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SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE TECNICA (o
marginal rate of technical substitution - MRTS)
L’impresa può variare la quantità di tutti gli input >> per scegliere la combinazione
ottimale è necessario sapere in che rapporto gli input sono sostituibili tra di loro.
Definizione: indica a quale saggio un fattore produttivo può essere sostituito con l’altro
a parità di output.
MRTS è pari al rapporto tra le produttività marginali dei fattori produttivi ovvero al
MRTS = MPL/MPK=
valore assoluto della pendenza/inclinazione dell’isoquanto: │
ΔK/ ΔL │
RENDIMENTI DI SCALA: Come varia il prodotto totale/la produzione, quando tutti i
fattori della produzione variano (aumentano/diminuiscono)?
Il livello dei rendimenti di scala è il saggio al quale il prodotto aumenta/riduce come
conseguenza dell’aumento/riduzione nell’impiego di tutti gli input della stessa misura.
• Rendimenti di scala crescenti
• Rendimenti di scala costanti
• Rendimenti di scala decrescenti
RENDIMENTI DI SCALA COSTANTI: aumentando la quantità utilizzata di tutti i fattori
produttivi della medesima proporzione si ottiene un aumento proporzionale del
prodotto.
RENDIMENTI DI SCALA DECRESCENTI: aumentando la quantità utilizzata di tutti i
fattori produttivi della medesima proporzione si ottiene un aumento meno che
proporzionale del prodotto.
RENDIMENTI DI SCALA CRESCENTI: aumentando la quantità utilizzata di tutti i fattori
produttivi della medesima proporzione si ottiene un aumento più che proporzionale del
prodotto.
Si osservi che i rendimenti di scala decrescenti non hanno nulla a che vedere con la
legge dei rendimenti marginali decrescenti.
Secondo la legge dei rendimenti marginali decrescenti il prodotto marginale dei singoli
fattori deve essere decrescente (per certi valori) ma la funzione di produzione può
avere rendimenti di scala decrescenti, costanti o crescenti.
ANALISI DEI COSTI DELL’IMPRESA
Occorre collegare la produzione dell’impresa ai costi sostenuti per realizzarla, sia nel
breve, sia nel lungo periodo. Misurazione dei costi: di quali costi tenere conto?
- Costo totale, fisso e variabile
- Costo medio e marginale
Problema: COME PRODURRE?
COSTO TOTALE (CT): Costo economico totale della produzione, costituito da costi fissi
e variabili >> aumenta al crescere dell’output.
COSTO MARGINALE (CM): è il costo aggiuntivo che l’impresa deve sostenere per
produrre un’unità in più di output (variazione del costo totale conseguente alla
produzione di una unità aggiuntiva di output).
Seconda definizione CM: il costo aggiuntivo necessario per produrre un’unità in più di
output (variazione del costo totale conseguente alla produzione di una unità
aggiuntiva di output).
Costo fisso (CF): Costo che non varia al variare del livello di produzione >> spesa che
bisogna sostenere anche se non viene prodotto nulla e non è influenzato dalla quantità
prodotta (e.g., canoni d’affitto, oneri contrattuali per le attrezzature, pagamenti di
interessi sui debiti).
Costo variabile (CV): Costo che varia al variare del livello di produzione >> spesa che
varia al variare della quantità prodotta (per aumentare la produzione l’impresa deve
utilizzare più input) (e.g., materie prime, energia consumata, lavoratori).
CT = CF + CV
Nel breve periodo, la maggior parte dei costi è fissa.
Nel lungo periodo, quasi tutti i costi sono variabili.
Lezione 06/03/2023
COSTI MEDI
Partendo dal costo fisso, dal costo variabile e dal costo totale è possibile definire altre
categorie di costo di breve periodo:
- Costo medio fisso (o costo fisso unitario - CFU): pari al rapporto tra il costo fisso
e la quantità prodotta >> CFU = CF/Q
- Costo medio variabile (o costo variabile unitario - CVU): pari al rapporto tra il
costo variabile e la quantità prodotta >> CVU= CV/Q
- Costo medio totale (o costo totale unitario - CVU): pari al rapporto tra il costo
totale e la quantità prodotta >> CU= CT/ Q
All’aumentare della quantità prodotta:
• i costi fissi medi si riducono
• si riduce la distanza tra costi totali e costi variabili medi
CT / Q = CF + CV / Q = CF / Q + CV / Q
COSTO MEDIO E MARGINALE
Ogni volta che il costo marginale (C marginale) è inferiore al costo medio (C medio), il
C medio
diminuisce.
Ogni volta che il costo marginale (C marginale) è
superiore al costo medio (C medio), il C medio aumenta.
C marginale = C medio nel punto di minimo dei costi medi
La curva dei costi marginali di BP interseca la curva dei costi medi di BP nel punto di
minimo di quest’ultima.
PRODOTTO MARGINALE E COSTI MARGINALI NEL BREVE PERIODO
Nel breve periodo, se l’impresa vuole aumentare la produzione deve acquistare una
quantità superiore di
fattore variabile (lavoro, L).
Il fattore variabile presenta rendimenti decrescenti (ogni unità aggiuntiva di L può
contare su un minore capitale)
Se i rendimenti marginali del L sono decrescenti (MP di L decrescente), all’aumentare
della produzione totale, sarà necessaria una quantità di lavoro sempre maggiore per
produrre una unità aggiuntiva di prodotto, e quindi anche la spesa aggiuntiva per
lavoro aumenterà.
