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FATTORI PREDISPONENTI ASSOCIATI ALLE MALATTIE INFETTIVE
Individuali:
- Genetici
- Età, sesso
- Altre malattie e trattamenti medici
Sociali:
- Lavoro
- Stile di vita
- Abitazione
- Educazione
- Patologie sociali
- Povertà
Ambientali:
- Inadeguata igiene
- Inadeguata depurazione
- Cambiamenti climatici
Antigene: molecola "estranea", appartenente ad un batterio o ad un altro invasore, capace di indurre una risposta immunitaria.
Anticorpo (o immunoglobulina): molecola proteica specifica, prodotta dal Sistema Immunitario, che reagisce con l'antigene che ne ha provocato la sintesi.
La risposta immunitaria verso un antigene può assumere 2 forme:
- Risposta anticorpale, in cui sono prodotti e secreti anticorpi capaci di combinarsi specificatamente con l'antigene.
- Risposta cellulo-mediata, in cui vengono stimolati alla proliferazione linfociti capaci di riconoscere specificatamente l'antigene, tramite recettore di superficie e di secernere numerosi mediatori (linfochine).
PREVENZIONE DELLE MALATTIE
Prevenzione diretta:
- Attività intese ad aumentare le difese dell'individuo nei confronti delle infezioni (immunoprofilassi, farmaci).
- Attività intese a riconoscere i microrganismi patogeni nei singoli individui e nella popolazione e ad ostacolare la diffusione (ricerca e bonifica portatori, denuncia, accertamento diagnostico, isolamento, contumacia).
- Attività di bonifica microambientale (sterilizzazione, disinfezione, disinfestazione, asepsi, antisepsi).
Prevenzione indiretta:
- Risanamento e miglioramento degli ambienti di vita e lavoro controllo della qualità dell'acqua, alimento, bevande.
PROMOZIONE DELLA SALUTE (carta di Ottawa, 1986)
La promozione della salute, definita dalla Carta di Ottawa come il processo mediante il quale la popolazione acquisisce i mezzi per accrescere il controllo sulla propria salute e sui suoi determinanti per migliorarla, è
Gestita dai cittadini e insieme ai cittadini, non sui cittadini o per i cittadini. Inoltre, le strategie di promozione non sono limitate a una specifica malattia o a un specifico comportamento, ma hanno un approccio orientato ai fattori che favoriscono la salute, con un approccio multisettoriale che coinvolge non solo l'area di Sanità pubblica, ma anche i settori economici, politici, culturali e sociali.
Pertanto, rispetto alla "strategia di riduzione dei rischi" propria della prevenzione, la promozione utilizza una "strategia di aumento delle risorse e delle potenzialità" per migliorare la salute.
Il 1° step della profilassi interessa la sorgente (uomo/animale).
La diagnostica delle malattie infettive fa parte della prevenzione 2° e si basa su 3 ordini di criteri:
Epidemiologici: al fine di stabilire se è possibile che si sia instaurato un rapporto tra malato ed un agente.
patogeno.
Clinici: al fine di stabilire se le manifestazioni della malattia sono compatibili per un determinato agente infettivo.
Laboratorio: al fine di documentare l'avvenuta infezione e malattia.
La diagnosi si distingue dal punto di vista microbiologico in diretta e indiretta:
DIAGNOSI DIRETTA: finalizzata a stabilire la presenza dell'agente patogeno, la sua identità e la sua sensibilità agli antibiotici, direttamente nel campione mediante:
- esame microscopico
- esame colturale (isolamento)
- identificazione (a livello di specie)
- antibiogramma
DIAGNOSI INDIRETTA: tesa a rilevare la risposta immunitaria (anticorpale) dell'ospite all'agente infettivo; verifica la stato immunitario dell'individuo.
Questi 2 approcci vengono fatti su campioni clinici (sangue, siero, urina, feci); ma ci sono matrici ambientali (acqua, aria) che potrebbero contenere microrganismi, in questo caso si avrà un approccio diretto.
