Radicale completamente nuova nuovi mercati elevati
Flessibilità,
Cambia uno o più Compatibilità tecnica
Modulare aggiornamento
componenti di un sistema e lock-in
semplice Resistenza interna e
Riorganizza la struttura Innovazione sistemica,
Architetturale complessità
complessiva del sistema leadership di settore gestionale
La gestione ottimale dell’innovazione prevede un portafoglio bilanciato: alcune innovazioni
incrementali per stabilità e cash flow, altre radicali per creare discontinuità e vantaggio a
lungo termine.
6.5 Approcci top-down e bottom-up
L’innovazione può nascere dall’alto, come scelta strategica del management (top-down),
oppure dal basso, come iniziativa spontanea dei team operativi (bottom-up).
Le imprese più evolute integrano entrambi gli approcci.
Top-down: visione strategica chiara, obiettivi definiti, risorse centralizzate.
• Pro: coerenza, controllo, allineamento con la vision aziendale.
o Contro: rischio di rigidità e poca creatività.
o
Bottom-up: idee originate da team o singoli dipendenti, approccio agile e
• sperimentale.
Pro: coinvolgimento, innovazione autentica, cultura partecipativa.
o Contro: rischio di dispersione, mancanza di focus strategico.
o
La chiave è una governance ibrida, in cui la leadership definisce i confini e le priorità, ma
lascia spazio all’iniziativa e alla sperimentazione diffusa.
6.6 Costi dell’innovazione e ritorno economico
L’innovazione comporta investimenti significativi: R&S, prototipi, formazione, test, marketing.
Per valutarne la sostenibilità, le imprese utilizzano indicatori di performance come:
ROI (Return on Investment) → misura il rendimento dell’investimento innovativo.
• Time to Market → tempo necessario per portare un’idea al mercato.
• Adoption Rate → velocità di diffusione presso i clienti.
• Innovation Intensity → quota di fatturato reinvestita in R&S.
•
Il bilancio economico deve includere non solo i costi diretti, ma anche i costi opportunità e gli
effetti indiretti (miglioramento reputazione, retention dei talenti, accesso a nuovi segmenti).
6.7 Innovazione e sostenibilità gestionale
La sostenibilità deve diventare parte integrante delle strategie di innovazione.
Un processo di innovazione è sostenibile se:
riduce il consumo di risorse e sprechi;
• genera benefici sociali o ambientali;
• garantisce continuità economica nel medio periodo.
•
Le aziende più lungimiranti hanno introdotto indicatori ESG (Environmental, Social,
Governance) all’interno del proprio innovation scorecard, misurando non solo la performance
economica ma anche l’impatto complessivo sulla società.
6.8 Tabella di sintesi – Strategie e modelli di innovazione
Modello o Impatto su costi e
Punti di forza Criticità Attori principali
strategia sostenibilità
Metodo
Innovation Lentezza, R&S, Project Costi di processo,
strutturato, burocrazia interna Manager ROI medio-alto
Funnel riduzione rischio
Continuità e Limitato vantaggio Team tecnici, Costi contenuti,
Incrementale stabilità competitivo marketing alta sostenibilità
ROI lungo termine,
Leadership e first Alti costi, Top management,
Radicale impatti ambientali
mover advantage incertezza investitori variabili
Startup,
Open Accesso a idee Rischi IP, Costi condivisi,
università,
esterne, network coordinamento forte sostenibilità
Innovation imprese
Rischio di focus Riduzione costi,
Efficienza, Operations,
Cost Innovation eccessivo su sostenibilità
margini procurement
prezzo operativa
Reputazione, Costi iniziali, Benefici
Green/Social incentivi, necessità di CSR, stakeholder ambientali, ritorno
Innovation fidelizzazione trasparenza medio-lungo
Costi di
Top-Down / Allineamento + Complessità Tutta governance, valore
Bottom-Up mix creatività diffusa gestionale l’organizzazione culturale alto
6.9 Conclusioni
Gestire l’innovazione significa orchestrare risorse, persone e conoscenze lungo un percorso
strutturato ma flessibile.
Le strategie vincenti combinano visione strategica e cultura sperimentale, disciplina e
creatività, efficienza e sostenibilità.
Un modello di innovazione efficace non è quello che genera più idee, ma quello che trasforma
le idee giuste in valore duraturo — per l’impresa, per la società e per l’ambiente.
Prossimo passo: Capitolo 7 – Attori e stakeholder dell’innovazione, dove analizzeremo il
�
ruolo di imprese, istituzioni, università, centri di ricerca e consumatori nella costruzione degli
ecosistemi innovativi.
Perfetto �
Ecco il Capitolo 7 – Attori e stakeholder dell’innovazione, sviluppato con lo stesso equilibrio
tra teoria, esempi concreti e approccio sostenibile.
Questo capitolo è centrale perché mostra chi rende possibile l’innovazione e come la
collaborazione tra pubblico, privato e cittadini costruisce valore collettivo.
Capitolo 7 – Attori e stakeholder dell’innovazione
7.1 Introduzione
L’innovazione non è mai il frutto di un singolo individuo o di una singola impresa: è il risultato
di un ecosistema complesso in cui interagiscono attori diversi — economici, istituzionali e
sociali.
