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GOFFMAN
Riti visti come un sistema simbolico che contribuisce all’integrità e alla solidarietà del gruppo che li adotta; sceglie di
concentrarsi sui RITUALI INTERPERSONALI che riguardano il SÉ, reso sacro e improfanabile da atti simbolici.
17 Nel suo saggio tratta di 2 PROCESSI: quello con cui si riconosce all’altro il rispetto rituale e quello con cui lo si
riconosce a sé stessi. Quando ci si rivolge agli altri si rispettano regole di condotta che creano aspettative.
Il vero malato mentale nella società non ha una malattia ma non riesce a rispettare norme di interazione, che sono:
• SIMMETRICHE, quando l’altro è allo stesso livello del soggetto.
• ASIMMETICHE, gerarchiche nei confronti di un superiore.
Esistono regole:
• SOSTANZIALI: codificate da leggi e regolamenti, prescindono dalle conseguenze sull’identità dell’individuo.
• DI CERIMONIA: codificate dall’etichetta o dal codice cerimoniale, sono convenzionali e comunicano il
carattere e l’identità del personaggio e il proprio giudizio su chi partecipa alla riunione.
DEFERENZA E CONTEGNO
DEFERENZA: attività in cui si esprime apprezzamento verso qualcosa di cui qualcuno è simbolo o agente, divisa in:
• RITUALI DI DISCREZIONE: si riferiscono alla distanza che si tiene da una persona; più essa è importnte, più
diritto a distanza spaziale possiede. Solo chi ha un rapporto stretto può contaminare questa sfera.
• RITUALI DI PRESENTAZIONE: rituali con cui l’individuo rende testimonianza al destinatario del modo in cui lo
considera e di come lo tratterà; INTERSOGGETTIVI, permettono l’integrazione tra i membri di una comunità.
GESTO DI DEFERENZA riconoscimento o valutazione generale di una persona tramite idealizzazione.
→
CONTEGNO: attività che si rivolge verso il proprio ruolo manifestata tramite atteggiamento, modo di vestire o
muoversi, che serve a comunicare le qualità di una persona a quelli con cui interagisce e dimostrare il processo di
socializzazione; per realizzarsi ha bisogno di risorse ed è quindi più facile per le classi più ricche.
Deferenza e contegno sono incrociati e complementari, e permettono di creare rapporti di interdipendenza.
SITUAZIONE fa da cornice: si dà significato, si prevedono i ruoli, ci si controlla reciprocamente spazio e
→
tempo di compresenza.
OBBLIGHI RITUALI definiti per ogni attività, variano per densità rituale.
CONVERSAZIONE
Nella conversazione gli elementi di ritualità sono:
• RITUALIZZAZIONE: alcuni gesti indiretti che vengono fatti indipendentemente dalla ragione dell’atto.
• STRUTTURA PARTECIPATIVA: quando una parola viene pronunciata, tutti quelli che si trovano nel campo
percettivo dell’evento avranno qualche forma di status partecipativo in relazione ad esso.
• INCASSAMENTO: i diversi ruoli che il parlante assume durante la conversazione.
Gli interscambi culturali si organizzano secondo il modello classico di deferenza e contegno, assieme al rispetto per la
FACCIA (= reputazione sociale) propria e altrui. Le azioni sono orientate non solo dalle costrizioni sistemiche ma anche
da norme identitarie relative al rispetto del territorio del sé.
I rituali riguardano anche la lunghezza e la sequenza di un discorso:
• Scorta di sicurezza argomenti che permettano di continuare l’interazione
→
• •
Continuità del tema topicality Grado di partecipazione
→
Altri rituali di conversazione:
• Rispettare il terreno evitare trasgressioni riuali di ruoli/privacy/discrezione
→
• Rispettare la faccia non mettere l’altro nella condizione di dover dare un rifiuto esplicito
→
• Tastare il terreno
MINERVINI SIMONA ANGELA SOCIOLOGIA 18
AUTO-INTERAZIONE: serve a dare una narrazione della situazione, come una richiesta di tolleranza per una parola
sbagliata o la presentazione di scuse per una frase inappropriata confermano all’esterno normalità dell’azione.
→
19 DIFFERENZE TRA RITUALI COLLETTIVI E RITUALI DI INTERAZIONE
• CONTINGENZA: non si può prevedere in precedenza:
In che momento il rito avverrà TEMPORALE
→
o Come il rito verrà eseguito INDIVIDUALE
→
o Come le cerchie reagiranno al rito INTERPERSONALE
→
o
• PARTECIPAZIONE: in società primitive le performance coinvolgevano tutto il corpo sociale, ora c’è più libertà.
• OBBLIGATORIETÀ SOCIALMENTE SANZIONATA: non rispondere a determinati obblighi crea forme di sanzioni
formali o informali, ma le conseguenze di queste sanzioni sono minori rispetto alle società più semplici.
• DIFFERENZIAZIONE: all’aumentare delle cerchie sociali decadono le GRANDI NARRAZIONI (= ideologie e
religioni) che definivano i riferimenti per l’agire sociale rituali si differenziano a seconda di contesti sociali
→
• ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO SOCIALE: in una società altamente complessa in cui aumentano i canali
di interazione sociale, i rituali tendono ad adattarsi e svilupparsi a partire da questi nuovi canali.
IDENTITÀ
IDENTITÀ: incontro tra CONFORMISMO agli standard e DISTINZIONE dagli altri in base alla propria personalità; si
tratta di un continuo processo di SIGNIFICAZIONE DEL SÉ, veloce quanto il cambiamento della società, in cui:
• Avviene un continuo confronto tra idea del sé e le azioni quotidiane fatte.
