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L’altro obbiettivo riguardano domande che implicano dei giudizi di
valore ovvero questioni normative inerenti all’allocazione delle
risorse. L’analisi normativa con cerne cosa dovrebbe accadere, qual
è la decisione migliore? (è meglio tassare i redditi del lavoro o da
capitale?). le scelte avvantaggiano una parte e svantaggiano
un’altra, verranno prese tenendo conto dei principi normativi e dei
valori.
Gli economisti seguono un metodo scientifico:
1. Osservare: partire da dei fatti che rappresentano un
fenomeno, ovvero rilevare il fatto (perché l’acqua costa meno
dei diamanti?)
2. Teorizzare: produrre una spiegazione possibile (teoria della
domanda e dell’offerta). Dobbiamo fare delle semplificazioni
per stilizzare un fenomeno dunque fare ipotesi estreme.
3. Identificare delle implicazioni aggiuntivi: da confermare o
confutare (aumento dei prezzi a fronte di un aumento dei costi
di produzione)
4. Ulteriori osservazioni e verifiche: raccolta dei dati (per
determinare se i prezzi salgono per un aumento dei prezzi)
5. Raffinamento della teoria: ipotesi che portano alla
confutazione totale o parziale della teoria
Cercano di trarre da un evento specifico degli elementi di carattere
generale.
Gli economisti lavorano con modelli matematici che sono
rappresentazioni semplificate della realtà, le scelte sono di tipo
quantitativo per rispondere a domande precise.
Un elemento essenziale è la differenza tra variabili esogene che
sono qualcosa che non può essere influenzato dal contesto specifico
che si analizza (capienza di un’aula) e variabili endogene sono
quelle sulle quali è possibile agire e sono il risultato delle decisioni
che vengono prese (come distribuire gli studenti in una data
capienza dell’aula).
La statica comparata studia le reazioni delle variabili endogene al
cambiamento delle variabili esogene. Le variabili endogene
raggiungono un punto di assestamento detto punto di equilibrio è
la situazione in cui se non interviene niente di nuovo il sistema
rimane invariato.
In economia le scelte vanno fatte in relazione alle risorse che sono
limitate obbligando a fare dei compromessi TRADE-OFF diverso da
una scelta in free lunch. Le buone scelte si fanno al margine ovvero
che ogni decisione vene presa tenendo conto del rapporto costi-
benefici e delle possibili alternative che si vanno ad escludere
scegliendo una strada piuttosto che un’altra ovvero il costo
opportunità. Gli individui rispondono agli incentivi relativamente ai
benefici e i costi invece disincentivano l’azione, lo strumento per
incentivare è la riduzione del prezzo che crea un incentivo a
comprare ma un disincentivo a vendere.
Lo scambio è l’elemento essenziale del mercato, la logica dello
scambio è una logica con cui si crea un miglioramento di benessere
per entrambe i soggetti coinvolti nello scambio. In un mercato
concorrenziale il prezzo rispecchia il valore per il consumatore e il
costo per il venditore. Ha anche un vantaggio perché produttori e
consumatori se hanno un interesse considerano costi e benefici
delle loro azioni per altri membri della società. La politica pubblica
può migliorare l’allocazione delle risorse in quanto un prezzo può
non rispecchiare esattamente i costi e i benefici per tutti gli attori
nel mercato, dunque, si verifica un fallimento del mercato.
DOMANDA E OFFERTA
La curva di domanda di un bene viene riferita in relazione a un
bene, mette in relazione la quantità che i consumatori sono disposti
ad acquistare per ogni livello di prezzo. Fattori che incidono sulle
curve di domande sono:
Il prezzo, che ci rappresenta anche la disponibilità dei beni
detti sostitutivi
La quantità di beni in circolazione
Beni complementari, degli accessori che però sono necessari
per l’utilizzo del nostro bene
Reddito, che incide sul potere di acquisto
Il diagramma rappresenta il mercato di un bene, la domanda che
mette in relazione il prezzo con la quantità sarà una curva inclinata
negativamente. Se il prezzo aumenta, la quantità domandata
diminuisce. In questo caso stiamo considerando la curva di
domanda, abbiamo tutti i fattori che incidono sulla domanda fissi
allora a variazione del prezzo la domanda varia e io mi sposto lungo
la curva.
Ceteris paribus è la situazione in cui sono i fattori a variare e
dunque la domanda varia a seconda del fattore che si sta
modificando. Se aumenta il prezzo dei beni sostituti, a parità di altri
fattori, allora a qualunque prezzo la domanda del bene aumenta. Se
aumenta il prezzo dei beni complementari succede che la nostra
curva di domanda si sposta verso sinistra, per qualsiasi prezzo avrò
una quantità domandata inferiore rispetto a quella iniziale. Se il
reddito aumenta la domanda aumenta. Questo tipo di
ragionamento è quello che viene definito della statica comparata,
cioè si vanno a vedere gli effetti di una variazione di un fattore.
Funzione di domanda:
Qd: Quantità domandata= D (prezzo, altri fattori)
Q mais: 5- 2Prezzo mais + 4P patate (bene sostituti se aumenta il
prezzo delle patate allora la domanda di mais aumenta ECCO
PERCHÉ IL SEGNO POSITIVO) – 0,25 P burro (bene complementare
rispetto al mais quindi se il prezzo del birro aumenta la domanda
del mais diminuisce SEGNO NEGATIVO) + 0,0003 M ( reddito medio
annuo all’aumentare il reddito aumenta la domanda).
