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Il modello di Lasswell

Modello molto semplicistico. Offre le principali applicazioni degli studi sulla comunicazione, come ci si deve approcciare allo studio della comunicazione. La prima sistematizzazione dei dati di ricerca e riflessioni teoriche sulla comunicazione. I PAYNE FUND STUDIES

Progetto di ricerca mirato a studiare gli effetti del cinema sulle giovani generazioni. Nascono negli USA grazie a due condizioni:

  • Sviluppo dei metodi di ricerca empirica
  • Incredibile successo del cinema (40 milioni di biglietti venduti)

13 ricerche dal 1929 al 1932. 10 generi: crimine, sesso, amore, mistero, guerra, infanzia, storia, avventura, commedia e questioni sociali. Ben il 75% dell'offerta era compreso nei generi: crimine, sesso, amore.

Uno dei primi studi mirati a eliminare la teoria ipodermica, un complesso di 13 ricerche (1929 - 1932) che devono studiare gli effetti del cinema (1895) sulle giovani generazioni (non tv). Il cinema era un servizio a basso costo che tutti si.

Potevano permettere. L'Urbanizzazione aveva portato un sacco di gente in città che consumava prodotti di ogni tipo. Il cinema riesce ad essere alla portata di tutti. Le storie raccontate però spesso erano tutt'altro che edificanti e nacque la paura che certe vicende riprovevoli potessero avere una cattiva influenza sui giovani (es. consumo di alcool e tabacco proibiti nel paese).

Si cominciano a sviluppare i metodi di ricerca (es. focus group) -> interviste di gruppo

Due filoni di ricerca

  • Sugli atteggiamenti degli individui (quantitativa)
    • Peterson e Thurstone misurarono l'orientamento nei confronti di alcuni gruppi etnici, pena di morte, etc
    • I risultati dimostrarono che l'esposizione ripetuta mostrava un effettivo cambiamento di atteggiamento
    • Questo tipo di ricerca ha tantissimi limiti, perché ricerca di laboratorio, ma comunque era un primo passo verso uno studio di comunicazione più complesso.
  • Sul comportamento quotidiano

(qualitativa)

  • Misurarono l'influenza sui giochi, stili di vita, proiezioni e fantasie
  • I risultati dimostrarono il cinema non si limitava a influenzare il comportamento degli individui, ma proponeva modelli cui ispirarsi

Secondo studio, pietra miliare, condotto da Herbert Blumer nel 1933

Per studiare come i bambini si comportano attraverso il cinema. Attraverso questionari e interviste.

L'obiettivo era capire se vedere un film proponeva dei modelli a cui ispirarsi, quindi un cambiamento più profondo nella persona.

La comunicazione non ci fa cambiare solamente idea ma ci propone anche dei modelli da seguire.

Il cinema influenza i bambini quando propone dei soggetti nei quali identificarsi.

<<Payne Fund Studies>>: i meriti

  • Anticipano il riconoscimento della capacità dei media di fornire gli elementi con i quali pervenire alla costruzione della realtà: "le immagini dei film propongono stili di vita estranei a molti individui e,

Conseguentemente, modellano la loro concezione di tali modelli di vita” (Blumer 1933)

Introducono, con molti decenni di anticipo, un esplicito riferimento allacapacità modellizzante esercitata dai media.

02. Le teorie degli effetti limitati dei media

I primi studi volti a scongiurare la teoria ipodermica iniziano le 1948, si inizierà astudiare il modo in cui certi tipi di comunicazione su certi temi avessero un’influenzasu un certo tipo di pubblico, le campagne.

Oggetti di studio privilegiato divennero le “campagne”, volte a conseguire specificiobiettivi - “influenzare gli elettori, vendere sapone, ridurre pregiudizi”

Concentrazione su un unico tipo di effetto: il cambiamento di opinioni eatteggiamenti nel periodo immediatamente successivo all’esposizione al messaggio

Esigenze “commerciali” ottenere dati circa l’efficacia di campagne pubblicitarie

Esigenze di “ricerca” descrivere e misurare gli effetti

dell'esposizione ai messaggi mediatici sugli individui. La scoperta delle variabili intervenienti:
  • Il concetto di variabili intervenienti viene coniato da Elihu Katz e Paul Lazarfeld nel 1955.
  • Nasceva dalla necessità di introdurre fattori di mediazione tra i messaggi mediatici e i membri dell'audience.
  • Le variabili intervenienti "contribuiscono, in certe condizioni, a facilitare il flusso delle comunicazioni tra media e masse e, in altre condizioni, a bloccare il flusso delle comunicazioni. In questo senso, le definiamo "intervenienti".
Nel 1938 un famoso regista (Orson Welles, quarto potere) alla vigilia di Halloween dalla CBS, emittente più famosa (radio), portò ai microfoni la trasposizione di un romanzo (La guerra dei mondi) come se fosse una cronaca reale, trasmissione seguita da 32 milioni di telespettatori. Ben 4 volte venne detto che era un radiodramma, e lui stesso terminò la trasmissione dicendo che era finto, un divertimento.durante Halloween. Eppure successe uno dei più grandi panici morali della storia della comunicazione di massa, un milione di telespettatori su sei avevano creduto che fosse reale, i giornali, le emittenti e le centrali della polizia ricevettero migliaia di telefonate, la gente scappò e la trasmissione causò uno scandalo nazionale. La radio trasforma le persone in folla, facilmente condizionabile. L'episodio di Welles causò un panico morale e ci fu chi decise di studiare questo avvenimento, sarà importante per il concetto di variabile interveniente. Studio di Henry Cantril - L'invasione da marte: uno studio sulla psicologia del panico (1940). C'erano una serie di fattori che avevano reso il programma veritiero: tono realistico, affidabilità della radio, uso di esperti e di località realmente esistenti, sintonizzazione dall'inizio o a programma già iniziato. Si intuisce che esistano diverse categorie di persone tra ilpubblico:
  1. soggetti in grado di controllare la coerenza interna del programma;
  2. soggetti che avevano proceduto a controlli esterni;
  3. soggetti che, pur avendo tentato la strada dei controlli esterni, si convinsero che era effettivamente caduto un meteorite;
  4. soggetti che non effettuarono nessun tipo di controllo e che ritennero il programma un notiziario giornalistico.

