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All’inizio del testo si pone degli interrogativi alla maniera socratica e articola delle
risposte partire dai filosofi della tradizione.
La prima sezione è dedicata al pensare, in cui Socrate risponde in contrasto con i sofisti.
I sofisti non hanno esperienza e non possono esprimersi su cosa sia il pensiero. La
filosofia e il pensiero hanno sempre a che fare con i bisogni degli esseri umani quindi
anche del filologo che è cittadino e membro della comunità. I filosofi del tradizione
tendono a separare pensiero e vita.
23-10-2020
Cosa è pensare per Socrate e come avviene?
La Arendt si pone questa domanda a partire dalla riflessione sulla vita del filosofo, e
quindi a partire dalla vita del filosofo. La riflessione parte da Heidegger e prende vie
totalmente diverse sul chi e che cosa.
Socrate è un chi, non un che cosa, un cittadino della polis, in cui la fusione tra pensiero
e azione si è veramente realizzata ed è raccontabile. Socrate è il pensatore più adatto
proprio perché non è solo filosofo ma anche cittadino, e soprattutto non è filosofo di
professione è il più adatto da interrogare quando vogliamo capire cosa significa
pensare. Socrate non è un sofista e quindi non viene pagato. Ma Socrate cerca di
convincere i suoi cittadini che non ha niente da insegnare ma le sue azioni lasciano
un’impressione molto forte su Platone che si preoccupa di scrivere e riportare il
pensiero di Socrate nei suoi dialoghi. Socrate ha agito in modo del tutto libera lasciando
una narrazione di se. Socrate diventa un modello per la Arendt, non gli interessa tanto
chi è il vero Socrate ma il modello delineato da Platone per capire come sia possibile
pensare una funzione tra pensiero e azione. Secondo la Arendt è inutile cercare il vero
Socrate perché anche per Platone è stato un modello, e quindi non è possibile trovarlo
veramente.
Non considera come i suoi colleghi (come Strauss) il Socrate di Senofonte, e legge
quasi esclusivamente il Socrate di Platone. Socrate viene ricordato come chi ha
scopre anche l’uomo,
inventato il concetto. Inventando e scoprendo il concetto, Socrate
cioè colui che contiene il concetto. Socrate manifesta la filosofia come concentrata
sull’uomo.
I termini concreti sono più complessi da analizzare perché indicano cose che sono
astratte ma anche concrete, ma senza il concetto astratto di casa non sarebbe
Non c’è un termine del linguaggio che non racchiuda un concetto. La
comprensibile.
scoperta dei concetti è rivoluzionaria perché è un modo uovo di concepire la realtà.
all’interno del linguaggio.
La Arendt vuole analizzare il pensiero umano
La vita non esaminata e riflettuta non è degna di essere vissuta, ma non è proprio vera
vita. Pensare vuol dire esaminare la vita e riflettere. Svegliare le coscienze attraverso
il dubbio e l’interrogazione. Socrate non arriva mai a risposte definitive. Raramente gli
interlocutori arrivano ad un pensiero compiuto.
La Arendt si sofferma su come è stata la ricezione del pensiero di Socrate nella
filosofia. Il pensiero è come il vento, che è invisibile ma provoca effetti visibili.
28-10-2020
La questione di Socrate in Anna Arendt:
La Arendt ha pubblicato un saggio su Socrate. È un testo che risulta dalla conferenze
che la Arendt fa su Socrate nel 54 in America. In queste lezioni parla del rapporto tra
La morte di Socrate per Platone significa l’abbandono di fiducia sia
filosofia e politica.
nella filosofia di Socrate e quindi nella politica rispetto alla filosofia. Platone perde
fiducia nel dialogo tra politica e filosofia. Platone porta la filosofia sul piano
per abbandonare l’influenza della politica.
metafisico, Platone fugge dalla politica.
Strauss riconosce il conflitto tra Platone e Socrate ma unisce il pensiero dei due in
un'unica persona. La Arendt cita Platone solo in modo superficiale perché si sofferma
su Socrate. Bisogna unire la filosofia e la politica per superare il loro conflitto
attraverso un nuovo modo di concepire il pensiero. Il pensiero è essere, e quindi è
un’attività che ha a che fare con il vivere. Non pensare non giova all’attività politica,
ma anzi Socrate dimostra che pensare è già attività politica di per se. Il pensiero desta
il cittadino dal sonno. Sospendendo il pensiero si sospende anche la vita. Amare è
l’unica cosa in cui Socrate si dichiara esperto.
Il male è assenza di pensiero. L’eros è il motore della filosofia di Platone.
Il pensiero ama la bellezza, la verità e la giustizia, non si interessa del male, il pensiero
è infatti per Socrate la vita. Arendt considera il pensiero come dialogo vivente in se.
Non si è mai soli, non è mai un monologo. Anche Socrate quando pensa non è mai
solo. Socrate comunque fa poche affermazioni positive. È meglio subire un torto che
farlo in prima persona, ed è meglio avere opinioni poco popolari. Socrate è n
rivoluzionario rispetto alla morale greca antica. un’armonia.
Essere cittadini è evitare che si commettano dei torti. Bisogna creare
L’identità di Socrate contiene una differenza. Ogni individuo contiene molteplicità,
maschere del sociologo grossmann. Socrate è l’esempio vivente dell’identità non
unitaria e sempre fluita e cangiate, mai definibile del tutto. Il dialogo è in continuo
divenire.
