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GLI EFFETTI DEL FRAME
Gli e etti del frame riguardano quanto un messaggio possa essere più o meno e cace nell’indurre dei
cambiamenti di atteggiamento in relazione al modo in cui il contenuto del messaggio viene inquadrato
(frame=cornice). Lo stesso contenuto, infatti, può essere presentato in modi diversi.
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Su tale argomento sono stati fatti studi condotti prevalentemente nell’ambito della comunicazione nalizzata alla
prevenzione e nell’ambito della comunicazione politica.
Il quadro teorico parte dalla teoria del prospetto di Tversky e Kahneman (1981).
Gli e etti del frame possono essere categorizzati in 3 possibili variazioni:
1. Frame delle conseguenze —> tra i tre è il più studiato; in esso il messaggio pone l’accento sulle conseguenze
negative
Esso si basa sulla teoria del prospetto di Tversky e Kahneman (1981).
Esso ci dice che:
Le persone stimano il valore della perdita o di un guadagno in
modo NON simmetrico. In particolare, le persone associano un
valore negativo alle perdite che è superiore al valore positivo
che associano al guadagno della stessa entità.
Esperimento (ricerca Meyerowitz e Chaiken - 1987):
Frame perdita: “se non fai l’autopalpazione del seno, non puoi capire com’è il tuo seno in salute e non sarai
preparata a notare qualsiasi piccolo cambiamento che può avvenire nel tempo”.
Frame guadagno: “se fai l’autopalpazione del seno ora, puoi capire com’è il tuo seno in salute e sarai preparata a
notare qualsiasi piccolo cambiamento che può avvenire nel tempo”.
Risultati:
Il frame perdita induce un atteggiamento più favorevole verso l’autopalpazione e una maggiore intenzione di
metterla in atto.
2. Frame del messaggio —> la stessa posizione può essere sostenuta redendo saliente un tipo di valore rispetto
ad un altro, quindi è il contenuto del messaggio che viene inquadrato in un modo o nell’altro
Esperimento di Barker (1985): programma di un candidato ttizio rivolto a simpatizzanti repubblicani.
Tema: fornire alle famiglie meno abbienti un assegno per consentire ai gli di frequentare una scuola privata.
Frame individualistico: “libertà di mandare i gli nella scuola scelta dai genitori e non dal governo”.
Frame egualitario: “una pari opportunità di avere un’istruzione di qualità”.
Ipotesi: il frame individualistico, essendo più coerente con i valori cronicamente accessibili dall’audience, è più
e cace del frame egualitario.
Risultati:
Il messaggio con frame che fa appello a valori cronicamente accessibili nell’audience è più e cace.
Spiegazione: il messaggio contribuisce ad attivare selettivamente informazioni già presenti nella memoria del
ricevente. Infatti, le persone più esperte, che quindi hanno più informazioni nella loro memoria, sono anche quelle
più in uenzate dagli e etti di frame.
L’e cacia della variazione di frame del messaggio non è assoluta, ma interagisce con le caratteristiche del
ricevente. In particolare, si è osservato che le persone regolano il proprio comportamento focalizzando la propria
attenzione sul miglioramento dello stato attuale oppure sul mantenimento dello stato attuale. Nel primo caso
saranno motivati dalla promozione, nel secondo caso dalla prevenzione. Questo suggerisce che i messaggi con
frame perdita dovrebbero risultare particolarmente convincenti agli occhi delle persone con un focus di
prevenzione, mentre quelli con frame guadagno dovrebbero convincere maggiormente le persone con focus
promozione.
3. Frame degli atteggiamenti bersaglio
Esperimento di Bizer e Petty (2005): parte dei candidati devono sostenere A (frame positivo), l’altra parte deve
invece essere oppositore di B (frame negativo). Ad entrambi i gruppi viene dato un messaggio controattitudinale
su A.
Ipotesi: il frame negativo rende gli atteggiamenti più resistenti.
Risultati:
I sostenitori di un candidato ttizio (sostenitori di A) cambiano più facilmente la loro valutazione dopo
l’esposizione a un messaggio squali cate rispetto agli avversari dell’oppositore (oppositori di B).
Spiegazione: per il bias della negatività. Ovvero, le informazioni negative, rispetto a quelle positive, hanno in
generale un impatto maggiore perché tendenzialmente le persone danno più attenzione alle informazioni negative,
cioè le ritengono/percepiscono come più diagnostiche.
Al di fuori del laboratorio, però, il frame negativo è proprio dei cittadini più lontani dalla politica, quindi meno
resistenti e più in uenzabili.
LA FONTE (CAP. 3)
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Gli aspetti che rendono una fonte più o meno persuasiva sono (Kelman - 1961):
1. CREDIBILITA’ —> fa riferimento alla competenza della fonte in un determinato ambito. Questa credibilità non è
una credibilità oggettiva, ma è una credibilità attribuita alla fonte dai riceventi.
Essa è composta da 2 aspetti:
• Riconoscimento delle competenze (expertise) —> i riceventi riconoscono determinate competenze alla fonte
• Percezione di a dabilità (trustworthiness) —> percezione che la fonte sia sincera nel sostenere la sua posizione
e che quindi non sia mossa da secondi ni. In particolare, siamo il più in uenti possibile quando sosteniamo un
argomento che è contro i nostri interessi.
