Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 30
Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 1 Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica della comunicazione - Appunti Pag. 26
1 su 30
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ORIGINI DELL'ANTROPOLOGIA FILOSOFICA MODERNA

l'antropologia filosofica moderna vuole chiarire la questione della posizione

• dell'uomo nel cosmo rispetto agli animali, si colloca quindi sull'animalità dell'uomo

per trovare cosa lo distingue dell'animale.

L'uomo si colloca nell'evoluzione come tutti gli altri esseri

• l'antropologia indaga sul modo in cui ogni specie entra in rapporto con il mondo, il

• mondo è filtrato da ciò che un determinato vivente sente e percepisce attraverso i

suoi organi di senso---> si parla perciò di “mondo subiettivo”

L'uomo fa un salto, compie un'inversione rispetto alla linea di tendenza

• dell'evoluzione: la sopravvivenza dell'umano richiede l'emergere di una qualità

“speciale”: quella di “porre fini a se stesso” in base ai suoi scopi. Introduce così dei

principi di organizzazione per raggiungerli.

La tecnica è un esempio emblematico di organizzazione del mondo per i propri

• scopi

L'essere umano è caratterizzato da una sorta di manchevolezza rispetto alla

• sicurezza istintuale dell'animale: egli possiede facoltà indeterminate, è

biologicamente “sprovveduto”. Egli non ha una sua specializzazione organica, ma si

autodetermina ed è così predisposto a vivere in un mondo sorprendente (negativo

e positivo). Ciò che risarcisce le sue carenze fisiche sono il linguaggio e la

ragione. La ragione porta l'uomo ad agire deliberatamente.

=> centralità dell'azione= atto produttivo con cui l'uomo costruisce la propria realtà (che è

lo sviluppo della tecnica)

IL PROBLEMA DELL'UOMO: ORIGINI CULTURALI

Il problema dell'uomo è la crisi (della persona e della verità) dell'uomo

• contemporaneo---> come persona non ci sono e la verità non c'è, allora mi interrogo

cause della crisi:

• * prevalere del collettivismo e della politicizzazione: l'individuo è assorbito dalla

massa-gregge

* individualismo: non vale l'autenticità del singolo, ma l'egoismo dell'interesse

particolare--->non c'è solidarietà

+

* decomposizione delle forme associative (es. famiglia)

* capovolgimento del rapporto uomo-cose: con la tecnologia l'uomo diventa schiavo

delle cose

= dissoluzione della persona e liquidazione della verità

condizione di solitudine=uomo senza dimora

>> Soluzione: recuperare l'integrità della persona: relazione/incontro

CONFRONTO

Nietzsche: uomo come natura

• Kierkegaard: uomo religioso (uomo abramitico) solo davanti a Dio con il quale ho

• una relazione esclusiva

Feuerbach: l'uomo con l'uomo: uomo vale in base al modo in cui è in relazione con

• il mondo

Buber: uomo dialogico---> cosa deriva dal dialogo tra individui? Il principio è la

• relazione=antropologia dialogica

Buber vede l'interrelazione come realtà effettiva del “tra” dialogo e comprensione

ontologica (influenza della dottrina ebraica--> totalmente collocato nell'incontro, mito

chassidico dell' Io - Tu))

- da Nietzsche prende l'uomo come animale da cui si distingue con la capacità di

decidere e progettare liberamente

- da Kierkegaard prende il fatto che l'uomo ha o no una relazione esclusiva con Dio

(uomo abramitico)

- da Feuerbach prende la prospettiva della relazione tra uomini. Tra= dimensione (di

verità) dialogica che si crea tra due

=> la vita delle persone è lo sviluppo del “tra” e l'uomo è per natura nella relazione

=> relazione innata che si esprime in diverse forme

IL PROBLEMA DELL'UOMO: UOMO E LINGUAGGIO

l'essere vivente è colui che possiede il logos, ossia la ragione, il pensiero e il

• linguaggio per esprimere giusto e ingiusto, bene e male, in vista di un futuro che

non è ancora: ogni giudizio è proiettato al futuro

il linguaggio è caratteristico dell'uomo: quando l'uomo parla la lingua si apre al

• futuro. All'uomo è stato dato il linguaggio per manifestare l'un l'altro ciò che è utile e

ciò che è dannoso e quindi anche ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, in vista di

qualcosa che non è ancora-->apertura al futuro

Il linguaggio non è uno strumento, non lo depongo mai, è una condizione a priori,

• è connaturato all'uomo, fa parte della sua struttura ontologica

il mondo non c'è finché io non lo dico: solo dove c'è linguaggio c'è mondo

• Ci sono tre modi che ci fanno capire che la lingua ci precede:

1) l'oblio di se stessa

_ più la lingua è in esecuzione, meno se ne è coscienti: la lingua dimentica la

propria struttura morfosintattica poiché quando parlo non penso a come

strutturare la frase

_ a volte ci si ferma quando una parola ci suona strana= l'oblio si blocca--->

questo testimonia che appartengo al linguaggio e che esso ci appartiene

2) mancanza dell'io

_ la lingua è ciò che unisce l'io a l tu nel colloquio

_ primato del gioco rispetto ai giocatori che sono tali perché il gioco c'è prima di

loro

3) Universalità del linguaggio

_ in linea di principio niente si può sottrarre dall'essere detto=tutto può essere

detto in modo diretto o illusorio

_ tutto ciò che viene detto rinvia a ciò che non ho detto--> anche il tono dice

cose non dette.

