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La riapertura dei conti patrimoniali
Il 1° gennaio devo proseguire la mia rilevazione partendo da alcuni valori. Si predispongono le scritture di apertura con le quali si riportano i saldi delle singole voci patrimoniali nei rispettivi mastrini (solo le voci patrimoniali, perché le voci di conto economico mi sono servite solo per determinare il risultato dell'esercizio).La contabilizzazione di importi in valuta
Esse sono quelle operazioni che non sono espresse nella valuta di quel Paese, ma sono espresse in una valuta differente: quando l'azienda compra dei beni o dei servizi (o vende) a terzi, l'accordo viene stipulato in una valuta diversa (per noi non in euro). Ciò accade con i paesi stranieri. Il problema che si genera per la contabilità è il fatto che bisogna convertire in euro quando vado a redigere il bilancio. La conversione avviene prendendo il tasso del cambio del giorno in cui è avvenuta l'operazione e convertendo.L'operazione; poi la rilevo in euro. Il problema si genera quando ho la regolazione monetaria di quest'operazione. Spesso tra l'acquisto e la regolazione monetaria passa molto tempo, e il cambio si modifica.
LE CAMBIALI ATTIVE E LO SCONTO
Le cambiali sono dei titoli di credito emesse dai debitori nelle quali il debitore si impegna a pagare il creditore, per un certo importo e una certa data: il debitore riconosce il proprio debito. Sono importanti perché rappresentano una forma agevolata della riscossione del credito. Per poter agire, da un punto di vista legale, bisogna avviare un contenzioso, in cui si dimostra di avere un certo credito. Viceversa, se si ha una cambiale, il debitore si impegna a pagare un importo entro una certa data.
Le cambiali hanno diverse funzioni: innanzitutto possono essere trasferite come strumenti di pagamento, cioè si può utilizzare la cambiale per pagare un debito. Hanno un piccolo costo di emissione però danno una
maggiore garanzia. Possono essere anche date alla banca per farsi finanziare. Si dice "scontare la cambiale". L'interesse applicato dalla banca genera un anticipo finanziario ridotto rispetto al valore nominale.
IL MAGAZZINO E LA SUA MOVIMENTAZIONE
Come viene valorizzato il magazzino? Nel corso dell'esercizio vengono prodotti o acquistati beni che rimangono a magazzino, quindi che non vengono consumati, ma il cui costo rientra tra i componenti negativi che abbiamo nel conto economico. Questo perché tutto ciò acquistato nell'esercizio rappresenta un componente negativo, ma nel momento in cui registro il costo non mi pongo il problema se verrà consumato nell'esercizio o meno. Alla fine dell'esercizio so che una parte dei beni non sono stati consumati, quindi non è corretto mantenere il costo di quei beni tra i costi dell'esercizio. Per questo vado a rettificare i costi rilevati, attraverso un processo di rilevazione delle
Rimanenze finali, valorizzando quindi i beni non consumati. È possibile conoscere il costo di ogni bene in magazzino, ma non sempre esatto, nel caso delle autovetture, ad esempio, in concessionaria è molto più semplice attribuire un valore a quelle rimaste in magazzino; questo vale per tutti i beni che sono tracciati attraverso un numero che li identifica singolarmente. La valorizzazione, quindi, è più semplice a fronte di un sistema informatico mediamente sviluppato. Nella maggior parte dei casi gli acquisti si susseguono nell'esercizio, si mischiano tra loro e i costi di acquisto variano durante l'esercizio perché cambia il fornitore, il prezzo, il prezzo delle materie prime. Per questo alla fine è difficile attribuire un valore ad ogni bene; posso solo ipotizzarlo attraverso dei criteri che ipotizzano una movimentazione in magazzino. Esempio più tipico è quello che ipotizza che in magazzino siano rimasti quelli.
