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STATE AND COMMUNITY MODEL
A tal fine il governo centrale francese crea una missione interministeriale che prevede di prendere delle aree
come potenziale turistico e creare le condizioni per il loro sviluppo. Questa viene chiamata “operacion racine”.
Alcuni la vedevano come “operacion nouvelle floride” ovvero nuova Florida.
Questo modello è proprio caratterizzato da istituzioni forti che decidono che il turismo deve essere …
I paesi del Golfo stanno facendo la stessa identica cosa oggi: sono stati abbastanza autoritari in cui la capacità
decisionale del governo è molto forte. → L’Arabia Saudita in questo momento è il best preforming large
tourism destination.
Fino a 5/6 anni fa l’Arabia Saudita era inesistente sul panorama turistico. Non è che non avesse turismo (ne
aveva molto soprattutto religioso es la Mecca), però era rispetto ad oggi. Hanno deciso di metterci molti soldi
⅙
per sviluppare.
L’economia del golfo ha deciso di puntare sul turismo come settore trainante delle loro economie è fonte di
sostegno alla ricchezza nazionale.
C’è però un problema: il petrolio prima o poi finirà. Questa paura, insieme alla green economy e tutta la
sensibilità per i temi ambientali, spinge gente che viveva solo di petrolio a cambiare rotta.
Sono paesi dal clima fortunato (sempre caldo), posizionati geograficamente in maniera favorevole perché
sono al centro di: - ricchi europei -ricchi russi -ricchi africani -ricchi cinesi ecc. . Tutti in 6 ore di volo arrivano li.
Sono nate moltissime compagnie aeree Saudite, e in generale in questi territori si è iniziato a investire (vedi
Dubai con enorme sviluppo in 30 anni:
Schema preso sul sito di mastercard che ci indica quanto spendono le persone in varie località turistiche:
Istituzioni e imprenditori non sono stati gli unici protagonisti nella promozione del turismo: un ruolo
fondamentale è stato svolto anche dalle associazioni (prevalentemente di promozione turistica). Queste
hanno contribuito a creare un mercato turistico, diffondendo l’interesse per i viaggi, il mare, la montagna e il
patrimonio artistico, ponendo così le basi per una più ampia fruizione dell’industria turistica.
La promozione del turismo: le amministrazioni, lo stato, le associazioni
Talvolta il territorio promuove il turismo anche attraverso delle istituzioni.
Un esempio è il CAI (club alpino italiano), che è un’associazione di privati cittadini con la passione per la
montagna che comincia nel 900 a promuovere il turismo di montagna e creare ex novo da zero degli
itinerari.
Il CAI ha promosso la realizzazione, la manutenzione e la gestione di sentieri e rifugi, di fatto inventando il
turismo montano «per tutti».
Il ciclo di vita delle località turistiche
Come nasce una località turistica?
Il successo di una località turistica non è eterno e, inevitabilmente, influisce sul suo andamento economico e
sul relativo impatto sul territorio. Nel 1980, il geografo R.W. Butler elaborò un modello per descrivere il ciclo di
vita standard di un’area turistica, con l'obiettivo di migliorare la pianificazione e la gestione di queste
destinazioni. Il modello si articola in sei fasi:
1. ESPLORAZIONE → Nella prima fase la località non fa ancora parte del panorama turistico. È la fase
più selvaggia del turismo, in cui viene piano piano scopera dai turisti. Il turista in questa fase arriva e
comincia a chiedere ai locali dove poter mangiare, noleggiare attrezzature, prenotare il lettino in
spiaggia ecc.
Il turista chiede al mercato e il mercato decide se rispondere o no. La località essendo ancora
fuori dal turismo non ha ancora un “ghetto” per turisti (es villaggio turistico).
2. COINVOLGIMENTO → c’è il passaparola e quindi l'afflusso di persone inizia ad aumentare. In questo
momento la quantità di soldi aumenta e arriva gente che vuole investire in turismo in quel luogo. Ha
inizio la fase offer-driven → iniziano per esempio a creare offerta. La località viene inserita nei circuiti e
ci sono degli stimoli per attirare sempre più gente. Se le istituzioni rispondono arrivano anche i privati.
Si da la concessione a qualcuno che ha soldi e vuole investirli nel territorio
3. SVILUPPO → la località è ben nota, viene consigliata e recensita e c’è un afflusso sempre maggiore
di turisti. Servono quindi sempre più servizi. Se non bastano gli investimenti dei locali iniziano gli
investimenti degli internazionali → es in Sardegna sono arrivate molte multinazionali ad investire nel
momento in cui c’è stato il boom dell’afflusso di gente. E’ il passaggio più delicato perché le istituzioni
locali devono gestire tutto questo afflusso in maniera adeguata.
4. CONSOLIDAMENTO → meta affermata nel turismo nazionale e internazionale. La crescita comincia a
rallentare ma ci troviamo ancora di fronte ad un luogo in cui ci sono molti turisti e soldi. Ovviamente
superato il punto clue e, poi, l’apice, è normale un momento di stagnazione. Non puoi crescere per
sempre.
5. STAGNAZIONE → l’industria turistica è davanti ad un bivio: o non fa niente e tenta di resistere sulla
strada che aveva imboccato, o cerca di fare qualcosa per cambiare rotta ed esplodere nuovamente. Es
Jesolo → all’inizio esplode e arriva moltissimo turismo popolare, ma ad un certo punto l'afflusso di
famiglie inizia a declinare e si trasforma in una località turistica per giovani. I giovani in discoteca a
Jesolo e le famiglie a Caorle. Le famiglie ricche a Lignano Sabbiadoro.
