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CAPITOLO 4: LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA
Introduzione:
La rivoluzione industriale è un vero e proprio snodo interpretativo per l'evoluzione economica dei paesi occidentali. Dopo la rivoluzione industriale, l'Europa diventa il continente economicamente più importante e potente del mondo.
È tuttavia evidente che il fenomeno di crescita economica europeo è un fenomeno non improvviso e che i movimenti globali vengono innescati e governati dall'Europa atlantica. I potenziali grandi rivali dell'Europa (come l'impero ottomano o l'impero cinese) sembrano avere sottovalutato gravemente il rischio di lasciare in mani europee i traffici oceanici.
In sostanza la globalizzazione moderna viene forgiata dall'Europa atlantica e fa da base alla rivoluzione industriale, l'evento (puramente europeo) che spingerà in avanti nello sviluppo alcune parti del continente europeo come nessuna altra parte del globo. Prima
che le altrepotenze riescano a competere con l'Europa passerà davvero molto tempo (rendita di posizione). L'unico paese che poi riuscirà a superare gli stati europei saranno gli Stati Uniti. Vero (fine '700 e inizio '800): o La grande divergenza Il fenomeno è oggetto di discussione: - Secondo alcuni la grande divergenza fra Europa e Resto del Mondo (soprattutto fra Europa e le grandi civiltà dell'Asia) si sarebbe manifestata solo in seguito alla Rivoluzione Industriale. Fino a tutto il XVIII secolo la Cina continuava, infatti, a costituire la più grande e prospera economia mondiale. - Secondo altri prima ancora della rivoluzione industriale il ruolo economico europeo non era marginale, anzi. Ben prima della rivoluzione industriale l'Europa aveva iniziato a coordinare il resto del globo in un sistema economico mondiale costruito su misura degli interessi dell'Europa stessa. Si potrebbe parlare quasi di una progressiva«europeizzazione» del resto del mondo. Quando parte e cos’è?- È quel fenomeno che vede il mondo occidentale (l’Europa prima e poi gli Stati uniti) crescere molto di più del resto del mondo. Tutti sono concordi di far partire questo fenomeno con l’emergere della rivoluzione industriale. Secondo alcuni storici, la crescita europea e l’europeizzazione di parte del mondo è già presente in precedenza. Nessuno storico mette indiscussione che la rivoluzione industriale abbia segnato la grande divergenza. Esempio della forbice. Questo fenomeno continuerà fino alla fine del ‘900.
(riguarda solo l’Europa)La piccola divergenza nel corso dell’età moderna avviene un evidente avvicendamento gerarchico- Allo stesso tempo, tra le varie aree d’Europa. Fino al pieno ‘500 è l’area mediterranea a dominare l’economia europea.- Con la fine del ‘500 il baricentro economico
dell'Europa si sposta dal Mediterraneo verso l'Atlantico. Se l'Italia centro-settentrionale era stata area guida dell'economia europea dal XIII al XVI secolo, nei secoli successivi viene soppiantata dagli emergenti paesi del Nord Europa, fra tutti Inghilterra e Olanda. Cambio di gerarchia in Europa. I fattori demografici (Inghilterra) (prima causa): L'espansione demografica del XVIII secolo è un vero e proprio enigma. È un fenomeno che avviene dapprima in Gran Bretagna, poi più lentamente nel resto d'Europa. La popolazione cresce per la riduzione del tasso di mortalità e per la crescita del tasso di natalità (non abbiamo dati certi). Quindi è deciso da questi due fattori: - La riduzione del tasso di mortalità (un fenomeno di lungo periodo): Miglioramento dell'alimentazione sia per l'introduzione di certe nuove colture e la loro diffusione (patata e mais), sia per la disponibilitàdi più prodotti dovuta anche al miglioramento quantitativo per l’arrivo di nuovi prodotti dall’America che dei trasporti. Risolvono i problemi di sussistenza. Mais ha rese agricole maggiori e la patata è più disponibile per la raccolta. Non è comunque un miglioramento qualitativo (troppe patate = pellagra). Miglioramento dell’igiene, soprattutto durante l’Ottocento. Nelle città si ammodernano reti idriche, fognature, si cura maggiormente la pulizia delle strade, aumenta il numero di case di igiene personale costruite in muratura dove i topi penetravano con più difficoltà e cresce un maggior uso del sapone e dei tessuti di cotone più facili da lavare. - Primi (scarsi) progressi nella medicina. Importante è la scoperta del vaccino del vaiolo (1796); migliora la preparazione medica e soprattutto quella ostetrica. I poteri pubblici cominciarono a sostenere di più la pratica medica eA divulgarla con trattati destinati ai ceti popolari. In alcuni paesi europei tra metà '700 e metà '800 inizia a diminuire, fino a dimezzarsi, la mortalità nel primo anno di vita (diminuisce il parto in casa).
