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IL TAOISMO
Il pensiero taoista ha come scopo la preservazione della vita e il rifiuto dell’ingiuria verso la
propria persona. È quindi una concezione individuale ed egoista. I concetti chiave del
taoismo sono: il Dao, il principio originario delle cose; la Natura, lo stato originario delle
cose; la Non-Azione, principio secondo il quale nulla viene fatto non agendo; il Vuoto, inteso
come il nulla ma pieno di potenzialità.
Nel pensiero taoista tutto è generato dalla lotta e dall’unione di due princìpi fondamentali,
Yang e Yin. Yang è il principio maschile, positivo, della luce e della forza e rappresenta il
Cielo e il Sole. Yin è il principio femminile suo contrario e rappresenta la Terra e la Luna. È
una concezione dualistica e unitaria di origine agricola poiché l’unione di Cielo e Terra
assicurava la vita agricola. La dialettica fra i due princìpi spiega il mutare della realtà
composta dai cinque elementi legno, fuoco, terra, metallo e acqua, che compongono il
mondo in un ordine ciclico in continua trasformazione.
IL CONFUCIANESIMO
Confucio fu il maestro per eccellenza, l’uomo della misura, dell’equilibrio, della regola e
della semplicità. Nel pensiero confuciano sono presenti due virtù corrispondenti ai doveri
di ciascuno e realizzabili in una comunità civile e organizzata. Il bene sta nel seguire i doveri
(rettitudine) e nell’amare gli altri (umanità), non desiderando per gli altri ciò che non
desideri per te stesso, mentre il male sta nel non aderire all’ordine.
I rapporti fondamentali individuati da Confucio sono il legame padre-figlio (virtù della pietà
filiale), il rapporto sovrano-suddito (virtù della giustizia), il legame tra fratello maggiore e
fratello minore (virtù del rispetto dei superiori), il rapporto marito-moglie (distinzione dei
ruoli e dei compiti) e il legame amico-amico, unico rapporto paritario (virtù della fedeltà).
Le virtù sociali per Confucio sono umanità, giustizia, altruismo, pietà filiale, lealtà e dirittura.
Queste virtù sono centrali nel suo pensiero perché sono rivolte alla formazione di un buon
individuo, capace di dirigere e governare per gli interessi dello stato e per il bene
dell’umanità.
Per Confucio il concetto di umanità consiste nella simpatia umana e nell’amare gli altri,
secondo l’ottica di “ciò che non desideri per te stesso, non farlo agli altri”.
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Per Confucio il bene sta nel seguire i doveri (rettitudine) e nell’amare gli altri (umanità), non
desiderando per gli altri ciò che non desideri per te stesso. Il bene è l’atteggiamento di
oltrepassare l’egoismo per giungere al bene collettivo e riportare l’armonia tra Terra e
Cielo.
LE CENTO SCUOLE
Durante l’età degli Stati Combattenti ci furono grandi cambiamenti e tante correnti di
pensiero. Le Cento Scuole indicano questo periodo e il nome deriva dalle varietà delle
proposte. Tra le scuole si ricorda quella di Mozi (Maestro Mo) che si allontanò dal
confucianesimo perché riteneva che la famiglia esprimesse un egoismo familiare. Mozi
negava la centralità dei riti e sosteneva che la guerra fosse il male peggiore. Poi si ricorda
Mencio, continuatore di Confucio, che pose l’accento sui diritti del popolo, che giudicò la
parte più importante dello stato, superiore al re. Infine si ricorda Nunzi, che affermava che
l’uomo è per natura cattivo, simile alle bestie che sono spinte dagli istinti e solo
l’educazione permette agli uomini di intervenire sulla loro natura negativa.
IL PRIMO IMPERO
L’UNIFICAZIONE DELLA CINA:
LA DINASTIA QIN
L’ascesa dei Qin durante il periodo degli Stati Combattenti fu un successo perché uno di
loro, Shang Yang, elaborò un programma di riforme per fornire armonia e forza allo stato
che si stava definendo.
Quattro sono i punti fondamentali che emergono dalla sua opera, il Libro del Signore Shang,
che risultano peculiari dell’età imperiale rispetto a quella arcaica:
- abolizione del sistema dei campi a pozzo in favore della proprietà privata
- definizione di nuove unità familiari
- titoli nobiliari concessi solo per distinzioni militari
- abolizione dei feudi e conseguente divisione del territorio in distretti governati da
amministratori dello stato
Shi Huangdi significa Primo Augusto Imperatore e ad assumerlo fu il re dello stato di Qi che,
uscito vincitore dalle guerre dei sette eroi, abbandonò il titolo di re per assumere quello di
imperatore. Controversa figura, legato ad astrologi e sciamani, si proclamò il fondatore di
una dinastia che avrebbe dovuto annoverare diecimila imperatori e fu lui a far costruire una
tomba grandiosa circondata da migliaia di statue a grandezza naturale, l’Esercito di
terracotta, una delle maggiori scoperte dell’archeologia.
Durante questo periodo (il primo impero cinese) avvenne il rogo dei libri (213-206 a.C.)
perché Huangdi, per dar vita ad un impero forte, mise al bando la cultura confuciana
impedendone anche l’insegnamento. Huangdi voleva cancellare il ricordo del passato in
modo tale che nessuno potesse ledere la sua autorità invocando la tradizione, e per questo
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motivo volle il rogo dei libri. Questo provvedimento privò la Cina di una parte della sua
storia arcaica. Si salvarono le opere di medicina, agricoltura e divinazione.
