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Estratto del documento

Non condivide ottimismo nei confronti del progresso in quanto tale, soprattutto del progresso

scientifico.

Nel discorso sulle scienze e le arti, espone la sua idea a riguardo: secondo lui le scienze

hanno avuto un’influenza negativa poiché sostiene abbiano corrotto l’umanità.

Teorizza la differenza tra stato di natura (stato in cui l’uomo vive in una piena libertà di scelta,

però è incolto) e stato civile (condizione in cui l’uomo cresce con delle regole sociali in mezzo

alle città e lontano dal suo ambiente naturale, con delle costrizioni e regole morali e etiche alle

quali non può non sottomettersi, però è colto. Esso non da libertà all’uomo ma lo schiavizza,

soprattutto per le persone meno agiate).

dimensione collaterale all’uomo, ma esso proviene

Rousseau non vede il male come una

dall’organizzazione sociale, e ci costringe al conflitto e alla disumanizzazione.

La sua visione teologica vede l’origine e la causa dell’uguaglianza e dell’ingiustizia nella società

civile. come per Platone, c’è un legame tra libertà personale e quella sociale.

Per Rousseau

Lo stato civile toglie libertà all’uomo perché le regole lo bloccano, impedendogli di fare

determinate cose.

L’idea di proprietà caratterizza l’origine dell’ineguaglianza.

“Il primo uomo che avendo cintato un terreno pensò di dire << questo è mio >>e trovò delle

quello fu il fondatore della vera società civile.”

persone abbastanza stupide da credergli,

È necessario un “contratto occorre trovare una forma sociale che garantisca

sociale”, e

salvaguardi il più possibile quella libertà naturale che è propria di ogni persona.

1. Uno dei primi presupposti del contratto sociale è che la condizione di ogni associato

debba essere la stessa degli altri, nessuna differenza di censo, etnia, di situazione economica,

stessi diritti per tutti.

2. Gli associati devono condividere un aspetto, bisogna allegare allo stato alcuni dei propri

diritti. I diritti di una persona devono essere gli stessi per tutti.

Con lo stato sociale quindi si perdono dei diritti ma allo stesso tempo se ne guadagnano altri.

Si guadagna una società civile, la possibilità di vivere con delle regole uguali per tutti e la proprietà.

Lo stato deve essere capace di arrivare a un bene comune e di esprimere l’interesse della società

3. La sovranità appartiene al popolo che detiene il diritto legislativo.

Pedagogia

Il tema dello stato di natura e dello stato sociale sembra già indicare una prospettiva educativa.

L’idea dell’uomo che nasce buono e della società cattiva fa che l’educazione debba fare di

tutto per preservare non il bambino ma il male che è in sé.

L’educazione, quindi, non è tirare fuori il meglio e correggere, ma lasciar fare e lasciare crescere

perché dal bambino può uscire solo qualcosa di positivo.

nell’Emilio,

La pedagogia di Rousseau viene elaborata soprattutto composto in 8/10 anni, definito

da lui come un romanzo pedagogico poiché all’interno vi è una storia inventata.

Il protagonista è Emilio un bambino sano, orfano, francese e di ricca famiglia, educato nelle

campagne, fuori dalle città e dalle influenze della società, e viene raccontata la sua storia dalla

nascita all’età adulta.

All’interno del testo espone la sua proposta educativa.

Le sue fonti d’ispirazione per la stesura del libro.

Ebbe 5 figli da una cameriera conosciuta in un albergo che, però, non ha mai sposato.

Nonostante sia visto come il fondatore della pedagogia, lui non ha cresciuto nessuno dei suoi

figli ma li affidò a un brefotrofio (istituto educativo).

Ha comunque avuto delle esperienze educative come educatore privato.

Prima frase dell’Emilio

“Tutto è bene quando esce dalle mani dall’Autore delle cose, tutto degenera nelle mani

dell’uomo”

Questo è il principio cardine della pedagogia di Rousseau.

Qual è quindi l’obiettivo dell’educatore?

Allontanare il più possibile l’educando dalle mani degli altri uomini e dello stato civile.

Solo quando l’uomo sarà formato e fortificato, allora sarà capace di affrontare la vita sociale.

Rousseau valuta l’educazione del tempo, soprattutto quella dei gesuiti, come fallimentare.

Sin dalla prefazione chiedeva di intervenire nell’educazione sin dalla prima infanzia.

Il bambino fin dalle prime settimane deve essere allevato in modo libero.

Il percorso di Emilio viene spiegato i 5 libri.

I primi 3 vengono dedicati all’infanzia e alla fanciullezza (fino ai 15 anni)

- Il quarto all’età adulta (17/18 anni)

-

- Il quinto alla futura moglie di Emilio, Sofia (rappresenta la perfezione femminile).

“Non mi assumerei la responsabilità di un bimbo malaticcio, neanche se dovesse vivere fino a 80

anni”

Il suo alunno deve essere perfetto.

Primo libro

Si occupa di tutto ciò che accade tra 0-3 anni

In questa fase l’educatore si deve occupare dello sviluppo fisico e della libertà di esso.

Un aspetto criticato da Rousseau è il fatto che in quel tempo i bambini, nei primi mesi di vita,

venissero fasciati completamente in alcune parti della giornata per bloccarlo e impedirgli di farsi

male.