Rendimenti marginali decrescenti del fattore variabilecosto marginale crescente
COSTI NEL BREVE PERIODO
I fattori variabili tendono ad avere:
• Una fase iniziale di rendimenti crescenti
• Una successiva fase di rendimenti decrescenti
Di conseguenza, le curve dei costi mostrano un andamento a U:
• Una fase iniziale di costi marginali decrescenti
• Una successiva fase di costi marginali crescenti
COMBINAZIONE DEI FATTORI DI EQUILIBRIO
Nel lungo periodo tutti gli input sono variabili.
Le imprese hanno la possibilità di sostituire un fattore con l’altro e scegliere tra
combinazioni diverse di tutti gli input produttivi.
Il problema dell’impresa è quello di scegliere la combinazione ottimale di input in
relazione all’output che si intende produrre.
COME PRODUCE IL PROPRIO OUTPUT?
Sceglie la combinazione economicamente efficiente di fattori produttivi che ha il costo
opportunità più basso tra tutte quelle che possono essere utilizzate per ottenere il
volume di produzione desiderato.
LA SCELTA DEI FATTORI PRODUTTIVI
Nel lungo periodo le imprese operano scegliendo la combinazione ottimale di input per
ogni livello di output con l’obiettivo di minimizzare i costi di produzione >> confronto
tra costo marginale e prodotto marginale dei fattori produttivi.
Regola del costo minimo: un’impresa che considera il prezzo dei fattori come dato
deve impiegare i diversi input fino a quando il prodotto marginale per euro speso per
ogni input è uguale.
PRODOTTO MARGINALE L / PREZZO L = PRODOTTO MARGINALE K / PREZZO K PMK /
PML = Prezzo K / Prezzo L
L’apporto marginale di ogni unità monetaria sotto forma di ciascun input deve essere
uguale
Regola della sostituzione: se il prezzo di un fattore diminuisce e quello di tutti gli altri
rimane costante, alle imprese converrà sostituire il fattore divenuto meno caro agli
altri fattori.
Esempio: Lavoro. Se PRODOTTO MARGINALE L /PREZZO L > PRODOTTO MARGINALE
X / PREZZO X è più conveniente aumentare l’utilizzo.
ISOCOSTO
Retta dell’isocosto: retta che rappresenta tutte le combinazioni di input che hanno
lo stesso costo per l’impresa.
Costo totale = prezzo del capitale * K + salario * L
C = r*K + w*L
In valore assoluto, la pendenza della retta di isocosto è pari al rapporto tra i prezzi dei
fattori:
prezzo del lavoro/prezzo del capitale = w/r
Per ogni coppia di prezzi dei due fattori, si può disegnare una mappa degli isocosti. Più
ci si sposta in alto e a destra, maggiore è il livello del costo totale.
Al variare del prezzo di un fattore produttivo si modifica il rapporto tra i prezzi dei
fattori e quindi anche la pendenza della retta di isocosto. e.g., aumenta il salario.
COMBINAZIONE DEI FATTORI DI EQUILIBRIO
Le rette di isocosto possono essere utilizzate per trovare, nel lungo periodo, la
combinazione ottimale di fattori produttivi, cioè quella che consente di produrre un
determinato livello di produzione al minor costo possibile.
L’isoquanto rappresenta il VINCOLO DI PRODUZIONE
Il punto di tangenza (B) tra isocosto e isoquanto rappresenta la combinazione ottimale
dei fattori per produrre una data quantità (Q) al minor costo.
ECONOMIE DI SCALA
Nel lungo periodo l’impresa ha una maggiore flessibilità perché può modificare
simultaneamente le quantità di tutti gli input >> può modificare la scala di
produzione.
Come variano i COSTI MEDI quando aumenta il livello di PRODUZIONE?
Si parla di economie di scala (o economie di scala crescenti) quando il costo medio di
lungo periodo diminuisce all’aumentare della produzione.
Si parla di diseconomie di scala (o economie di scala decrescenti) quando il costo
medio di lungo periodo aumenta all’aumentare della produzione.
Economie di scala crescenti: se la funzione di produzione ha rendimenti di scala
crescenti, aumentando il volume di produzione, la quantità utilizzata di tutti gli input (e
quindi anche la spesa per input) aumenta in misura meno che proporzionaleil costo
medio di LP si riduce all’aumentare della q prodotta
Economie di scala decrescenti (diseconomie): se la funzione di produzione ha
rendimenti di scala decrescenti, aumentando il volume di produzione, la quantità
utilizzata di tutti gli input (e quindi anche la pesa per input) aumenta in misura più che
proporzionaleil costo medio di LP aumenta all’aumentare della q prodotta.
EQUILIBRIO NEI MERCATI CONCORRENZIALI
Struttura di mercato
Esistono diversi aspetti che caratterizzano una struttura di mercato:
- La dimensione e il numero dei compratori
- La dimensione e il numero dei venditori
- Il grado di sostituibilità tra i prodotti dei diversi venditori
- Il livello di informazione dei compratori sui prezzi e sulle diverse possibilità a
disposizione
- La condizione di entrata
MERCATI IN CONCORRENZA PERFETTA
Struttura di mercato del modello di concorrenza perfetta ipotesi fondamentali:
- Imprese price-taker:
Esistono numerose imprese operanti sul mercato
Nessuna di esse detiene una quota significativo di mercato (nessuna può
influire sui prezzi dei prodotti/fattori)
La curva di domanda dell’impresa è perfettamente elastica (ricavo
marginale = prezzo di mercato)
- Con