quale il locatore contro pagamento di un canone periodico

concede in locazione all’utilizzatore, senza che questo ne divenga proprietario, beni strumentali

aventi caratteristiche standardizzate unitamente a una serie di servizi collaterali di manutenzione e

assistenza a fronte del pagamento di canoni periodici.

La prima differenza è che nel leasing finanziario i beni molte volte non sono standardizzati, ma

altamente personalizzati e costruiti appositamente per il costruttore.

La durata è in genere compresa tra i 12 e i 36 mesi (quindi più breve rispetto al leasing finanziario)

ed è inferiore alla vita economica del bene.

I canoni remunerano l’uso del bene (non l’acquisto).

Il contratto ha in genere struttura bilaterale. Questo succede quando il produttore coincide con il

fornitore. La controparte è sempre l’utilizzatore finale del bene. È solo eventuale la presenza di una

terza parte nel contratto, che può essere un intermediario finanziario o non finanziario che acquista

il bene del produttore.

Rischio bene a carico della società di leasing perché rimane proprietario dall'inizio alla fine del

contratto

Il LO rappresenta un importante supporto finanziario per i produttori che possono offrire un

prodotto di noleggio ai clienti senza dover impegnare ingenti risorse finanziarie.

Al termine del contratto l’utilizzatore può scegliere tra varie alternative:

- restituire il bene, e quindi darlo indietro e smettere il contratto.

- chiedere la sostituzione del bene con uno dotato di una tecnologia più avanzata e quindi

cambiare il bene ed iniziare a pagare i canoni.

- estendere il contratto e continuare ad utilizzare il bene dietro il pagamento dei canoni,

generalmente più bassi.

Manca la facoltà di riscatto del bene. Eventualmente il prezzo di riscatto è in linea con il valore di

mercato del bene.

Nel LO l'obiettivo è solo quello di utilizzare il bene; quindi, è un po’ come un noleggio a lungo

termine.

INTRODUZIONE AI MERCATI FINANZIARI

Il mercato finanziario è un luogo nel quale vengono scambiati contratti finanziari (anche non

standardizzati) tra soggetti in surplus e soggetti in deficit.

Funzione dei mercati:

- Trasferimento delle risorse e dei rischi. Efficienza allocativo-funzionale.

- Formazione dei prezzi e informazione su strumenti e operatori finanziari. Efficienza informativa.

- Permette di andare a semplificare gli scambi, rendendo più agevole l’incontro, aumentando la

liquidità dello strumento finanziario e cercando di andare a ridurre i costi di transazione.

Efficienza tecnico-operativa.

In relazione alla capacità del sistema dei prezzi di sintetizzare le informazioni, l’efficienza

informativa può essere (Fama, 1970):

1. efficienza debole: i prezzi incorporano soltanto informazioni di tipo storico. Se esistono soggetti

che detengono ulteriori informazioni non storiche, riescono a trarre un beneficio dallo scambio

dello strumento finanziario.

2. efficienza semi-forte: i prezzi sintetizzano tutte le informazioni pubbliche.

3. efficienza forte: i prezzi sono il risultato di tutte le informazioni disponibili. Hanno informazioni

storiche, pubbliche ma anche informazioni private.

In condizioni di efficienza forte tende in sostanza a verificarsi il cosiddetto “paradosso

dell’informazione”. Infatti, quando i prezzi riflettono tutta l’informazione possibile viene meno

l’interesse a raccogliere ed elaborare informazioni perché nessuno potrà trarre profitto da esse

e battere il mercato. Ma se nessuno si procura più informazioni, i prezzi tenderanno a seguire

un andamento casuale legato all’autonomo afflusso di informazioni al mercato. Per il

paradosso dell’informazione, i mercati tendono ad essere tanto più efficienti sul piano

informativo quanto più si crede che non lo siano.

I nostri mercati hanno efficienza semi-forte, perché non tengono in considerazione solo

informazioni storiche, ma anche informazioni pubbliche. Non si parla però di efficienza forte perché

non si conoscono le informazioni private, ovvero quelle non rilasciate alla stampa.

L’efficienza tecnico-operativa poggia tipicamente sui seguenti parametri:

1. Ampiezza: presenza nel mercato di ordini di acquisto e vendita di importi elevati in

corrispondenza dei diversi possibili livelli di prezzo;

2. Spessore: presenza nel mercato di numerosi ordini sia di acquisto sia di vendita a prezzi tra

loro vicini. Questi livelli di prezzo sono molto vicini tra di loro e fanno sembrare il prezzo un

prezzo continuo.

3. Immediatezza: tempo necessario per realizzare le transazioni;

4. Elasticità: capacità del prezzo di riflettere variazioni infinitesime delle quantità domandate e

offerte.

Sono influenzati dal grado di efficienza informativa del mercato.

Criteri di classificazione dei mercati finanziari:

1. Natura degli strumenti negoziati

 Mercati creditizi: è un mercato nel quale si ha la contrattazione di strumenti finanziari privi

del requisito di trasferibilità e di negoziabilità e degli strumenti finanziari personalizzati (es.,

mutuo). Il mercato creditizio non gode di liquidità intrinseca.

 Mercati mobiliari: si scambiano strumenti finanziari trasferibili e negoziabili. Strumenti

finanziari standardizzati (es., azioni, obbligazioni).

2. Funzione svolta dai mercati

 Mercati primari: Insieme delle negoziazioni che hanno per oggetto titoli di nuova emissione.

Hanno una funzione di finanziamento (tre modalità di emissione di nuovi titoli)*. Fornisce un

importante segnale informativo al mercato circa il loro valore.

 Mercati secondari: Insieme delle negoziazioni che hanno per oggetto titoli già in

circolazione. Svolgono una funzione di liquidità.

3. Scadenza degli strumenti negoziati

 Mercato monetario: vengono scambiati strumenti finanziari a breve termine (es., mercato

dei BOT). Gli strumenti finanziari scambiati in questo mercato appartengono alla categoria

degli strumenti di debito, sono altamente liquidi e fungibili. Il rischio di insolvenza di chi li

emette è molto basso e le loro negoziazioni si realizzano per importi unitari molto elevati.

 Mercato dei capitali: vengono scambiati strumenti finanziari a medio lungo termine (es.,

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca_211002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Cuccinelli Doriana.
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