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TB

ossia saldo commerciale), pertanto abbiamo un equilibrio del saldo commerciale quando le

esportazioni nette

sono nulle. → Se il reddito nazionale è minore del livello Y Y < Y ,

,

TB TB

regione di sx, esportazioni > importazioni, quindi le

esportazioni nette sono positive, pertanto Z > D;

→ se Y > Y , regione di dx, esportazioni < importazioni,

TB

NX negative, pertanto Z < D.

Dunque, sapere qual è l’inclinazione e dove si intersecano le curve D e Z ci permette di

capire anche dove abbiamo una situazione di avanzo commerciale (a sinistra di Y ), ossia

TB

quando esportiamo al resto del mondo più di quanto importiamo e dove abbiamo situazioni di

disavanzo commerciale (a destra di Y ) ossia quando esportiamo al resto del mondo meno

TB

di quanto importiamo.

Il punto di intersezione ci permette di capire quando possiamo avere un equilibrio, disavanzo

o avanzo.

L’ultimo grafico ci permette di rappresentare qual è il valore delle esportazioni nette, NX:

X è indipendente dal reddito nazionale, mentre le importazioni

aumentano con il reddito nazionale, quindi X – IM (esportazioni

nette) saranno una funzione decrescente del reddito nazionale.

Rappresentando graficamente la domanda di beni nazionale e

quella nazionale di beni, in funzione del reddito nazionale e

simultaneamente le esportazioni nette in funzione del reddito

nazionale otteniamo che le esportazioni nette sono una

funzione decrescente che interseca lo 0 esattamente nel punto

Y , in cui la curva D interseca la curva Z, quindi equilibrio

TB

saldo commerciale esportazioni nette = 0. Quando siamo ad

un valore di reddito minore di Y abbiamo valore delle

TB

esportazioni nette è positivo, quando invece siamo ad un

valore di reddito maggiore di Y il valore delle esportazioni

TB

nette è negativo (quindi abbiamo avanzo, disavanzo ed

equilibrio nel saldo commerciale), quindi possiamo capire

come le scelte della nostra economia nazionale si ripercuotono

sul valore delle esportazioni nette.

EQUILIBRIO MERCATO DEI BENI

Domanda di beni nazionali sia uguale alla produzione, Y = Z. [relazione IS]

Graficamente: nel grafico di sopra rappresentiamo la

linea a 45° che rappresenta la produzione (Y = Y) e la Z;

l’intersezione rappresenta la produzione di equilibrio nel

mercato dei beni. Questo equilibrio può avvenire in

corrispondenza di diversi valori delle esportazioni nette:

non abbiamo alcuna informazione su qual è il valore delle

esportazioni nette in equilibrio; nel grafico sotto in

equilibrio abbiamo un disavanzo commerciale ma se la

curva di domanda di beni nazionali Z fosse diversa, ad

esempio Z’, avremmo un risultato diverso, ossia un

equilibrio nel saldo commerciale. Se fosse invece pari a

Z’’, avremmo un avanzo commerciale.

Quindi, a priori non sappiamo niente su qual è la

relazione tra il reddito d’equilibrio e il valore delle

esportazioni nette, essa dipende dalla posizione della

domanda di beni nazionali Z e a seconda di ciò potremmo

avere un equilibrio, avanzo o disavanzo.

Quindi ciò che vogliamo capire in questo contesto è come

politiche economiche diverse influenzano il reddito

nazionale e come si ripercuotono sulle esportazioni.

POLITICHE ECONOMICHE NEL MERCATO DEI BENI

Immaginiamo che inizialmente siamo in una situazione in cui

la nostra domanda è data dalla Z e in corrispondenza del

reddito di equilibrio Y abbiamo che Y= Y (→ NX = 0),

TB

→ Politica fiscale espansiva nazionale: se ad esempio G

aumenta, questo aumenta la domanda nazionale di beni D e di

conseguenza anche Z. Per cui sia D che Z si spostano in alto,

questo ci porta ad un nuovo punto di equilibrio in cui il reddito

è aumentato. Per quanto riguarda le esportazioni nette, sono

variate solo per effetto della variazione del reddito, quindi la

curva NX è immutata, ci muoviamo solo sull’asse orizzontale

per vedere cosa succede a seguito dell’aumento di Y. Y>Y TB

pertanto abbiamo un valore delle esportazioni nette negativo,

dunque aumenti di G portano a disavanzi commerciali.

A parte questo effetto negativo, l’aumento di spesa pubblica è

benefico per il reddito, nonostante ciò, tale aumento di Y è

minore di quello che si avrebbe in un’economia chiusa, poiché

la Z è più piatta rispetto a D, quindi quando Y aumenta una quota di questo aumento finisce

sulla domanda estera e la quota che finisce sulla domanda nazionale è minore, da cui

→ più un’economia è aperta maggiore sarà l’effetto avverso che questa variazione fiscale

genera sul disavanzo commerciale e minore sarà l’effetto benefico che genera sul reddito

nazionale.

Fin ora abbiamo considerato cosa succede a seguito di variazioni di politica economica

nazionale; ma in un contesto di economia aperta dobbiamo considerare anche cosa succede

a seguito delle variazioni di politica economica di un paese estero e questo, attraverso il

commercio internazionale, può avere degli effetti più o meno positivi sulla nostra economia

nazionale.

→ Politica fiscale espansiva estera: se il governo estero aumenta la spesa pubblica estera

G* , il reddito di quel Paese aumenterà (aumento G* aumento Y*).

