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TEMPO DELLA FELICITÀ

Benessere sociale stare bene è una condizione primaria, per accedere alla felicità bisogna apprezzare le cose belle della vita. Il tempo libero crea felicità, è un tempo ricco in termini di bellezza, felicità vuol dire essere realizzato ed esaudire desideri e bisogni che ne generano altri, è un tempo rivolto al futuro ma nasce nel presente. Bisogna porsi la domanda: si può essere felici del passato? In esso c'è della nostalgia, che forse è più infelicità.

Pensiamo al tempo del divertimento come passatempo, gioco o tempo passato con amici e cari, invece il tempo del divertimento è il tempo della felicità, è indefinito: in esso si tende e si aspira alla felicità che può essere anche qualcosa che si conquista scontrandosi con le realtà, superando i propri limiti, inoltre è legata alla casualità nel senso che può essere improvvisa ed.

imprevista. I soggetti che hanno più bisogno di felicità, nei momenti fragili la riscoprono e si rafforzano, rendendoli invincibili, ma può diventare esaltazione che degenere nell'incoscienza. Le divinità della felicità sono Dioniso che rappresenta l'inebriazione orgiastica e Apollo i cui simboli sono: la ragione, estetica della bellezza. Dal punto di vista fisiologico la felicità si manifesta attraverso la serotonina migliorando la respirazione e la circolazione.

Nel piacere c'è l'esaltazione sensoriale che sottolinea come l'individuo si distacchi dalla temporalità, questo tempo è alterato può essere ritardato o accelerato. In aggiunta ci sono degli stereotipi riguardanti la felicità, essi sono creati dalla cultura occidentale, dal mondo economico e dello spettacolo, sono soggetti che incarnano la realizzazione personale. es. Rocky Balboa. La felicità nasce dall'infelicità,

i bambini sono felici perché non hanno consapevolezza della mortalità, inoltre secondo Hirschman la felicità sprona la partecipazione, sostiene momenti di cambiamento e le rivoluzioni. Ad esempio, il movimento del '68 è il prodotto di una generazione felice. I filosofi tendevano alla felicità con l'atarassia, termine usato dagli epicurei per indicare uno stato di perfetta tranquillità e serenità d'animo, raggiunto dal saggio una volta libero delle passioni. Per essere felici bisogna oscurare passioni e sentimenti. La felicità è legata all'appagamento dei desideri, in aggiunta si lega alla fortuna, sensi, casualità e fatalità. Ci si accorge della felicità degli altri e meno della propria, ci accorgiamo di essa solo quando è passata. Il tempo della felicità è anche il tempo del sorriso e dell'armonia, della condivisione in primo luogo degli affetti. La felicità è un tempo di

passaggio si conquista ma col tempo degrada, ovvero i beni materiali rendono felice una persona mentre si desiderano, quando però il bene viene acquisito, esso nel tempo lo usura, perde di valore e significato.

es. anni 60 le persone sognavano beni materiali frigoriferi, forni o tv L'acquisto del prodotto appaga desiderio, più passa il tempo più il desiderio affievolisce. Perciò si è più felici durante il periodo in cui si aspetta il bene desiderato, che quando si realizza il desiderio.. La felicità è fatta di sogni, utopie, costruzioni simboliche, attimi, frammenti di momenti vissuti che ritornano in mente.

Dal punto di vista sociale e comunitario la felicità è oggettiva, corrisponde a una ritualità. Nella società tradizionale l'attesa è importante genera felicità, ad oggi con l'avvento della tecnologia l'attesa è sparita, tutto è immediato.

La felicità

accompagna l'evoluzione, compromessa dalla tecnologia e dal narcisismo, ritroviamo narciso nei selfie, una proiezione e rappresentazione della propria immagine. La tecnologia compromette la felicità perché ne dà un'immagine distorta, narciso esalta i valori materiali e il potere. La felicità viene spettacolarizzata per interessi economici, essere felici porta al riconoscimento di sé, della propria identità, è il tempo del riconoscimento o della riconoscenza, per essere felici bisogna ricevere delle attenzioni ed essere riconosciuti dagli altri. La felicità è un fenomeno sociale legato al benessere, anche se le disuguaglianze di carattere economico e sociale compromettono la felicità. Le Culture esprimono momenti di felicità in modo diverso, ma ci sono elementi comuni ovvero: il rapporto con la natura e la convivialità. La natura della felicità è la soddisfazione di esigenze. (bisogni)

primari di sussistenza). Un’altra prospettiva è quella di Marx “Sono felice nella lotta” secondo lui la felicità si conquista lottando, l’individuo afferma se stesso, i propri principi e ideali.

TEMPO NELLE CITTA’ METROPOLITANE. La VELOCITÀ è uno dei molti aspetti della vita metropolitana moderna. Secondo Georg Simmel il tempo moderno si fonda sull’immediatezza, simultaneità e presentismo una condizione dove esiste solo il presente, è il primo vero teorico della società dell’accelerazione. Nel XX secolo l’automobile iniziò a diventare l’emblema stesso della velocità e della libertà: una possibilità di cambiamento per il gruppo o il singolo, veicolo concedeva un’infinita libertà di movimento, però vi era il rischio di restare imbottigliati nel traffico, la velocità delle macchine era simbolo della forza trascinante del progresso, crescita.

