Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Appunti di Storia dell'arte moderna dal vedutismo veneziano Pag. 1 Appunti di Storia dell'arte moderna dal vedutismo veneziano Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia dell'arte moderna dal vedutismo veneziano Pag. 6
1 su 10
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Cronache di Canaletto era anche quello di ritrarre le festività, le

processioni (come i fuochi d’artificio per Derby) sempre un pretesto per

fare una festa, il rituale dei festeggiamenti è anche qualcosa dove si

riconosce la specificità di ogni città con simboli, araldi e altro per

distinguersi dalle città limitrofe e sbandierare la propria identità.

Questa è la festa dell’Ascensione dove veniva varato il Valcindoro, un

galeone su cui il doge attraversava il bacino di San Marco, il popolo si

affacciava dai pontili o dalle barche in modo da vedere il doge.

Riva degli Schiavoni, Canaletto, 1742, Museo del castello

Sforzesco, Milano

Stesso punto di veduta di Turner, vediamo il palazzo degli Schiavoni e

tutte le gondole ormeggiate alla riva, differisce da Turner, Canaletto in

questo modo è vicino ad uno spirito del tempo, quello illuminista,

visione razionale, quella della ragione sull’eredità ricevute, delle

credenze antiche, delle filosofie di tardo genere ecc... che si erano

mescolate con le credenze religiose, che gli illuministi si incaricano di

rivedere e riscrivere secondo un indagine filologica, vedute nitide e a

fuoco, descrittive e verosimili, quello che a noi pare banale per i tempi

di allora era importante perché rispecchiava l’atteggiamento illuminista

L’ingresso dell’Arsenale, Canaletto, 1732, Collezione privata

Venezia, divisa in sei sestieri, ingresso dell’arsenale guardato da San

Marco con le due torri, importante poiché era dove venivano costruite le

grandi navi di Venezia, ad oggi ospita le mostre della biennale.

Processione per la festa di San Rocco, Canaletto, 1735, National

Gallery, Londra

Scuola grande di San Rocco (edificio sul fondo) congregazione di pittori,

vediamo i quadri esposti fuori e la processione, la folla del popolo, gli

abiti del tempo e una tenda per proteggere dal sole, importante come

documento storico.

Il castello di Warwick, Canaletto, 1752, Museum and Arts Gallery,

Birmingham

si traferisce in Inghilterra e realizza una serie di venute di Londra,

resta uguale la razionalità affasciante delle sue grandi venute

immerse in una luce così piena, satura, ma cambia

completamente i contenuti rappresentati sempre con la camera

ottica, ma declinato in un clima e in un paesaggio molto diverso,

unisce elementi di contrasto chiaroscurale, che poi utilizzò anche

a Venezia

Veduta di Londra dall’arcata del ponte di Westminister,

Canaletto, 1746, collezione privata

ponte di Westminster fa da contrasto con lo sfondo visto dal mezzo del

Tamigi e con la cupola di Hole come era all’ora, vista molto particolare,

artificiale, irreale veduta, sul lato un se ciò che pende, piccoli dettagli che

ci avvicinano ad un senso di realtà, va dall’ombra ad un aspetto più

luminoso

Piazza san Marco, Canaletto, 1760, National Gallery, Londra

aspetto del contrasto viene riutilizzato anche quando torna a Venezia, dai lati che

vedono verso piazza san marco, Distrutta poi da Napoleone, come la chiesa di San

Giminiano che tolse per

chiesa di Jacopo Sansovino che fece togliere per costruire una struttura classica per

avere la vista sul fiume. Forte contrasto negli anni

Portico, Canaletto, 1765, Gallerie dell’accademia

sperimenterà anche in vista di uno stile preromantico, situazioni architettoniche e

irreali, un grosso portico che si apre su di una balaustra con grandi finestre che

illuminano una volta, molto irreale, sperimenti e fantasie architettoniche che vanno

verso il romanticismo (Hubert Robert)