L’unico modo sano di pensare è sondare l’io per essere in accordo armonico con se
stessi. L’io non deve essere nemico di se stesso. “Io sono un altro” Critica di Socrate
alla soggettività, la Arendt la interpreta come la soluzione moderna per l’ossessione
verso l‘identità.
La filosofia stimola il pensiero la lo mitiga anche, è una pratica pericolosa.
30-10-2020
Isolamento (incapacità di scindere il se stesso con l'altro se stesso, stesso, no compagnia
con l'altro) vs. solitudine (fisicamente soli, la compagnia di se stessi si trova nel dialogo
con sé = no vera solitudine)
Problema del "due in uno" (dialogo che Socrate ha con sé quando è da solo) -> il
pensare viene messo in relazione con il GIUDICARE: anche se facoltà diverse sono
correlate (S. è sempre il modello)
nb) anticipazione di quello che doveva essere l'ultimo capitolo + approfondimenti di
quello che significa pensare: nel distinguere gli opposti (ex. bene-male) si manifesta il
pensiero = prima del giudizio il pensiero è invisibile/non trova espressione
[p. 239-243] "è preferibile subire un torto piuttosto che commetterlo" (pensiero
rivoluzionario rispetto a quello della tradizione greca) -> il pensatore mai solo, se
commettesse un torto dovrebbe mettere in accordo entrambe le parti di questo
Dialogo interiore = no conflitto all'interno della coscienza
=> il "due in uno" è garanzia dell'AGIRE ETICO (cfr. imperativo categorico kantiano)
Riflessione sul sentimento dell'AMICIZIA: per dialogare serve il dialogo interiore, ma
più efficace pensare con amici = condivisione di pensiero -> è sempre pensare
dialogico, che porta ad una società di amici
=> il pensiero di Arendt si rivela sempre più politico: per sua stessa natura porta a una
socievolezza (stare insieme nel senso più platonico del termine)
mette in luce gli elementi dell'analisi mette in luce la relazione in Socrate tra pensiero
e politica -> si conclude con il problema del giudizio (facoltà "più politica dell'uomo)
cfr. lumen naturale è concetto spinoziano
nb) intercambiabilità tra coscienza (= dialogo interno al pensare di S., termine che
risale ad una tradizione moderna) e pensiero
Il pensiero diventa garanzia per non compiere il male: sospensione del pensiero/no
conoscenza del bene (è ovviamente dinamica ipotetico, nella vita concreta va
diversamente)
cfr. processo ad Eichman: aveva già in mente questa dottrina socratica o legge la
dottrina alla luce del processo?
Sicuramente aveva in mente si S. che Kant quando scriveva "La banalità del male"
[p.244] apparente contraddizione: "nessuna rilevanza politica" non nel senso che non
ha a che fare con l'agire, ma che non ha a che fare con la politica dello stato/degli
uomini politici = il pensatore non interviene nelle questioni della polis (è aspetto
secondario)
Il giudizio che si pronuncia dopo aver pensato (altrimenti non esiste) diventa
manifestazione di pensiero -> è facoltà che entra nella vita pratica + l'evitare la
catastrofe rientra nell'ambito politico, perché concerne sempre il rapporto di me
Con l'altro = essere intrinsecamente politico del pensiero (non sono mai solo)
cap. DOVE SIAMO QUANDO PENSIAMO? -> A. torna su Socrate
Ha stabilito cosa è il pensiero (rapporto di sé con sé) e come si manifesta (giudizio),
vuole stabilire dove siamo
[p. 246-249] riassume concetti del capitolo precedente rispetto a cosa dicevano i
filosofi di se stessi quando pensavano
=> l'io che pensa si trova in un "non-luogo"
A. induce ad immaginare una situazione (pensare) in cui non siamo in nessun luogo,
ma al contempo siamo -> perchè ha rilevanza per A.?
Il non essere in nessun luogo è garanzia di neutralità del pensiero (cfr. Aristotele):
essere nel mondo vs. essere nel pensiero -> importanza dello spostarsi all'interno di
queste due sfere
Aristotele nel suo essere filosofo si trova in una situazione in cui era necessario
rivendicare di essere senza patria in quanto pensatore ("essere in un non-luogo = essere
senza patria) -> garantisce libertà -> essere intrinsecamente politico
in quanto può essere giusto ed equo
nb) proprio perché il pensiero di A. può essere descritto come staccato dalla realtà
concreta e pratica è capace di tornare alla realtà concreta e pratica
04-11-2020
Arendt contrappone Socrate a Platone: Socrate accetta la condanna a morte nonostante
la crisi esistenziale di Platone. Platone perde fiducia nella polis e negli insegnamenti
del maestro. Platone infatti dubita del valore della persuasione.
Platone pensa che o una cosa è evidente oppure è impossibile convincere qualcuno. La
persuasione è una forma specificatamente politica del discorso ad Atene. Infatti la
retorica è un arte politica.
C’è difficoltà che il filosofo incontra la ragione e il logos insieme agli altri. Il dialogo
interno è più semplice per Platone.
Socrate cerca il dialogo pubblico e politico ma non riesce a persuad