Step per cercare e identificare
un ulteriore trattamento. Una volta isolati gli agenti, è possibile effettuare ulteriori analisi per identificarli in modo più specifico. Queste analisi possono includere test biochimici, test di sensibilità agli antibiotici, test molecolari come la PCR, e altri metodi di caratterizzazione. Una volta identificati gli agenti microbici, è possibile procedere con ulteriori studi per determinare la loro patogenicità, la loro capacità di causare malattie nell'organismo ospite. Questi studi possono includere test di virulenza, test di patogenicità in animali da laboratorio, e altri approcci sperimentali. In conclusione, il processo di analisi di un agente microbico richiede una serie di passaggi e trattamenti specifici, che dipendono dal tipo di campione e dal tipo di analisi che si desidera effettuare. L'utilizzo di diverse vie e metodologie permette di ottenere informazioni dettagliate sull'agente microbico e sulla sua potenziale patogenicità.crescere.Questi approcci consentono di fare un 1°isolamento e fare un'eventualepurificazione, quindi vedere il gruppo diagenti microbici ritenuti responsabili.A questo punto, oltre all'isolamento, si fauna caratterizzazione di tipo biochimico (diresistenza) con l'antibiogramma.In base alla specificità di resistenza vista con l'antibiogramma, trovo un gruppo/specie di batteri.Ci sono altre caratteristiche che posso prendere in considerazione per isolarli, le vedo in foto sopra.Posso procedere anche mettendo ciascuna colonia sospetta viene messa in supporti che contengonoenzimi particolari, quindi se voglio identificare un tipo di batterio, in base alle reazionicaratterizziamo l'isolato. Lezione 11 Pagina 622lunedì 7 novembre 2022 08:54Le caratteristiche genetiche riguardano principalmente reazioni di PCR.Per la tipizzazione di specie o di ceppo si fanno altre analisi: tipizzazione (attraverso approccimolecolari, proteici), identificazione di
Caratteri di virulenza e patogenicità (per vedere con che tipo di batterio ho a che fare faccio queste analisi molecolari, che sono più specifiche). Queste erano attività di metodica diretta, tipiche di un'analisi microbiologica, se invece voglio isolare un virus? I virus sono parassiti intracellulari obbligati quindi non li posso isolare di per sé. La partenza è il materiale patologico, le differenze sono a livello di microscopia (quella dei batteri è ottica, quella dei virus è elettronica). I campioni di virus si sottopongono ad un'analisi colturale, quindi ci sono colture cellulari (substrati su cui vengono fatte crescere cellule tumorali che si replicano e formano un tappeto artificiale, su cui seminiamo cellule normali; se il virus infetta le cellule si ha l'effetto citopatico, quindi l'alterazione del substrato cellulare). È l'osservazione al microscopio di questi effetti che ci dà informazioni sul tipo di virus.
L'isolamento colturale è il gold standard per l'identificazione dei virus. La tipizzazione per i virus è simile a quella dei batteri, ma nei virus si usano tecniche molecolari. Per caratterizzare a livello epidemiologico un microrganismo presente nel campione si devono vedere queste caratteristiche (per i batteri): biochimiche, sierologiche (presenza o meno di anticorpi), lisotipia (presenza di virus contro questi batteri), batteriocine (molecole che possono produrre i batteri che hanno azione nei confronti di altri batteri), tipizzazione capsulare. Queste sono caratteristiche epidemiologiche importanti e riguardano le patologie batteriche. In foto sotto vediamo lo schema generale; l'esame colturale mi isola i batteri, l'identificazione mi dice quale batterio ho isolato e quali sono patogeni. Con l'esame colturale diamo l'informazione sulla capacità dei batteri di replicarsi e dare l'infezione; la diagnosi rapida si divide in immunologica e molecolare.
Sonotest rapidi che si basano sull'identificazione di geni target specifici. Il vantaggio che ha la diagnosi diretta rapida? In tempi breve mi dà il risultato e quindi permette all'operatore e al medico di intervenire terapeuticamente sul malato. Il limite è che sia con le tecniche molecolari che con quelle immunologiche non cerchiamo specificatamente il batterio o il virus vivo, questo lo possiamo fare con l'esame colturale. Lezione 11 Pagina 633 lunedì 7 novembre 2022 09:10 Con le analisi molecolari o immunologiche andiamo a cercare la sequenza del gene caratteristico di quel microrganismo o l'antigene target, non sappiamo se l'agente è vivo o morto. Non danno quindi info sull'infettività. La diagnosi indiretta è legata al metodi immunologici, il target che andiamo a cercare sono gli anticorpi prodotti nei confronti del microrganismo; si usa con matrice il siero e questa indagine ha una valenza di verifica del.contatto dell'individuo con l'agente microbico; è anche importante per vedere se la terapia funziona nel caso di malattie croniche. REQUISITI DELLE INDAGINI DIAGNOSTICHE DI LABORATORIO 1. Specificità: capacità di identificare lo specifico target; le indagini dirette sono più affidabili di quelle indirette. Principali possibilità di errore: - Inquinamento del materiale in esame, che porta ad errori di specificità, quindi il test potrebbe non rilevare la presenza del microrganismo; si ovvia usando strumenti sempre sterili; - Isolamento di microrganismi (commensali) non correlati etiologicamente con la malattia in atto. - Il problema della specificità sono i falsi negativi. 2. Sensibilità: livello massimo di rilevabilità del target (il limite più basso è rilevabile con il test). È scarsa nelle indagini dirette (es. microscopio ha valore solo se positivo), mentre è più elevata nelle indagini indirette (un...test indiretto negativo esclude il sospetto diagnostico avendo una sensibilità alta) ad eccezione per la presenza di deficit immunitario. Quando inizia la malattia e la sintomatologia, il microrganismo inizia a replicarsi. Quando sono nella fase avanzata l'agente microbico inizia a scarseggiare. Per fare un'indagine bisogna sapere a che stadio siamo della malattia. 3. Valore predittivo: valore previsionale di un test, cioè quanto un test può dare un risultato vero (positivo o negativo). 4. Praticabilità: le analisi batteriologiche dirette sono di più agevole esecuzione delle virologiche. Nelle analisi indirette la praticabilità dipende dalla reperibilità degli Ag specifici. Il tempo di esecuzione è legato alla praticabilità: per le analisi microscopiche si hanno tempi rapidi, le analisi coltur