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(TFUE)

dell’unione europea .

- Tra ato di Maastricht (1992), o TUE, tra ato sull’unione europea, si occupa più dell’unione europea in quanto

tale che delle singole poli che (1 solo riferimento di po ambientale).

Nel TUE troviamo nell’ar colo 3 richiama il principio dello sviluppo sostenibile, principio da applicarsi non solo in

Europa, ma nel mondo. Prevede che l’unione persegua lo sviluppo sostenibile in tu o il mondo e persegua un elevato

livello di tutela a questo principio.

Obbie vi del diri o ambientale:

TFUE, presenta enunciazioni più speci che nel tra ato sul funzionamento dell’unione europea, che ssa una serie di

obbie vi e enuncia una serie di principi in materia ambientale:

• Il primo obbie vo riguarda la salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente;

• Connesso a questo vi è la protezione della salute umana, il tra ato riprende il nesso tra ambiante e salute che c’è

sempre stato, anche in Italia a ne 800.

• Ul mo è quello dell’u lizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.

• Promozione sul piano internazionale di misure di tutela dell’ambiente su scala internazionale ma anche mondiale.

Il tra ato TFUE stabilisce che in materia ambientale l’unione debba perseguire la tutela dell’ambiente in campo

internazionale e in campo globale, anche su speci che rela ve al cambiamento clima co. Sono riferimen norma vi

che devono essere rispe a dall’unione.

Principi del diri o ambientale:

I principi di diri o dell’ambiente sono fondamentalmente qua ro e gli enunciamo con un ordine logico. Ques

principi si riferiscono a momen diversi dell’aggressione all’ambiente:

1. Principio di precauzione, quando l’aggressione all’ambiente di una certa a vità è incerto, si riferisce alle a vità

che non è certo siano pericolose ma non è nemmeno certo che non lo siano. È un principio ancora più

importante, si tra a di decidere come comportarsi di fronte a quella a vità rispe a a cui nell’immediato non si

assicura una pericolosità, ma non la si può nemmeno escludere. Il principio di precauzione si occupa di questo

ambito, di come rapportare rispe o le a vità umane, laddove non si è sicuri che le a vità siano dannose o

innocue;

2. Principio di prevenzione, quando è certo che un a vità procura danni all’ambiente. È la regola che impone un

a eggiamento cautela vo rispe o alla disciplina di cui si accerta la pericolosità per l’ambiente. Vuole che il

decisore di competenze nel disciplinare quell’a vità prevenga i danni e le lesioni all’ambiente. È un principio

giuridico. Ci serve anche per comprendere il principio di precauzione;

3. Principio di correzione dei danni in via prioritaria alla fonte. Se possibile bisogna interrompere la situazione di

compromissione dell’ambiente alla fonte. Alla base di una serie di obblighi di auto-monitoraggio e autodenuncia.

4. Principio di “chi inquina paga”, quando il danno è già stato fa o e bisogna fare u n intervento di ripris no. Nei

casi in cui la correzione non c’è stata. Il diri o dell’ambiente è un diri o giovane ed è frequente applicare queste

regole a situazione già fa e e nite (come ad esempio distributori di benzina). Vedremo che in questo principio è

alla base di is tu come la boni ca e l’is tuto del risarcimento del danno ambientale.

Principio di precauzione:

Viene già enunciato nella convenzione di Rio, del 1992. La comunicazione della commissione del febbraio del 2000

stabilisce che prima di avviare qualsiasi azione è opportuno valutare le 4 fasi di valutazione del rischio:

1. Fase di iden cazione del pericolo, iden care gli agen biologici, sici e chimici che vengono in rilievo ai ni di

quell’a vità. Iden care la possibile fonte del pericolo; 37

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2. Fase di cara erizzazione del pericolo, in questa fase bisogna individuare i termini ogge vi sulla natura e sulla

gravità degli e e dei determina agen di cui si è parlato. Studiare il rapporto quan -qualita vo tra le sostanze

in ques one e i possibili e e

3. Valutazione dell’esposizione, che riguarda elemen di natura sogge va si va a vedere sul sogge o coinvolto

quali possono essere i tempi e i modi di esposizione a una fonte di rischio.

4. La cara erizzazione del rischio, consiste nel trarre le somme degli step preceden arrivando a un ipotesi del

rischio e del pericolo che può concre zzarsi in un a vità.

La comunicazione si conclude quando i da disponibili sono inadegua o inconclusivi, una strategia di valutazione sta

nel valutare il caso più pessimis co.

I principi sul diri o dell’ambiente li troviamo ripresi anche nella legislazione interna, a par re dal cosidde o codice

dell’ambiente, il decreto legisla vo n.152 del 2006.

Abbiamo visto i macro-principi del diri o dell’ambiente che valgono per tu i so o-ambi .

