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La premessa fondamentale in merito alla mediazione è la conoscenza approfondita del
soggetto, sia delle sue condizioni personali sia del contesto in cui l’individuo è inserito (il
contesto condiziona fortemente il soggetto, una stessa persona collocata in contesti diversi
necessita di azioni educative ben differenti), non possiamo educare una persona senza
conoscerla.
La promozione, la prevenzione e la riabilitazione devono essere risolutrici di
problemi, ma le finalità devono essere a lungo termine, non solo a breve termine, se non
risolvo un problema a lungo termine quest’ultimo si presenterà anche domani.
La funzione dell’educatore esercita la cosiddetta funzione dello scaffolding (supporto che
da l’esperto, un sostegno emotivo e cognitivo, che ovviamente pian piano viene meno nel
momento in cui non c’è più bisogno di così tanto supporto per poter generare autonomia nel
soggetto.
Prospettiva integrale dell’educazione
E’ fondamentale avere uno sguardo ampio nei confronti del problema, del contesto ecc… con
la finalità di produrre un cambiamento e per poter mettere in atto un'azione
trasformativa, che ovviamente richiede che il soggetto sia attivo.
Si tratta di riuscire a capire che nonostante l’altro abbia passato un evento traumatico o
negativo, è necessario invitarlo e fargli capire che questo, nonostante negativo, può
rappresentare un evento positivo nel suo processo di crescita. Questa è un’azione
trasformativa.
?(ultima mezz’ora mancante)
La teoria trasformativa (?)
E’ una teoria dell’apprendimento che intende sviluppare competenze e favorire processi di
apprendimento
Si attiva una forma di cambiamento nel momento in cui impara a valutare e avere un
pensiero critico nei confronti dei contesti e delle situazioni che viviamo, e nel momento in cui
si impara a comprendere che possono esserci più prospettive di un unica esperienza.
Avere un pensiero critico significa poter associare un nuovo significato e una nuova
prospettiva all’esperienza che stiamo vivendo. Per poter fare questo è necessario sviluppare
un'abitudine alla riflessione.
Il cambiamento
E’ un bilancio qualitativamente(competenze che avevo gia che durante il corso si sono
sviluppate e sono diventate competenze di alto livello) e quantitativamente (alla fine del
corso il numero delle cose che riesco a fare è maggiore) C’è un bilancio positivo tra la
situazione iniziale e la situazione finale.
?
Rischi del cambiamento
A volte il cambiamento è temuto, c’è una sorta di resistenza al cambiamento. Questo
cambiamento può portare ad un'involuzione piuttosto che a un'evoluzione perché si lascia
qualcosa di certo per qualcosa di incerto. Abbandonando le sicurezze che il soggetto ha si può
assistere ad una perdita delle conquiste precedenti.
Possiamo parlare di mantenimento, ci sono delle situazioni in cui mantenere situazioni di
equilibrio, il cambiamento può anche significare mantenere in equilibrio una situazione che
è traballante. Non si regredisce ulteriormente, laddove si capisce che è difficile far fare dei
passi avanti al soggetto e si insiste sul mantenimento di certe competenze, per rafforzarle.
?
L’autonomia
Quando parliamo di cambiamento, la finalità principale è quella di garantire che il soggetto
sia autonomo.
Essere autonomo vuol dire sapersi governare.
L’autonomia deve essere necessariamente condizionata dal contesto e dall’età del soggetto
(in base alla propria età e alle proprie capacità intellettive ognuno arriva ad una piena
autonomia, autonomia che ovviamente rispecchia quella fascia d’età).
Parliamo di autonomia nel quotidiano e nel proprio contesto, ma anche in altri contesti come
in quello lavorativo o professionale.
Le azioni di supporto che possiamo attivare per sviluppare autonomia del soggetto sono
attività di ampliamento, di stabilizzazione e di recupero ?
Autonomia nelle dimensioni della prospettiva integrale dell’educazione
Una prospettiva integrale dell’educazione comprende:
- una dimensione psicologico-cognitiva
- una dimensione emotivo-affettiva
- una dimensione sociale e morale
Dimensione cognitiva
Cercare di sviluppare l’ autonomia del soggetto dal punto di vista cognitivo significa mettere
il soggetto nelle condizioni di imparare ad imparare (ragionare), non è la semplice
trasmissione di contenuti. Non basta informare per rendere un soggetto consapevole di
qualcosa, c’è bisogno di un coinvolgimento.
Quando si opera in questo livello si parte dal soggetto, da come ragiona e quali sono i nessi
mentali che sono al di sotto di ciò che lui riesce a fare (i passaggi di ragionamento). Spesso
dietro a un ragionamento sbagliato c’è un'interpretazione sbagliata delle cose, e questo
perché c’è una mancata analisi critica delle cose (?)
(da qui inizia registrazione fatta da me)
Cosa dovremmo fare quindi sviluppare senso critico nel soggetto?
Possiamo operare attraverso esperienze pratiche, coinvolgerlo anche in una situazione di
problem solving (partire da un caso problematico e chiedere al soggetto la soluzione,
questo stimola pensiero critico).
Nella dimensione cognitiva:
Azione riabilitativa: il soggetto ha poca cura dell'igiene personale del proprio aspetto.