Parte da questo presupposto: la natura è perfetta, perché bisogna correggerla e/o bloccarla?

In questo periodo la balia deve occuparsi della cura fisica di Emilio.

Il bambino, secondo Rousseau, dovrebbe il più possibile prendere coscienza dei suoi limiti,

l’egocentrismo tipico.

capendo di essere legato agli altri e dipendente da essi, superando

Si lamenta con quelle persone che non sopportano il pianto dei bambini e cercano di bloccarlo

poiché pensa che bisogni avere più sensibilità e più attenzione

Secondo libro

Il periodo 3-12 anni è caratterizzato da un percorso pre-morale.

La ragione del bambino è soprattutto sensitiva, il bambino è molto attratto dalle cose e basa la

sua scoperta sui sensi.

Verso i 5-6 anni viene affiancato ad Emilio un educatore maschio, che deve fargli da insegnante

ma anche da padre e amico.

Esso deve puntare a moltiplicare le esperienze e deve introdurre Emilio ai lavori manuali, in

antitesi al pensiero aristotelico che considerava il lavoro come una perdita di tempo per i ricchi,

che doveva essere destinato solo agli schiavi.

Il lavoro per Rousseau ha anche un altro aspetto positivo, ovvero che il lavoro mette in contatto il

bambino alla realtà, formandolo al futuro.

dell’educazione

Questa fase è caratterizzata negativa.

In questa fase l’educatore deve negarsi, fare il meno possibile e lasciar fare. In questo modo il

protagonista dell’azione educativa è il bambino e non l’educatore stesso.

> al centro dell’azione educativa c’è il l’adulto

Puerocentrismo bambino, non

“L’educazione negativa consiste nel preservare il cuore dal vizio e la mente dall’errore, per

questo motivo non consiste nell’insegnare la virtù, nell’insegnare la verità.”

Perché?

Il bambino deve esprimersi in autonomia, il bambino deve fare le sue scoperte.

Questo lasciar fare è legato anche al principio di natura.

Per Rousseau l’uomo è di per se collegato al mondo e deve trovarsi a proprio agio con esso.

Bisogna che l’educatore valorizzi i bisogni espressi dal bambino e i naturali processi di crescita.

L’educazione deve essere naturale, deve corrispondere alla propria natura, a ciò per cui si è fatti,

e deve essere fatta in mezzo alla natura.

“Mantenete il fanciullo nella sola dipendenza delle cose e seguirete così l’ordine della natura nel

progresso della sua dimensione”

Dipendenza dalle cose > il bambino deve essere legato al mondo, non all’educatore.

“Nell’ educazione non bisogna guadagnare tempo ma è meglio perderlo, dal momento che

quando si affretta di istruire, non si ha neppure fretta di esigere, e si sceglie sempre il momento

adatto per esigere se non affatto”

La natura stessa ha i suoi tempi.

Sul piano educativo Rousseau riproduce gli stereotipi dell’epoca > la madre è la nutrice, la figura

essenziale, il conforto del bambino

Il padre in seguito si sostituisce alla madre e rompe il binomio mamma-figlio e ha il ruolo del

precettore che lo avvicinerà alla realtà sociale.

Un bravo precettore deve essere un uomo onesto, colto e dedito totalmente alla causa educativa

di Emilio.

Il precettore deve essere anche un amico, vivere la vita con lui e accompagnarlo con la

convinzione, non con la violenza.

Secondo Rousseau, fino ai 12 anni, addirittura il ambino non dovrebbe conoscere la differenza tra

mano destra e mano sinistra poiché non deve essere influenzato in alcun modo.

Dopo i 12 anni l’educatore dovrà avere un intervento più deciso nella vita educativa di Emilio,

senza risparmiarsi consigli, e deve essere una guida a tutti gli effetti per il bambino.

L’educazione non potrà mai essere neutrale, in quanto qualsiasi atto comunicativo della persona

sempre un principio, un’idea.

sostiene

Educazione indiretta > far fare delle esperienze al bambino per far in modo che cresca.

L’educatore fa fare delle esperienze al bambino, come escursioni in montagna, mostrare la

differenza dei tempi dell’anno. Perché non è l’educatore che spiega, ma esso fa fare

Ma perché è indiretta la lezione?

esperienza

Obbiettivo > il bambino a contatto con la realtà fa le sue conoscenze da solo

“Fate in modo che il bambino sia colpito dalle cose sensibili, qualsiasi idea deve fermarsi alla

nessun’altra

realtà sensibile. Non deve esserci nessun altro libro oltre il mondo (tra 0-12),

istruzione oltre i fatti”

Quest’educazione indiretta ha anche i suoi paradossi.

Altro aspetto importante dell’educazione è la gradualità (principio naturale nel bambino) e la

(l’attività dell’educatore deve essere sempre funzionale all’ educazione del bambino

funzionalità

ma anche alla sua vita)

Terzo libro

Dai 12 ai 15 anni > pre-adolescenza

Rousseau definisce quest’età come l’età dell’utile, l’età in cui il bambino è pronto per capire e

imparare e in cui Emilio non è ancora segnato da delle passioni.

Età giusta per lo studio e per delle letture più impegnative.

Anc

Dettagli
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescavacca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e delle Istituzioni educative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Marrone Andrea.