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Forma dell'ala e stili di volo

Ali lunghe ed appuntite (vedi albatros) e le ampie ali digitate (vedi albanelle e avvoltoi) sono efficienti per veleggiare in spazi aperti.

Ali più ridotte e volo veloce sono più adatte a lunghe migrazioni.

Ali corte (vedi ghiandaia) permettono di volare tra i rami.

Veleggiamento

Esistono tre tipologie di veleggiamento:

  • Veleggiamento topografico: si sfruttano le correnti d'aria senza ricorrere al battito delle ali. Quando i venti incontrano colline, falesie marine, edifici ecc, si rompe in folate. Gli uccelli sfruttano i vortici per veleggiare lungo i pendii per coprire lunghe distanze in cerca di cibo.
  • Veleggiamento termico: man mano che il terreno si riscalda, bolle di aria calda si sollevano verso l'alto formando correnti termiche che si spostano in direzione del vento. Si formano piccole nuvole che gli uccelli sfruttano ruotandoci al loro interno e sfruttando l'aria che sale.
  • Veleggiamento dinamico: alcuni uccelli come l'albatro veleggiano
sopra le creste dell'onda sfruttando i ventimarini. Compiono un volo a zig-zag di traverso al vento volando e impiegando il minimo sforzo. Particolarità degli uccelli sono le loro OSSACAVE: molto fragili e se si rompono non tendono arimarginarsi facilmente. Sono però molto vantaggiose per il volo. Molto sviluppano negli uccelli è il muscolo del PETTORALE, il quale permette alle ali di andare verso il basso contraendosi per permettere il volo. Da notare è il forte sviluppo dello STERNO che risulta essere CARENATO per dare maggiore presa ai pettorali. La colonna vertebrale si fonde con il bacino e le ossa della coda sono ridotte a formare il PIGOSTILO. SISTEMA RESPIRATORIO Il sistema respiratorio di un uccello è costituito da POLMONI e SACCHE AEREE ANTERIORI e POSTERIORI. L'aria passa attraverso la trachea e passa dalle sacche aeree prima di entrare nei polmoni e circola in un'UNICA DIREZIONE. La respirazione è costituita da due cicli di

espirazione e due di inspirazione:- Nel PRIMO CICLO l'aria entra nei PARABRONCHI dalle SACCHE AEREE POSTERIORI- Nel SECONDO CICLO l'aria dai parabronchi viene spinta alle SACCHE AEREE ANTERIORIdalle quali poi viene rilasciata verso l'esterno.Tutto il ciclo respiratorio è composto, quindi, da 4 movimenti:

  1. Sacca aerea posteriore si espande e prende l'aria che arriva dalla laringe;
  2. La sacca si comprime e spinge l'aria nel polmone;
  3. La sacca aerea anteriore si espande e prende l'aria che passa dai polmoni;
  4. Si chiude una valvola, la sacca anteriore si comprime e spinge l'aria all'esterno, al tempo stesso èentrata nuova aria accumulata nelle sacche posteriori, con l'espirazione tale aria passa ai polmoni eriinizia il ciclo.

Gli uccelli NON hanno il DIAFRAMMA, per cui l'aria viene spinta dalle sacche aeree ai polmoni grazie almovimento dello sterno e con la contrazione dei muscoli pettorali.

MIGRAZIONE DEGLI

UCCELLIMIGRAZIONE– spostamento pendolare regolato da cicli stagionali. Teorie sulle possibili cause (Rappole):

  • Cambiamenti climatici post-glaciazioni
  • Risorse vitali presenti in luoghi più o meno lontani
  • Stagionalità delle risorse in rapporto con la competizione

Il 60% degli uccelli europei sono MIGRATORI PARZIALI. Le migrazioni si sono sviluppate a partire dalle aeree tropicali con spostamenti di piccolo raggio.

Metodi di studio:

  • Inanellamento
  • Osservazione visiva
  • Caccia (solo per le popolazioni cacciabili)
  • Registrazione acustica può fornire indicazioni sul passaggio di specie da un anno all’altro
  • Registrazione con radar (difficile avere una discriminazione chiara tra le specie)
  • Telemetria e VHF per arrivare all’animale anche se si trova in acqua o sottoterra

2 vie di migrazione: AUTUNNALE e PRIMAVERILE, anche se fondamentalmente gli uccelli migrano tuttol’anno.

