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PENSIERO

Anticipa temi e sensibilità romantiche e idealistiche.

Viene associato al romanticismo per il suo legame con la natura e per l'avversione all'illuminismo.

Viene considerato come uno degli ispiratori della democrazia ma viene anche visto come il precursore del

totalitarismo etico (idea di uno stato che indica la prospettiva etica, la democrazia invece è il contrario perché c'è più

libertà di espressione).

È visto come un rivoluzionario come nel campo educativo ma anche un conservatore come nel caso dell’educazione

della donna.

La sua pedagogia è contraddittoria perché da una parte la sua pedagogia è sociale-comunitaria e difende l’idea di

un'educazione collettiva, mentre nell’Emilio l'educazione è staccata dalla città e dai coetanei.

La base della sua pedagogia è la visione antropologica e filosofica.

Per capire la sua idea di persona occorre partire dallo scontro con gli illuministi.

Polemizza con gli illuministi perché non condivide l’ottimismo nei confronti del progresso, soprattutto il progresso

scientifico.

Nel discorso sulle scienze e sulle arti, espone la sua idea a riguardo: secondo lui le scienze hanno avuto un’influenza

negativa poiché sostiene che abbiano corrotto l’umanità.

Teorizza la differenza tra stato di natura (stato come condizione della persona, stato in cui l'uomo vive una piena

libertà di scelta, però è incolto) e stato civile (condizione in cui l’uomo cresce con delle regole sociali, nella città e

lontano dal suo ambiente naturale, con delle costrizioni e regole morali e etiche alle quali non può che sottomettersi,

però è colto. Esso non da libertà all’uomo ma lo schiavizza, soprattutto chi ha una condizione economica meno

agiata).

Rousseau non vede il male con una dimensione collaterale all’uomo, ma esso proviene dall’organizzazione sociale,

e ci costringe al conflitto e alla deumanizzazione.

Per Rousseau l’origine dell'ineguaglianza e dell’ingiustizia non è una tendenza al male che ci accomuna ma viene

dalla società civile.

Questa visione “teologica” da un’idea antropologica secondo cui la persona nasce buona, nello stato di natura l’uomo

è senza peccato, è la società che corrompe, lo stato civile.

Per Rousseau come per Platone, c'è un legame tra libertà personale e quella sociale.

Il modo in cui organizziamo la società influenza la libertà personale.

Lo stato civile toglie libertà all’uomo perché la norme limita.

La norma che più limita è l’idea di proprietà che porta all’ineguaglianza.

È necessario un “contratto sociale” che garantisca e salvaguardi il più possibile quella libertà naturale che è propria

di ogni persona.

1. In questo contratto uno dei presupposti è che la condizione di ogni associato sia la stessa degli altri,

nessuna differenza di censo, etnia, situazione economica. I diritti devono essere gli stessi per tutti.

2. Gli associati devono condividere un aspetto, bisogna allegare allo stato alcuni dei propri diritti. Per esempio:

sul piano della sicurezza abbiamo allegato allo stato il proprio diritto di difesa o sul piano economico, pagando

le tasse deleghiamo allo stato la gestione dei servizi.

Quello che l’uomo perde è la libertà assoluta, quello che guadagna è:

- Società civile

- La possibilità di vivere con regole chiare e condivise da tutti e

- La proprietà

Contraddizione: dice che lo stato civile causa le disuguaglianze però nel contratto sociale dice che non può che

esserci uno stato civile.

Lo stato deve essere capace di arrivare a un bene comune e di esprimere l’interesse della società.

3. La sovranità appartiene al popolo che detiene il potere legislativo.

Il popolo deve essere rappresentato e deve riuscire a decidere.

PEDAGOGIA

Il tema dello stato di natura e stato civile sembra già indicare una prospettiva educativa.

L’idea dell’uomo che nasce buono e una società che lo frega ha delle conseguenze perché l'educazione deve fare di

tutto non per preservare il bambino dal male che è in sé ma dal male della società.

L’educazione non è tirare fuori il meglio e correggere, ma lasciar fare e lasciar crescere perché ciò che esce fuori dal

bambino è positivo.

La pedagogia di Rousseau viene elaborata soprattutto nell’Emilio.

L’EMILIO

È un romanzo pedagogico diviso in 5 libri, composto in 8/10 anni, è una storia inventata che ha come protagonista

Emilio e racconta la sua storia dalla nascita fino all’età adulta.

Emilio è un bambino sano, orfano, francese e di ricca famiglia, educato nelle campagne, fuori dalle città e dalle

influenze della società. Il bambino deve essere perfetto.

In questo racconto Rousseau propone la sua proposta educativa.

Le sue fonti di ispirazione per la stesura del libro.

Ebbe 5 figli da una cameriera conosciuta in un albergo che, però, non ha mai sposato.

Nonostante sia visto come il fondatore della pedagogia, lui non ha cresciuto i figli ma li affidò a un brefotrofio (istituto

educativo).

Ha comunque avuto delle esperienze educative come educatore privato.

Prima fase dell’Emilio

“Tutto è bene quando esce dalle mani dell'Autore delle cose (Dio), tutto degenera nelle mani dell’uomo”.

Questo è il punto cardine della pedagogia di Rousseau.

Qual è quindi l’obiettivo dell’educatore?

