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TERRENI LIMOSI:

Limo: Il limo è formato principalmente da silicati di basi diverse che derivano

dall’alterazione chimica della roccia madre; parte di esso risulta formato da calcare

precipitato dall’acqua che lo tenevano in soluzione, da frammenti minutissimi di

sostanza organica o da residui della disgregazione meccanica delle rocce. 50-60% di

limo.

Caratteristiche terreni limosi: Prendono il peggio da sabbia e argilla, non si

aggregano quindi hanno cattiva struttura, sono polverulenti allo stato secco, paludosi,

si può anche andare a creare una crosta superficiale; l’acqua ristagna perché hanno

anche microporosità, quindi quando sono umidi sono asfittici, sono poveri di elementi

nutritivi. Se ben trattati agronomicamente si prestano ad essere coltivati

adeguatamente.

TERRENI ARGILLOSI:

Dal punto di vista granulometrico la frazione argillosa comprende i silicati idrati di

alluminio (argilla vera e propria: caolinite, illite, montmorillonite), ed altri materiali

estremamente diversi come silice, sesquiossidi, idrati di ferro e di alluminio e l’humus.

Le dimensioni estremamente piccole delle particelle argilloidi e la proprietà di

 liberare ioni (H⁺ o OH⁻) evidenziando cariche elettriche negative (argilla vera) o

positive (sesquiossidi di Fe e Al), conferisce a questo materiale caratteristiche

differenziali molto nette nei confronti del limo e della sabbia.

L’argilla è considerata un tipico colloide micellare, capace di circondarsi di un

 alone di molecole di acqua, di rimanere sospeso nel mezzo liquido fino a che

non vengano neutralizzate le cariche e, al contrario, di coagulare e flocculare

allorché tali cariche siano neutralizzate da cationi e da colloidi di segno diverso.

Il potere flocculante sull’argilla dei cationi più comunemente presenti nel

terreno cresce secondo la seguente graduatoria:

Na⁺ < NH₄⁺ < K⁺ < Mg²⁺ < Ca²⁺ < Al³⁺ < Fe³⁺

Quindi il sodio ha un forte potere deflocculante. Sono detti pesanti perché, quando

sono umidi si lavorano male, anche quando troppo secchi, si riescono a lavorare bene

solo quando sono in tempera. Come densità sono più leggeri di quelli sabbiosi. Sono

più fertili perché hanno una maggiore capacità di assorbimento dovuta alla carica

delle particelle e sono tra i più fertili. Con lo ione Ca++ formano aggregati.

Si definiscono argillosi quando contengono più del 40% di argilla.

TERRENI A SCHELETRO PREVALENTE:

Scheletro: Materiale grossolano, derivato dalla disgregazione meccanica delle rocce,

che generalmente non apporta un contributo favorevole alla fertilità del suolo.

- Non influenza la capacità di trattenuta idrica del suolo;

- Non partecipa ai fenomeni di adsorbimento e desorbimento degli elementi

nutritivi.

Sono caratterizzati da un elevata permeabilità, un elevata aerazione quindi vengono

accentuati i processi di mineralizzazione, poca presenza di humus e scarsa capacità di

ritenzione idrica, sono difficili da lavorare. Richiedono frequenti interventi irrigui e

fortissime concimazioni.

STRUTTURA DEL TERRENO:

La localizzazione reciproca delle particelle elementari e il modo in cui sono aggregate

e quanto sono resistenti i legami che li tengono uniti determinano la struttura.

I meccanismi che portano alla formazione di aggregati strutturali nel etterno sono di

varia natura e dipendono da un insieme di fattori quali la granulometria, la natura

chimica delle particelle elementari, l’attività biologica, gli interventi antropici e

climatici. Uno dei meccanismi che porta alla formazione dei grumi può essere:

Formazione di aggregati primari di particelle in seguito all’azione cementante

 dei colloidi minerali;

Cementazione di più aggregati primari in aggregati secondari o grumi, ad opera

 dell’humus la cui azione è accresciuta dalla presenza del calcio (umato di

calcio).

Le particelle di argilla e di sostanza organica (humus) vengono collegate tra di loro

da cationi (come il calcio) e molecole di acqua, creando una struttura aggregata nel

suolo. Questo processo di aggregazione porta al miglioramento della struttura del

suolo, migliora la porosità e la capacità di trattenere acqua.

Classificazione:

- Struttura a particelle singole (non sono strutturate);

- Struttura grumosa o glomerulare (Humus, vera struttura)

- Struttura granulare (agenti atmosferici).

Il terreno argilloso può non presentare struttura perché non si sono formati aggregati,

è asfittico. Quando si creano invece gli aggregati si formano dei micropori tra gli

aggregati, quindi non sarà asfittico.