*ri-dire=tradurre= interpretazione e comprensione per ridire i concetti perché

ogni parola ha un mondo dietro e una sua dimensione

_ il linguaggio ha valore di dono--->ovvero, io offro all'altro nuovi strumenti, ho la

possibilità di dire qualcosa che prima non avevo.

L'uomo che racconta storie: LO SCUDO DI ACHILLE

L'uomo della mediasfera ritorna=migrazione a ritroso verso la condizione dell'oralità

• Omero racconta lo scudo di Achille nel XVIII libro dell'Iliade.

• Lo scudo è come un fumetto o uno

• schermo cinematografico: è un mondo

chiuso, finito, narra come le cose

stanno: dice un mondo che ha senso

perché ci viene detto

lo scudo si compone di 5 zone dal

• centro:

1) gli astri: centro vitale, centro del mondo

2) le due città: in pace (feste nuziali) e in

guerra (battaglia)

3) scene di vita campestre: semina,

mietitura, vendemmia

4) scene di vita pastorale: gregge di pecore,

assalto dei leoni, danza

5) oceano al limite dello scudo

= concezione greca del mondo come moneta piatta

mytho-loghein

trasfigurazione della realtà=leggenda/epica--->oralità mimetico poietica

• mito come terreno comune per la comunicazione: dire un mondo

Socrate e Platone: PRINCIPIO DELLA DOMADA-RISPOSTA

Dialettica= domandare e rispondere cercando la verità

• La forma della domanda è molto importante perché attiva un meccanismo diverso

• rispetto a prima---> parte un ragionamento dalla coscienza/consapevolezza di me

stesso e dell'oggetto che devo definire

Parlare di dialettica vuol dire parlare di domanda e risposta

• “che cosa intendi dire?”---> costringe a ri-dire, rompe la ripetizione poetica:

• obbliga l'interlocutore a pensare a ciò che voleva comunicare e a prendere quindi

coscienza. Si verifica quindi una scoperta del soggetto come coscienza e auto-

coscienza

“che cos'è?”---> separa l'essenza dal contesto, dico la stessa cosa, non parlo

• intorno alla cosa, ma dico la cosa “stessa” e ciò che dico permane (essenza

metafisica). Si verifica la scoperta del concetto.

L'UOMO DIONISIACO E TRAGICO

Dioniso: divinità barbara, carattere selvaggio e delirante: egli è animale e assieme

• dio: riassume in sé i tratti-limite dell'essere umano: bestia e dio. Il culto, rito come

costruzione culturale è ciò che distingue l'uomo dall'animale. Dioniso è la vita con

tutte le sue contraddizioni simultaneamente presenti: vita e morte, gioia e dolore,

mitezza e crudeltà; il tutto vissuto nello stesso tempo e con la medesima intensità.

Raccoglie dunque dentro d sé la vita nella sua totalità.

Il suo culto si manifesta in un orgiastico scatenamento degli istinti, ma anche in musica e

danza, giochi e canti, corse e grida, allucinazioni e visioni: sfrenatezza, atrocità

dell'esistenza, nessun limite, follia, ebrezza, musica ossessiva

La musica è l'elemento fondamentale dell'orgiasmo dionisiaco: musica ossessiva

Sfrenatezza, atrocità dell'esistenza, nessun limite, musica ossessiva

Apollo: dio della luce, del canto e della musica. Indole dolce

• e armoniosa. Nell'immagine illusoria del sogno, nasconde

l'atrocità dell'esistenza.

L'essenza atroce dell'uomo sta nel suo essere mortale: Apollo offre

all'uomo la possibilità di resistere e sopportare questa situazione,

gli dona un velo: rende sopportabile l'inquietudine

=> la sintesi di ciò è la tragedia

• L'uomo porta in sé la propria atroce essenza--->Dioniso

• gliela rivela--->Apollo gliela rende sopportabile

Esercizio: disegno

L'UOMO E LA TECNICA

contesto della II rivoluzione industriale (1870-1914) e post-industriale (II

• dopoguerra)

- Macchinismo-----> tecnologia (III fase, uomo digitale)

- Libera concorrenza-----> monopolio-----> neoliberismo globaliz. adeguata alle

- Produzione e mercato locali------> globalizzazione-----> “glocal” (

realtà locali)

- Popolarità in USA e URSS <-----> conflitto tecnica-cultura in Europa

la tecnica è ambigua: utensile da lavoro/arma micidiale (vedi 1^a GM)

• l'uomo manca degli organi per adattarsi all'ambiente e il fatto che l'uomo si affidi alla

• tecnica rivela la sua fragilità. Con l'intelligenza trasforma le condizioni naturali

La tecnica risponde ad un bisogno di stabilità dell'uomo

• Bisognerebbe pensare alla tecnica come “prolungamento” dell'uomo, non come

• qualcosa di esterno. L'uomo ha dentro di sé la tecnica, ma la deve sviluppare.

La tecnica risponde a 3 principi:

1) principio della sostituzione = la tecnica integra ciò che manca alla natura dell'uomo

2) principio del potenziamento = potenzia le capacità dell'uomo

3) principio di agevolazione = poss

Dettagli
A.A. 2013-2014
30 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesca Bandiera di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE o del prof Marchetto Michele.