più vecchi o viceversa. I metodi si applicano e si scelgono in funzione della tipologia del prodotto che si sta valorizzando, dell'andamento dei prezzi e di altre valutazioni che si fanno per il metodo da adottare. I metodi sono: - Costo medio ponderato - FIFO - First in First Out - LIFO - Last in First Out - HIFO - Highest in First Out Sono quattro metodi, tre dei quali possono essere applicati come metodi continui e discontinui, mentre il FIFO solo come metodo discontinuo. Il metodo continuo viene applicato in modo continuativo durante l'esercizio, valutazione non solo a fine esercizio ma anche durante. Il metodo discontinuo la valutazione avviene solo a fine esercizio. La valorizzazione del magazzino (rimanenze finali) si applica sia ai beni acquistati sia ai beni prodotti. Al di là del metodo adottato devo comunque determinare correttamente quello che è il costo di acquisto e quello di fabbricazione, perché ci sono una serie di componenti di cui devo tenere conto.tenere in considerazione. Il costo d'acquisto è costituito dal prezzo di acquisto concordato col fornitore al netto di eventuali sconti, quindi se il fornitore mi riconosce uno sconto sull'acquisto, il valore di carico sarà il netto dello sconto. Abbiamo una serie di oneri accessori di diretta imputazione (cioè relativi ai beni acquistati), come l'imballaggio, il trasporto, i dazi doganali (imposte che verso quando acquisto un bene da un Paese che non fa parte della UE) e ogni altro elemento direttamente attribuibile. Vengono esclusi gli oneri finanziari (relativi alla modalità di pagamento della fornitura). Più complicato è il costo dei beni prodotti, perché in quel caso devo andare a costruire un costo di fabbricazione, tenendo conto delle materie prime, la manodopera, quante ore ci mette l'operaio, quante persone intervengono, le spese generali, e tutti gli altri costi indiretti. Anche perché poi questi costime li ritrovo tutti nel conto economico. Tra i vari metodi, vediamo che sono tutti diversi ma non sappiamo esattamente se uno è più giusto dell'altro. COSTO MEDIO PONDERATO - Metodo discontinuo: applichiamo una media ponderata, cioè faccio una media dei prezzi di acquisto e delle quantità che ho acquistato. A fine esercizio calcolo: costo complessivo/quantità complessiva. Ottengo un costo medio ponderato. Il totale lo moltiplico per le rimanenze in magazzino, da cui si ottiene una valorizzazione del magazzino. - Quello continuo prevede un'applicazione del metodo a fine anno, ma anche dopo ogni carico, quindi tende ad essere più preciso nella determinazione del valore delle rimanenze finali. Costruisco una tabella (pag. 129 dispensa). Facciamo attenzione alle date dei carichi e degli scarichi. Le rimanenze finali è vero che sono una rettifica di quelli che sono i costi sostenuti per l'acquisto e la produzione dei beni, ma èChiaro che più alto è il valore delle rimanenze finali, migliore è il risultato, quindi lo vado a inserire in avere nel conto economico. I prodotti scaduti non hanno più valore, o comunque non vengono considerati perché uguali a zero. La valorizzazione del magazzino incide sul risultato, perciò bisogna essere prudenti. Perciò, oltre l'attenzione al costo di acquisto e al costo di produzione, devo guardare anche il mercato.
FIFO
Sono rimasti a magazzino i beni più recenti, quindi considero i carichi più recenti perché i vecchi sono stati i primi a essere usciti, come viene segnalato dal nome del metodo. Guardo la tabella dei carichi (pag. 127 dispensa); consideriamo le merci entrate per ultime e, in seguito, il carico precedente. È poco usato.
Si chiamano metodi di valorizzazione ma ipotizzano una movimentazione. Le società devono dichiarare il metodo adottato per la valorizzazione, nella nota integrativa.
viene esplicitato, negli anni rimane quello che è, non cambia negli anni. Se cambio il metodo, devo informare chi legge il bilancio su quale è stato l'effetto.