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COMMISSIONE INTERAMERICANA DEI DIRITTI UMANI (1959)
Essa opera sia per quanto riguarda la Dichiarazione, sia per la Convenzione americana. Secondo l'articolo 34 è composta da 7 membri;
L'articolo 44 disciplina i ricorsi individuali: può adire la Commissione ogni persona, o gruppo di persone, ONG (anche in stati che non hanno aderito alla convenzione perché è un organo sia della convenzione che dell'OAS); Questo sistema rimane più debole rispetto alla Corte Interamericana perché non è un organo giudiziario, quindi conclude con pareri e raccomandazioni trasmesse alla AG dell'OAS; questo meccanismo rimane debole quando si esaurisce alla commissione.
Gli articoli 46,47 indicano i criteri di ricevibilità e una procedura d'inchiesta: mandare dei componenti dell'organo ha sul territorio per controllare (come il Comitato contro la tortura).
CORTE INTER-AMERICANA
Ha competenza solo per quanto riguarda la
convenzione;- Ha due funzioni:
- Funzione contenziosa:
Secondo l'articolo 61, solo gli stati parte e la commissione possono rivolgersi alla corte, quindi gli individui non hanno accesso diretto alla corte (come il vecchio sistema europeo)una riforma per cui gli individui possono fare ricorso ma non possono rivolgersi direttamente alla corte, devono adire la commissione; il ricorso individuale è presentato alla commissione la, quale può decidere se è di tale rilevanza da trasmetterlo alla corte. Quindi in caso potrebbe fermarsi a una decisione da parte della commissione; infatti, non vi è la certezza di arrivare a una sentenza della corte, ci si può fermare perché bloccati dalla commissione.
Ai sensi dell'articolo 63, è la corte che controlla l'esecuzione della sentenza e può anche richiamare le parti: quindi il controllo è affidato a un organo giudiziario piuttosto che politico.
(come accade a livello europeo, dove è affidato al comitato). si trova all'art. 64, anche questa funzione è di rilievo,
2. Funzione consultiva: e da qualche tempo laha anche la Corte Europea. La corte americana ha sempre avuto questa competenza, e il parere può essere chiesto non solo sull'interpretazione della convenzione, ma anche di altri trattati che riguardano la protezione dei diritti umani a cui sono vincolati gli stati americani. Un esempio è il parere chiesto dal Cile e Colombia il 9 gennaio 2023 riguardo a come rispondere alla crisi climatica.
La prassi riguarda invece soprattutto il diritto alla vita (abuso di potere), libertà di espressione, sparizione forzata, principio di non discriminazione, sviluppo dei cosiddetti diritti collettivi.
SISTEMA AFRICANO DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI: un'organizzazione internazionale Esiste di carattere regionale di riferimento, che una volta era l'Organizzazione Unità Africana, nata
Nel 1963 ad Addis Abeba con il fine di completare il processo africana, di decolonizzazione. Viene sostituita nel 2001 dall'Unione fondata a Lomé. Nel frattempo cadono gli ultimi imperi coloniali (es. portoghese). Gli ultimi stati sotto il dominio coloniale erano la Namibia e lo Zimbabwe. Si aggrava il fenomeno dei rifugiati e si intensificano le azioni delle Nazioni Unite volte a creare organizzazioni internazionali regionali. quindi più avanti nel tempo rispetto agli altri organi di tutela dei diritti umani, e inizia ad occuparsi di diritti umani per ragioni di tipo politico storico, ovvero per via della nascita di regimi dittatoriali, e per la diffusione della cosiddetta clausola di condizionalità, clausola che impone come condizione necessaria la tutela dei diritti umani al fine di ricevere i finanziamenti allo sviluppo. La Carta africana dei diritti umani e dei popoli, firmata a Nairobi, nasce invece prima, nel 1981, e si ispira agli
Altri trattati regionali sui diritti umani, ma si differenzia perché non prevede solo i diritti umani individuali. Prevede anche quelli che oggi si chiamano diritti collettivi (dei popoli). Non solo quindi diritti come quello all'uguaglianza, autodeterminazione ecc., ma anche altri diritti come quello al libero sfruttamento delle risorse naturali ecc. Sotto il profilo delle procedure di controllo, la Carta prevede una Commissione e una Corte africana sui diritti umani e dei popoli. La Carta istituisce la Commissione, mentre la Corte è istituita da un protocollo addizionale. La commissione può soprattutto esaminare i rapporti governativi e valutare i ricorsi interstatali e individuali (stesse funzioni delle altre corti). La commissione può ricevere e eventualmente decidere se esaminare le richieste presentate da gruppi di individui, organizzazioni non governative. C'è uno step di ricevibilità, e il tutto si conclude con una decisione non vincolante.
rapporto che contiene raccomandazioni rivolte agli Stati di cui essa abbia accertato la responsabilità. Qualora si rilevi una violazione massiccia dei diritti umani, la commissione informa il parlamento. La corte è un organo giudiziario analogo alla corte europea, ha sede ad Arusha, e può ricevere ricorsi dalla stessa Commissione, da individui, da stati parti del suo Protocollo istitutivo, organizzazioni non governative, ONG, organizzazioni intergovernative africane. La competenza materiale della Corte è l'asserita violazione non ampia, e si estende a tutte le controversie concernenti solo della Carta Africana, ma anche di qualsiasi altro strumento sui diritti umani ratificato dagli stati interessati (a differenza della corte europea ad esempio). Sono giudici indipendenti. Pochi stati africani hanno aderito al protocollo accettando la competenza della corte. La corte ha una competenza contenziosa. Gli step su ricevibilità, risarcimento ecc. sonoanaloghi.
