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DELLA PA

IL FENOMENO BUROCRATICO

Michel Crozier, nel suo libro “Il fenomeno burocratico”, afferma: “L’uomo non è soltanto un braccio e non è soltanto

un cuore. L’amore è una mente, un progetto, una libertà”. La burocrazia viene vista come un apparato lento, poco

efficiente e incapace di innovazione, ma con nicchie di indipendenza privata sfruttabili. È fondamentale la capacità

delle persone di pensare, progettare e fare scelte non previste dall’organizzazione. Al centro di ogni organizzazione

c’è il potere, che ogni attore cercherà di raggiungere, considerandolo la "posta in gioco" di ogni azione organizzativa.

Crozier distingue due concetti di potere:

- **Autorità formale**: disciplinata dai regolamenti, legata alla gerarchia e legittimata da norme.

- **Potere informale**: non legato a un comando legittimato da norme, ma alla capacità di difendere margini di libera

scelta, risultando imprevedibile per gli altri.

La burocrazia non si basa solo su norme e regolamenti, ma anche sulla discrezionalità, valore trascurato da Weber,

che è libertà e potere. La discrezionalità permette di agire in maniera imprevedibile e apportare innovazioni. Il potere

risiede nelle informazioni possedute esclusivamente (tecnici) o nella capacità di ricoprire ruoli nuovi e non

predeterminabili.

Crozier identifica una forte resistenza al cambiamento nella burocrazia, che tende a irrigidirsi e bloccarsi di fronte

alle sfide dell’ambiente a causa di caratteristiche come impersonalità delle norme, centralizzazione delle decisioni,

isolamento delle categorie gerarchiche e sviluppo di poteri paralleli. La crisi, attivando il potenziale creativo, è un

mezzo di sviluppo e adattamento per la burocrazia, evitando il "circolo vizioso di Crozier". Le sfide ambientali

possono creare problematiche difficili da gestire, con pressioni dai livelli più bassi verso la dirigenza, che spesso non

ha il potere sufficiente per risolvere i problemi e rinvia al governo e legislatore, con nuove norme che raramente

portano a un cambiamento reale.

L’IMPRESA IN ASCOLTO

Nella società post-industriale, le organizzazioni devono basarsi sulla consapevolezza delle relazioni umane e della

cooperazione. Devono essere pronte all’ascolto e la capacità di innovazione deve superare la razionalizzazione. Per

innovare prodotti/servizi e soddisfare clienti/utenti, bisogna ripensare i modelli organizzativi in base ai principi di

semplicità, autonomia e cultura.

Le organizzazioni devono "deburocratizzarsi":

- Lasciare più spazio all’autonomia dei lavoratori, che devono essere formati per accrescere le loro competenze.

- Sviluppare una cultura organizzativa incentrata sulla condivisione di uno scopo comune e di una cultura condivisa.

LA PA COME SISTEMA ORGANIZZATIVO A RETE

Studi sottolineano la necessità dell’ascolto e della dimensione relazionale nelle organizzazioni, che devono essere

più flessibili e costruire network relazionali interni ed esterni, secondo la teoria dell’organizzazione a rete. Per

descrivere un’organizzazione, è fondamentale descrivere le sue relazioni con altri oggetti, il contesto e l’ambiente,

oltre ai suoi attributi.

La PA è un’organizzazione a rete composta da nodi, connessioni e proprietà operative intrinseche. I nodi, che

possono essere uffici, settori o parti dell’organizzazione con competenze specifiche, devono avere condotte

operative autonome e autoregolarsi grazie alla capacità di apprendere dall’ambiente circostante. La vitalità dei nodi

dipende dalla loro capacità di scambio interattivo con altri nodi, superando la stretta autoreferenzialità. La

comunicazione è fondamentale, con nodi gerarchicamente superiori che dispongono di maggiori linee di

comunicazione verso gli altri nodi. Nella società della connessione, la PA deve adottare modelli organizzativi

reticolari per governare la complessità, coltivando consapevolmente le relazioni con cittadini, dipendenti, imprese e

istituzioni.

COMUNICAZIONE PUBBLICA E INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA

Negli ultimi trent’anni, il modello organizzativo delle PA è stato oggetto di profondi cambiamenti e riforme. Letizia

Materassi afferma che dalla metà degli anni Novanta si è iniziato a ripensare il sistema di offerta dei servizi,

partendo dai bisogni del cittadino anziché dalle esigenze della PA, adottando logiche ispirate al marketing privato.

Dopo Tangentopoli, il processo di riforma ha visto anche la nascita della comunicazione pubblica come disciplina e

pratica.

Fino agli anni Novanta:

- Non c’erano canali e strumenti di relazione tra cittadini.

- La comunicazione era persuasoria, per dare una buona immagine dell’azione pubblica, a scapito della dimensione

informativa.

- Prevalenza della comunicazione politica su quella amministrativa.

- Negli anni ’70 e ’80, si affermava progressivamente il diritto del cittadino a essere informato, aumentando la

necessità per lo Stato di curare l’informazione sui servizi offerti e le disposizioni normative.

- La comunicazione amministrativa iniziava a sganciarsi da quella politica, ma restava unidirezionale, volta

essenzialmente a ottenere maggiore visibilità, con un cittadino passivo e non ascoltato.

Sollecitazioni al cambiamento:

- Inadeguatezza del modello tradizionale di amministrazione.

- Integrazione comunitaria, con vincoli e prescrizioni obbligatorie dalla CE.