Si hanno vari tipi di migrazione:

  • DISPERSIONE– uccelli giovani migratori e stanziali.

Non si ha una rotta ma si seguono direzioni casuali.

DISMIGRAZIONE → movimenti attivi di allontanamento dal nido senza ritorno (es. CAPINERA e BARBAGIANNI).

ABMIGRAZIONE → migrazione obbligata del partner nelle specie in cui l'accoppiamento avviene prima della migrazione di ritorno (es. GERMANO REALE).

Le INVASIONI sono arrivi di soggetti causati da carenze di cibo o elevata densità di individui. Ne sono esempi: PEPPOLE in cerca di faggiole, il BECCOFRUSONE in cerca di bacche di sorbo.

MOVIMENTI NOMADI → non hanno aree di nidificazione ben definite. Gli spostamenti avvengono all'interno del loro areale di distribuzione. Un esempio sono le CROCIERE. Sono tutte specie a strategia r.

MOVIMENTI DI ACCOMPAGNAMENTO → caratteristico di specie tropicali e subtropicali. Si spostano seguendo eventi che danno disponibilità trofiche temporanee. Sono esempi accompagnatori di incendi come POIANA e AVVOLTOIO; accompagnatori di fioriture come COLIBRI'.

MOVIMENTI DI FUGA

Causati dal verificarsi improvviso di condizioni ambientali avverse. Le cause più comuni sono freddo, gelo, neve, inondazioni. Sono movimenti indipendenti dalla densità.

MOVIMENTI DI ESPANSIONE: spostamenti che causano un aumento di areale di distribuzione. Sono esempi AIRONE GUARDABUOI e la TORTORA DAL COLLARE.

Il comportamento migratorio DIFFERENZIATO è tipico di migratori a breve raggio. Le rotte e i siti di svernamento possono cambiare in base all'età e al sesso: in generale le femmine migrano più lontano dei maschi e i giovani migrano più degli adulti.

MIGRAZIONE PARZIALE: tipo di migrazione più diffusa tra gli uccelli. Può essere FACOLTATIVA (nomadi, invasori, fuga) oppure OBBLIGATA. Si tratta di specie in cui intere popolazioni migrano ed altre sono stanziali (MIGRAZIONE PARZIALE MISTA), oppure individui dentro le popolazioni migrano ed altre sono stanziali (MIGRAZIONE PARZIALE GENERALE).

MIGRAZIONE DELLA MUTA:

Caratteristica di specie che mutano le remiganti tutte insieme. I siti dimuta sono luoghi ricchi di cibo e con pochi predatori, spesso in nord Europa. Esempio la VOLPOCA e lo SVASSO.

DIREZIONI MIGRATORIE:

Possiamo distinguere varie tipologie di direzioni migratorie:

- A FRONTE AMPIO: la maggior parte delle specie migratrici percorre grandi tratti del viaggio migratorio con un volo a fronte ampio. Gli individui sorvolano tutta la superficie disponibile, come montagne, pianure e fiumi, senza deviare la loro rotta.

- A FRONTE STRETTO: migrano tra un sito e l'altro mediante uno stretto "corridoio" aereo senza spaziare in altre regioni. Esempio sono le GRU e le CICOGNE.

- A IMBUTO: quando il percorso migratorio converge in una strettoia, come lo stretto di Gibilterra.

- A VENTAGLIO: a seguito di una migrazione ad imbuto, le rotte cambiano e si amplificano divergendo tra di loro.

DEVIAZIONI CONDIZIONATE: percorsi migratori non comprensibili se non perché sono legate alle antiche

