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La comunicazione nel nuovo ecosistema mediale

Giovanni Boccia Artieri spiega che è il senso della posizione nella comunicazione che cambia. Stiamo imparando ad abitare un ambiente in cui le forme di comunicazione interpersonale si intrecciano sempre più con quelle di massa.

Ci spiega che eravamo abituati ad essere (e pensarci come) pubblico, consumatori, cittadini. Credevamo di poter sviluppare comunicazioni interpersonali profondamente distinte dal mondo dei mass-media, avevamo solo una cerchia di amici e conoscenti che poteva estendersi unicamente attraverso eventi che avvenivano in spazi e tempi materiali.

Oggi, invece, ci troviamo di fronte allo sviluppo di tecnologie della comunicazione e pratiche correlate che modificano la nostra idea di amicizia e di cerchia sociale, che mutano il nostro percepirci come oggetto passivo delle comunicazioni di massa e cambiano il nostro pensarci come cittadini, consumatori, pubblico.

Il paradigma comunicativo è mutato: non siamo più solo consumatori, ma anche produttori di contenuti.

più di semplici oggetti di comunicazione, ma soggetti attivi in questo processo. Stiamo costruendo un nuovo equilibrio sociale e ne siamo solo parzialmente consapevoli. Secondo Henry Jenkins, le tecnologie digitali ci permettono di avere accesso, partecipazione, reciprocità e comunicazione punto a punto anziché uno a molti. In prospettiva, ciò potrebbe portare a una democrazia decentrata, anche se attualmente non è distribuita in modo equo e si diffonde lentamente. Le prime manifestazioni di questo cambiamento sono un nuovo sentimento di comunità, partecipazione e indipendenza dal sapere costituito. Emerge il ruolo del cittadino attivo: grazie alla rete e alle nuove possibilità di creare comunità ed esprimere la propria voce, i cittadini attivi si impegnano nella partecipazione affrontando questioni di interesse generale e occupandosi dei beni comuni. I cittadini attivi sono, in sostanza, protagonisti di questa nuova forma di comunicazione e di società.

Tutti i cittadini, gli operatori e le diverse realtà territoriali che si attivano, spontaneamente e in forma gratuita, in azioni partecipative, prosociali e comunitarie. Essi hanno un ruolo importante nel costruire una società migliore e più democratica e sviluppare le competenze e gli atteggiamenti della cittadinanza attiva è essenziale: non solo conoscono i loro diritti e le loro responsabilità, ma mostrano anche solidarietà con le altre persone e sono pronti a dare qualcosa alla società.

La sfida per la PA consiste nel continuare il processo riflessivo, ridurre ulteriormente le asimmetrie, adottando modalità più dialogiche, conversazionali, superando le resistenze al cambiamento.

Open Data e accountability: rendere conto dei criteri di utilizzo delle risorse pubbliche.

Gli Open Data, o dati aperti, sono dati accessibili a tutti, messi a disposizione da Pubbliche Amministrazioni o aziende private che possono essere riutilizzati.

per diversi scopi. Sostanzialmente, facciamo riferimento ad alcuni tipi di dati (informazioni, dati numerici...) che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e redistribuiti, secondo le indicazioni presenti nella licenza d'uso.

L'accountability è un concetto ampio, di fatto significa favorire il controllo sociale delle politiche pubbliche da parte di qualunque soggetto esterno, siano essi cittadini, associazioni di categoria, imprese. Chiunque abbia interesse a guardare quello che sta avvenendo all'interno della Pubblica Amministrazione dev'essere messo nelle condizioni di farlo. Una Pubblica Amministrazione che sposa la via dell'accountability è una Pubblica Amministrazione che permette a chiunque di osservare quello che sta avvenendo.

La presenza delle istituzioni sui social media presenta finalità molteplici:

  • diffusione maggiori conoscenze sull'operato della PA,
  • rafforzamento dell'ascolto,
  • rilevazione livello di

potenziamento di percorsi decisionali di tipo inclusivo,

gestione situazioni di crisi e di emergenza.

Pubblica amministrazione: cambiamenti e riforme

Negli ultimi anni la Pubblica Amministrazione (PA) ha attraversato un lungo processo di cambiamenti e riforme, con l'obiettivo di modernizzarsi e digitalizzarsi.

Il sociologo contemporaneo Crozier ha una visione pessimistica sul modello della comunicazione pubblica attuale, per questo motivo analizza il processo di riforma. Crozier sostiene che la PA non può basarsi solo su una razionalizzazione, ma deve tener presente anche degli elementi di discrezionalità riguardo al singolo funzionario dell'organizzazione. Inoltre, il sociologo percepisce una forte resistenza al cambiamento da parte della PA, la quale non ha gli strumenti per l'autocorrezione necessaria, perciò si blocca davanti alle sfide del nuovo ambiente esterno.