6. DECLINO → la località perde attrattiva, il numero di turisti cala drasticamente e l’economia locale ne
risente. Il turismo spesso è dominato dalla dimensione locale e sporadica. Alcune strutture chiudono,
mentre altre cercano di sopravvivere abbassando i prezzi, attirando un turismo meno redditizio. Se
non vengono adottate strategie di rilancio, la destinazione rischia di diventare obsoleta o di essere
abbandonata.
Rinnovamento: la località intraprende un processo di rigenerazione per adattarsi alle nuove tendenze
del mercato. Questo può avvenire attraverso la diversificazione dell’offerta, la valorizzazione del
patrimonio culturale e ambientale o il passaggio a un turismo più sostenibile. Se la strategia ha
successo, l’area può tornare attrattiva e avviare un nuovo ciclo di crescita.
Ad un certo punto se vogliamo fare ancora turismo dobbiamo trovare un modo per cambiare e attrarre
di nuovo i turisti.
LEZIONE 25/02
● Il contributo del turismo allo sviluppo economico
La terziarizzazione dell’economia ha portato molti studiosi a interrogarsi sul ruolo del settore dei servizi nella
crescita economica, con particolare attenzione al turismo.
A differenza dell’industria, il turismo non richiede tecnologie specifiche, risorse naturali particolari o
competenze tecniche avanzate. È quindi un mezzo relativamente economico per attirare capitali sul territorio
nazionale e riequilibrare la bilancia dei pagamenti.
Questo fenomeno era già evidente in Italia prima della Grande Guerra, in Spagna nel secondo dopoguerra e,
più recentemente, nelle economie emergenti di Africa e Asia.
Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica. L’investimento nel turismo e la corsa ad attirare visitatori non sono
sempre vantaggiosi per l’economia.
Dipendenza dalle importazioni: per soddisfare la domanda straniera, le economie in via di sviluppo devono
spesso importare grandi quantità di beni, riducendo significativamente i
guadagni derivanti dal turismo.
Squilibrio tra domanda e offerta: la domanda internazionale può precedere lo sviluppo dell’offerta locale.
Questo porta all’ingresso di intermediari esteri, costringendo gli operatori
locali ad accettare contratti non sempre vantaggiosi e spesso instabili.
Impatto sociale e ambientale: il turismo internazionale può avere conseguenze profonde sulle comunità locali,
talvolta percepite come una forma di neocolonialismo, oltre a generare un impatto ambientale significativo.
Il turismo va considerato un'industria e può portare beneficio a una economia, ma nessuna economia può
essere a trazione mono turistica. (esempio Dubai che non può vivere solo di petrolio).
Cap 2- I PRIMORDI DEL TURISMO
Partiamo dall’antica Roma in cui comincia ad esserci un movimento turistico degno di nota.
Possiamo distinguere due grandi categorie di domanda turistica, cui corrisponde un diverso insieme di servizi
turistici che si sono consolidati nel tempo:
• Viaggi → intesi come uno spostamento attraverso luoghi o paesi diversi dal proprio, con soste e permanenze
più o meno lunghe, allo scopo di conoscere, istruirsi, sviluppare o consolidare rapporti, divertirsi.
• Villeggiatura → intesa come permanenza in una certa località (di campagna, balneare, di montagna) per un
certo periodo di tempo a scopo di riposo o di svago. (si sta a lungo in quel posto).
I due hanno un effetto diverso sull’economia.
Il viaggio nasce già in epoca preistorica, entrambe le forme di viaggio erano già presenti in epoca antica. Per
quanto riguarda i viaggi a scopo religioso (pellegrinaggi), le evidenze archeologiche dimostrano che tali
pratiche erano ampiamente diffuse già in epoca preistorica, però non sappiamo se stonehenge era un
luogo di pellegrinaggio.
Nelle grandi civiltà dell’epoca pre-classica (Sumeri, Assiro-Babilonesi, Egizi, Ittiti), le città principali attiravano
un gran numero di pellegrini che visitavano i luoghi sacri e i centri del potere, poiché l’autorità religiosa e quella
politica erano strettamente intrecciate.
In epoca classica, numerosi viaggi erano motivati da ragioni religiose. Già dal VI secolo AC, le processioni
sacre erano diventate eventi formalizzati, con manifestazioni sia pubbliche, organizzate dallo Stato, sia private,
promosse dalle élite culturali e politiche. (bbc durante l’incoronazione della regina Elisabetta oscura l’immagine
quando la regione viene incoronata, perchè è in quel momento che il potere divino va alla regina. Già nel
passato il sovrano e Dio erano la stessa cosa).
La villeggiatura è un’invenzione tipica romana (non sappiamo bene per i greci). L’ozio era un diritto
riconosciuto solo ai nobili nell’epoca romana e loro si isolavano in campagna/al mare (luoghi di vacanza).
Esisteva un’industria turistica balneare nell’antica Roma.
Per quanto riguarda la villeggiatura, essa sembra sconosciuta in epoca greca, mentre risulta una tradizione
ben radicata in epoca romana. È importante sottolineare, tuttavia, che questo tipo di turismo rimaneva un
fenomeno riservato alle famiglie aristocratiche, le uniche in grado di permettersi lunghi soggiorni in
campagna o in località balneari (e alle qua