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STORIA DELLE DONNE NEL PENSIERO POLITICO

DONNA: STORIA E CRITICA DI UN CONCETTO POLEMICO

JOURNER TRUTH (1797-1883)

Isabella Baumfree, nota con il nome di Sojurner Truth da lei stessa scelto, è stata una sostenitrice dell'abolizionismo negli Stati Uniti e dei diritti delle donne. Figlia di due schiavi, non si conosce la sua data di nascita perché per i bambini nati schiavi non era prevista la registrazione; secondo gli storici, comunque, l'anno di nascita è più o meno il 1797. All'età di nove anni, "Belle" viene venduta all'asta ed acquistata insieme ad un gregge di pecore per cento dollari; come ricorda nelle sue memorie, il suo padrone era un uomo violento e brutale, che aveva l'abitudine di picchiarla quotidianamente. Viene rivenduta altre due volte prima di finire a West Park, nello stato di New York; in questo periodo, impara anche a parlare in inglese. A 18 anni, Isabella si innamora di Robert, schiavo in

un'altra fattoria della zona; tuttavia, il padrone di Robert proibisce la relazione: non vuole, infatti, che i suoi schiavi abbiano figli conschiavi che non sono di sua proprietà, dal momento che non sarebbe il proprietario dei bambini e dall'unione non otterrebbe alcun vantaggio. I due giovani, quindi, non si vedono più e Isabella è costretta dal suo padrone a sposare un suo schiavo più vecchio, con cui avrà anche dei figli. Nel 1827 lo Stato di New York abolisce la schiavitù ma, nonostante la legge, i proprietari trovano costantemente cavilli legali per prolungare lo stato di schiavitù; il padrone di Isabella le promette di concederle la libertà a condizione che "avesse lavorato bene e fosse stata leale": cambia però idea, sostenendo che un infortunio alla mano l'ha resa meno produttiva. La donna si infuria e, poco dopo, fugge per trovare la libertà, portando con sé la figlia minore; in

Seguito, dichiarerà: "Non sono scappata, perché ho pensato che fosse una cosa sbagliata, ma me ne sono andata perché credevo che fosse del tutto giusto".

Per determinare la sua nuova identità di donna libera, nel 1843 decide di cambiare nome in Sojourner Truth, nome simbolico che vuol dire "colei che abita la verità"; successivamente, diventa metodista e parte per seguire la propria vocazione, viaggiando per gli Stati Uniti e predicando in favore dell'abolizione della schiavitù, della fine della segregazione sui mezzi pubblici, dei diritti delle donne, della tolleranza religiosa e del pacifismo.

Nel 1851 interviene al Convegno per i diritti delle donne dell'Ohio e pronuncia il celebre discorso che farà la storia di tutti gli afroamericani, intitolato "Ain't I a Woman?". Noto con il nome di in questo discorso, Truth rivendica l'emancipazione delle donne e degli schiavi, e nel farlo svela

Il sesso e il colore dell'individuo titolare di diritti (l'uomo bianco) e la differenza tra chi possiede merci e chi è una merce. Il suo discorso rende evidente una linea polemica, perché invita le donne ad unire le forze per rovesciare insieme il dominio maschile, ma allo stesso tempo segnala che il fronte del conflitto è a sua volta diviso, perché le donne sono in posizioni materialmente diverse in relazione al potere sociale conferito dal colore della pelle e dalla proprietà (infatti, vi era una differenza di oppressione delle donne nere rispetto a quelle bianche). Nel decennio successivo la Truth tiene tanti altri discorsi pubblici, sostenendo fortemente anche il suffragio universale, la riforma del sistema carcerario e l'abolizione della pena di morte. Dopo una vita intensa, muore nel 1883 circondata dai suoi familiari.

CHRISTINE DE PIZAN (1364-1430)

Christine de Pizan (o Cristina da Pizzano) nacque in Italia nel 1364. Fin da bambina

Venne educata alle lettere e alle scienze dal padre Tommaso, docente di medicina e astronomia all'università di Bologna: alcuni critici sostengono che egli volesse condurre un esperimento contro la narrazione dei tempi, secondo la quale le donne non possedevano la componente razionale adatta allo studio (tipica, invece, degli uomini) ma soltanto quella emotiva-emozionale. Nonostante l'opposizione della madre, che avrebbe preferito per lei la tradizionale istruzione femminile (più adatta ad una futura moglie), Christine studiò tanto e apprese brillantemente; a differenza delle sue coetanee, quindi, cominciò a sviluppare un'idea diversa di mondo. Nel 1369 Tommaso ricevette un invito a lavorare come astrologo di corte a Parigi dal re di Francia Carlo V; dopo aver riflettuto a lungo decise di trasferirsi, portando con sé anche la famiglia. Christine, dunque, crebbe in un ambiente di corte stimolante e intellettualmente vivace: lo stesso Carlo V

aveva fondato la Biblioteca Reale del Louvre, a cui la ragazza aveva libero accesso; a corte, Christine ricevette l'educazione e l'istruzione impartite alle giovani ragazze della nobiltà e iniziò a comporre brani lirici, che le valsero ammirazione e anche numerose proposte di matrimonio. Nel 1379 il padre scelse per lei come marito Étienne de Castel, notaio e segretario del re; malgrado la sua giovane età, il matrimonio fu sereno e felice e i due ebbero tre figli. Tuttavia, il periodo di felicità durò poco: infatti, le morti ravvicinate del padre e del giovane e amato marito la lasciano senza mezzi, con figli piccoli da crescere e una madre anziana da accudire; per questi motivi, Christine dovette compiere una simbolica metamorfosi e fu costretta – come lei stessa scrive – a "diventare un vero uomo", intendendo con questa metafora il passaggio a una vita più autonoma e responsabilizzata, per i tempi prerogativa.

