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SCHELETRICO:
si inserisce nelle ossa attraverso i tendini (porzione più chiara nei disegni) che sono
formati da tessuto connettivo propriamente detto e riveste esternamente anche il
muscolo e viene chiamato epimisio. Forma anche dei prolungamenti che si portano
verso l’interno del muscolo detto perinisio il quale separa l’intero muscolo in strutture
più piccole dette fasci muscolari. I vari fasci vengono suddivisi da altro tessuto
connettivo detto endomisio nelle singole cellule muscolari.
Cellule muscolari:
- polinucleate, perché si forma per fusione di più mioblasti che sono polinucleati
- presenza molti mitocondri per via dell’intensa attività metabolica e richiesta
energetica
- presenza di (palline rosse) miofibrilla responsabile della striatura
- ha un aspetto schiacciato ai lati, gonfio al centro e allungata
cellula a satellite: sono presenti associate alla cellula muscolare e che entrano in
divisione quando creiamo un danno alla cellula muscolare senno non si dividono.
Come sono organizzate le miofibrille nella fibra muscolare?
È costituita da strutture proteiche dette filamenti spessi (formati da miosina) o sottili
(formati da actina). L’actina e la miosina sono distribuite secondo uno schema preciso:
(miosina – actina – miosina) ai lati filamenti sottili e al centro filamento spesso, questa
distribuzione da origine al sarcomero, cioè l’unità anatomofunzionale della fibra
muscolare scheletrica dove si verifica la contrazione. Ne sono presenti diversi lungo
tutta la lunghezza della fibra e sono identificati dalla presenza di due linee Z.
All’interno del sarcomero si identificano bande chiare e bande scure che differiscono
dalla presenza solo del filamento sottile (chiare, banda I) e dalla presenza del
filamento sottile e spesso nelle bande scure dette bande A.
Oltre ai filamenti spessi e sottili sono presenti delle proteine accessorie o ancillari che
tengono insieme la miosina e l’actina.
Come avviene la contrazione del muscolo scheletrico?
Quando il muscolo è rilassato, nel sarcomero il filamento di actina e miosina non
interagiscono tra loro ma sono separati perché che l’actina è coperto/mascherato dalla
tropolina e tropomiosina quindi non può interagire co la miosina del filamento spesso.
La contrazione ha inizio quando vengono rilasciati ioni calcio dal reticolo
sarcoplasmatico, il quale si lega alla subunità C della tropolina e cambia
conformazione, il legame tra calcio e tropolina fa in modo che la tropomiosina si
sposta e libera il sito attivo dell’actina che si legherà alla testa della miosina. I due
filamenti interagiscono e scorrono l’uno sull’altro dando origine alla contrazione. La
contrazione è calcio e ATP dipendente.
Ciò comporta un notevole dispendio energetico: la testa della miosina lega una
molecola di ATP che è importante in quanto la sua fosforilazione rende possibile il
cambiamento di posizione della testa della miosina che passa ad un’angolazione di
90° e rende più facile agganciare il sito di attivo dell’actina e quindi favorisce la
contrazione.
Il rilascio di ione calcio avviene dal reticolo sarcoplasmatico il quale avvolge ogni
miofibrilla. La cellula muscolare presenta il tubulo T o tubulo trasverso, cioè un
invaginazione della membrana plasmatica e ha il compito di far in modo che lo stimolo
nervoso (potenziale d’azione) passi e arrivi in maniera più efficiente al reticolo
sarcoplasmatico così che venga rilasciato più velocemente lo ione calcio.
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Giunzione neuromuscolare: struttura anatomica che collega un elemento muscolare a
un elemento nervoso, cioè il neurone. Il neurone presenta un assone con delle
vescicole le quali contengono dei neurotrasmettitori. A seguito del segnale nervoso il
neurone rilascia un mediatore chimico chiamato acetilcolina nello spazio sinaptico,
cioè lo spazio tra la fibra muscolare e la cellula nervosa. L’acetilcolina si lega a delle
proteine canali ligando dipendenti presenti sulla membrana della cellula muscolare
così il potenziale d’azione può passare nel tubulo T e far attivare tutti i meccanismi
sopra indicati. L’acetilcolina viene poi degradata da specifici enzimi cosi non vien più
riconosciuta e si interrompe la contrazione.
CARDIACO: presente solo nel muscolo cardiaco
striato in quanto presenta l’organizzazione a sarcomero
o è involontario: regolato dal SNA che agisce sulla frequenza della
o contrazione cardiaca
cellule mononucleate con nucleo al centro
o
si diversifica dalle altre tipologie di cellule muscolari per la presenza di dischi
intercalari ovvero delle zone di contatto e di adesione tra più cellule cardiache sia dal
punto di vista strutturale che funzionale. Sono infatti unite strutturalmente da proteine
dette desmosomi mentre funzionalmente dalle gap junctionil le quali permettono il
passaggio di ioni da una cellula all’altra. Le cellule del miocardio sono chiamate
cardiomiociti.
LISCIO: presente nella maggior parte degli organi interni
liscio
o è involontario
o cellule mononucleate e il nucleo è centrale
o
anche qui sono presenti i filamenti spessi e sottili ma a differenza degli altri tessuti
muscolari in questo caso non sono organizzati in sarcomeri, per questo il tessuto è
liscio, ma sono organizzati a formare una struttura a rete nel citoplasma tenute
insieme da dei corpi densi proteici. Durante la contrazione la struttura a rete si stringe
e viene a diventare una struttura globulare.