- Ruolo dell’innovazione tecnologica, che impone una revisione totale di assetti, relazioni, competenze, modalità

produttive e comunicative.

Negli anni ’90 nasce l’Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale, che promuove la

comunicazione come elemento indispensabile per l’innovazione amministrativa, basandosi su sei parole chiave:

- Trasparenza

- Ascolto

- Semplificazione

- Partecipazione

- Valutazione

- Efficienza ed efficacia

**TRASPARENZA**: Tutti gli atti della PA devono essere trasparenti e accessibili ai cittadini. La legge n.142 del 8

giugno 1990 prevede istituti di partecipazione popolare e definisce i rapporti tra regioni ed enti locali. La legge n. 241

del 7 agosto 1990 stabilisce l’obbligo di trasparenza e accesso agli atti, affermando il principio di pubblicità degli atti.

**ASCOLTO**: Per garantire la trasparenza, non basta l’accesso agli atti, spesso difficili da comprendere

(burocratese), ma è necessaria una comunicazione e ascolto attivo del cittadino. Il Decreto legislativo n. 29 del 3

febbraio 1993 introduce nuovi criteri per la selezione e gestione del personale e l’organizzazione degli uffici,

obbligando tutte le PA ad aprire gli URP (Uffici Relazioni con il Pubblico), strutture dedicate alla cura dei rapporti con

i cittadini e all’attivazione di modalità di ascolto e dialogo. Accanto agli URP, emergono strumenti come sportelli

informativi, numeri verdi e totem strategicamente posizionati.

**SEMPLIFICAZIONE E PARTECIPAZIONE**: Le leggi 59 e 129 del 1997, note come Leggi Bassanini, avviano un

processo di semplificazione della PA, che include maggiore chiarezza del linguaggio amministrativo, riduzione del

numero di leggi, diminuzione dei tempi di svolgimento delle pratiche e adozione di procedimenti decisionali più snelli

e veloci. La comunicazione viene riconosciuta come componente indispensabile per il cambiamento, legando

semplificazione, accesso e trasparenza alla partecipazione attiva dei cittadini.

**SUSSIDIARIETÀ**: Le Leggi Bassanini introducono il principio di sussidiarietà, che entra in Costituzione con la

modifica del Titolo V (2001). La sussidiarietà può essere:

- **Orizzontale o sociale**: legittima i cittadini e le loro associazioni a esercitare funzioni di rilevanza sociale,

riconoscendo il principio della cittadinanza attiva.

- **Verticale**: propone una nuova articolazione dei poteri, competenze e responsabilità a partire dai livelli

istituzionali di governo più vicini ai cittadini, con un rapporto paritario, funzionale e cooperativo.

LA LEGGE 150 DEL 2000

La Legge n. 150 del 7 giugno 2000, intitolata "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle

pubbliche amministrazioni", rappresenta ancora oggi il quadro normativo fondamentale che regola le attività di

comunicazione istituzionale. Questa legge, completata dal Decreto Attuativo del 4 dicembre 2001 e dalla direttiva

Frattini del 14 febbraio 2002, ha riconosciuto la comunicazione come un elemento cruciale e un obbligo istituzionale

per le amministrazioni pubbliche.

La Legge 150 si articola in tre ambiti principali di attività:

1. **Informazione verso i media:** gestita dagli uffici stampa delle amministrazioni, mira a fornire informazioni

trasparenti e complete attraverso i canali di comunicazione di massa.

2. **Comunicazione verso i cittadini:** affidata agli Uffici di Relazione con il Pubblico (URP), si propone di instaurare

un dialogo aperto e diretto tra l'amministrazione e i cittadini, favorendo la partecipazione attiva e la comprensione

delle politiche pubbliche.

3. **Comunicazione politica:** gestita dal portavoce dell'amministrazione, si focalizza sull'esposizione e la

spiegazione delle posizioni politiche e delle decisioni governative.

La Legge 150 ha inoltre distinto tra informazione e comunicazione, delineando ruoli specifici per garantire la

trasparenza e l'efficacia delle interazioni tra l'amministrazione e il pubblico. Questa legislazione ha sottolineato

l'importanza di una comunicazione chiara e accessibile, adattandosi ai cambiamenti nel panorama mediatico e alle

esigenze crescenti di partecipazione e informazione dei cittadini.

7.LA DIGITALIZZAZIONE DELLA PUBBLICA

AMMINISTRAZIONE

Letizia Materassi: Aree di Intervento del Legislatore

Dagli inizi degli anni novanta, il legislatore italiano ha avviato una serie di riforme significative nell’organizzazione

della macchina burocratica della Pubblica Amministrazione (PA). Letizia Materassi, nel suo libro del 2017 sulla

comunicazione nelle organizzazioni pubbliche, identifica quattro aree di intervento:

1. **Contesto Amministrativo**: Disposizioni che definiscono il clima generale in cui si sviluppa la comunicazione

pubblica, con interventi su trasparenza, accesso e valutazione, elementi strettamente legati alla comunicazione

stessa.

2. **Processi e Assetti**: Provvedimenti che delineano il modus operandi delle amministrazioni e le strutture

attraverso cui è organizzata la comunicazione pubblica, come previsto dalla Legge 150/2000 e normative correlate.

3. **Competenze e Professioni**: Norme riguardanti i rapporti di pubblico impiego, la definizione degli aspetti

professionali, compresi i criteri di selezione e valutazione delle performance.

4. **Innovazione Tecnologica**: Interventi per la digitalizzazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
37 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gealt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione pubblica e istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Bertetti Paolo.