Nella nostra economia un aumento del reddito estero dà vita ad un aumento delle

esportazioni e in questo caso aumenta solo Z (non D → in D non vi sono le esportazioni,

perciò rimane immutata) :

Graficamente rappresentiamo sia D che Z

→ partendo da una situazione di equilibrio del saldo

commerciale, in cui D e Z si intersecano, e Y = Y .

TB

un aumento di G* genera un aumento di Z fino a Z’

mentre D non varia; questo ci porta ad un nuovo

equilibrio (punto di intersezione tra Z’ e retta a 45°),

in corrispondenza del livello di reddito Y’ ( Y’>Y)

(aumentato) Per quanto riguarda le esportazioni

nette, l’aumento di reddito tende ad aumentare le

importazioni, mentre l’aumento del reddito estero

genera un aumento delle esportazioni (aumentano

sia importazioni che esportazioni)

Possiamo dire quale dei due effetti domina? Si, in

quanto la D è immutata mentre Z è aumentata,

quindi, in corrispondenza del nuovo valore di reddito

di equilibrio Y’ abbiamo una differenza verticale

positiva tra la Z e la D. Dunque, nonostante il reddito

sia aumentato, abbiamo un aumento delle

esportazioni nette NX.

Questo graficamente significa che, a parità del reddito, le esportazioni nette aumentano,

quindi la NX si sposta in alto e in corrispondenza del nuovo reddito d’equilibrio Y’ abbiamo

che le esportazioni nette sono positive.

Questo risultato è molto diverso da quello che abbiamo visto prima:

variazioni di politica fiscale nazionale dava vita solo ad aumenti di D, le esportazioni nette e

la curva NX non cambiavano, quindi avevamo un aumento di Z indotto da un aumento di D e

questo dava vita ad una riduzione delle esportazioni nette (il valore di NX passava da nullo a

negativo).

La politica fiscale espansiva estera, invece, non modifica D ma Z e questa variazione è

indotta da un aumento delle esportazioni che sono una funzione crescente del reddito estero,

quindi quando quest’ultimo aumenta le esportazioni aumentano e così come le esportazioni

nette (curva NX si sposta in alto). Questo aumento di NX, spostando la nostra Z in alto, dà

vita ad un aumento del reddito nazionale, che tende ad aumentare le importazioni e a ridurre

le esportazioni nette. Però, poiché questo shock è stato indotto da un aumento della

domanda estera, l’effetto sulle esportazioni nette che domina è quello indotto della domanda

estera, (l’aumento di importazioni indotto dall’aumento di reddito nazionale non è abbastanza

da controbilanciare l’effetto iniziale indotto dall’aumento di domanda estera, pertanto le

esportazione nette aumentano).

→ due effetti di segno opposto sulle esportazioni nette e uno dei due domina

Concludiamo che una politica fiscale espansiva ha un risultato completamente diverso

sull’economia nazionale a seconda di se viene implementata a livello nazionale (aumento del

reddito nazionale e riduzione delle esportazioni nette) o a livello estero (aumento del reddito

nazionale e aumento delle esportazioni nette). Questo ha delle importanti conseguenze su

ciò che avviene ad esempio in situazioni di crisi;

→ esempio: crisi finanziaria del 2007-2010: quasi tutte le economie a livello mondiale si sono

trovate in una situazione di recessione ed un modo per poter stimolare l’economia in questo

contesto era proprio implementare una politica fiscale espansiva che aumentasse il reddito

nazionale.

Una politica fiscale espansiva nazionale comporta però un deterioramento del saldo

commerciale, quindi ciò che avviene in un contesto di questo tipo è che se un decisore di

politica economica può scegliere, aspetterà che sia qualche altro paese ad implementare

un’espansione fiscale, in quanto quest’ultima, tramite il canale del commercio internazionale,

tenderà a influenzare l’economia nazionale anche degli altri paesi aumentandone non solo il

reddito ma migliorandone anche la posizione commerciale. Quindi, in un contesto di crisi

finanziaria comune, tutti i paesi aspettano che qualcun'altro faccia la prima mossa e subisca

l’effetto negativo indotto sul saldo commerciale, rendendo difficile uscire dalla crisi. Ciò

successe durante la crisi finanziaria.

Quindi, un contesto di economia aperta è più complicato della chiusa perché si hanno anche

delle conseguenze sul saldo commerciale, pertanto in un contesto di crisi come quella

finanziaria gioca un ruolo importante il coordinamento internazionale. Ciò che viene suggerito

è che per poter uscire da una crisi di questo tipo, tutti i Paesi devono implementare una

politica fiscale espansiva in contemporanea in modo da avere un aumento complessivo del

reddito nazionale ed estero, portando ad aumenti non solo tutti i redditi nazionali ma anche a

miglioramenti delle esportazioni nette di ogni singolo paese.

→ Più forti sono i legami tra paesi, più forti sono gli effetti

Questo funziona molto bene in principio ma è molto difficile da attuare, in quanto vi

possono essere problematiche specifiche dei singoli paesi, oppure problematiche legate alla

possibilità di defezione, ossia paesi che decidono di venire meno gli obblighi contratti (non fa

quanto promesso) e beneficiare dell’aumento di spesa pubblica estera senza fare niente e

senza avere un effetto negativo sul reddito, sul saldo commerciale e pertanto

sull’accumu

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Publisher
A.A. 2023-2024
135 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kimilory di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Marsiglio Simone.