• Modifichiamo continuamente i nostri ricordi, trattenendo ciò che conferma la nostra narrazione.
• A seconda dell’interlocutore si crea una nuova identità che dipende dalla sua percezione.
MEAD
ID: principale oggetto di significazione della società, nonché sforzo quotidiano di dare un senso alla propria esistenza.
SÉ: interfaccia sociale con cui dialogo per conoscermi, interpretare gli stimoli, decidere cosa fare.
MENTE: esterna all’individuo, rappresenta la condotta simbolica ed è data dai significati socialmente accettati.
IDENTITÀ FONDAMENTALE (core identity): percezione che abbiamo di noi stessi PERSONALITÀ
→
Interiorizzo ciò che gli altri proiettano e mi do significato a seconda di questo.
ALTRI AUTORI
GOFFMAN: identità ha un nucleo ma dipende interamente dalla maschera che si indossa.
JAMES: identità plurale, può ancorarsi a qualsiasi oggetto/persona.
COOLEY: METAFORA DELLO SPECCHIO
La nostra concezione del sé si basa sulla concezione di come gli altri ci vedono, sempre distorta in base all’autostima
del soggetto e all’importanza dell’altro per il soggetto. L’identità si compone di:
• Immaginazione di come APPARIAMO
• Immaginazione del GIUDIZIO ALTRUI
• Orgoglio o vergogna in REAZIONE
LIMITI: è difficile da falsificare, essendo difficile svolgere delle ricerche su come avviene la definizione del sé.
MEAD: IO E ME
• IO: parte impulsiva e meno socializzata, plurale e determinata dalla situazione in cui ci si trova.
• ME: insieme dei ruoli e delle regole apprese, dialoga continuamente con l’io.
MINERVINI SIMONA ANGELA SOCIOLOGIA 20
SOCIALIZZAZIONE
SOCIALIZZAZIONE: processo con cui un essere umano ancora incapace di dare significato alle cose viene trasformato
in un attore sociale capace di comportarsi in modo conforme alle norme sociali della sua comunità e ricoprire diversi
RUOLI SOCIALI per stare in interazione con altri e decidere della propria vita.
AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE: ambiti in cui gli individui vengono socializzati (=famiglia, scuola, gruppo di pari, ecc.)
Tre tradizioni teoriche si occupano della socializzazione:
• INTERAZIONISMO SIMBOLICO: processo continuo di costruzione di senso (Mead & Co.)
• FENOMENOLOGIA: processo di interiorizzazione della realtà come costruzione sociale (Berger, Luckmann)
• FUNZIONALISMO: fase di apprendimento degli orientamenti normativi
BERGER E LUCKMANN → REALTÀ COME COSTRUZIONE SOCIALE
REALTÀ: non oggettiva, si tratta di una costruzione sociale perpetrata dalla socializzazione in due fasi:
• S. PRIMARIA: avviene in famiglia nei bambini tramite l’ATTACCAMENTO EMOTIVO verso gli adulti di
riferimento e il LINGUAGGIO (sia contenuto che strumento di socializzazione).
Si acquisisce gradualmente la capacità di pensare i ruoli e le regole e si arriva alla coscienza dell’ALTRO
o GENERALIZZATO (= cosa farebbe un’altra persona se fosse al tuo posto nella stessa situazione?).
La prima cosa che viene insegnata è l’IDENTITÀ di GENERE e la distinzione tra maschile e femminile.
o
• S. SECONDARIA: avviene con le altre agenzie di socializzazione e con la scoperta di altri possibili mondi che
possono risultare parzialmente o totalmente in contrasto con quanto già interiorizzato.
Tramite la socializzazione il bambino entra in un processo di COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTÀ diviso in:
• ESTERIORIZZAZIONE: tramite attività fisica e mentale le persone creano la società.
• OGGETTIVAZIONE: significato soggettivo e intersoggettivo vengono oggettivati e resi naturali.
• INTERIORIZZAZIONE: persone interiorizzano i modi di vivere sociale.
Si tratta di un processo bidirezionale in cui ogni fase è un’interazione; i soggetti continuano a socializzarsi a vicenda.
MEAD E LA COSTRUZIONE DEL ME
L’individuo forma la propria identità sociale nella socializzazione (2 fasi); il me viene costituito in tre fasi:
• PREPARATORIA: bambino imita il suo punto di riferimento e gioca legandosi alla fase dell’attaccamento
emotivo; giocare serve a comprendere tutti gli strumenti che vengono utilizzati (gesti, simboli, linguaggio).
• PLAY: bambino inizia ad assumere le competenze per assumere il ruolo altrui e cambiare punto di vista; si
interpretano i ruoli sulla base della loro interazione e si impara a interpretare la parte espressiva dei ruoli.
Bambino assume e interpreta un ruolo.
o
• GAME: bambino capisce la sua posizione in relazioni complesse e imparano cosa tenere in considerazione.
Bambino deve saper capire il ruolo degli altri e le regole del gioco.
o
GRUPPO DEI PARI E SOCIALIZZAZIONE DI GENERE
Nei gruppi di pari si apprende ciò che manca nella socializzazione famigliare, in cui le dinamiche sono ben definite;
infatti nel gruppo di pari i ruoli sono in mutamento continuo e si definiscono in base alle caratteristiche dell’individuo.
GENERE ricopre un ruolo fondamentale, e nel gruppo di pari il soggetto inizia a capire come metterlo in scena e come
orientare in base ad esso il proprio comportamento MASCOLINITÀ TOSSICA [Gary Allen Fine]
→
21 RUOLI
RUOLI: modi in cui la società dà compiti alle persone; se la società &e