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MARSIGLIO DA PADOVA
Nato da una famiglia di notai, originario di Padova. Nella sua opera "defensor pacis", scritta per sostenere la causa di Ludovico, vediamo per la 1° volta il tentativo di sostenere le pretese dell'imperatore con argomenti puramente razionali: il fattore religioso sembra quasi scomparire del tutto dall'orizzonte culturale della sua argomentazione, e ci avviciniamo pian piano verso l'età moderna e la secolarizzazione (=venir meno dei riferimenti teologici). Egli scrive infatti, riprendendo le tesi di Aristotele della Politica: "Il legislatore è il popolo o l'intero corpo dei cittadini o la sua pars valentior", quindi non si riferisce al popolo semplicemente in termini quantitativi (la maggioranza) ma anche qualitativi (la parte che ha più valore del governo).
ETÀ MODERNA
In questa età avviene una rinascita del razionalismo politico o meglio il ritorno alla giustificazione razionale del potere.
ritorno che abbiamo tra 1400 e 1500, e possono essere individuate in tre vie:- empirismo politico di Niccolò Machiavelli;
- teoria della sovranità di Charlie Bodin;
- teorie utopistiche di Thomas More e Tommaso Campanella.
REALISMO POLITICO DI NICCOLÒ MACHIAVELLI
Analisi che si concentra sul potere, considerato come l'unica vera ragione d'essere dello stato. Stato che è nuovo soggetto della politica e deve essere analizzato nella sua realtà concreta effettuale, sul piano dell'essere e non sul piano del dover essere. Esegue un'operazione che consiste nell'isolare la categoria dell'utilità come fonte del benessere pubblico e privato, distinta dalla categoria del giusto e dell'onesto. Egli dichiara di voler "andare dietro alla verità effettuale delle cose". Scrive "Il principe" che è l'espressione più intensa di questo atteggiamento, opera composta di getto e
rapidamente nel 1513 e vuole essere una diagnosi e al tempo stesso una profezia di tipo politico. In quest'opera macchiavelli parte dalla classificazione dei principati, che sono suddivisi in: principati ereditari, nuovi e misti. Focalizza la sua attenzione sui principati nuovi, ovvero quelli creati con le armi proprie o altrui, con la fortuna o con la virtù. Fondamentale nella vita del principato sono sì le leggi buone ma anche le buone armi, che sono una sorta di corollario. Per essere buone: "le armi non devono essere mercenarie, ma composte dagli stessi cittadini". Nella dura lotta per conquistare e conservare il potere, allo stato sono leciti tutti i mezzi -> "l'astuzia della volpe ma anche la violenza del leone". Infatti soltanto la forza è in grado di rendere gli uomini coesi all'interno della società, altrimenti se non vi è un centro di forza gli uomini inclinano verso il perseguimento del loro interesse e.Questodisgrega l'unione politica. Virtuoso sarà quel principe in grado di dominare lafortuna, perché come dice Machiavelli stesso: "la fortuna è donna e per tenerlasotto bisogna batterla e urtarla".
Altra opera molto importante è "I discorsi sopra la prima decade di Tito Livio", per la quale Machiavelli impiegò più tempo iniziandola nel 1513 e finendola nel 1521 -> si tratta di un insieme di considerazioni a margine al testo dello storico latino Tito Livio. In queste opere Machiavelli parla del potere con un metodo che parte dall'osservazione dei successi e dei fallimenti dei personaggi politici più potenti. Tesi esposte con freddezza inquietante, inoltre tutti i sistemi politici proposti dai teorici prima di Machiavelli non era mai stata presa in considerazione la fortuna. Lui assegna alla fortuna un luogo fondamentale nell'analisi politica -> "la fortuna è arbitra della metà".
"delle nostre azioni e lasciaa noi governare l'altra metà o poco più". Lui si occupa di politica come arte del possibile, si occupa di un realismo politico. Egli si focalizza sulla natura umana, e più precisamente sulla natura umana congiuntamente alla natura del potere: il campo di indagine privilegiato è quindi la natura umana nell'ambito dei giochi del potere. L'obiettivo dell'opera era di scrivere un manuale ad uso dell'apprendista principe (Lorenzo II De Medici), cioè una serie di regole su come egli avrebbe potuto vincere questo gioco di acquisizione e conservazione del potere: per Machiavelli non è importante né partecipare né comportarsi secondo le regole del gioco, ma l'importante è avere la meglio sui propri avversari."
GIOVEDÌ 4 MAGGIO 2023
Per capire quest'opera è necessario fare riferimento a quello che era il contesto dell'Italia rinascimentale, ma anche
alla vita di Machiavelli perché c'è una profonda coerenza tra i suoi insegnamenti e la sua vicenda biografica. Machiavelli fece una sfolgorante carriera politica e diplomatica, e giunse in pochi anni a ricoprire grandi incarichi all'interno delle più alte istituzioni di Firenze; questo gli permise sia di maturare una grande esperienza nel campo delle relazioni internazionali, sia di avere dei contatti stretti con gli attori principali della scena internazionale del tempo (come il re di Francia Luigi XII, l'imperatore del sacro romano impero Massimiliano II, il re di Spagna Ferdinando il Cattolico, il papa Alessandro VI, il papa Giulio II, il papa Leone X e il papa Clemente VII).