Canal Grande davanti a santa croce, Bernardo Bellotto, 1740, National

Gallery, Londra

una sorta di mitore più netto, quadro tutto azzurro e rosa, superficie del

canale è come uno specchio di vetro come se fosse compatto anche se

vediamo un leggero movimento, notiamo giù una personalità più ottica e più

ferma, più tagliente

Piazza della Signoria, Bernardo Bellotto, 1740, Szepmuveszeti Museum, Budapest

Fa poche vedute di Venezia ma molte sull’Italia in generale, molti giri

anche da Firenze e da Torino e lascia delle pietre miliari per la

conoscenza delle città d’oggi, taglie di vedute di ombre ,molto forti, danno

risalto e spicco e anche i palazzi si ergono anche più d’impatto, statue

con i colossi, arena di cui è composta la pavimentazione sulla quale le

carrozze lasciano il segno

L’Arno verso il ponte Santa Trinità, Bernardo Bellotto, 1740,

Szepmuveszeti Museum, Budapest

Fosca molto oscura dell’Arno, vista dal ponte vecchio verso il ponte di santa

trinità, si vede tutta la riva d’Arno, dove le case aggettano direttamente sul

fiume, a Firenze non si vuole c’è connessione tra l’edificio e l’acqua la

semplicemente ne delimita il corso

Piazza San Giovanni in Laterano, Bernardo Bellotto, 1743, collezione

privata

Punto di vista dal basso che ne conferisce la monumentalità, taglio a 45°

dell’ombra, c’è qualcosa di panini con la vista della ruggine, veduta

realistica

Il castello sforzesco di Milano, Bernardo Bellotto, 1744, The National

Heritage Institute, Ceské Budejovice

Castello sforzesco di Milano, vediamo le due torri cilindriche del castello

che non avevano ancora le coperture, sullo sfondo le alpi come se fosse

aperta campagna, natura nella quale l’uomo inizia a costruire

Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada, Bernardo Bellotto, 1744,

Brera, Milano

Zona poco nota, raffigura una villa del Varesotto a Gazzada, villa Parebò,

il pittore si pone su di una altura e inizia a ritrarre la vista, luce radente

che crea diagonali d’ombra molto taglienti a sinistra, che si trova a Brera,

commissionata dai conti, vedute signorili dell’alta Brianza, soggiorno di

Svago della nobiltà Milanese

Veduta di Torino dal lato del Giardino Reale, Bernardo Bellotto, 1745, Galleria Sabauda, Torino

Palazzo reale, vista da dietro, luce radente, senso di freddo e

gelido, zone brulle, non è la veduta tradizionale, è un punto meno

rilevante, soggetto principale è la costruzione delle mura del bastar

dente, mura del garritone, spicchi di prospettiva incollati insieme per

dare diverse viste, cupola di Guarino Guarini sullo sfondo e dietro

ancora le Alpi, dipinto commissionato da Re Carlo Emanuele III di

Savoia, ancora alla galleria Sabauda

Dresda: Piazza del mercato, Bernardo Bellotto, 1750,

Gemaldegalerie, Dresda

Va a Dresda dove gli vengono commissionati una serie di dipinti

Anche a Varsavia, artisti italiani come vedutisti di tutta l’Europa,

rilevanti poiché sono fonti storiche dopo le diverse guerre che l’anno

distrutta, la ricostruzione è stata possibile grazie anche a questi

dipinti, finti centri storici per recuperare un cenno storico

La Kreuzkirche a Dresda, Bernardo Bellotto, 1750, Ermitage, San Pietroburgo

Veduta di una chiesa di Dresda intorno al 50’ quando nel primo viaggio era in

quello stato e poi dopo essere stat distrutta dell’esercito prussiano la trova in

