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Il ruolo delle imprese nel commercio

Finora le imprese in quanto tali (la singola) non hanno rappresentato un elemento fondamentale della discussione che noi abbiamo fatto. Ma nella realtà le imprese sono molto diverse tra loro in termini di produttività; quindi, all'interno di un paese e di un settore vi è una distribuzione di imprese diverse, che differiscono sulla base della loro produttività. Ci sono, quindi, imprese più e meno efficienti all'interno di uno stesso paese; e le imprese più produttive:

  • Possono affrontare costi fissi più elevati;
  • Impiegano relativamente più capitale umano e pagano salari più elevati;
  • Intraprendono progetti più innovativi.

Infatti, un'impresa potrebbe esportare proprio perché più produttiva e in grado di sostenere costi aggiuntivi per l'esportazione.

Le imprese, quindi, non sono tutte identiche. In Italia le imprese più numerose sono...

quelle di più piccole dimensioni. Quando abbiamo delle imprese diverse tra loro ci sono due conseguenze del commercio (esso impatta su due margini):

  • MARGINE ESTENSIVO DEL COMMERCIO si intende il numero delle imprese. Quindi, dire che il commercio ha un effetto positivo sul margine estensivo significa sostenere che l'apertura del commercio fa aumentare il numero delle imprese;
  • MARGINE INTENSIVO DEL COMMERCIO rappresenta le vendite medie per impresa, fa quindi riferimento alla dimensione media delle imprese. Dire che il commercio fa aumentare il margine intensivo significa dire che, come conseguenza del commercio, le imprese aumentano mediamente le proprie vendite.

Ovviamente, l'effetto complessivo del commercio su un settore si può valutare dalla variazione di questi due margini; complessivamente entrambi gli effetti provocano una variazione di quelle che sono le caratteristiche del settore in esame.

L'aumento degli scambi può essere dovuto a

varie combinazioni dei due margini. Alcuni fatti/risultanze che nascono dall'osservazione dei dati empirici:
  1. Non tutte le imprese sono esportatrici. Le imprese che esportano sono una frazione del totale e non la totalità; tale frazione varia da paese a paese;
  2. Esportazioni concentrate nelle imprese "superstar". Le esportazioni sono molto concentrate e un ristretto numero di imprese copre gran parte dell'attività di export;
  3. Poche imprese esportano buona parte del fatturato. Un numero ristretto di imprese si specializza nell'export; quindi, l'attività di esportazione in genere non copre la maggior parte del fatturato di un'azienda (di solito è un'attività minoritaria);
  4. Poche imprese esportano molti prodotti in molti mercati ma sono "superstar";
  5. La distanza influenza negativamente il margine estensivo. Al crescere delle distanze fra i due paesi, il margine estensivo si riduce.

Cioè il numero delle imprese che esportano da un paese all'altro si riduce. Più i paesi sono distanti, minore è il numero di imprese che esportano; questo si nota all'aumentare del numero dei paesi serviti. Però, c'è un effetto positivo sul margine intensivo, ovvero è vero che si riduce il numero delle aziende, però, quelle che esportano anche in paesi più distanti tendono ad avere delle vendite medie più elevate. Quindi l'aumentare della distanza ha un impatto sul commercio, nel senso che riduce il margine estensivo il numero delle aziende, ma aumenta il margine intensivo, cioè la dimensione media di aziende.

Le imprese che esportano e che si internazionalizzano sono più produttive (più efficienti).

Produttività più elevata come causa o effetto dell'attività di export? Non è ancora chiaro se le aziende più produttive sono quelle che esportano.

oppure se è l'esportazione che rende le aziende più produttive: ci sono evidenze contrastanti;

8. Apertura o chiusura di un paese e numero delle imprese l'impatto delle barriere commerciali, di un loro aumento o diminuzione, si riflette in gran parte sul margine estensivo, ovvero sul numero di imprese esportatrici rispetto al valore medio delle esportazioni per impresa.

Le teorie moderne sulla internazionalizzazione delle imprese

A partire dalla Seconda guerra mondiale cominciano a crearsi le imprese multinazionali.

Impresa MULTINAZIONALE = un'impresa che si trova ad operare in più paesi relativamente anche a fasi molto diverse (lavorazione, assemblaggio, commercializzazione, ecc.). le imprese multinazionali, in primo luogo, tendono a sostituire flussi di commercio con la produzione in loco, dove trasferiscono conoscenze e competenze, pur mantenendone il controllo; ma non solo. Un'impresa è multinazionale, quindi è impegnata in

un'attività detta IDE [investimento diretto all'estero]. Questa internazionalizzazione si basa su un sistema molto complicato. Si comincia a riflettere sui motivi per cui un'impresa sceglie di diventare una multinazionale. Un'impresa si internalizza diventando multinazionale perché esistono una serie di elementi che garantiscono in qualche modo un vantaggio all'impresa (capitali, investimenti, tecnologia, marchio, ecc.). Fattori di sviluppo e di successo delle imprese multinazionali (che hanno più a che fare con le caratteristiche dell'ambiente in cui le imprese si trovano ad operare), nella prima fase (Dopoguerra):

