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ALGORITMI E RESPONSABILITÀ
Se con intelligenza si intende la capacità di risolvere problemi, e con coscienza provare sensazioni
e sentimenti e farsi carico delle proprie responsabilità, enfasi sui dati potrebbe provocare una forte
scissione tra intelligenza e coscienza.
Vi è il rischio che si costituisca una società dominata da pochi soggetti super-intelligenti ma del
tutto irresponsabili. Algoritmi sono una fonte di autorevolezza molto comoda a cui delegare
responsabilità.
Scindere l’intelligenza dalla coscienza rischia di far perdere il senso di responsabilità e di
consapevolezza.
Robert Epstein: l’intelligenza non è propriamente contenuta nel nostro cervello, ma nelle relazioni
che creiamo con il mondo, con le persone, l’ambiente e gli oggetti, e nel continuo mutare di queste
relazioni tramite la nostra performance del mondo, assieme a quella degli altri (non esiste solo
l’intelligenza in sé, ma ad esempio anche quella emotiva).
Non è pensabile rinunciare alla tecnologia, ma è pericoloso cadere nella trappola del
determinismo tecnologico.
Cosa fare? C’è bisogno di una governance istituzionale dell’ICT (ci sta lavorando l’UE ed è motivo di
competizione tra gli Stati forti). È quindi necessaria la consapevolezza di dove si vuole andare
utilizzando la tecnologia e non accettare supinamente di lasciarsi condurre da ciò che fattibile.
Un grosso problema è il rapido sviluppo dell’ICT: convinzione che tutto ciò che è fattibile sia lecito.
Vi è una propensione umana di assumere in maniera acritica le indicazioni che i sistemi tecnologici
propongono
Una questione politica essenziale di quest’epoca è: di chi è la proprietà dei dati?
➔ Riflettere su tecnologia ed etica aiuta a determinare eventuali limiti per sviluppo e
utilizzo degli strumenti tecnologici ed aiuta a porsi domande sul senso dell’umano nel
mondo dominato dalla tecnica STRATEGIA D’IMPRESA | Rachele Campigli
La tecnologia è prodotta dalle persone e strutturare la società tralasciando il ruolo attivo degli
esseri umani equivale a negare la loro dignità e autodeterminazione!
Una delle innovazioni tecnologiche più rilevanti degli ultimi tempi (oltre all’AI) e che potrà avere un
impatto forte sul pianeta è la carne coltivata (sintetica).
Il dominio dell’homo sapiens è la duttilità del nostro linguaggio-> noi parliamo di intere categorie
di cose senza averle mai viste, toccate, odorate e siamo quindi in grado di trasformare il mondo
con informazioni intangibili.
Generalmente, vi è la trasmissione dei comportamenti a generazioni successive senza bisogno di
mutamenti genetici ambientali. I dati vanno sempre analizzati e ci dicono che la consumazione
mondiale di carne è veramente ingente e c’è una disparità di distribuzione poiché i paesi ricchi ne
consumano più del doppio rispetto a quelli emergenti. La produzione di carne è controllata da
pochi gruppi industriali, il cui leader è JBS (Brasile).
Valutazione etica: per gli ambientalisti è un grande aiuto per il sistema sostenibile; per gli
animalisti gli allevamenti sono speso giudicati luoghi di tortura; per chi si occupa di giustizia
alimentare riconosce che il veganismo garantisce maggiore eticità e giustizia alimentare.
MA ulteriore tecnicizzazione dell’alimentare, esclusione dei piccoli produttori a bassa tecnologia,
considerazione della cultura tecnica contraria a quella umanistica, non armonizzazione con la
natura.
Tre filoni di discussione:
- Imprevedibilità degli effetti di questa tecnologia -> paura dell’incerto
- Relazione tra aziende o paesi n grado di accedere a queste biotecnologie, tra chi riesce e chi
no-> potenziale nuova e gigante disuguaglianza sociale
- Accesso a quantità di carne molto maggiore con impatto ambientale quasi nullo -> fine
problema della fame.
Necessità di tutelare un certo grado di equità in uso e accesso alla carne in vitro e di definire regole
condivise dalla maggioranza dei cittadini di una nazione su accesso a tali tecnologie.
Sviluppo biotecnologia: L’istanza etica non può essere efficace se non si incarna in una cultura
organizzativa che la renda viva e operativa. Il cambio d’epoca è frutto
della tecnologia e dal suo
impatto sul nostro modo
di comprendere noi e la
realtà -> se letta solo
come innovazione non si
percepisce l’impatto di
trasformazione sociale.
Usare eticamente la tecnologia significa cercare di trasformare l’innovazione in sviluppo
- Globale (nessuno escluso) STRATEGIA D’IMPRESA | Rachele Campigli
- Integrale (tutta la donna e tutto l’uomo)
- Plurale (rispettoso della pluralità e culture diverse)
- Fecondo (porre basi per le nuove generazioni)
- Gentile (rispettoso della terra e di tutte le specie viventi)
➔ serve governace comune
Responsabilità delle istituzioni: terrore della conoscenza o favorire interessi? C’è stato il divieto di
produzione di immissione su mercato di alimenti prodotti a partire dalle colture cellulari
MA com’è possibile vietare le applicazioni di ciò che si sta ancora studiando? Inoltri sono stati
esclusi gli studiosi dalle audizioni su una materia che ha forti componenti scientifiche e
tecnologiche. Il principio di precauzione deve essere fondato su basi empiriche non per sollevare
paure irrazionali, ma è stato fatto terrorismo su bioreattori e su staminali pericolosi. Si sta facendo
inoltre discriminazione tra aragoste e bovini: per le prime la carne coltivata è consentita, per i
secondi vietata. Viene vietata la libertà di nutrirsi liberamente.