Il vero fondatore dell’impero centralizzato fu in realtà il Primo ministro Li Si.
Nel 210 a. C. alla morte di Shi Huangdi gli successe il figlio che prese il nome di Secondo
Augusto Imperatore. Ma la politica imperiale aveva troppi nemici e l’imperatore fu
eliminato, il nome di Qin maledetto e nel 202 a.C. prese il potere uno dei capi della guerra,
Liu Bang, che proclamò l’inizio di una nuova dinastia che prese il nome di uno dei fiumi della
Cina centrale: Han.
LA DINASTIA HAN
Gli Han anteriori o occidentali
Preso il potere, Liu Bang, passato alla storia come Gaozu, assunse il titolo imperiale. Durante
il suo regno si visse un periodo di pace e prosperità grazie a un incremento agricolo ed
economico. Gaozu ridusse l’imposta sul reddito per favorire l’agricoltura e spostò la capitale
a Changhan. Ci fu inoltre la diffusione degli utensili in ferro, la crescita della popolazione e
la colonizzazione di alcune terre del Sud. Per evitare che i feudatari diventassero troppo
potenti, venne imposto che alla morte del signore il feudo venisse diviso in parti da dare ai
figli e in questo modo i feudi divennero più piccoli. Diede infine inizio all’armoniosa
parentela.
Per armoniosa parentela si intende un patto introdotto durante il regno di Gaozu per
contrastare la continua minaccia dei nomadi. Consisteva in un patto di fedeltà che
prevedeva il matrimonio tra le principesse della casa imperiale degli Han con i reali della
popolazione nomade.
Alla sua morte, Gaozu lasciò un impero in pace ed economicamente vitale. Gli successe
l’imperatrice Lu, a cui successe il figlio Wendi, cui l’impero Han deve il periodo più lungo di
pace. Fu riammesso il confucianesimo e reintrodotto il culto del Cielo e degli antenati. La
popolazione fu divisa in 4 classi, di cui solo le prime due erano considerate “rispettabili”:
funzionari, agricoltori, artigiani, mercanti.
I funzionari furono scelti con concorsi pubblici, la cui selezione riguardava l’interpretazione
dei testi confuciani. Per la preparazione agli esami era richiesta una certa disponibilità
economica e una volta superato l’esame era necessaria la garanzia di un funzionario per
accedere all’interno della burocrazia.
Dal 140 all’85 a.C. regnò l’imperatore Wudi, che ereditò un paese forte e ordinato. Egli
ruppe il patto di armoniosa parentela e attaccò i confinanti, in modo da eliminare ogni
incursione da nord. L’obiettivo principale era entrare in possesso delle vie carovaniere ed
eliminare la minaccia delle incursioni. L’imperatore fece incursioni e conquistò l’attuale
Mongolia, la Manciuria meridionale e la Corea del Nord.
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Economia, sistema fiscale e società del primo impero
Le innovazioni in ambito agricolo attuate durante il Primo impero cinese riguardano vari
aspetti. Vennero migliorati i metodi di coltivazione, come l’aratura dei terreni asciutti che
permetteva di evitare il periodo di maggese. L’aratro era più efficiente ed era provvisto di
un arnese che regolava la profondità del solco. Molti profitti giungevano dal sale. Altre
innovazioni importanti furono la seminatrice meccanica, gli attrezzi agricoli in ferro e
acciaio e la comparsa dei primi mulini ad acqua.
L’imperatore Wudi arrogò allo stato il monopolio del ferro. I tessuti (seta, canapa, lana e
lino) erano prodotti dalle donne contadine e fra i generi di lusso vi erano anche le lacche
usate per mobili, vasi, cappelli, scarpe.
Dal 98 a.C. lo stato ebbe anche il monopolio delle bevande alcoliche ottenute con la
fermentazione dei cereali.
Nel 112 a.C. Wudi rese legale solo la moneta in bronzo.
La ricchezza economica passò attraverso lo sviluppo viario: oltre ai canali furono battute
nuove strade che valicavano anche le montagne. Le strade erano divise in tre corsie con
quella centrale lastricata e riservata ai corrieri postali e ai funzionari in servizio. Furono la
penetrazione nell’Asia centrale e le vie di comunicazione a favorire i traffici lungo la ‘via
della seta’ che, attraverso varie diramazioni, permise i contatti con l’India e il Mediterraneo.
La Cina importava prevalentemente cavalli, pellicce, lana, giada e vetro. Dalle vie marittime
giungevano spezie, perle, corna di rinoceronte.
Le imposte sotto gli Han erano di due tipi: imposte fondiarie e il testatico. Le prime erano
usate in sede locale per il mantenimento dell’esercito, dei funzionari e per accumulare
derrate di cereali, mentre il secondo era previsto per l’intera popolazione e tutto il denaro
era riservato alla casa imperiale.
fu uno storico che operò alla corte di Wudi e fu autore dell’opera Memorie
Sima Qian
dello storico, considerata il capolavoro della storiografia cinese. Opera di valore
inestimabile a livello storico per i temi trattati, contribuì a formare l’ideologia imperiale
della dinastia degli Han.
L’opera è divisa in 5 sezioni. “Annali fondamentali” racchiude la cronologia della storia della
Cina e segue la linea delle Primavere ed Autunni di Confucio; “Tavole” illustra le famiglie
regnanti e aristocratiche dagli Zhou agli Han; “Trattati” illustra l’economia, l’astronomia, la
musica e i riti; “Casati ereditari” illus