Is tuzioni pubbliche che si occupano di ambiente:

Possiamo dire che qualsiasi is tuzione pubblica si occupa di ambiente. La repubblica tutela l’ambiente, quindi tu i

livelli is tuzionali, in generale la tutela dell’ambiente è un valore che deve essere perseguito da tu e le pubbliche

amministrazioni, vi sono alcune che hanno una funzione più speci ca. Individuiamo due gure:

• Direzione generale ambiente, un pezzo di u ci dipenden della commissione europea, organo esecu vo

dell’unione europea. Simile al nostro ministero, apparato burocra co competente per materia che dipende

dall’esecu vo. La commissione è anche un organo proposi vo, il centro motore delle poli che europee, vigila

sull’applicazione delle norme europee.

• Agenzia europea per l’ambiente. Si occupa del monitoraggio e circolazione dei da . Autonomo rispe o la

commissione, con sede a Copenaghen, is tuita nel 1994. Si occupa del monitoraggio, raccolta dei da in materia

ambientale in modo tale da fornire da comple all’interno degli sta membri. Par colarmente importante in

materia ambientale.

In Italia:

Se ci spos amo a livello nazionale, in par colare ricordiamo che abbiamo un ministero apposito in Italia. Nei primi

decenni della repubblica non abbiamo questo ministero, ma nel 1983 viene nominato il ministro dell’ecologia,

ministro senza portafoglio, quindi senza un vero e proprio ministero. Il ministero dell’ambiente viene creato nel

1986, viene creato un pezzo del governo della repubblica che si occupa di ambiente. È importante perché si comincia

a recepire il risarcimento per danno ambientale. Signi ca dire che per decenni di maggiore sviluppo industriale non

c’era una gura proposta. Prima avveniva senza che ci fosse una autorità ad hoc. Il ministero dell’ambiente dopo il

1986 si evolve, in par colare le ul me:

• Nel 2021, con il governo Draghi, il ministero dell’ambiente cambia nome e si chiama ministero della transizione

ecologica e riceve una serie di competenze in materia di energia. Connubio tra ambiente e energia trova una

ricaduta nell’organizzazione economica. Il cambiamento del bome serviva a porre a enzione sul fa o che

l’a enzione per l’ambiente era un po’ meno importante.

• Nel 2022, con il governo Meloni, il ministero assume il nome di ministero dell’ambiente e della sicurezza

energe ca.

Il ministero dell’ambiente e della sicurezza energe ca ha una serie di competenze estese, in materia di ambiente,

ecosistema, di tutela del territorio ambientale marino. Si occupa della valutazione a impa o ambientale delle opera

maggiori. Si occupa di tutela del suolo rispe o la deser cazione, di mol ssime aree funzionali. E oltre alle

competenze in materia ambientale anche quelle in materia energe ca.

In Italia esiste dagli anni 90 un sistema di agenzie ambientali, agenzie regionali, 21 agenzi che variano leggermente il

nome (Emilia-Romagna: ARPAE). Le agenzie regionali sono coordinate da un ente centrale che è l’ISPRA (is tuto

superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Questa funzione di raccolta e scambio dei da non è una cosa

che esiste solo a livello europeo ma passa anche a livello territoriale, in Italia a raverso le agenzie regionali.

In Italia abbiamo avuto una ques one controversa in materia ambientale. Alcune macrocompetenze sono in capo allo

stato, ma al ne o di ques casi le competenze in materia ambientale sono distribuite all’interno del territorio.

Sopra u o nelle province e dove ci sono nelle ci à metropolitane. C’è un problema, le province, complice la crisi 38

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economica (2007/2008), ci si è interroga sul fa o di tagliare le spese legate alle materie ambientali. In Italia il livello

di autonomia più debole è alle province (dal 2010).

A par re da quegli anni sono state varate una serie di norme determinate a sopprimere le province (2016, Renzi). Un

primo tenta vo, venne dichiarato incos tuzionale. Con la legge di Rio, in vigore non potendo sopprimere le province,

si sono iniziate a svuotare le province di molte competenze. A un certo punto viene dato un input, di togliere

competenze alle province e a darle ad altri en . Queso imput doveva essere colto in par colare modo dalle regioni.

Alcune regioni (Emilia Romagna) hanno fa o una valutazione diversa, una serie di competenze ambientali passassero

alla agenzie ambientali come l’ARPAE.

È compa bile con la natura delle agenzie ambientali? Nel caso del Molise, la legge è stata dichiarata incos tuzionale

con sentenza della corte cos tuzionale n°132 del 2017, sull’assunto che si sia avuto un inammissibile commis one tra

a vità che dovrebbero restare separate: a vità tecniche e a vità amministra ve. Per l’Emilia Romagna la

ques one sembra risolta, non è arrivata alla corte cos tuzionale (prima passano da un giudice comune,

amministra vo), ci sono di erenze rispe o al Molise, che rendono meno inconciliabile questa duplice natura

dell’agenzia ambientale e in questo momento il modello è considerato ammissibile in alcuni casi più sfuma .

Ex-ante prima ( tolo abilita vo edilizio, per poter costruire occorre un tolo di questo po, ecce o per le a vità

minori) Oggi si chiama permesso di costruire (pdcTemi territoriali di governo)

DIMENSIONE URBANISTICA ED ED

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
79 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher loulaki1808 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di diritto dell'ambiente e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Zanetti Leonardo.