Economica e di una società in continuo mutamento. La velocità è un costante dinamismo di desideri universali, soddisfatti solo da macchine sempre più veloci e efficienti. Sistemi di comunicazione come la ferrovia, il telegrafo, il telefono e le comunicazioni senza fili, sono strumenti di misurazione del tempo sempre più precisi. Il nuovo mondo materiale è visto con ottimismo e un senso di sicurezza (controllo degli eventi), ma al contempo nasce un senso di incertezza, vivendo in un mondo sempre più veloce e fuori controllo.

IL RITMO DI VITA METROPOLITANA. Fino dalle origini, il percorso della modernità occidentale è stato accompagnato da un senso di accelerazione. La metropoli moderna appare come il luogo per antonomasia di utilizzo del tempo sempre più intenso, una fitta rete di interazioni possibili in uno spazio ristretto. Le città globali si stanno rapidamente moltiplicando, se ne contano 70 in tutto il mondo. Simmel

che la modernità non può essere identificata solo nelle imprese industriali, ma trova la sua chiave nella metropoli. Nel suo saggio "La filosofia del denaro", Simmel analizza l'effimero e la brevità come due concetti che rappresentano la temporalità moderna, mettendo in relazione il ritmo accelerato della vita nelle città con la natura stessa del denaro. Il denaro può svolgere la sua funzione solo attraverso la circolazione, accelerando di conseguenza tutte le attività ad esso correlate come la produzione, il trasporto, la vendita e il consumo. Tutto deve essere costantemente in movimento, in un estremo dinamismo dell'economia del denaro che coinvolge ogni cosa nel processo di circolazione. Simmel descrive il tipo metropolitano come un individuo blasé, insensibile e distaccato, che è esposto all'intensificazione della vita nervosa. La vita diventa più ricca e densa in termini di quantità di eventi, ma allo stesso tempo rischia di impoverirsi. Simmel è consapevole che la modernità non può essere identificata solo nelle imprese industriali, ma trova la sua chiave nella metropoli.dell'ambiguità di vivere nella città moderna, dove si promuove un modello che è sia individualista e conformista allo stesso tempo. Un esempio è la moda che spinge l'individuo all'emulazione ma anche alla differenziazione, essa propone sempre qualcosa di nuovo per accelerare il ricambio e l'acquisto di nuovi beni. L'esperienza della metropoli è estremamente diversificata in base alla classe sociale, status, genere, e appartenenza etnica. La velocità e mobilità sono tutt'oggi distribuite, accessibili e interpretate in modo diverso da gruppi sociali diversi. TEMPO DEI NON LUOGHI. Uno spazio per essere luogo deve esprimere dei contenuti in termine di storia e di memoria. I non luoghi sono le stazioni ferroviarie, gli aeroporti, tutti questi spazi di transito in cui passa un singolo individuo che diventa massa. TEMPO PRIMA DELL'OROLOGIO. Nel corso della storia gli esseri umani hanno sempre dovuto

coordinare le proprie attività con quelle degli altri, le giornate sono scandite dal trascorrere delle ore misurate dall'orologio, fin da piccoli ci viene insegnato il valore della puntualità, l'imperativo di essere in orario e di non sprecare il tempo.

Secondo Thompson prima dell'industrializzazione gli esseri umani seguivano "ritmi naturali" orientati in una serie di attività connesse all'economia agricola: tempo orientato al compito, antichi sistemi di riferimento vengono sostituiti da un nuovo concetto connesso alla produzione, il tempo era diventato merce quantificabile in termini monetari.

Nell'era XIX era interiorizzata la parsimonia nei confronti del tempo, ritmi tradizionali iniziarono a parire primitivi, nell'arco di un secolo, il ritmo della fabbrica finì per apparire naturale, il tempo era diventato denaro.

Barbara Adam e Helga Nowotny nell'epoca industriale, in nome dell'efficienza si utilizza il tempo disciplinandolo.

Mercificandolo, viene compresso e controllato, i più antichi modi di vivere furono spazzati via. La rivoluzione industriale trascinò con sé gli uomini dai loro << piccoli mondi >>, l'accelerazione divenne un'esperienza dominante della modernizzazione, l'andatura divenne più importante della meta, chi indugiava era perduto.. Nell'analisi di Marx della mercificazione del tempo, esso viene descritto come: vuoto, astratto e quantificabile, applicabile in qualunque cosa in ogni momento. I momenti sono gli elementi del profitto, è il controllo del tempo di lavoro degli altri a dare ai capitalisti il potere iniziale per appropriarsi del profitto.

TEMPO DEL LAVORO. Denominato anche come il tempo della produzione, tende a generare alienazione nell'attività lavorativa, la merce diventa sempre più astratta. Il lavoratore viene espropriato del valore della produzione, l'orario diventa molto importante serve ad organizzare.

l'attività lavorativa. La società stabilisce l'orario di lavoro, il valore della mer
Dettagli
A.A. 2022-2023
12 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Andrea.Castellan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del tempo libero e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Russo Massimo.