La crescita del tasso di natalità: L'unico elemento certo è un generale abbassamento presso le classi intermedie dell'età al matrimonio. Matrimoni precoci significano, in teoria, più alti tassi di natalità. Infatti, una volta erano pochissimi i casi di gravidanze fuori dal matrimonio. Prima una ragazza si sposava, più figli poteva avere (tasso di fecondità femminile che cresce).
In Inghilterra e Galles cresce notevolmente l'urbanesimo: trasferimento dalle campagne alle città (il 50% della popolazione vive in città). Inoltre, i dipendenti vengono pagati a tempo (somma fissa mensile). Quindi una conseguenza fu la diffusione della famiglia nucleare (marito, moglie e figli).
non più patriarcale. Il problema sta nel fatto che per alcuni storici il semplice aumento della popolazione avrebbe determinato un’accresciuta domanda di beni manufatti e quindi uno stimolo per lo sviluppo dell’industria. Altre chiavi di lettura pongono viceversa l’accento su una somma di fattori diversi. In sostanza non è il semplice aumento demografico a determinare la rivoluzione industriale. (4 fattori per l’aumento demografico: natalità, mortalità, migrazioni e matrimonio). La crescita della popolazione, secondo gli studi odierni, è fondamentale per l’industria, ma non c’è solo questo. Un altro fattore è l’espansione commerciale. Il ruolo dell’espansione commerciale (seconda causa): - Anche in questo caso a lungo si è ritenuto che un altro fattore avesse influito in maniera decisiva nella crescita industriale inglese: l’espansione del commercio internazionale. OggiL'asserzione che il commercio estero produceva ricchezza e quindi l'accumulazione del capitale necessario all'industrializzazione europea non regge del tutto. Non vi è alcuna prova che i proventi del commercio internazionale inglese venissero reinvestiti proprio nella manifattura. Il commercio estero in generale e quello coloniale in particolare rivestivano senza dubbio un ruolo importante nell'espandere la capacità del mercato di fornire beni di consumo, ma di per sé non possono spiegare il motivo della contemporanea crescita della domanda di beni di consumo.
L'espansione commerciale non è la causa scatenante della rivoluzione industriale, ma senza questo fattore non ci sarebbe stata. Sembra, quindi, che il contributo dell'espansione del commercio extraeuropeo alla crescita economica inglese (ed europea) nel XVIII secolo si possa ricondurre all'asserzione secondo cui il commercio estero era "una condizione necessaria".
“ma non sufficiente per la crescita economica”. È sicuramente una condizione necessaria nel momento in cui pensiamo che:
- Già a partire con il tardo XVI secolo ed ancor più nel secolo successivo, la produzione industriale inglese si inserisce in una struttura commerciale globale, con ampio accesso a materie prime e mercati di sbocco per i prodotti finiti;
- l’Inghilterra vince tutte le guerre combattute (unica eccezione tra il 1650 ed il 1800 quella con i coloni americani), in particolare quelle con i competitors più pericolosi: Olanda e Francia. Ogni vittoria coincide con un ampliamento dei propri domini imperiali. I conflitti che ha affrontato erano in luoghi esterni all’Inghilterra. Nessuno scontro interno fino alla Seconda guerra mondiale (ci aveva provato Filippo II con l’invincibile armata nel ‘500).
- Crescita economica grazie anche all’adozione di una politica mercantilistica. Aumentare le esportazioni e