L'ITALIA RINASCIMENTALE
L'Italia rinascimentale somiglia ad una scacchiera, su cui si disputava una partita tra quelle che erano le due potenti monarchie di Francia e di Spagna. Avveniva inoltre con il beneplacito del papato, che da Roma, di volta in volta, poggiava o i
francesi o gli spagnoli a seconda della propria convenienza. Le ambite pedine del gioco, non erano altro che i piccoli stati italiani che erano per lo più principati o repubbliche, che per certi aspetti mantenevano una vicinanza alla poleis greche -> piccole città indipendenti (ducato di Milano, repubblica di Venezia, stato pontificio, il regno di Napoli, la repubblica di Firenze).
La fragilità di questi stati unita alla prosperità commerciale li rendeva una meta ambita dalle mire espansionistiche degli stati confinanti.
1400 -> La Repubblica di Firenze diventa uno dei principali centri economici, culturali e artistici dell'intera Europa rinascimentale.
La principale fonte di Firenze era il commercio della lana e della seta, molto apprezzato nei paesi europei, ma questo commercio implica una forte indipendenza dagli stati con l'estero. Indipendenza che rendeva necessario uno sbocco sul mare, ciò che Firenze non aveva. Con la conquista di Pisa
riuscì ad ottenere questo sbocco. A Firenze il sistema capitalistico aveva attecchito grazie a due innovazioni: - l'invenzione della partita doppia, un metodo di rendicontazione contabile che avveniva attraverso due registri diversi (dare e avere); - la comparsa di alcuni borghesi nel ruolo di prestatori di denaro, che offrivano credito sui loro banchi nelle pubbliche piazze (le famiglie più illustre erano i De Medici, la famiglia dei Pazzi e la famiglia degli Strozzi). Lo splendore economico della città raggiunse il suo apice anche in ambito artistico e scientifico: basta pensare a Brunelleschi, Piero della Francesca, Donatello, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Botticelli, Raffaello, Pico della Mirandola, tutti grandi artisti della Firenze del '400. Per quanto riguarda l'organizzazione politica, Firenze era una repubblica organizzata come un piccolo stato: le istituzioni erano di tipo democratico e si basavano sul Gran consiglio, un'assemblea.La Signoria di Firenze era costituita da 1000 cittadini che avevano diritto di voto; il Gran consiglio assegna gli incarichi della Signoria, il vero e proprio governo esecutivo di Firenze, che era presieduta dalla figura del gonfaloniere; dalla Signoria dipendevano le varie cancellerie/segreterie (i nostri attuali ministeri) suddivise per aree di competenza.
LA VITA DI MACHIAVELLI
Machiavelli nasce a Firenze il 3 maggio 1469, sotto il governo di Lorenzo il Magnifico, e in una lettera a Francesco Vettore scriverà anche "Nacqui povero e imparai a stentare prima che a godere", poiché il padre giurista lavorava molto per riuscire a garantire ai figli un'istruzione adeguata. Era terzogenito di quattro figli, primo dei figli maschi.
Firenze era un teatro di scontri continui, scontri tra fazioni politiche (guelfi vs ghilbellini, bianchi vs neri), tra classi proletarie e appartenenti alle gerarchie ecclesiastiche, tra famiglie di commercianti e banchi ecc: era insomma un contesto turbolento di corruzione.
E cospirazioni all'ordine del giorno. Uno degli episodi più violenti tra questi a cui Machiavelli assistette ancoragiovanissimo fu la Congiura dei Pazzi da cui Machiavelli trasse i suoi primi insegnamenti politici -> nel 1478 il governo di Firenze era nelle mani di Lorenzo, figura di cui Machiavelli dirà “bravissimo principe ma pessimo banchieri”, lui infatti trascurava gli affari ma la concorrenza si fece sempre più intensa, e infatti la famiglia dei Pazzi si fece forte al punto tale che divennero i banchieri di fiducia del papa. Approfittando del sostegno del papa, i Pazzi tentarono di impadronirsi del governo di Firenze soffiandolo ai Medici. La congiura, che mirava ad assassinare Lorenzo e il fratello Giuliano, avvenne durante la messa di Pasqua nella cattedrale di Santa Maria del Fiore ed ebbe un sacerdote come complice: Giuliano morì immediatamente con 19 pugnalate, mentre Lorenzo si salvò quasi illeso. La congiura quindi fallì.
e i cospiratori furono giustiziati. Machiavelli imparò da questo avvenimento due cose:- Meglio agire per primi: chi agisce per primo agisce due volte. Il vantaggio di sferzare per primi il colpo è gigante;
- Se devi essere crudele, meglio esserlo in modo determinato.
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