Goffman e i rituali interpersonali
I riti sono visti come un sistema simbolico che contribuisce all'integrità e alla solidarietà del gruppo che li adotta. Goffman si concentra sui rituali interpersonali che riguardano il Sé, reso sacro e improfanabile da atti simbolici. Nel suo saggio tratta di due processi: quello con cui si riconosce all’altro il rispetto rituale e quello con cui lo si riconosce a sé stessi. Quando ci si rivolge agli altri, si rispettano regole di condotta che creano aspettative. Il vero malato mentale nella società non ha una malattia ma non riesce a rispettare norme di interazione, che sono:
- Simmetriche, quando l’altro è allo stesso livello del soggetto.
- Asimmetriche, gerarchiche nei confronti di un superiore.
Regole di interazione
Esistono regole:
- Sostanziali: codificate da leggi e regolamenti, prescindono dalle conseguenze sull’identità dell’individuo.
- Di cerimonia: codificate dall’etichetta o dal codice cerimoniale, sono convenzionali e comunicano il carattere e l’identità del personaggio e il proprio giudizio su chi partecipa alla riunione.
Deferenza e contegno
Deferenza: attività in cui si esprime apprezzamento verso qualcosa di cui qualcuno è simbolo o agente, divisa in:
- Rituali di discrezione: si riferiscono alla distanza che si tiene da una persona; più essa è importante, più diritto a distanza spaziale possiede. Solo chi ha un rapporto stretto può contaminare questa sfera.
- Rituali di presentazione: rituali con cui l’individuo rende testimonianza al destinatario del modo in cui lo considera e di come lo tratterà; intersoggettivi, permettono l’integrazione tra i membri di una comunità.
Gestione di deferenza: riconoscimento o valutazione generale di una persona tramite idealizzazione.
Contegno: attività che si rivolge verso il proprio ruolo manifestata tramite atteggiamento, modo di vestire o muoversi, che serve a comunicare le qualità di una persona a quelli con cui interagisce e dimostrare il processo di socializzazione; per realizzarsi ha bisogno di risorse ed è quindi più facile per le classi più ricche. Deferenza e contegno sono incrociati e complementari, e permettono di creare rapporti di interdipendenza.
Situazione e obblighi rituali
La situazione fa da cornice: si dà significato, si prevedono i ruoli, ci si controlla reciprocamente spazio e tempo di compresenza. Obblighi rituali sono definiti per ogni attività e variano per densità rituale.
Conversazione
Nella conversazione gli elementi di ritualità sono:
- Ritualizzazione: alcuni gesti indiretti che vengono fatti indipendentemente dalla ragione dell’atto.
- Struttura partecipativa: quando una parola viene pronunciata, tutti quelli che si trovano nel campo percettivo dell’evento avranno qualche forma di status partecipativo in relazione ad esso.
- Incassamento: i diversi ruoli che il parlante assume durante la conversazione.
Gli interscambi culturali si organizzano secondo il modello classico di deferenza e contegno, insieme al rispetto per la faccia (reputazione sociale) propria e altrui. Le azioni sono orientate non solo dalle costrizioni sistemiche ma anche da norme identitarie relative al rispetto del territorio del sé.
Rituali di conversazione
- Rispettare il terreno: evitare trasgressioni rituali di ruoli/privacy/discrezione.
- Rispettare la faccia: non mettere l’altro nella condizione di dover dare un rifiuto esplicito.
- Tastare il terreno: scorta di sicurezza argomenti che permettano di continuare l’interazione.
Altri rituali riguardano la lunghezza e la sequenza di un discorso, come la continuità del tema e il grado di partecipazione.
Differenze tra rituali collettivi e di interazione
- Contingenza: non si può prevedere in precedenza il momento (temporeale), l’esecuzione (individuale) e la reazione delle cerchie (interpersonale) al rito.
- Partecipazione: in società primitive le performance coinvolgevano tutto il corpo sociale, ora c’è più libertà.
- Obbligatorietà socialmente sanzionata: non rispondere a determinati obblighi crea forme di sanzioni formali o informali, ma le conseguenze sono minori rispetto alle società più semplici.
- Differenziazione: all’aumentare delle cerchie sociali decadono le grandi narrazioni (ideologie e religioni) che definivano i riferimenti per l’agire sociale e i rituali si differenziano a seconda di contesti sociali.
- Adattamento al cambiamento sociale: in una società complessa con nuovi canali di interazione, i rituali si adattano e sviluppano partendo da questi.
Identità
Identità: incontro tra conformismo agli standard e distinzione dagli altri in base alla propria personalità; è un continuo processo di significazione del sé, veloce quanto il cambiamento della società, in cui:
- Avviene un continuo confronto tra idea del sé e le azioni quotidiane fatte.
- Modifichiamo continuamente i nostri ricordi, trattenendo ciò che conferma la nostra narrazione.
- A seconda dell’interlocutore si crea una nuova identità che dipende dalla sua percezione.
Mead e la costruzione del me
L'individuo forma la propria identità sociale nella socializzazione (due fasi); il me viene costituito in tre fasi:
- Preparatoria: bambino imita il suo punto di riferimento e gioca legandosi alla fase dell’attaccamento emotivo; giocare serve a comprendere tutti gli strumenti che vengono utilizzati (gesti, simboli, linguaggio).
- Play: bambino inizia ad assumere le competenze per assumere il ruolo altrui e cambiare punto di vista; si interpretano i ruoli sulla base della loro interazione e si impara a interpretare la parte espressiva dei ruoli. Bambino assume e interpreta un ruolo.
- Game: bambino capisce la sua posizione in relazioni complesse e impara cosa tenere in considerazione. Bambino deve saper capire il ruolo degli altri e le regole del gioco.
Gruppo dei pari e socializzazione di genere
Nei gruppi di pari si apprende ciò che manca nella socializzazione familiare, in cui le dinamiche sono ben definite; infatti nel gruppo di pari i ruoli sono in mutamento continuo e si definiscono in base alle caratteristiche dell’individuo. Genere ricopre un ruolo fondamentale, e nel gruppo di pari il soggetto inizia a capire come metterlo in scena e come orientare in base ad esso il proprio comportamento.
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