PATTO INTERNAZIONALE SUI DIRITI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI
La Dichiarazione universale è stata un pezzo di guerra fredda, perché si sono scontrate le due ideologie del blocco socialista e occidentale. Tanto che addirittura c'è chi parla dei diritti umani seguendo una distinzione tradizionale delle tre generazioni di diritti umani: la prima è quella dei diritti civili e politici (di matrice occidentale e liberale), che cronologicamente si sono affermati prima (nelle costituzioni nazionali del 700/800). Si dice, secondo questa catalogazione, che i diritti di seconda generazione siano quelli economici e sociali, che nascono per un verso dal socialismo e dal solidarismo cristiano. La terza generazione è quella dei diritti collettivi, ovvero del popolo (autodeterminazione dei popoli, diritto allo sviluppo, all'acqua ecc.). Si usa ricondurre la nascita di questi diritti a periodi storici precisi: civili e
politici= rivoluzione francese; economici,sociali e culturali= rivoluzione russa; diritti collettivi= emancipazione dalle colonie. Questa codificazione dei diritti come generazionali è spesso criticata, anche perché usare questa espressione sembrerebbe implicare che le generazioni precedenti siano sostituite da quelle successive, e il rischio è che i governi autoritari interpretino a loro piacimento questa catalogazione, sostituendo i diritti della persona con diritti più generali della collettività, rendendoli ambigui e privi di concretezza. Inoltre, i diritti umani sono prettamente interdipendenti.
IL PATTO:
L'art. del Patto sui diritti economici, sociali e culturali, rispetto all'art. 2 del Patto sui diritti civili e politici, dà maggiore rilievo all'attuazione progressiva dei diritti riconosciuti nel patto (perché non politici, possono essere garantiti immediatamente), si parla di assistenza e cooperazione internazionale, e si fa
Riferimento alle risorse di cui ogni stato dispone. Il patto si apre con il diritto all'autodeterminazione.
Il patto: diritto all'istruzione (art. 13): accesso all'istruzione primaria, e l'istruzione secondaria deve essere accessibile e progressivamente gratuita, accessibile a tutti; diritto al lavoro (art. 6): diritto di scegliere liberamente un lavoro, diritto alla sicurezza sul lavoro, al riposo minimo retribuito, sicurezza e igiene sul lavoro, non discriminazione sul lavoro, previdenza sociale; diritto di costituire sindacati, diritto allo sciopero (art. 8); diritto alla salute (art. 12); diritto a un livello di vita adeguato (art. 11).
Restrizioni (all'art. 4), perché si tratta di diritti che non godono di protezione assoluta.
Una norma nel patto riguarda le restrizioni (all'art. 4), perché si tratta di diritti che non godono di protezione assoluta.
Una delle ragioni per cui non è stato possibile fare un solo trattato era la questione del meccanismo di controllo.
Perché si considerava che questi diritti (economici, sociali, culturali), non essendo diessere pretesi dall'individuo (idea oggi superata). Agli iniziimmediata realizzazione, non potevanonon c'era un meccanismo di controllo specifico, ma solo l'ECOSOC. C'è oggi un comitatoquindi(creato successivamente, nel 1985), che non è stato però istituito dal patto, il quale non prevedevanessun meccanismo autonomo di garanzia. Nel 1985 il Consiglio economico e sociale delle NazioniUnite (ECOSOC) ha istituito tramite risoluzione il Comitato sui diritti economici, sociali el'implementazione del Patto.culturali, organismo di 18 esperti indipendenti che osserva e monitoradell'esame (con l'entrata in vigore delOggi il comitato si occupa dei rapporti governativi, e dal 2013protocollo) può ricevere anche ricorsi individuali (solo nei confronti degli stati che hanno aderito alI General Comments sono commenti che danno una forma
autentica dell'interpretazione del patto, non esercitano una vera e propria forma di controllo.
DIRITTI COLLETTIVI:
I diritti umani nascono con un carattere prettamente individualistico, nel momento in cui si pone un obbligo giuridico sullo stato. Nel tempo però cresce l'importanza dei diritti collettivi, si radica l'idea che certi diritti si debbano estendere ai popoli, alla collettività, che non siano solo dell'individuo. Però bisogna ancora definirli in maniera più chiara, c'è ancora titubanza. Un conto è il diritto all'autodeterminazione, che è consolidato. Altri creano più difficoltà nell'essere definiti. Uno di questi è il diritto allo sviluppo. È un diritto che affonda le sue radici nei paesi del sud del mondo, ed è considerato una derivazione dal diritto di autodeterminazione dei popoli. Esso trova un
esplicito riconoscimento giuridico, c'è una fonte normativa specifica