esclusiva degli uomini: infatti, mette a frutto la sua cultura e le sue capacità e diviene la prima scrittrice della storia francese in grado di provvedere con il suo lavoro alla famiglia, conquistandosi un ruolo sociale e intellettuale di prestigio. Esordisce ricopiando nel scriptorium suo testi famosi per la corte; poi compone opere su commissione di principi e nobili, come la biografia di Carlo V chiestale dal fratello del sovrano. I tempi in Francia allora erano molto duri: la Guerra dei Cent'anni, iniziata nei primi decenni del XIV secolo e durata fino alla metà del XV, è segnata ben presto da carestie tremende e dalla Peste Nera, che spazza via le risorse umane ed economiche rendendo la vita politica e quotidiana precaria e pericolosa; inoltre, in quel periodo l'Europa era scossa dallo scisma d'Occidente, il che portò Christine ad interessarsi alla storia dei grandi regni e alla politica e a cominciare a discutere di guerra e pace, di ricchezza.

e "vera nobiltà" d'animo. Tuttavia, il tema più originale, interessante e rivoluzionario che introduce nei suoi scritti è un altro: per lei, uomo e donna sono pari "per natura" quanto a capacità intellettuali, e soltanto l'educazione, il ruolo sociale e le circostanze fanno la differenza avvantaggiando nella vita l'uomo e relegando la donna in secondo piano; su La città delle dame questo tema, la sua opera più importante è (1405), in cui de Pizan rovescia i luoghi comuni dell'inferiorità femminile che risalivano all'autorità di Aristotele. L'opera nasce da una riflessione riguardo al un poema allegorico composto da Guillame de Lorris e Jean de Meun in cui viene proposta una visione della donna completamente idealizzata e oggettivata e in cui si teorizzavano improbabili difetti congeniti nel genere femminile: malinconia, intemperanza, incertezza.volontà di seduzione, tutte caratteristiche femminili che alterano la salute maschile. Christine de Pizan, scagliandosi contro la letteratura misogina, racconta di aver ricevuto la visita di tre dame – Ragione, Rettitudine e Giustizia – che la invitavano a costruire una fortezza per difendere le donne di ogni tempo dalle maldicenze e dai pregiudizi avversi, dove queste ultime possano trovare rifugio e conforto. Nella città confluiscono quelle figure che la tradizione ha descritto come esempi di vizi, che invece la scrittrice riabilita sottolineandone la grandezza e la nobiltà di spirito: donne esemplari per sapienza, cultura e coraggio, scienziate, regine, guerriere, indovine e martiri. Seguendo l'impronta del Decameron di Boccaccio, Christine de Pizan racconta le storie di Didone, Lucrezia, Saffo, Medea, Circe, della Vergine Maria, di Santa Cecilia e molte altre. Le figure che abitano questo borgo esemplare sono tante, ma hanno tutte un unico scopo:

Scardinare la credenza subdola che l'uomo sia più virtuoso della donna, affermando che la differenza esiste soltanto per una questione culturale e non genetica; utilizzando autori come Boezio e Tommaso d'Aquino, infatti, De Pizan concepisce storicamente la natura, riuscendo così a considerare il corpo femminile non come un ostacolo all'esercizio dei ruoli dirigenti nella società, ma come La città delle dame, una possibilità alternativa. Dunque, insiste sull'educazione come elemento fondamentale, che permetta alle donne di uscire da una condizione di inferiorità: infatti, il testo si compone di tanti racconti brevi, scritti in francese volgare per essere più accessibili anche alle stesse donne.

Dopo una vita passata a scrivere, all'età di 53 anni Christine de Pizan si ritirò in convento; la data della sua morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 1430.

MARGARET CAVENDISH

(1623-1673)Margaret Lucas Cavendish fu una delle protagoniste del pensiero politico femminile del 1600.Nata nel 1623 da famiglia aristocratica filomonarchica, perse il padre a soli due anni ma apprese dalla madre un grande spirito di indipendenza: infatti, proprio grazie alla madre, ricevette la stessa educazione riservata ai fratelli maschi e imparò a leggere e scrivere. Divenne la dama di compagnia della regina Enrichetta Maria, che però fu travolta dalla Guerra Prima rivoluzione inglese, Civile (c.d. 1644) e costretta a fuggire a Parigi; Margaret decise di seguirla in Francia, e qui conobbe il duca William Cavendish, con cui si sposò nel 1645. Il matrimonio segnò una svolta: William, infatti, era un uomo molto interessato alla filosofia e alle scienze e aveva creato una sorta di accademia, il circolo di Newcastle (che annoverava tra le sue fila i protagonisti della vita culturale e alcuni dei pensatori più innovativi dell'epoca, tra

cui Thomas Hobbes; Margaret, dunque, ebbe la possibilità di incontrare questi personaggi, scoprendo un mondo per lei sconosciuto: infatti, anche se la sua partecipazione al circolo era stata inizialmente casuale, si rese conto presto di quanto fosse affascinante e stimolante.
Dettagli
A.A. 2022-2023
8 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michelaoropallo1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle donne nel pensiero politico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Pagnotta Fausto.