Testimonianza Amazon Business
Replicare la stessa esperienza di acquisto dei consumatori alle aziende, è l’Amazon B2B con
vantaggi in scontistiche e tempistiche. È presente negli Stati Uniti e nei cinque paesi principali
europei (gli altri si appoggiano a questi), Giappone, India, Canada, Messico.
Amazon culture
“concetto the empty chair”: ogni idea e riunione deve essere pensata lasciando una sedia vuota
per il cliente che deve essere sempre il protagonista, ogni scelta è modellata su di lui.
Mission: diventare la più conosciuta B2B Solutions Provider per organizzazioni di ogni dimensione
(chi ha semplicemente partita IVA e grandi aziende) STRATEGIA D’IMPRESA | Rachele Campigli
SHAREHOLDER THEORY
Milton Friedman che sosteneva che l’unica responsabilità di un’impresa è fare profitto e l’idea
stessa di una responsabilità sociale d’impresa mina le fondamenta della libertà. Questo significa
che il responsabile dell’azienda deve unicamente fare l’interesse degli azionisti
I presupposti di questo erano:
- L’individuo è egoista e conflittuale (Adam Smith)
- Credere in un economicismo che prevede leggi che regolano azioni umane in modo
aprioristico e meccanico
- Relazioni sociali -> prevale la visione contrattualistica (finito il rapporto contrattuale, non
esistono obblighi di natura etica con i referenti delle proprie azioni)
Economia di mercato è preziosa ed efficace per organizzare attività produttive (dovrebbe essere un
mezzo, ma ad oggi purtroppo è diventato un fine).
Premio Nobel Economia Arrow: concezione economica della virtù -> il comportamento etico è una
merce che necessita di essere economizzata.
I mercati sono estesi in ogni sfera della vita, tutto è economizzato, ma è giusto? Esistono beni che
vanno governati da valori non di mercato? Che non si può o non si dovrebbe comprare? I prezzi di
mercato individuano sempre il valore di un bene?
I MERCATI NON SONO SEMPLICI MECCANISMI MA INGLOBANO VALORI
- Possono allontanare norme non di mercato meritevoli di considerazione (scorie, sangue,
asili nidi…)
- Il denaro in un contesto non di mercato può modificare i comportamenti delle persone e
allontanare gli impegni morali e civici
- Le scelte di mercato non sono libere per chi è disperatamente povero o senza capacità di
contrattare secondo termini equi
Cosa si può comprare o cosa non si dovrebbe?
Vi è il rischio di passare dall’avere un’economia di mercato ad essere una società di mercato
STAKEHOLDER THEORY
Robert Freeman sviluppa l’idea che l’impresa deve garantire un minimum prestazionale a tutti i
portatori di interesse (azionisti, clienti, dipendenti, fornitori, la comunità entro la quale
l’organizzazione interagisce)
Porter e Kramer – valore condiviso
Capitalismo sotto assedio dalla società che ha iniziato a chiedere conto al business del suo reale
contributo allo sviluppo umano
Rapporto di dipendenza reciproca tra il business model dell’impresa e il benessere della società in
cui opera: valore = dobbiamo avere valore tutti quanti
Ragionare sul breve termine non è costruttivo STRATEGIA D’IMPRESA | Rachele Campigli
Outsourcing: distribuire le attività in sempre più paesi ha indebolito collegamenti tra imprese e
comunità.
Meno visibile la connessione tra obiettivi economici e sociali: i problemi sociali visti come danni
collaterali. Riconciliare business e società porta alla SHARED VALUE = necessità di forma più
sofisticata di economia, impegnata in attività sociali centrata sulla generazione di valore, non sul
profitto in quanto tale.
La shared value dovrebbe essere al centro dell’operare delle imprese.
- Non è filantropia
- Non è redistribuzione
- Non vuole sostituire il sistema di mercato ma correggere elementi disfunzionali
- Per definire i mercati non contempla solo bisogni economici convenzionali, ma anche
bisogni sociali -> connette il progresso economico con quello sociale
È basato su:
- Riconcepire i prodotti e i mercati
- Ridefinire produttività intesa come ambiente, accessibilità e vitalità economica fornitori,
competenze dipendenti, salute lavoratori e sicurezza operai, utilizzo acqua ed energie
- Costruire aggregati di supporto nelle comunità in cui si opera
Ruolo strategico della sostenibilità per l’impresa
Agire in termini di sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità
delle generazioni future di soddisfare i propri
Sostenibilità: è una modalità di differenziazione strategica che può portare a risultati superiori?
Sostenibilità vera non può essere sinonimo di greenwashing
Pratica comune -> Necessaria per il genere umano
Sufficiente per costruire vantaggio competitivo?
Impatto di sistemi di gestione su ambiente, acqua, rifiuti -