Tutto questo porta a delle situazioni di crisi, scenario

positivo perché crea un mezzo di sviluppo e di adattamento alle nuove sfide. Altro pensiero di Crozier riguarda le relazioni umane, infatti sostiene che per rinnovare l'organizzazione e soddisfare i cittadini bisogna ricorrere a modelli organizzativi basati su semplicità, autonomia e cultura (de-burocratizzazione). I vari processi di riforma portano alla teoria dell'organizzazione a rete: - per la PA è importante coltivare relazioni interne ed esterne ad essa; - c'è la necessità di aprirsi all'ambiente esterno, tenere presente gli stakeholders e il loro coinvolgimento (governance). Per quanto riguarda invece le relazioni interne (nodi), vediamo come questi devono essere connessi ed essere identificati come proprietà operative intrinseche (modelli organizzativi reticolari). La PA è un'organizzazione a rete, in quanto costituita da nodi, connessioni e proprietà operative intrinseche. I nodi

Possono essere uffici, settori, parti dell'organizzazione dotate di competenze specifiche e che sono orientate alla ricerca della soluzione comune. Nella teoria dell'organizzazione a rete, ogni nodo deve avere una propria condotta operazionale autonoma ed essere in grado di autoregolarsi grazie alla capacità di apprendere dall'ambiente circostante. E la vitalità dei nodi dipende dalla loro capacità di scambio interattivo con altri nodi reticolari, superando la stretta autoreferenzialità. Nella dopo-modernità e nella società della connessione, la PA, per governare la complessità, si trova costretta ad adottare modelli organizzativi reticolari, coltivando consapevolmente l'essere in relazione con i cittadini, i dipendenti, le imprese, le istituzioni. Il processo di riforma della PA ha attraversato diverse fasi:

  1. Fino agli anni Novanta, non si individuano canali e strumenti di relazione tra cittadini;
comunicazione pubblica e innovazione amministrativa. Durante questo periodo, si è assistito a un cambiamento significativo nel modo in cui la pubblica amministrazione si relaziona con i cittadini. Inizialmente, la comunicazione pubblica era principalmente persuasiva e propagandistica, finalizzata a promuovere una buona immagine della PA. Successivamente, si è riconosciuto il diritto dei cittadini di essere informati e si è prestata maggiore attenzione all'informazione sui servizi offerti. Tuttavia, la comunicazione era ancora unidirezionale, con i cittadini considerati soggetti passivi e non ascoltati. Questo approccio è stato messo in discussione con la nascita della società post-moderna, che ha sottolineato l'importanza dell'ascolto dei cittadini e ha promosso una comunicazione bidirezionale. Ci sono state tre principali sollecitazioni al cambiamento: il modello tradizionale, che non riusciva più a soddisfare i bisogni dei cittadini e del mercato; l'integrazione comunitaria, per un confronto più ampio con tutte le altre organizzazioni; e l'innovazione tecnologica, che ha imposto una revisione totale di assetti, relazioni, competenze e modalità produttive e comunicative. Negli anni '90, la comunicazione pubblica e l'innovazione amministrativa hanno raggiunto il loro apice, aprendo nuove possibilità di interazione tra la pubblica amministrazione e i cittadini. Questo periodo è stato caratterizzato da una maggiore trasparenza, partecipazione e responsabilità nella gestione dei servizi pubblici.tutti coloro che hanno fortemente creduto nella possibilità di cambiare in modo consistente la PA italiana, di fronte alla crisi di fiducia che raggiunge il suo apice con note vicende di corruzione politica (Tangentopoli). Prende vita un movimento di comunicatori pubblici che si organizza in associazione e che mette in opera un'intensa attività di sensibilizzazione e promozione di norme finalizzate a riconoscere nella comunicazione istituzionale una leva importante del cambiamento. Modernizzare la PA significava: - adottare modalità per riavvicinare il cittadino; - investire sulle risorse umane valorizzando il ruolo dei dipendenti; - migliorare la qualità dei servizi (Rovinetti). Un passo importante in questo processo di riforma viene fatto negli anni '90 con la nascita dell'associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale: attività di sensibilizzazione e promozione della comunicazione pubblica come elemento.indispensabile per l'innovazione della PA. Proprio questa associazione ispira le parole chiave del cambiamento:
  • Trasparenza → tutti gli atti amministrativi devono essere trasparenti e aperti ai cittadini;
  • Ascolto → azione di ascolto e comunicazione con i cittadini per rendere più semplice l'accesso agli atti (burocratese);
  • Semplificazione → più chiarezza nel linguaggio amministrativo e minore tempo di svolgimento delle pratiche (Legge Bassanini 1997);
  • Partecipazione → favorire un ruolo attivo e propositivo dei cittadini per la valorizzazione della sfera pubblica;
  • Sussidiarietà.
Per quanto riguarda la TRASPARENZA, due sono le leggi da citare.
  1. Legge 8 giugno 1990, n. 142: Rovinetti, ordinamento delle autonomie locali → si cominciano a prevedere istituti di partecipazione popolare e si definiscono, dal punto di vista strategico e operativo, i rapporti tra regioni ed enti locali. La legge 142/90 interviene quindi sulle

La legge dell'8 giugno 1990, ha avviato un vero e proprio processo di rinnovamento socio-politico ed economico attraverso l'introduzione di nuove tecniche e metodologie nella gestione della cosa pubblica. Più che una riforma, la legge si è configurata quale concreto ripensamento del processo di rinnovamento.

Legge 7 agosto 1990, n. 241: legge sulla trasparenza → la legge 241/90 riprende i contenuti sulla trasparenza e li estende a tutti gli enti pubblici. Introduce maggiore efficienza, trasparenza e semplicità nell'attività amministrativa. Stabilisce l'obbligo di trasparenza e accesso agli atti di ogni amministrazione fissando una volta per tutte il superamento del

tradizionale segreto d'ufficio. Si afferma il nuovo diritto in base al quale tutto è pubblico e accessibile salvo alcune informazioni. Ma questa legge non dà solo al cittadino il diritto a chiedere e avere delle informazioni (ch

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Publisher
A.A. 2023-2024
63 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arriprz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione pubblica e istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Bertetti Paolo.