Anche in questo tessuto la contrazione delle fibre muscolari è un processo calcio
dipendente: il calcio viene rilasciato dal reticolo sarcoplasmatico o può entrare dallo
spazio extracellulare attraverso delle proteine canali presenti nella membrana delle
cellule muscolari lisce. Il calcio una volta entrato nella cellula si lega alla calmodulina e
fa cambiare conformazione alla miosina: inizialmente infatti la testa della miosina ha
un aspetto globulare e non riesce a legarsi all’actina. Il calcio permette l’idrolisi
dell’ATP che avviene sulla miosina la quale subisce una fosforilazione così da cambiare
conformazione della testa e riuscire ad interagire con l’actina. Per controllare la
contrazione del sistema muscolare liscio si regola la miosina a differenza di quello
scheletrico dove è necessario regolare l’actina
Il muscolo liscio viene suddiviso in:
- muscolo liscio multi-unitario
- muscolo liscio unitario
TESSUTO NERVOSO: forma il sistema nervoso che si suddivide in:
- sistema nervoso centrale (SNC): che comprende l’encefalo e il midollo spinale
- sistema nervoso periferico (SNP): comprende i nervi
il SN lavora grazie a stimoli/segnali in entrata e in uscita i quali vengono raccolti dai
recettori suddivisi in:
- esterocettori: raccolgono stimoli dall’ambiente
- esternori: raccolgono stimoli dall’interno del nostro corpo
-
L’unità funzionale del SN è il neurone che ha il compito di trasmettere l’impulso
nervoso a tutti gli organi del sistema nervoso. Sono presenti anche cellule gliali le
quali hanno la funzione di dare supporto ai neuroni e farli funzionare correttamente.
Il neurone è composto da:
- dendriti: sono dei prolungamenti di numero variabile con la funzione di
raccogliere segnali dall’ambiente esterno o da altri neuroni
- corpo cellulare (o soma): parte centrale dove sono presenti il nucleo ed altri
organuli, presenta una terminazione che va a restringersi prima dell’ inizio dell’
assone ed è detta collo d’emergenza
- assone: è un prolungamento che ha la funzione di condurre il segnale nervoso
verso la terminazione sinaptica
- terminazione sinaptica: parte terminale dell’assone ed è il luogo dove passa il
segnale nervoso ad un altro neurone. È coinvolta nella formazione delle sinapsi
I neuroni possono essere differenti morfologicamente:
- neurone anassonico: sono presenti solamente nel SNC e vengono chiamati così
perché l’assone non è distinguibile dai dendriti
- neurone bipolare: presenta due assoni che partono dal soma che si trova in
posizione centrale
- neurone unipolare: il soma è laterale all’assone
-
Esistono altri neuroni chiamati neuroni mielinizzati in quanto presentano una guaina
mielinica che va a rivestire l’assone con il compito di proteggerlo ed isolarlo così che il
segnale passi in maniera più efficiente e più velocemente. La guaina non riveste
l’intera lunghezza dell’assone in modo continuo ma sono presenti delle
strozzature/interruzioni detti nodi di ranvier. In questo modo il segnale salta da un
nodo all’altro e passa più velocemente. Lungo l’assone sono anche presenti delle
cellule di schwann, cioè delle cellule gliali che formano la guaina mielinica
avvolgendosi attorno agli assoni numerose volte; gli strati più interni sono composti
principalmente da mielina, appunto, che forma la membrana cellulare di queste
cellule, mentre il citoplasma e il nucleo stanno negli strati più esterni e formano il
neurilemma.
21/03/2023
Come avviene trasferimento segnale da un neurone all’altro:
i segnali si trasmettono tramite le sinapsi, cioè le strutture anatomiche che
permettono il passaggio del segnale e sono di due tipi:
- Elettriche: sono più rapide e non hanno mediatore
- Chimiche: sono più abbondanti e la trasmissione è garantita dalla presenza di
un mediatore chimico
SINAPSI ELETTRICA:
si stabiliscono in corrispondenza dei terminali sinaptici cioè nella parte terminale
dell’assone che stabilisce dei contatti con la membrana dell’altro neurone tramite le
gap junction, proteine trans membrana col compito di permettere passaggio ioni da un
neurone all’altro che modifica potenziale di membrana che diventa potenziale
d’azione.
SINAPSI CHIMICA:
lavora grazie alla presenza di un mediatore chimico che si trova all’interno di vescicole
sinaptiche (assenti nell’elettrica). Quando lungo l’assone il segnale nervoso viaggia e
arriva alla parte terminale determina l’apertura di proteine canali calcio dipendenti che
permettono l’ingresso di ioni calcio dall’ambiente extra all’intracellulare che determina
lo spostamento delle vescicole lungo i microtuboli e arrivano alla membrana del
neurone con la quale si fondono e per esocitosi liberano il neurotrasmettitore nella
fessura sinaprica o spazio sinaptico. Le due membrane dei neuroni non sono attaccate
fisicamente ma separate da questo spazio sinaptico e presentano proteine trans
membrana che hanno un sito di legame per il neurotrasmettitore. Una volta che le
proteine si legano al neurotrasmettit