sono specie migratrici che compiono le loro migrazioni durante il giorno. Le rotte migratorie possono variare nel corso del tempo a causa di diversi fattori, come i cambiamenti climatici o la disponibilità di risorse alimentari lungo il percorso. Alcune specie migratrici possono anche adottare strategie di migrazione particolari, come le migrazioni a gomito e ad arco, in cui la rotta di migrazione subisce un brusco cambio di direzione. Un esempio di questo tipo di migrazione è il beccafico, che dall'Europa settentrionale arriva in Spagna e poi raggiunge Gibilterra evitando l'oceano. Altre specie migratrici possono adottare la migrazione a cappio, in cui la rotta migratoria di andata non coincide con quella di ritorno. Questo può essere dovuto a condizioni meteorologiche favorevoli durante la migrazione di andata e sfavorevoli durante la migrazione di ritorno. Alcune popolazioni migrano in blocchi senza sorpassarsi tra di loro, come le perle di una collana, mentre altre popolazioni possono sorpassare altre popolazioni migrando verso siti di svernamento più lontani. Questo fenomeno è noto come migrazione di sorpasso. Infine, esistono specie migratrici che sono normalmente attive di giorno ma che migrano durante la notte, compiendo anche migrazioni a lungo raggio. Al contrario, ci sono specie migratrici che compiono le loro migrazioni durante il giorno. In conclusione, le rotte migratorie possono essere complesse e variare in base a diversi fattori. Le specie migratrici possono adottare strategie di migrazione particolari per adattarsi alle condizioni ambientali lungo il percorso.compiono migrazioni a corto raggio oppure sono grandi uccelli che sfruttano le correnti termiche. Ipotesi legate alla migrazione notturna: - Migrazione forzosa: ad esempio per specie che devono sorvolare mari e sono incapaci di posarsi sull'acqua - Minore pressione dei predatori - Condizioni meteo più stabili - Uso della bussola stellare - Ricerca del cibo avviene in condizioni di giorno all'arrivo della specie UCCELLI Origini: DINOSAURI -> UCCELLI sono rettili risalenti a 65 mln di anni fa. I dinosauri comprendevano due ordini che si distinguevano per la struttura del bacino: - ORNITISCHI: pube e ischio rivolti all'indietro simile a quello degli uccelli. Erano specie erbivore evolute 135 mln di anni fa. - SAURISCHI: pube rivolto in avanti e ischio all'indietro. Si sono evoluti 200 mln di anni fa. Questi avevano le zampe come gli uccelli e si evolsero in: - SAUROPODI: erbivori ed onnivori che si spostavano su 4 zampe - TEROPODI: forme bipedi e carnivori. Qui

Rientra l'ARCHAEROPTERIX, antenato degli uccelli con 3 dita separate, molte vertebre caudali e presenza di denti e penne. Gli uccelli ATTUALI sono vertebrati OMEOTERMI dotati di penne. Sono unicamente OVIPARI, alcuni adatti al volo e le ossa sono alleggerite (CAVE) per permettergli ciò (se si rompono, la calcificazione è molto più difficile).

ANATOMIA

Hanno un ampio STERNO CARENATO e coste uncinate per rafforzare la gabbia toracica dove si va ad inserire la muscolatura potente necessaria per il volo. Sono animali BIPEDI con arti anteriori modificati in ALI. Le loro dimensioni variano dai 5 cm ai 2 m. La loro capacità di volare, su alcuni, ha portato all'evoluzione di alcuni apparati come quello scheletrico e quello respiratorio.

Caratteristiche COMUNI a tutti gli uccelli:

  1. BECCO CORNEO e privo di denti. Esistono differenti tipologie di becco in base al comportamento alimentare
  2. MANCANZA NASO: le narici si aprono direttamente sulla superficie superiore
del becco 3. PALPEBRA ACCESSORIA: è una membrana accessoria per dare ulteriore protezione all'occhio 4. MANCANZA ORECCHIO: hanno delle aperture ai lati del capo per captare suoni. Alcune specie hanno fori non simmetrici ma sfalsati per captare la direzione dei suoni sia sul piano orizzontale che su quello verticale (utile per predatori notturni). 5. UOVA: che vengono deposte hanno un GUSCIO DURO composto da carbonato di calcio 6. CUORE: ha 2 ATRII e 2 VENTRICOLI con frequenza del battito più elevata dei mammiferi per consentire il dispendio di energia per il volo 7. Presenza di PIUME sul corpo che fungono da ISOLANTE TERMICO 8. Presenza di PENNE (piume esterne) sopra le piume e molto più grosse per dare maggior CONTROLLO DEL VOLO 9. OMEOTERMIA: mantengono costante la temperatura corporea in funzione dell'ambiente esterno. Contrariamente ai mammiferi, gli uccelli non urina
Dettagli
A.A. 2022-2023
57 pagine
2 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/19 Zootecnica speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarachiarelli02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fauna omeoterma e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Zaccaroni Marco.