I soggetti della 1 e 2 categoria furono in grado di confrontare ciò che veniva narrato con la conoscenza del mondo che avevano costruito nel corso del tempo sviluppando un'abilità critica ovvero la "capacità di valutare uno stimolo in modo tale da essere in grado di coglierne le caratteristiche essenziali, valutarle e reagire appropriatamente" (Cantril 1940, p.111).

Per Cantril l'abilità critica si basava su 3 fattori:

  • variabilità religiosa: che si correlava in maniera negativa
  • livello di istruzione: che si correlava in maniera positiva - più eri istruito

più ericapace di capire la verosimiglianza del messaggio● fattori di personalità: che si correlano in maniera negativa

PARADIGMA DEGLI EFFETTI LIMITATI DEI MEDIA

Questo paradigma parte dal presupposto che esistano variabili indipendenti che funzionano come mediatori rispetto alla comunicazione

Il paradigma degli effetti limitati non nega gli effetti politici dei media, ma li riconduce a una struttura preesistente di relazioni sociali, li spiega cioè attraverso una pluralità di fattori di mediazione.

Esistono due tipi di fattori di mediazione:

  1. Fattori di mediazione rispetto al pubblico: quell’insieme di variabili intervenienti che favoriscono o ostacolano l’esposizione a determinati messaggi
  2. Fattori di mediazione rispetto al messaggio: il tipo di contenuto e le modalità di presentazione di quest’ultimo influiscono sulle dinamiche di persuasione

1. Fattori di mediazione rispetto al pubblico

Le persone possono attivamente sottrarsi al messaggio

Dei media, i media non hanno una capacità di persuasione ma di influenza. Perché spesso le campagne volte a persuadere gli individui a modificare determinati comportamenti - come le campagne sui pericoli legati al vizio del fumo o quello sull'assunzione di alcol prima di mettersi al volante di un'automobile - non raggiungono gli obiettivi prefissati?

L'importanza del fattore "esposizione" al media

L'esposizione può essere letta come una variabile interveniente nel processo di comunicazione. Prima ancora di valutare l'eventuale distanza di alcuni messaggi rispetto alle opinioni preesistenti, è, tuttavia, necessario che vi sia qualche forma di interesse ad acquisire informazioni sull'argomento trattato. Noi gestiamo il modo con cui ci esponiamo al media in base alle nostre credenze preesistenti, noi scegliamo attivamente.

Questa teoria è stata elaborata in una ricerca del 1940 e riportata in un libro del 1948.

“The people’s Choice” di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet, in occasione della campagna presidenziale del 1940 essi scoprono che:

  • i soggetti con elevato interesse per la campagna che avevano opinioni precise sui temi della campagna; partecipavano frequentemente agli eventi elettorali: si esponevano più spesso all’offerta di comunicazione politica.
  • gli individui che dichiaravano di aver partecipato alle occasioni di incontro con i candidati alla presidenza erano già sostenitori dei rispettivi partiti.

Correlazione → prendere due fattori che noi usiamo come variabili e li mettiamo appunto in correlazione.

Rispetto al totale dei 600 soggetti intervistati nel mese di maggio e successivamente e poi in ottobre - cioè al termine della campagna e a ridosso del voto:

  • il 53% aveva confermato le intenzioni di voto espresse a maggio
  • il 26% era passato da una condizione di adesione a un partito a una condizione di incertezza e viceversa
  • solo il

5% degli intervistati aveva cambiato decisamente idea, facendo intracciare quella che i ricercatori definirono propriamente una "conversione".

Più mi espongo alla comunicazione più rafforzo le mie idee.

La teoria del rafforzamento di Klapper (1960)

  • Distingue un effetto di conversione da un effetto di rafforzamento. Nel primo caso, l'attore cambia completamente il suo comportamento, vale a dire si converte. Nel secondo caso, l'effetto della comunicazione è quello di rafforzare atteggiamenti e comportamenti già esistenti nella mente dell'attore, a cui cioè era chiaramente predisposto.
  • In sostanza, i media rafforzerebbero convinzioni preesistenti ma difficilmente farebbero cambiare agli individui le proprie convinzioni, non in maniera radicale.

L'effetto di conversione si verificherebbe solo in casi molto particolari.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
85 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LucaPerri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Farci Manolo.