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Il diritto romano nel corso del 1200

Nel corso del 1200 comincia a prendere forma questo nuovo indirizzo metodologico, scolastico, giuridico, che nasce in Francia (pur avendo la sua culla in Italia con Cino da Pistoia) grazie a due autori, Jaques de Revigny (1230 circa - Firenze 1296) e Pier de Belleperche (suo discepolo), non a Parigi nella quale già nel 1219 esisteva un divieto di insegnamento del diritto romano imposto da Onorio III con una bolla per una generica avversione al diritto imperiale nonché per favorire il regno di Francia di Filippo II rispetto all'impero di Federico II o semplicemente per non distogliere l'attenzione dal diritto canonico, bensì ad Orleans dove in virtù di un'autorizzazione di Gregorio IX del 1234 era possibile insegnare il diritto romano. Tale insegnamento viene divulgato anche in Italia agli inizi del 1300 attraverso scritti e lezioni da Cino da Pistoia, che si dice avere conosciuto i...

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grandi commentatori tramite una repetitio (lezione pomeridiana) della ne del1200.Egli utilizza i generi letterari del commento e del dizionario. Il dizionario iuris, elenco dilemmi attraverso i quali si cerca di spiegare sinteticamente il signi cato di un istituto,rispecchia lo spirito della scuola.Il punto imprescindibile è sempre il testo giustinianeo, punto di partenza dei commentatori (in contrasto con la sempli cazione secondo la quale i commentatori adi erenza dei glossatori non sono legati al testo né con quella secondo cui i commentatori a di erenza dei glossatori vanno al dì là delle de nizioni formali del testo), i quali faranno un balzo in avanti grazie ad una trasformazione sul piano della loso a,della logica e della dialettica, salto in avanti oltre il testo che cerca di ricavare il sensus, lacausa legis, la mens, lo spirito della lettera, la ratio legis. Cambiamento epistemologico che alla ne del 1200 spinge i giuristi ad allontanarsi ad un

mettendo eccessivamente principiumesegetico del testo, in favore di un metodo che cerca di estrapolare il di iura eleges, metodo legittimato anche dalla compilazione, da Celso, che diceva che bisognava privilegiare la ratio della norma, la forza della legge. I principia e rationes iuris facilitano la disciplina di nuove fattispecie. Si assiste al cambiamento dello strumentario loso co del giurista, legato alle novità che in questo ambito si hanno nel secondo medioevo, in particolare la scoperta dei testi aristotelici. Il giurista dell'alto-medioevo si fonda sulla base culturale delle arti liberali avvalendosi della dialettica, l'insieme delle tecniche argomentative, secondo la logica vetus, basata sulla logica loso ca di quel momento basata su Marziano Capella, le Variae di Cassiodorio, Ia Topica di Cicerone e la traduzione latina di Boezio di due opere di Aristotele (il de interpretatione e le categorie, parti dell'Organon) e la Isagoge di Por rio (III sec., losofo).

neoplatonico); logica loso ca basata sulla distintio, tecnica ermeneuticache si avvale dalla chiari cazione che deriva dal procedimento che consiste nelladivisione di un genus in species (dalla diairesis di Platone), tecnica dell’albero por riano.Già la seconda e terza generazione dei glossatori agli inizi del 1200 cominciano adavvantaggiarsi della logica nova, che si avvale di una serie di opere nuove, innanzitutto laparte dell’Organon, gli analitica priora (mancano gli analitica posterioria che verràscoperta più tardi e utilizzata dai commentatori).Queste opere di Aristotele sbarcano in Europa e nella latinità grazie alla mediazionearaba, indiretta o diretta, da un lato grazie ai regni (sultanati ed emirati) arabi portatoridella cultura greca nella traduzione araba, dall’altro, grazie alla riconquista, le popolazionilatine (come gli spagnoli) iniziano a tradurre i testi arabi per integrarli nel loro patrimonioculturale; anche le crociate

Portavano un contatto con la Palestina e le sue opere. Sillogismo, accanto alla distintio i glossatori dispongono del grande strumento logico-sillogismo dialettico, che consiste nel procedimento che consente, partendo da due premesse, di arrivare ad una conclusione, un metodo attraverso il quale si ricava un'inferenza (procedimento inferenziale) da due disposizioni predicative, una premessa maggiore e una minore, conclusione basata sul principio di identità e di discrepanza: se due termini (non) sono identici ad un terzo vuol dire che (non) sono identici tra loro. Per i glossatori la premessa maggiore è un testo della compilazione giustinianea, la littera di una lex o di uno iura, come anche la premessa minore, per verificare se sono identici ad un terzo testo per poterle utilizzare ad una fattispecie concreta. Il testo è sempre il punto di partenza.