Oggi il vantaggio competitivo e la crescita sostenibile nascono dalla cooperazione tra soggetti
eterogenei che condividono conoscenze, risorse e obiettivi.
Questo ecosistema è spesso definito “Triple Helix” (Università – Imprese – Governo), un
modello che si è evoluto nel tempo verso forme ancora più collaborative, come la
“Quadruple” e “Quintuple Helix”, dove si aggiungono rispettivamente società civile e
ambiente.
7.2 L’ecosistema dell’innovazione
Un sistema innovativo efficace è quello in cui tutti gli attori interagiscono in modo coordinato,
scambiandosi competenze, dati e know-how.
Gli elementi fondamentali di un ecosistema dell’innovazione sono:
1. Le imprese – protagoniste del trasferimento tecnologico e dell’applicazione pratica.
2. Le università e i centri di ricerca – produttori di conoscenza scientifica e tecnica.
3. Le istituzioni pubbliche – regolano, incentivano e sostengono l’innovazione.
4. Le startup e gli incubatori – introducono discontinuità e sperimentazione.
5. I consumatori e la società civile – co-creano valore, orientano la domanda e
influenzano le scelte etiche.
6. Il territorio – contesto fisico e culturale che favorisce o ostacola la diffusione
dell’innovazione.
7.3 Le imprese: motori dell’innovazione applicata
Le imprese, grandi o piccole, rappresentano il punto di contatto tra ricerca e mercato.
Sono loro a trasformare la conoscenza in valore economico, assumendosi rischi e investendo
in R&S.
Ruolo e responsabilità
Integrare nuove tecnologie nei processi produttivi.
• Collaborare con università, startup e fornitori per accelerare l’innovazione.
• Sviluppare modelli di business sostenibili.
• Promuovere cultura aziendale orientata al cambiamento.
•
Le grandi imprese dispongono di risorse e infrastrutture per la ricerca interna, mentre le PMI si
distinguono per agilità e creatività, spesso alimentando l’innovazione attraverso reti di
collaborazione e cluster territoriali.
7.4 Università e centri di ricerca
Le università sono il motore cognitivo dell’ecosistema innovativo.
Generano nuova conoscenza, formano capitale umano e fungono da ponte tra scienza e
industria.
Contributi principali
Produzione di ricerca di base e applicata.
• Creazione di spin-off e brevetti.
• Attività di technology transfer e consulenza scientifica.
• Formazione di talenti e professionisti dell’innovazione.
•
Negli ultimi anni, il rapporto tra università e impresa è diventato più fluido: nascono laboratori
congiunti, acceleratori universitari e programmi di open innovation che avvicinano i mondi
accademico e industriale.
7.5 Istituzioni pubbliche e politiche per l’innovazione
Il settore pubblico svolge una funzione chiave: creare le condizioni abilitanti per la ricerca, la
sperimentazione e la diffusione dell’innovazione.
Attraverso incentivi, finanziamenti e regolamentazioni, gli enti pubblici definiscono il quadro
entro cui le imprese possono innovare in sicurezza e con stabilità.
Strumenti principali
Bandi e fondi europei/nazionali: Horizon Europe, PNRR, fondi regionali.
• Agevolazioni fiscali: credito d’imposta R&S, bonus formazione 4.0.
• Infrastrutture e reti: parchi scientifici, distretti tecnologici, competence center.
• Regolamentazione: tutela della proprietà intellettuale, standard etici e ambientali.
•
Un’amministrazione moderna non si limita a controllare, ma coopera con il settore privato,
adottando logiche di partenariato pubblico-privato (PPP) e co-design delle politiche.
7.6 Startup e incubatori: la spinta della sperimentazione
Le startup innovative rappresentano il laboratorio permanente dell’innovazione.
La loro forza risiede nella capacità di:
agire rapidamente;
• validare nuove idee con approccio lean;
• testare modelli di business non convenzionali.
•
Gli incubatori e acceleratori (come PoliHub o H-Farm in Italia) forniscono supporto in termini
di mentoring, networking e accesso a capitali.
Il rapporto tra startup e grandi imprese è sempre più sinergico: le prime portano agilità e idee,
le seconde stabilità e risorse.
7.7 I consumatori come co-creatori
Nell’economia digitale, il consumatore non è più un soggetto passivo ma un co-creatore di
valore.
Attraverso recensioni, community online, test di prodotto o crowdfunding, i clienti influenzano
la progettazione e il successo delle innovazioni.
Esempi concreti:
Lego Ideas, dove gli utenti propongono e votano nuovi set.
• Nike By You, che consente la personalizzazione diretta dei prodotti.
• Crowdsourcing per migliorare UX o design di app e servizi.
•
L’ascolto attivo e la partecipazione del cliente riducono il rischio di fallimento e rafforzano la
sostenibilità relazionale tra impresa e mercato.
7.8 Ecosistemi territoriali e cluster di innovazione
Le innovazioni più forti nascono spesso in territori ad alta densità relazionale, dove imprese,
enti e università collaborano stabilmente.
È il principio de
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