La struttura del terreno è una proprietà dinamica, influenzata da vari fattori che

hanno un impatto diretto sia sulla fertilità che sulle pratiche agrotecniche. La

struttura del terreno si articola in tre fasi: la fase solida, che è costituita da particelle

minerali e organiche; la fase liquida, che è rappresentata dall'acqua nel suolo; e la

fase gassosa, che corrisponde all'aria presente negli spazi tra le particelle. Tutte

queste fasi sono influenzate da aspetti fisici, chimici e biologici. Dal punto di vista

fisico, i rapporti tra le tre fasi influenzano proprietà come l'umidità, il potenziale idrico,

la tenacità, la temperatura e l'aerazione. Gli aspetti chimici riguardano l'aerazione,

che ha un ruolo fondamentale nei processi ossido-riduttivi, ovvero le reazioni

chimiche che coinvolgono lo scambio di elettroni e che possono influenzare la

disponibilità di nutrienti nel suolo. Sul piano biologico, la flora e la fauna del suolo,

inclusi i microrganismi e gli organismi viventi, contribuiscono a migliorare o a

deteriorare la struttura del terreno. Inoltre, la struttura del terreno è definita come

dinamica perché è soggetta a fattori positivi, che favoriscono la sua creazione e il suo

ripristino, e a fattori negativi, che la degradano. Questi fattori possono essere

influenzati dall'intervento umano (agrotecnica), dalle condizioni climatiche e dai

processi naturali che avvengono all'interno del suolo.

Per ripristinare la struttura del terreno sono necessarie tre condizioni:

1) Presenza di IONI FLOCCULANTI: Presenza di Ca++, Mg++, Fe+++, Al+++,

cioè ioni a carica bivalente o trivalente che partecipano nella creazione degli

aggregati;

2) Presenza di agenti

cementanti

capaci di promuovere

aggregati

stabili: Possono essere

di origine organica come

l’humus le gomme e le

mucillagini

oppure di origine

inorganica come gli ossidi

di ferro- alluminio.

3) Intervento di

forze capaci di

vincere la coesione del

terreno e disgregare la massa: Può essere di origine naturale come la fauna

edafica, la copertura vegetale, alternanza del gelo disgelo/ umido secco. Oppure

di origine antropica, le lavorazioni del terreno.

Anche gli esseri viventi come lombrichi, batteri, funghi, radici riescono a raggrumare il

terreno cementandolo con sostanza organica.

Nelle lavorazioni possono esserci aspetti positivi e negativi:

- Positivi: Si va a formare una macrozollosità quindi si formano dei macropori, gli

aggregati vengono poi ridotti dagli agenti atmosferici, c’è anche l’interramento

di sostanza organica.

- Negativi: Un elevata aerazione del suolo può portare all’ossidazione della

sostanza organica, alla polverizzazione degli aggregati e allo spappolamento in

caso di umidità eccessiva.

Diametri aggregati strutturali:

I più importanti agenti della demolizione della struttura sono i seguenti:

l’azione battente della pioggia;

 la compressione dovuta al passaggio delle macchine e, in minor misura, di

 animali e uomini;

la distruzione dei colloidi organici, causata soprattutto da reazioni ossidative;

 il rammollimento dei colloidi argillosi, dovuto al ristagno idrico o a inumidimento

 eccessivo;

le lavorazioni eseguite quando il terreno è troppo umido, con conseguente

 impastamento; oppure quando è troppo secco, con conseguente

polverizzazione;

la somministrazione di concimi che lasciano nel terreno residui acidi, che

 provoca una lisciviazione dei sali responsabili della flocculazione;

l’apporto di cationi deflocculanti (soprattutto Na⁺), che possono essere

 contenuti in alcuni concimi o nelle acque di irrigazione.

POROSITA DEL TERRENO:

Per porosità si intende la frazione (o percentuale) dell’unità di volume apparente di

terreno non occupato da materiale solido. Essa, dunque, è occupata dall’aria o

dall’acqua. Quindi in un 50% di porosità ci sarà un 25% occupato dall’acqua e un altro

25% occupato dall’aria, il restante 50% è occupato dai solidi.

Come ogni corpo formato da particelle che lasciano spazi vuoti, il terreno presenta due

valori di densità (massa volumica):

densità reale: rappresenta la massa volumica delle sole particelle solide, quindi è

uguale a: massa solido / volume solido

densità apparente: prende in considerazione anche gli spazi vuoti (porosità) che

hanno massa nulla ma contribuiscono al volume complessivo, quindi è uguale a:

massa solido / volume totale

Un terreno argilloso ha una densità apparente minore di uno sabbioso, li abbiamo

.

definiti pesanti ma dal punto di vista fisico sono leggeri La coltivazione tende a ridurre

la densità apparente a causa del transito di macchinari e alla pioggia battente che

cade direttamente sul terreno privo di vegetazione.

MICROPOROSITA: Volume totale dei pori con diametro inferiore a 10 micron, riescono

a trattenere acqua nel terreno (capillarità > gravità).

MACROPOROSITA: Volume totale dei pori con un diametro superiore a 10 micron,

l’acqua si allontana da essi e quindi restano occupati da aria. Sono compresi tutti i pori

maggiori di 10 micron, anche 20 micron o 1 cm.

In un terreno ideale deve esserci 60% macro e 40% micro, troppa macroporosità

comporta eccessivo arieggiamento quindi ossidazione, infiltrazione troppo veloce e

trasporto degli elementi verso la falda; troppa microporosità manifesta difficoltà di

percolamento, ostacolamento della crescita delle radici per compattazione.

Scopo lavorazioni equilibrio macro-microporosità

La misura diretta della porosità è onerosa e ottenibile solo con tecniche particolari

(tomografia a raggi X) pertanto si determina indirettamente attraverso la misura della

massa volumica apparente (densità apparente):

pa (densità apparente) = (Massa del suolo secco) / (Unità di volume)

Porosità (densità reale – densità apparente) / densità reale

Il ris

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
13 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/02 Agronomia e coltivazioni erbacee

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mino2803 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Agronomia e coltivazioni erbacee e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Cazzato Luigi.