Quella di allontanare l’educando dalle mani degli altri uomini e dello stato civile.

Solo quando l'uomo sarà formato e fortificato, allora sarà capace di affrontare la vita sociale.

Rousseau critica l’educazione del tempo, soprattutto quella dei gesuiti.

Critica il fatto che si preoccupano di più di cosa devono insegnare piuttosto che dell’educando. L’azione educativa

doveva iniziare sin dalla prima infanzia. Il bambino fin dalle prime settimane deve essere educato in modo libero.

Il percorso di Emilio viene spiegato in 5 libri:

● I primi 3 vengono dedicati all'infanzia e alla fanciullezza (fino ai 15 anni);

● Il 4 all’età adulta (17/18 anni);

● Il 5 alla futura moglie di Emilio, Sofia (rappresenta la perfezione femminile).

“Non mi assumerei la responsabilità di un bambino malaticcio, neanche se dovesse vivere fino ai 80 anni”

Il suo alunno doveva essere perfetto.

PRIMO LIBRO

Si occupa di tutto ciò che accade tra 0-3 anni.

In questa fase l’educatore si deve occupare dello sviluppo fisico e della libertà del movimento di esso.

Un aspetto criticato da Rousseau è il fatto che in quel tempo i bambini, nei primi mesi di vita, venissero fasciati

completamente di alcune parti della giornata (la notte) per bloccarli e impedirgli di farsi del male.

Parte da questo presupposto: la natura è perfetta, perché dobbiamo correggerla e/o bloccarla?

In questo periodo la balia deve occuparsi della cura fisica di Emilio.

Il bambino, secondo Rousseau, dovrebbe il più possibile prendere coscienza dei suoi limiti, capendo di essere legati e

dipendenti dagli altri, superando l’egocentrismo tipico.

Si lamenta con quelle persone che non sopportano il pianto del bambino e cercano di bloccarlo poiché pensa che nei

loro confronti bisogni avere più sensibilità e attenzione.

SECONDO LIBRO

Il periodo è tra i 3-12 anni, è caratterizzato da un percorso pre-morale e pre-razionale.

La ragione del bambino è soprattutto sensitiva, legata alle informazioni che provengono dai sensi. Il bambino è molto

attratto dalle cose e basa la sua scoperta sui sensi.

Verso i 5-6 anni Emilio viene affiancato da un educatore maschio, che deve fargli da insegnante ma anche da padre e

amico.

Esso deve puntare a moltiplicare le esperienze sensitive e deve introdurre Emilio ai lavori manuali, in antitesi al

pensiero di Aristotele che considerava il lavoro come una perdita di tempo per i ricchi e che doveva essere destinato

solo agli schiavi.

Il lavoro per Rousseau ha anche un altro aspetto positivo, ovvero impegna il bambino a un responsabilità, mette in

contatto il bambino con la realtà, formandolo al futuro.

Questa fase è caratterizzata dall’educazione negativa.

In questa fase l’educatore deve negarsi, fare il meno possibile e lasciar fare. Il protagonista del cammino educativo

non è l’educatore ma il bambino.

Puerocentrismo: al centro dell’azione educativa c’è il bambino.

“L’educazione negativa consiste nel preservare il cuore dal vizio e la mente dall’errore, per questo motivo non consiste

né nell’insegnare la virtù e né nell’insegnare la verità”.

Perché?

Il bambino deve esprimersi in autonomia e deve fare le sue scoperte.

L’attività educativa deve essere il meno possibile programmata.

Il principio del lasciar fare è legato al principio di natura.

Per Rousseau l’uomo è legato di per sé al mondo e deve trovarsi in armonia con esso.

Bisogna che l’educatore valorizzi i bisogni espressi dal bambino e i naturali processi di crescita.

L’educazione deve essere naturale, deve corrispondere alla propria natura, a ciò per cui si è fatti, e deve essere fatta

in mezzo alla natura.

“Mantenete il fanciullo nella sola dipendenza dalle cose e seguirete così l’ordine della natura nel progresso della sua

dimensione”.

Dipendenza dalle cose: il bambino deve essere legato al mondo non all’educatore.

“Nell’educazione non bisogna guadagnare tempo ma è meglio perderlo perché se si ha fretta di istruire, non si ha

neppure fretta di esigere, e si sceglie sempre il momento adatto per non esigere se non affatto”.

Secondo Rousseau bisogna seguire la natura che vuol dire non avere fretta.

La natura ha i suoi tempi.

Sul piano educativo Rousseau riproduce stereotipi del tempo, per Rousseau la madre è la nutrice. Perciò è una figura

essenziale.

La figura del padre in seguito si sostituisce alla madre e rompe il binomio madre-figlio e ha il ruolo di precettore che lo

avvicinerà alla realtà sociale.

Il passaggio è graduale.

Un bravo precettore deve essere un uomo onesto, colto e dedito totalmente alla causa educativa di Emilio.

L'educatore è anche un amico, deve immergersi nella vita di Emilio e accompagnarlo con la convinzione non con la

violenza.

Fino ai 12 anni parliamo di educazione negativa, l'educatore deve fare tutto facendo finta di fare niente, sen

Dettagli
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescavacca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e delle Istituzioni educative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Marrone Andrea.