  • Una situazione politica favorevole agli IDE inizialmente, queste imprese si sviluppano negli Usa proprio perché dopo la guerra gli Stati Uniti erano usciti vittoriosi raggiungendo una supremazia anche dal punto di vista economico. L'Europa era sostanzialmente distrutta, quindi le imprese americane potevano
essere favorite e competere in questi mercati.
  1. Una situazione competitiva favorevole cominciavano a crearsi aree di libero scambio
  2. Maggiore liberismo sui mercati europei
  3. Iniziano a formarsi aree di libero scambio nelle quali gli IDE sono favoriti
  4. Crescita dei salari (progressiva) in Europa che riduce le differenze con la domanda statunitense

TEORIA DI HYMER

Il primo tentativo di spiegare i motivi che spingono le imprese agli investimenti verso l'estero. Afferma, quindi, quali dovrebbero essere le condizioni per le quali un'impresa può diventare una multinazionale. Parte da una considerazione, ovvero che le imprese estere sono svantaggiate rispetto alle imprese locali a causa di diverse barriere all'entrata (impresa statunitense che vuole produrre in Italia è sfavorita rispetto alle imprese italiane):

  • Possiedono una minore conoscenza dei mercati in cui intendono operare e dell'ambiente politico-istituzionale (oggi questa carenza di

informazioni è molto più ridotta grazie a tecnologie che consentono una maggiore diffusione delle informazioni, però si deve pensare ad una mentalità del dopoguerra);

  • Sono discriminate da governi e dai consumatori;
  • Hanno costi di comunicazione elevati.

Un'impresa diventa una multinazionale se a fronte di questi svantaggi ha dei vantaggi competitivi che solo lei può sfruttare (ad esempio nella disponibilità di risorse critiche).

Questa teoria è stata sviluppata teoria di Posner: vantaggio competitivo si ha nel caso di innovazione e/o supremazia tecnologica.

TEORIA DI VERNON

Si tratta di un approccio più articolato che diverge significativamente dagli approcci tradizionali Vernon si è concentrato sul prodotto piuttosto che sul paese e sulla tecnologia. È una teoria che fa riferimento al CICLO DI VITA INTERNAZIONALE del prodotto e si basa sull'esistenza/comparsa sul mercato di prodotti

innovativinati in determinati paesi. Si tratta di paesi le cui caratteristiche favoriscono proprio la nascita di questi prodotti e di questi sviluppi tecnologici. Elementi fondamentali per l'attività di ricerca e sviluppo: capitale da utilizzare e la possibilità di disporre di una manodopera qualificata.

Le tre fasi che caratterizzano il ciclo di vita internazionale del prodotto:

  1. Fase del prodotto nuovo: la prima fase riguarda l'introduzione del prodotto che ha in questo momento determinate caratteristiche:
    • Prodotto nuovo il cui processo produttivo non è ancora molto standardizzato;
    • Il processo produttivo richiede una forte flessibilità per poter risolvere eventuali problemi che si potrebbero verificare nella messa a punto iniziale del prodotto (e nel cercare sostanzialmente di sviluppare, introdurre e aumentare questa produzione);
    • La flessibilità richiede una elevata quantità di manodopera qualificata;
    • I costi di produzione, visto
che la produzione non è ancora standardizzata, sono ancora piuttosto elevati; L'azienda innovatrice ha una sorta di monopolio, ovvero può sfruttare e godere di tutti i benefici connessi all'introduzione di questo nuovo prodotto; L'elasticità della domanda, cioè le modalità con cui la domanda risponde al prezzo, è molto bassa (➔ domanda molto sensibile alle variazioni di prezzo); ovvero se il prezzo cambia in maniera significativa le variazioni delle quantità richieste sono minime; Infine, i consumatori che in genere acquistano questi nuovi prodotti, essendo il prezzo abbastanza alto, sono ad alto reddito. Essi per l'appunto sono di loro natura già meno sensibili alle variazioni di prezzo, ovvero acquistano il prodotto indipendentemente dal suo prezzo. Tutti questi elementi si concentrano nel paese in cui c'è stata l'innovazione. In questa prima fase, quindi, la produzione si concentra in

Questo paese e come anche la domanda, e soltanto con il tempo le cose in qualche modo cambiano.

II. Fase del prodotto maturo man mano che si espande la produzione, il processo produttivo diventa via via più standardizzato. Per standardizzazione della produzione si intende che l'attività di produzione della tecnologia diventa sempre più standard; ciò significa che via via questa tecnologia richiede manodopera sempre meno qualificata.

  • Il paese innovatore in questa fase si apre maggiormente al mercato estero;
  • Cominciano ad esserci, quindi, nuovi concorrenti di prodotti simili o di imitazioni che entrano nel mercato ed esercitano pressioni al ribasso su prezzi e margini;
  • I costi di produzione rispetto alla fase precedente cominciano a diventare una preoccupazione; quindi, non è soltanto importante produrre il prodotto, ma diventa anche importante cercare di contenere al massimo i propri costi, perché c'è una maggiore competizione.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
69 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessiaghiggi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Moro Daniele.