L'educatore accompagna il soggetto nell'esercizio di nessi logico-casuali tra tale
comportamento e gli effetti di quel comportamento all’intern0 della società.
fenomeni: si identificano i fenomeni (ad es. isolamento, difficolta a mantenere un lavoro che
implichi un rapporto con il pubblico, etc.) e si categorizzano come conseguenze
dell'atteggiamento in questione. Individuata la causa logica il soggetto e supportato nel
cambiamento
- L'azione di supporto in termini riabilitativi è far capire che prendersi cura di se stessi ha
anche un valore sociale, non riguarda solo noi come esseri individuali. Una persona che non
si prende cura di se, spesso viene allontanata.
Dimensione sociale e morale
L’azione mira a favorire la socializzazione (di base: nel nucleo familiare e secondaria:contesti
come la scuola) ?
L'azione mira a favorire la socializzazione (di base (inizia in famiglia) e secondaria (fuori dal
contesto familiare) attraverso l'acquisizione di comportamenti adattivi e protettivi (adesione
criticale l'interiorizzazione delle norme per un inserimento sociale costruttivo
Esempi:
Azione promozionale: II soggetto conosce i valori e le norme di una corretta convivenza
sociale e viene stimolato a potenziare urtenormente le proprie capacita di giudizio rispetto al
riconoscimento di azioni aluste o scagliate e ad arricchire il ventaglio delle diverse
connotazioni d una cittadinanza attiva (es: principi di solidarieta, rispetto dell'ambiente)
Azione preventiva: i soggetto vive in un contesto familiare caratterizzato da isolamento
sociale. educatore interviene per evitare il rischio che una mancata acquisizione della
socializzazione di
posto nella società. Si possono attivare
base possa limitare il soggetto nell'occupare un proprio
interventi aggiuntivi e/o compensativi volti alla sperimentazione della
soddisfazione/gratificazione
che puo scaturire dalle relazioni sociali a diversi livelli (es.
dell'altro)
attestazione di apprezzamento da parte
Azione riabilitativa: la cosiddetta <<socializzazione terziaria>> è una forma di
risocializzazione in atto con interventi correttivi quando il soggetto ha già manifestato
comportamenti antisociali (es:
interventi educativi di drammatizzazione in cui il soggetto ha già manifestato
Dimensione emotivo-affettiva
Riguarda la gestione dell’emotività, facciamo riferimento a due teorie:
-Goleman
-Gardner
Per Goleman l’intelligenza emotiva si basa su vari aspetti come la conoscenza delle proprie
emozioni, l’avere controllo, motivazione di se stessi, riconoscimento delle emozioni altrui,
capacità di gestire le relazioni e l’empatia. Questi aspetti concorrono allo sviluppo di
un'intelligenza emotiva. Una persona potrebbe essere capace ma non avere un'intelligenza
emotiva, che è altrettanto importante.
Per Gardner invece c’è una stretta interconnessione tra la capacità di conoscere e gestire le
emozioni e la capacità di guardare ai comportamenti e sentimenti degli altri.
Scaffolding
L’educatore può svolgere la funzione di impalcatura per il soggetto, e nel momento in cui
non è più necessario questo supporto si può e si deve sottrarre/ridurre (nel momen to il cui il
soggetto acquisisce maggiore autonomia). Per cui il processo di scaffolding si deve modulare
in base al progresso dei soggetti con cui si ha a che fare.
Possiamo parlare inoltre di “zona di sviluppo prossimale” (Vygotskij),cioè quell’area di
sviluppo che ognuno di noi ha e che viene sviluppata da una persona più competente che
quindi riesce a farci fare un passo in avanti rispetto alla posizione attuale in cui ci troviamo.
E’ necessario un supporto nel momento in cui un soggetto non riesce a progredire
autonomamente, e spesso si può associare a questi soggetti in difficoltà una persona che sia
alla pari, come un compagno, che possa fornirgli il suo aiuto e che possa fargli da
impalcatura. Quest’ultimo, essendo un pari e allo stesso status dell’altro, riesce ad accedere
maggiormente alla zona di sviluppo prossimale del soggetto in difficoltà.
Significatività e Motivazione
Significatività
Senza queste non c’è apprendimento.
L’educatore deve rendere significato per lo studente o per l’educando il processo di
insegnamento/apprendimento, esplicitandone il valore.
Per fare ciò l’educatore deve portare lo studente a poter collegare ciò che è e ciò che sa a
quello che dovrà diventare e dovrà conoscere. Questo collegamento è fondamentale
perché ogni nuova conoscenza si appoggia su un sistema già esistente, su un mondo interiore
dell’allievo.
Come può l’educatore raggiungere questo obiettivo?
- Selezionando gli stimoli da proporre (zona di sviluppo prossimale, selezionare un
imput sfidante ma non troppo altrimenti può essere frustrante);
- Considerando la motivazione dello studente (intrinseca o estrinseca);
- Guidando e orientando lo studente;
- Supportando lo studente (scaffolding, fornire feedback, tutoring ecc…).
*da qui seconda parte registrazione
Motivazione
Intrinseca: E’ autodeterminata cioè non dipende dall’esterno, può dipendere