Quello che ci mostra la statica comparata è che per una dato prezzo
delle patate e dato un reddito quantificherò una determinata
equazione che al variare dei fattori dimostra la nuova domanda.
Supponiamo la domanda del bene A= una costante (elementi che
influenzano la funziona di domanda e contribuiscono allo
spostamento nello spazio della funzione) – parametro per il prezzo
del bene A.
L’offerta è una curva inclinata positivamente che rappresenta la
quantità di un bene che i produttori sono disposti a vendere in
corrispondenza di un dato prezzo. Non dipende soltanto dal prezzo,
dipende anche da:
Costi di produzione, la tecnologia rende più efficiente la
produzione a questo punto la nostra curva dell’offerta si
sposterà interamente verso destra cioè per ogni prezzo i
produttori sono disposti a produrre di più.
Aumento dei prezzi dei beni complementari all’uso del bene
principale.
Quando la domanda eguaglia l’offerta, se non interviene un fattore
esogeno, il mercato rimane in quel punto.
La differenza tra movimenti lungo la domanda di offerta che
abbiamo quando al variare del prezzo la domanda si modifica e tutti
gli altri fattori che influenzano la curva rimangono invariati e
movimenti della domanda dell’offerta riguardano beni sostituti
dipendono dal reddito i beni complementari, la quantità e il prezzo
quando variano ci fanno muovere nello spazio in una direzione o in
un’altra in base al segno dello shock di mercato.
I CAMBIAMENTI NELL’EQUILIBRIO DI MERCATO
Partendo da una situazione di equilibrio interviene uno spostamento
della curva di offerta verso il basso e verso destra, vuol dire che per
ogni prezzo rispetto alla situazione iniziale le imprese offrono
quantità maggiore, può essere avvenuto un mutamento della
tecnologia in senso migliorativo che riduce i costi delle aziende.
L’equilibrio varia ed è pari ad un prezzo più basso e una quantità
scambiata maggiore. Sul mercato il consumatore si trova a pagare
un prezzo più basso e ad avere una quantità maggiore rispetto a
prima. L’equilibrio cambia a seconda della dimensione dello
spostamento della curva di offerta e anche dalla loro inclinazione,
un mercato con una curva di domanda e di offerta molto più
verticale allora a questo punto il prezzo diminuisce molto di più.
Se la domanda si sposta verso destra è possibile che ci sia stato un
aumento del reddito poiché non c’è disponibilità d’acquisto. Questo
aumento di domanda dal punto di vista dell’equilibrio produce un
aumento dei prezzi e una quantità domandata che aumenta. A p0
succede che c’è un eccesso di domanda che fa si che i consumatori
vogliono acquistare il bene e non è disponibile a quel prezzo perché
vogliono produrre solo la quantità q0, per un prezzo più alto i
produttori sono disposti a produrre di più e comunque ci sono
consumatori disposti a pagare un prezzo maggiore. I produttori si
spostano verso l’alto lungo la curva di offerta, i consumatori si
muovono verso l’alto lungo la curva di domanda.
Questo processo cessa quando si raggiunge E1 ovvero quando
viene offerto quello che è stato domandato e si è raggiunto il nuovo
equilibrio.
Una curva di domanda orizzontale rappresenta che la quantità
domandata non incide sul prezzo, una situazione di questo tipo si
può verificare su beni che sono disponibili senza limiti di fatto e non
ci sono trade-off sul prezzo. (La singola impresa molto piccola in un
mercato nazionale non incide sul prezzo quindi ha di fronte a se una
curva di domanda orizzontale, quello che riesce a produrre lo
produce e lo vende e non influisce sul prezzo). Se varia l’offerta
verso destra l’equilibrio non produce cambiamento dal punto di
vista del prezzo, ciò che varia è la quantità sul mercato.
Una curva di domanda verticale indica un consumatore che ha una
quantità data ed è disposto a pagare qualsiasi prezzo (farmaco
salvavita). Se la curva di offerta si sposta verso destra, la quantità
sul mercato non varia ma il prezzo diminuisce.
ELASTICITà DELLA DOMANDA OFFERTA
L’elasticità misura la sensibilità delle variazioni della quantità alle
variazioni al prezzo, è indipendente dall’unità di misura, se si parla
di macchinari, di grano (peso) ecc. Date due variabili qualunque X e
Y, l’elasticità di Y rispetto ad X indicata con si definisci come la
Y
E X
variazione percentuale di Y in rapporto alla variazione percentuale
di X. Y è la variabile dipendente e influenzata da X. Se un aumento
del 2% in X determina un aumento del 4% in Y allora Exy è pari a 2,
tale valore indica che Y aumenta del 2% per ogni aumento del 1%
di X.
Per elasticità sia positive si negative, i valori più lontani da zero
implicano una maggiore elasticità. All’aumentare dell’1% di X Y
aumenta del 2% allora è una variazione positiva, all’aumentare
dell’1% di X Y diminuisce del 2% allora è una variazione negativa.
variazio