Con la scoperta degli analitica posteriora da parte

dei commentatori, essi arricchiscono il logismo apodittico o dimostrativo, la gamma dei sillogismi con il caratterizzato dallanatura, dall'attendibilità della premessa maggiore, perché attraverso il sillogismo dialettico si raggiungono dei livelli di probabilità della conclusione, di verosimiglianza, di opinione; assiomi, invece se si parte da premesse maggiori che sono degli principi certi ed indiscutibili di ciascuna scienza, si arriva ad una conclusione certa, sicura. Ecco che i commentatori hanno bisogno del principium iris-premessa maggiore, da applicare ad una serie di fattispecie nuove. Ciò comporta un rapporto distruttivo nei confronti del testo (come dice Cino da Pistoia, il quale propone una metodologia dell'approccio al testo, che diventa lo spartito della primo dividam, lezione, che consiste frantumare il testo (per poi ricomporlo sotto forma di secundum ponam casum, tertioratio), porre esemplificazioni, fattispecie concrete nuove, colligam, quarto.Ecco il testo formattato con i tag HTML:

opponam, collegare con altri frammenti, vedere i frammenti contro un quinto queram, determinato principio, e la quaestio. La quaestio, genere letterario già utilizzato dai glossatori, ossia la disputa su un fatto quaestio ordinaria o legittima, giuridico controverso, nella versione della prima forma di quaestio ripiegata all'interno della compilazione giustinianea, interrogativa che utilizza testi di legge e casi concreti della compilazione. Nuove esigenze portano ad una nuova forma di quaestio, la quaestio ex facto emergens o quaestiones de facto, che prendono fattispecie concrete ricavate dalla prassi, ad es. le prassi dei tribunali. Sennonché si cominciano a utilizzare anche fonti diverse, i iura nova, ad es. gli statuti.

I commentatori utilizzano rationes tratte dalla compilazione che possono trovare applicazione anche negli iura propria.

Generi letterari della scuola del commento, quattro:

  1. Tractatus
  2. Ditionarium iuris (es. Alberico da Rosciate)
  3. Commento, commentaria (Bartolo, ...)

Baldo), opera di commento, problematica, argomentativa che spiega la compilazione con il nuovo approccio metodologico.

Consilium, consilia, un parere, genere letterario che compare più tardi nei termini di parere reso dal giurista ad un privato o ad una autorità pubblica (es. papa, imperatore, ...) perché segna il momento in cui il baricentro della cultura giuridica si sposta dall'Università allo studio del privato giurista. Il parere può essere a pro veritate, sostegno delle ragioni di una parte o parere con cui il giurista dà i pro e i contro lasciando la valutazione alla parte. I consilia in questo ordine delle fonti del diritto non legalistico diventa una formidabile fonte del diritto più autorevole in rapporto all'autorevolezza del giurista che l'ha rilasciato (argomentum ab autoritate) e communis opinio, prende corpo il principio un misto di un criterio quantitativo e qualitativo in un sistema di.

giurisprudenza consulente (diversa da quella giudicante). Tale principio avrebbe infastidito i sovrani (si pensi alla legge delle citazioni di Valentiniano III) i quali cercheranno di imbavagliare i giuristi. Generazioni dei commentatori civilisti: - Cino da Pistoia, lectura super codice; - Allievo, Bartolo da Sassoferrato; - Allievo, Baldo degli Ubaldi (muore nel 1400). Bartolo nel 1300 è considerato una figura al pari di Dante, Petrarca, giurista completo che anticipa una serie di temi rispetto alla modernità (nasce a Sassoferrato nelle Marche nel 1314 e muore nel 1357). Si muove anche in politica e insegna a Pisa e a Perugia. Riceve un riconoscimento ufficiale da Carlo IV che gli concede il diritto di usare un'officiale stemma, un blasone, gli riconosce anche un titolo nobiliare. Bartolo entra a gamba tesa sul problema degli statuti con la teoria della iurisdictio sulla legittimità degli statuti comunali. Affronta il problema della tirannide, problema a lui attuale in ordine al.Qualesignori si appropriano del potere comunale talvolta illegittimamente, individuando due forme di tirannide: tirannus ex defectu tituli, il tiranno tale perché gli manca la legittimazione, il titolo dell'esercizio del potere, che è ottenuto con la colpa; tirannus ex parte exercitii, tiranno in ragione dell'esercizio del potere, ha il titolo per governare, ma governa in materia tirannica perseguendo interessi privati. Ancora tocca il diritto internazionale privato, introducendo i criteri utilizzati per fissare la giurisdizione, il criterio personale e il criterio reale; nel caso di sovrapposizione di ordinamenti nazionali se le questioni attengono alla persona si applica il diritto della sua natio, se le questioni attengono ad una res si radica il principio e il diritto del luogo in cui si trova la cosa. 3/11 commentari trattati Bartolo scrive tutti i al corpus iuris; una serie di (es. tractatus de insula in fulmine nata, sul problema di chi sia una isola emersa).problema ricorrente nel tempo della scoperta di nuove terre e degli indigeni). Scrive dei consilia, manifestazione dell'attività consultiva del giurista, pratica risalente nel tempo sin all'età repubblicana (ponte ci) e poi classica romana. Consilia che dà il nome alla giurisprudenza consulente, prassi che si di onde in età basso-medievale, caratterizzandola per esser poi a ancata e sostituita nell'età moderna da una giurisprudenza giudicante con l'istituzione dei grandi tribunali da parte dei nascenti stati moderni per assicurarsi una stretta vicinanza al giuridico. Consiulium sapientis indiciate (prima forma del consiulium), parere chiesto al giurista da parte dei consules del comune in occasione di una controversia, in mancanza di un giudice ufficiale e autonomo, parere che finisce per essere trasfuso nella sentenza; richiesta anche da parte dei consule de giustizia, organo giudicante ad hoc che comunque non costituisce organo giu
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A.A. 2020-2021
158 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Emanuele.1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Mazzarella Ferdinando.