Esperimenti di Hovland et al.:
Ipotesi: a parità di messaggio, la fonte fa la di erenza.
Si tratta di 4 esperimenti in cui varia il tipo di fonte, credibile vs non credibile (variabile indipendente), mantenendo
costante il messaggio; tra i 4 esperimenti varia solo il tipo di messaggio.
Viene rilevata l’opinione dei partecipanti per 3 volte: prima di fargli ascoltare il messaggio, subito dopo averlo
ascoltato e 4 settimane dopo averlo ascoltato.
Risultati (dopo 1 mese): • Diminuisce la % di persone che hanno cambiato opinione nel caso del
messaggio di una fonte credibile;
• Aumenta la % di persone che hanno cambiato opinione nel caso del
messaggio di una fonte poco credibile.
In particolare, confrontando le misure di atteggiamento rilevate prima e dopo
l’ascolto del messaggio, si vede che la fonte credibile (in 3 studi su 4)
produce cambiamenti più signi canti. Tuttavia l’e etto scompare alla
rilevazione e ettuata dopo 1 mese, in cui i partecipanti della condizione
“fonte credibile” tornano alla loro opinione originaria (prima dell’ascolto del
messaggio), mentre diversi partecipanti della condizione “fonte poco
credibile” manifestano un cambiamento avvenuto nel frattempo.
Spiegazione: questo ci dice che dopo un mese la credibilità della fonte non
ha più e etto perché il ricevente dimentica la fonte e quindi anche la sua
in uenza. Si tratta quindi dello “Sleeper e ect”, ovvero i riceventi con il passare del tempo tendono a dimenticare
la fonte del messaggio e a basare le proprie opinioni sulle argomentazioni con cui è sostenuto. Questo e etto si
manifesta perché l’aspetto delle caratteristiche della fonte è un aspetto super ciale per i riceventi.
2. ATTRAZIONE —> fa riferimento all’attrattività della fonte.
Essa si compone da 2 aspetti: la bellezza sica e la somiglianza (stessa appartenenza sociale). Infatti gli
esperimenti che sostenevano che gli e etti fossero prodotti unicamente dalle caratteristiche siche della fonte
producevano risultati tra loro contrastanti. Così, nel ’79, Chaiken decide di e ettuare un esperimento. La sua
ipotesi è che la bellezza sica non riguarda solo caratteristiche somatiche, ma anche il modo in cui le persone
comunicano con gli altri.
Nella prima fase chiede a un gruppo di studenti di registrare un video a favore del messaggio. Nella seconda fase
chiede a un altro gruppo di studenti di valutare la bellezza delle persone che hanno registrato i video e da queste
valutazioni vengono selezionati quelli più belli e quelli più brutti. Nella terza e ultima fase, ai veri partecipanti
dell’esperimento, vengono somministrati i video selezionati.
Risultati:
La fonte attraente risulta quella più in uente, anche nelle diadi omogenee per sesso (quindi il genere non fa
di erenza).
Interpretazione: le persone attraenti tendono a sviluppare migliori capacità comunicative nel corso della
socializzazione, grazie ai feedback positivi ricevuti nel corso della vita.
In particolare, una fonte che adotti uno stile non verbale costituito da volume moderato della voce, postura
rilassata e un’espressione amichevole del viso aumenta la probabilità di risultare gradevole e di in uenzare per
questa via i riceventi. Al contrario, una fonte che parli rapidamente, mantenga una postura eretta con un tono di
voce fermo, gesti controllati delle mani e mantenga frequenti contatti visivi con i riceventi trasmette competenza
e, attraverso questa, aumenta la probabilità di in uenzarli.
Risultati più sorprendenti sono però quelli che emergono dalle ricerche sull’e etto di in uenza che può esercitare
un breve contatto sico da parte della fonte sul ricevente. Molte ricerche mostrano in modo piuttosto coerente
che in una interazione fra estranei, un breve contatto tattile porta l’individuo toccato a formarsi una impressione
positiva della persona che l’ha s orato, una migliore valutazione del contesto e anche una percezione più positiva
del proprio umore. Questo aspetto però varia molto da cultura a cultura.
L’interpretazione di questi e etti persuasivi del contatto sico non è chiarita in modo convincente. Le ipotesi più
accreditate attribuiscono tale e cacia alla familiarità e allo status. In ne, c’è chi avanza l’idea che il contatto sico
sia implicitamente associato nella memoria delle persone a una connotazione positiva dovuta al fatto che si tratta
della forma più precoce di comunicazione umana (attraverso il contatto sico con la madre, il neonato si assicura
la sopravvivenza).
Esperimento “e etto Armani”:
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A partecipanti tutte donne vengono somministrate due immagini, in una la ragazza nell’immagine indossa una t-
shirt con la rma di Armani, mentre nell’altra foto la rma non è presente. Allo stesso modo, alle partecipanti,
vengono sottoposte due immagini di una ragazza più attraente e di una meno attraente.
Ipotesi: l’assenza o la presenza della rma genera lo stesso e etto dell’attrattività della fonte. Questo a causa
degli stereotipi elaborati nel corso dell’esperienza a cui noi associamo dei giudizi.