queste condizioni e 15 anni dopo la ritrae di nuovo ma devastata come stile del

sublime, rovina che rimane in piedi dopo il crollo

Francesco Guardi

Sua sorella diventerà la moglie di Giambattista Tiepolo, viene da una piccola

nobiltà di provincia, vedutista anomalo, non si muove mai da Venezia, partendo da

una precedente visione di Canaletto, interpretano la veduta in modo quasi opposto,

inizia come pittore di figure insieme al fratello (Gian Antonio) e lui si avvicina solo a dipingere vedute

di città,

Processione notturna, Francesco Guardi, 1758, Ashmolean Museum,

Oxford

Piazza San Marco in una visione notturna, aspetto emotivo con fuochi

accesi, folla nera nella piazza buia, atteggiamento più simile a Derby e

hai pittori del romanticismo, le vedute nel cado del

Processione Dogale in Bucintoro, Francesco Guardi, 1766, Louvre, Parigi

Vucintoro, elaborato in modo diverso il tema della folla

e della vista, città è sverniciata e rosa, pennello è a

piccoli sbaffi, prendono il nome di macchiette perché

non so più disegnate. E poi colorate ma sono

d’impulso come tocchetti. Infinite piccole gondole,

perdendo e sgranandosi l'immagine intende

evaporare, veduta molto bella, dello stile di Turner,

bagliori, acqua non è più una lastra di metallo di

bellotto, ma tutto è pieno di muffe, di bassi non stabili,

fronte della case è piena di ocri e di marroni,

vibrazione continua, figure minuscole e una veduta

ottica prospettiva e verosimile, esperienza della veduta

privata, come se fosse già il ricordo della vedute, per

questo di dissolve come se fosse una memoria, come

una fotografia corretta della città e della veduta

cittadina, una visione memoriale della veduta

esperienziale

La torre dell’orologio, Francesco Guardi, 1770, Akademie Der

blindenden Kunste, Vienna

Tendaggi dei baracchini mossi da vento, prossimità di decadenza

come la fine del mondo, Venezia un po’ spazzata via dal tempo,

come la vediamo oggi

Il molo di San Marco verso la Salute, Francesco Guardi, 1775,

Ca’ D’oro, Venezia

Vedute tra il calcinoso e il terroso, granita dalla salsedine, apparati

effimeri, provvisorietà della città, quando la vediamo quasi

polverizzarsi che crolla che va a fondo, che galleggia a fatica tra i

piani inclinati del lato del quadro

Capriccio veneziano, Francesco Guardi, 1775, Ermitage, San Pietroburgo

Piazza San Marco dove oggi ci sono i giardini reali (voluti da Napoleone) incline al

tema del capriccio, anche lui parte dalla visione dell’arco scuro alla luce bianca,

popolano delle macchiette di persone che salgono e scendono le scale, composizione

di fantasia

Capriccio con arco e figure, Francesco Guardi, 1770, Accademia Carrara, Bergamo

Analogie con Magnasco, dello stesso periodo, capriccio di un arco di fantasia con uno

scorcio cittadino ricostruito in modo impressionistico, non in modo inverosimile,

Confronto fra Canaletto e guardi

San Simeon Piccolo sul Canal Grande, Canaletto, 1738, The

National Gallery, Londra

San Simeon Piccolo sul Canal Grande, Francesco Guardi, 1780,

Akademie Der blindenden Kunste, Vienna

Chiesa che vediamo dalla stazione di santa Lucia con la cupola di

Rame, veduta di Canaletto, quell’altra ha un processo di

digradazione della veduta dettagliata e geometrica di Canaletto, tutto

diventa meno preciso e più sfumato, cambia la poetica nonostante il

soggetto sia lo stesso.

Incendio a San Marcuola, Francesco Guardi, 1789, Gallerie

dell’accademia, Venezia

E poi per la stessa poetica abbiamo un incendio a San Marcuola,

una zona di Carnaregio con il cielo fosco e le fiamme che diva

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sbln12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di fondamenti di storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Maffeis Rodolfo.